Bottega del Teatro: Desapariciòn

Un ricordo degli orrori della dittatura in Argentina – 2 e 3 Maggio 2007

Articolo di Arianna QUarantotto, foto di Pia Di Donato


Caserta, 2 maggio 2007. Desaparecidos, gli scomparsi…o meglio, “chi è stato fatto scomparire”. Questa la definizione esatta di una parola che abbiamo dimenticato... o che ci hanno fatto dimenticare.
E “Desapariciòn” si intitola il dramma che, liberamente ispirato alle “Irregolari”, a “Buenos Aires Horror Tour” di Massimo Carlotto, a “Le solite cose” di Massimo Smith, e “Ascoltare Mozart” di Mario Benedetti, Roberto Solofria e Antimo Navarra hanno realizzato per raccontare la fine angosciante di circa 30.000 persone inghiottite, prima dalla morte, poi dall’oblio.
E’ stato inquietante veder rappresentato su una scena, quella della bottega di Pier Luigi Tortora, il dramma delle nonne di Plaza de Mayo: vecchie ancora alla ricerca di nipoti dispersi, strappati alla nascita dal ventre delle loro madri e affidati a famiglie di militari che non potevano avere figli.
Mi ha turbato vedere e conoscere un brandello di storia di cui troppo poco – confesso – sapevo, di un dramma che è stato voluto far scomparire…insieme a quei trentamila torturati in ogni modo, con il filo elettrico, con l’acqua bollente perché venisse loro scorticata la pelle e poi coperta di escrementi, con la testa messa in bidoni di urina... Troppo poco si sa ancora oggi di tutti coloro che hanno subito la doppia tortura, quella fisica e quella della loro cancellazione dalla memoria.

Due soli gli attori in scena, un ufficiale in preda ai rimorsi di coscienza dopo aver passato anni ad infliggere torture di ogni tipo, e un ragazzo venuto da lontano a visitare Buenos Aires. Le loro storie si intrecciano insieme a quella di una nonna alla ricerca, non più della figlia, Laura, morta con il volto deformato da una scarica di mitra e il ventre squarciato perchè fosse mascherata la sua gravidanza, ma di Guido, il nipote, uno dei tanti scomparsi, insieme a padri, fratelli, madri, caricati su una macchina, una Ford Falcon senza targa, e portati in veri e propri mattatoi. Di loro non si è saputo più nulla.
E’ proprio Chiquito, padre di Guido, che ritorna implacabile, ogni sera, nei sogni di quello che fu un ufficiale ossequioso delle regole, pronto ad eseguire i comandi del suo generale: e viene a rammentargli l’orrore, la carneficina da lui perpetrata, l’angoscia inferta, il dolore provocato.
Ora, a trent’anni di distanza dal quel 1976, è uno dei tanti impiegati, con la cravatta al collo, ordinato, “pulito: non pretende più risposte, è lui a doverne dare. Deve rispondere alla sua coscienza tormentata, che invano cerca di annebbiare con l’alcol e con il ricordo della musica, quella di Mozart, che un tempo amava ascoltare e cantare, perché Mozart si può ascoltare solo con spirito libero.
Solofria e Navarra hanno voluto dare una fisicità ai desaparecidos, far vedere dove vivevano, hanno voluto dare loro un volto, una voce, raccontare di quei tanti a cui stata cancellata la libertà di poter vivere. Così ci hanno portato in giro per l’Argentina, in un tour macabro, a volte davvero inquietante, che ci ha messo di fronte a storie reali, quasi al limite della follia, eppure vere: storie fatte soprattutto di donne in attesa di poter riconoscere un cadavere, o di ritrovare un nipote mai visto. Sono storie, le loro, che si ricordano anche solo per un particolare: noi, oggi, le abbiamo ricordiamo anche grazie a Roberto Solofria e Antimo Navarra.

 

Comunicato

Alla La Bottega del Teatro, Via Volturno, 16, Caserta, Mercoledì 2 e Giovedì 3 Maggio 2007, alle ore 21.00, la compagnia Mutamenti presenta "Desapariciòn" di e con Roberto Solofria e Antimo Navarra, liberamente tratto da: "Le irregolari", Buenos Aires Horror Tour di Massimo Carlotto, "Le solite cose" di Massimo Smith, "Ascoltare Mozart" di Mario Benedetti. Regia di Roberto Solofria

Desapariciòn segue il viaggio di Guido alla scoperta della sua identità tra gli orrori della dittatura militare che ha coinvolto l’Argentina dal 1976 al 1983.
Guido incontra un malinconico quanto irriverente autista di autobus, una Nonna di Plaza de Mayo, una giovane Hijos e rivive inoltre le torture subite da un desasparecido, vittima di un sanguinario capitano della Marina Militare. Tra ricordi, orrori, torture, racconti, testimonianze e immagini, Guido scoprirà la sua vera identità.
Sono passati trent’anni da quando la dittatura militare ha segnato profondamente il cuore dell’Argentina. Giorni vissuti nella paura di essere portati via da squadroni di soldati e di essere accusati di terrorismo o di chissà quale forma di complotto contro il dittatore di turno.
L’Argentina, tra il 1976 e il 1983, era vittima di uno spaventoso sistema politico, mentre gli italiani in quegli stessi anni si dividevano tra le partite dei mondiali di calcio, le Brigate Rosse, le elezioni di Papi e di Presidenti della Repubblica, la Democrazia Cristiana, la loggia P2, cominciava a subire il fascino della moda e delle rock band dei primi anni ottanta e a riconoscersi nei protagonisti dei telefilm cult di quegli anni. Anni durante i quali il popolo argentino, nonostante la vulnerabilità, non ha mai smesso di lottare per un paese autonomo ed indipendente, fondato su valori come la giustizia e la libertà.
Ambasciatrici di questi principi sono state per prime le Nonne, donne coraggiose a tal punto da istituire veri e propri comitati per scendere in piazza e marciare risolute al fianco delle Madri di Plaza de Mayo in nome di quei valori. Donne dalle idee irremovibili, caparbie, che hanno sfidato la dittatura senza mai smettere di cercare figli e nipoti desaparecidos.
Solo quest’anno è stato finalmente condannato il principale responsabile della desaparicion di tanti italo-argentini.
In tanti anni tracorsi, questa tragedia si è meritata soltanto qualche servizio in coda al telegiornale o qualche articolo di poche battute destinato ad un piccolo spazio nella pagina degli esteri.


“L'unico modo per capire Buenos Aires è spiare dal buco della serratura, la facciata è giusto una truffa per i turisti di passaggio.”

“Fu veramente mostruoso il cinismo degli stati che per vigliaccheria non boicottarono i mondiali di calcio del '78... Il mondo sapeva cosa succedeva in Argentina, ma pur di tirare quattro calci a un pallone, vennero qui a gridare festosi negli stadi insieme agli assassini, ad applaudirli mentre si pavoneggiavano come puttane nelle loro divise piene di medaglie e salutavano dalle tribune d’onore. E a ogni goal un gruppo di prigionieri spariva in fondo al mare o in fosse comuni.”

Info e prenotazioni: Tel. 339 1873346

Costo del biglietto: 7€
n.b. La Bottega del Teatro prevede n.40 posti a sedere, si consiglia pertanto la prenotazione

 

 

Roberto Solofria

 

Antimo Navarra

 

 

 

 

 
 

 

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