Teatro Comunale: Il testamento

Caserta – 3 marzo 2007

Articolo di Arianna Quarantotto, foto di Massimo Amato


Molti di noi hanno o hanno avuto un parente molto anziano bisognoso di mille cure. Molti si prodigano o si sono prodigati per tenerlo in vita il più possibile, ma chiamare due illustri luminari, un medico francese e uno americano, perché con la loro scienza prolunghino il più possibile la vita già centenaria del vecchio,  beh,  non lo fanno e non lo hanno fatto proprio tutti. A meno che….
La commedia di Corrado Grasso e Giovanni Marcuccio scorre rapida, divertente: protagonista del gioco scenico è il vecchio zio Pietro, pieno d’acciacchi, egocentrico e neanche troppo gentile: intorno a lui le nipoti Isabella e Costanza, che si affaticano per assecondare le mille richieste dello zio, i loro mariti, i figli, un parroco sempre pronto ad accorrere con tutti gli “strumenti” della sacra unzione, un notaio che conosce i segreti del testamento, e due professori: un medico parigino e uno americano. Agli occhi dei nipoti più giovani la situazione appare farsesca: perché affannarsi tanto a tener in vita un vecchio al punto da chiamare medici stranieri e non lasciare invece alla natura di compiere il suo corso? E quale strano motivo si cela dietro le frequentissime visite del parroco che, tra un caffé corretto e tanti pasticcini, desidera di poter officiare il funerale? E infine, perché il notaio consegna due assegni ad Isabella e Costanza?
Il mistero si infittisce quando, nel giorno del festeggiamento del centesimo compleanno e la consegna al vecchio di una medaglia d’oro da parte dell’amministrazione comunale, improvvisamente nella casa di zio Pietro scoppia il panico e un congelatore “appare “ sulla scena.
Le risate si fanno sempre più frequenti man mano che l’azione procede, ma tra equivoci, malintesi e finzioni la soluzione è a lieto fine.
Bravi davvero gli attori che riescono a dar vita ad una situazione di per sé quasi surreale ma, ahimé, davvero accaduta e rimbalzata alle cronache proprio qualche mese. Ma a teatro tutto acquista una dimensione diversa: l’arte dell’inganno diventa riso liberatorio e gioioso, trionfo dell’intelligenza
necessaria per manipolare la realtà.
Ironia e divertimento hanno caratterizzato la serata che ha visto quasi tutto esaurito il Teatro Comunale e ci fa piacere che le compagnie “nostrane” possano avere visibilità e riconoscimento dal pubblico che ieri sera ha gustato il pezzo con una risata fine e delicata.

Consulta: Nuovo teatro casertano: il programma

 

 

 

 

 

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