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          | Giovedì 14 Aprile. L’ospite della sesta puntata di “Accordi in sei Corde 
 – Ricognizione” è il chitarrista e cantautore Tullio Pizzorno. Tullio Pizzorno è uno degli artisti casertani più apprezzati in Italia e 
 all’estero. La sua carriera è ricca di collaborazioni eccellenti: Mina, Alberto 
 Radius, il pianista jazz Niels Lan Docky, Collage. Ha lavorato con autori come 
 Sergio Contin (Goran Kuzminac – Nomadi), Oscar Avogadro (Lavezzi - Bertè), e 
 con l’ingegnere del suono Gianni Prudente (Lucio Battisti). Ha ricevuto 
 consigli e apprezzamenti da Gino Vannelli, Lucio Battisti, Mario Lavezzi, 
 Gianni Bella, Rick Wakeman, Lilli Greco. Tullio Pizzorno ha ottenuto nella sua 
 carriera numerosi riconoscimenti di critici e giornalisti coi quali fa 
 amicizia, come Vincenzo Mollica, Gigi Marziale, Pino D’Angiò che lo intervista 
 diverse volte e manda in onda in anteprima su RAISTEREONOTTE le sue canzoni. Ha 
 partecipato a numerose manifestazioni e festival tra cui Giffoni Film Festival, 
 Telethon, Festival di Potenza. Dal 1995 Tullio Pizzorno collabora con Mina. Per 
 lei ha scritto “Di vista” che uscì nell’album “Pappa di latte” e 
 successivamente “Musica per lui” che Mina incise nell’album “Cremona”. Nel 
 Gennaio 2005 è uscito l’ultimo album di Mina “Bula Bula”. Pizzorno firma 
 musica, parole e arrangiamento de “La fretta nel vestito”, eseguendo inoltre 
 egli stesso la registrazione di chitarre, piano e basso.  Incontriamo Tullio Pizzorno negli studi di New Radio 
 Network. Al primo sguardo s’intende che, nonostante il successo, è rimasto 
 umile, con tanta voglia di parlare del suo mondo e di comunicare con la musica.
 Un mondo prettamente artistico che coinvolge la 
 poesia, la sensibilità, la crescita individuale, il pensiero, l’amore, la 
 ricerca espressiva, la passione per la musica.
 
 Angelo Agnisola: Sei autore, cantante, 
 compositore, arrangiatore, polistrumentista. Qual è il tuo percorso artistico?
 Tullio Pizzorno: Considero il mio cammino artistico come un “percorso 
 all’inverso”. Sono cresciuto “mangiando” la buona televisione e ascoltando 
 molto le musiche dei grandi sceneggiati televisivi firmate da Nino Rota, 
 Morricone ecc. Senza rendermene conto, questa “infusione” di buona musica in 
 qualche modo mi è sempre appartenuta, caratterizzando alcuni passaggi della mia 
 crescita artistica. Nel mio studiare, infatti, mi capitava spesso di incontrare 
 i nomi delle cose che già sapevo ( …ah questa è la terza,…questa la quinta!). 
 In un certo senso sono partito al contrario, cioè senza canoni iniziali ma poi 
 incanalandomi e trovando i nomi a quelle cose che spontaneamente mi venivano.
 
 Angelo Agnisola: La tua carriera è ricca di preziosi riconoscimenti, 
 sono tanti i nomi illustri della musica italiana che apprezzano la tua arte e 
 che ti danno consigli e stimoli: da Mina ad Alberto Radius, da Gino Vannelli a 
 Lilli Greco. Una volta Lucio Battisti ti sentì cantare e venne a 
 complimentarsi. Cose che segnano!
 Tullio Pizzorno: L’incontro con Lucio Battisti fu un ‘“inciampata” 
 fortuita, assolutamente imbarazzante e congelante. Eravamo nello stesso studio 
 di registrazione, non sapevo che mi stesse ascoltando. Quando lo vidi rimasi 
 impietrito. Già incontrare il mio mito mi sembrava il massimo, poi rischiai di 
 svenire quando con una voce flebile flebile mi disse: "…continua così!". Quel 
 momento mi ha segnato per tutta la vita.
 
 Angelo Agnisola: Dall’incontro con Battisti alle collaborazioni Mina. 
 Altri momenti che segnano.
 Tullio Pizzorno: Anche la collaborazione con Mina è nata per caso. Le 
 inviai una cassetta e dopo quattro anni mi telefonò; la prima cosa che disse 
 fu: "lavoro con quattro anni di ritardo". Ora Mina ha venti mie canzoni, ne ha 
 incise tre. La cosa buffa è che i brani per cui mi chiamò ancora deve 
 registrarli.
 
 Angelo Agnisola: I tuoi testi sono il frutto di una ricerca espressiva 
 letteraria molto ponderata. Qual è il segreto di un buon testo?
 Tullio Pizzorno: Domanda invitante. Oggigiorno è facile ascoltare 
 canzoni “commerciali” piene di frasi del tipo “…aprimi l’anima, il sole, il 
 mare”, e via dicendo. Ma nella realtà, se ci guardiamo intorno, nessuno più 
 parla così. Oggi l’inciampo più facile nello scrivere testi è quello di cadere 
 in cose astratte perdendo di vista la realtà. Ovviamente alla base c’è sempre 
 una scelta. Personalmente non riesco ad ascoltare chi non sa cosa dice. Sarebbe 
 interessante chiedere agli artisti di recitare una canzone prima di cantarla. 
 Sarebbe un’ottima controprova.
 
 Angelo Agnisola: Oggigiorno c’è scarsa attenzione per i testi. E’ un 
 problema degli autori?
 Tullio Pizzorno: Il problema è generale. La musica oggi si consuma in 
 fretta scaricandola sul cellulare o ascoltandola a Music Farm. Le case 
 discografiche in pratica non ci sono più, vivono di progetti molto 
 “relativi”: cataloghi di musica straniera, un singolo e quattro remake. Laddove 
 ci sono progetti musicali trattasi di musica per ragazzine fatta con i 
 giradischi. Forma di spettacolo rispettabilissima ma non chiamiamola canzone.
 
 Angelo Agnisola: Scrivi per necessità interiore o per la voglia di 
 comunicare con un pubblico?
 Tullio Pizzorno: Per una necessità interiore di comunicare. Il pubblico 
 preesiste a tutto ciò. C’è da dire che in questa brutta realtà non è l’artista 
 che preesiste al mercato ma il mercato che preesiste all’artista. Purtroppo 
 servono degli ingredienti preconfezionati per far sì che la musica si venda 
 come scatole di fagioli.
 
 Angelo Agnisola: Parliamo di Caserta. Una realtà di provincia, ma la 
 musica sembra essere molto viva e di qualità.
 Tullio Pizzorno: Nella provincia si soffre. Anche nella metropoli si 
 soffre, ma lì ci si abitua. C’è da dire, però, che nella provincia si soffre 
 perché si sogna. La metropoli invece ti abitua a non sognare più. Nella 
 sofferenza e nel sogno Caserta ha sfornato ottimi musicisti che hanno portato 
 avanti progetti culturalmente molto validi lontani anni luce dalla musica di 
 consumo. In questi artisti c’è una voglia legittima e sincera di dire qualcosa 
 che, al di là di tutto, crea una carriera. La musica di consumo, invece, porta 
 i discografici a stroncare i ragazzi senza dar loro la possibilità di far 
 carriera.
 
 Angelo Agnisola: Progetti futuri?
 Tullio Pizzorno: Sto continuando a scrivere e a comporre. A breve uscirà 
 per la Sony l’album di Linda che contiene un mio brano. La cosa stupenda è che 
 avrò ospite alle registrazioni Scott Anderson, il chitarrista fusion-jazz più 
 studiato al momento.
 
 Angelo Agnisola: “Se quando tutto non è più bello, non domandarlo al tuo 
 cervello, vivrò lo stesso senza tensione anche le storie senza ragione”. E’ il 
 tuo personale carpe diem?
 Tullio Pizzorno: Non è proprio un carpe diem, è la volontà di apprezzare 
 ogni storia o situazione anche quando non è definitiva, e goderne appieno ogni 
 risvolto.
 
 Angelo Agnisola: Anche per te il messaggio nella bottiglia. Cosa ci 
 scrivi?
 Tullio Pizzorno: Se fossi rockettaro come una volta metterei “Message in 
 a Bottle”. Anche quello è un messaggio di armonia, non solo musicale; è quando 
 tutto va bene, quando c’è amore, quando tutto va secondo natura. E quello il 
 messaggio che dovrebbe essere perseguito in ogni forma e in ogni sostanza. C’è 
 da sperare che tutte queste bottiglie, e in questo mare ce ne dovrebbero essere 
 tante, non si scontrino tra loro.
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        Angelo Agnisola, Tullio Pizzorno e Paolo Gallina 
         
        Tullio Pizzorno con la redazione di Cambio de Sentido |