Teatro Comunale, 3 Maggio. La rassegna "Nuovi percorsi"
entra nel vivo della programmazione: infatti nel giro di quindici giorni ben
cinque saranno le rappresentazioni proposte di cui l'ultima, del 16 Maggio,
costituirà la chiusura del ciclo.
Temi non usuali e spesso non facili quelli
proposti; spicca particolarmente quello offerto dall'odierna rappresentazione
proposta da Alfonso Santagata: il fenomeno del brigantaggio dopo l'Unità
d'Italia (1860).
Tre storie di briganti, proposte in prima persona
con una parlata non assimilabile ad alcun dialetto in particolare, si
succedono, inframmezzate dalla proiezione di foto d'epoca, proponendo paesaggi
ora pugliesi, ora lucani ora campani.
Non c'è compiacimento nell'elencazione dei crimini
perchè non c'è vera cattiveria: solo tanta fame, tante aspettative tradite (la
terra promessa da Garibaldi), un nuovo padrone (i piemontesi) che impongono
nuove tasse e leggi.
Storie amare di tre uomini senza altre alternative
raccontate tutte d'un fiato, che lasciano l'amaro in bocca a chi le ascolta e
gli fanno rileggere in un altro modo un periodo importante della storia
italiana.
Alfonso Santagata ha alle spalle una lunga e ricca
carriera, costellata anche da numerosi riconoscimenti ed attualmente è
direttore artistico di una delle compagnie più interessanti del teatro di
ricerca italiano, la Cooperativa Katzenmacher (www.katzenmacher.it).
"Il sole del brigante" è un testo originale che si
basa su anni di ricerca di materiale, "... e potrei continuare ancora per anni
senza riuscire a finire" -afferma-, spesso di tipo orale perchè legata alla
collettività di pastori, contadini, gente analfabeta che ha usato la parola per
ricordare i propri eroi. A Santagata va il merito di aver restituito visibilità
a queste "parole tramandate" |