La
giuria del Premio Scerbanenco per il miglior giallo italiano - composta da
Ernesto G. Laura, Nico Orengo, Gianfranco Orsi, Cecilia Scerbanenco e Lia
Volpati - nell'edizione del Noirfest 2000 svoltasi nei giorni scorsi a
Courmayeur, ha conferito il primo premio a Franco Mimmi con "Il nostro
agente in Giudea" (Diabasis). Tra i cinque finalisti - Attilio Del
Giudice ("Città amara"), Corrado Farina ("Giallo
antico"), Luigi Guicciardi ("Filastrocca di sangue per il
commissario Cataldo"), Valerio Varesi ("Bersaglio, l'oblio") -
il libro del casertano Attilio Del Giudice, com'è già noto ai lettori di
Casertamusica.com, ha avuto il maggior numero di preferenze nella votazione
dei lettori: un'affermazione importante, specie se si considera che il Premio
Scerbanenco è tra i riconoscimenti più prestigiosi, per i giallisti
nostrani. Nell'audiodiario
del Festival realizzato da Sharemusic.it, è possibile ascoltare una
lunga, interessante intervista all'artista e scrittore casertano. Del Giudice
parla della sua esperienza in rete (www.attiliodelgiudice.com)
e dei suoi tentativi di coniugare "in concorrenza linguistica"
parola e immagine, della "rivoluzione elettronica" che sta
investendo il mondo del libro e dell'editoria, del genere-giallo, della
dimensione civile dello scrittore e di "Città amara" ("giallo
irrisolto"). "Vengo da "un altro mondo" - dice Del
Giudice, riferendosi alle sue origini - dove il crimine è di casa, e dove i
fatti reali spesso sopravanzano di gran lunga la fantasia. Non parlarne
sarebbe una vigliaccheria, per uno scrittore che voglia essere dentro la
società ed esprimere anche la propria indignazione". Come già in
"Morte di un carabiniere", suo primo romanzo, le ambientazioni, i
personaggi e le vicende narrate in "Città amara" richiamano
infatti fortemente luoghi, figure e avvenimenti per molti versi
"familiari", a chi vive e conosce la realtà meridionale e
casertana. E anche se, come sempre in letteratura, "ogni riferimento a
fatti e circostanze realmente accaduti è puramente casuale", è più
che lecito supporre che "amara" sia proprio la sua/nostra
città, o
comunque le tante altre del Sud accomunate da situazioni e problemi
sciaguratamente simili.
(Attilio Del Giudice, Città
amara - Edizioni Minimum Fax, collana Nichel - Pagg. 110, L. 16.000)
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