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          | Maddaloni, 5 Dicembre. La cantata dei pastori, che nasceva alla fine del '600 
 dalla mano di Andrea Perrucci con l'intento di avvicinare le masse popolari al 
 messaggio cristiano attraverso un teatro di disimpegno, ha oramai trovato nella 
 versione firmata (con Paolo Memoli) e interpretata da Peppe Barra un 
 approdo brillante e geniale. Le vicende comiche di Razzullo e Sarchiapone, due 
 poveri erranti afflitti dalla fame si incrociano con il peregrinare di Giuseppe 
 e Maria che vedono il loro cammino verso Bettlemme contrastato dai demoni che 
 vorrebbero impedire l'arrivo del Messia. Sacro e profano si alternano sulla 
 scena fino al miracolo finale della nascita e dell'adorazione, quando anche il 
 bislacco Razzullo comprende l'importanza di farsi messaggero di un così grande 
 evento. Straordinariamente divertenti sono i duetti tra Razzullo e Sarchiapone, 
 che benchè giochino su scontati ed ingenui bisticci linguistici legati ad una 
 forzata italianizzazione del dialetto, funzionano a meraviglia e coinvolgono il 
 pubblico in una risata dietro l'altra. Tutt'altro registro assume invece la 
 narrazione quando i due cedono la scena ad angeli e demoni che a turno 
 confortano ed inquietano Giuseppe e Maria. E' allora che i colori diventano 
 protagonisti e splendidi quadri riempiono la scena catturando lo sguardo degli 
 spettatori. Saltimbanchi, danzatori e sputafuoco rendono tutto poi ancora più 
 suggestivo. Sembra di assistere a due spettacoli diversi, fusi in un'armonia 
 che non riesci a spiegarti, ma sta proprio in questo improbabile equilibrio 
 tutta la genialità di un'opera che da molti anni ormai riesce a raccogliere 
 consensi unanimi. Una menzione particolare meritano infine le musiche originali 
 che portano la prestigiosa firma di Lino Cannavacciuolo, già tante volte visto 
 all'opera con il suo violino al fianco de Peppe Barra.   Consulta: Stagione teatrale all'Alambra 
 2007/08, Maddaloni |  |  | 
           
           
           
           
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