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S. Maria C. V., Sabato 6 Gennaio. Un cuore che batte, una cassa fuori campo le
cui basse frequenze sono intervallate da un secco incedere di piatti che
scandiscono il tempo delle “False Confidenze”.
E’ cosi che Toni Servillo apre l’avvincente commedia di Marivaux (Parigi,
1688-1763).
Lo spettacolo è andato in scena questa sera, sabato 6 Gennaio 2007, replica
domenica ore 18.00, nella magnifica cornice del Teatro Garibaldi di S. Maria C.
V. occupato in ogni ordine di posto.
Millesettecentotrentasette e duemilasette sono due date separate da 270 anni ma
che invece sembrano essere vicine dal punto di vista del linguaggio che a mio
modesto avviso è il vero protagonista di questo lavoro.
La storia di per se è molto semplice: un giovane squattrinato ma di buona
famiglia si invaghisce, inizialmente per interesse, e poi si innamora veramente
di una nobil donna con molti quattrini.
Le possibilità del giovane Dorante (Andrea Renzi) di raggiungere il suo
obiettivo sono scarsissime, ma, grazie all’intrigo e alla strategia del suo ex
servitore Dubois (Toni Servillo) egli consegue il suo intento. “Per amore o per
interesse? Dov’è la verità? Il dilemma resta comunque irrisolto.”
Marivaux ci lascia con questo interrogativo. L’amore, almeno quello di Araminte
(Anna Bonaiuto) alla fine prevale e lascia tutti spiazzati compreso lo stesso
Dubois che cuoce i personaggi di questa commedia a fuoco molto lento. Ma, al di
la della storia, fatta di intrighi, passioni e cambi repentini di tensioni,
quello che prevale è la maestria della regia e degli attori che la
interpretano.
Il regista casertano tiene gli spettatori sospesi per più di un’ora, egli gioca
con le dinamiche, con gli stati d’animo dei protagonisti che vengono
inesorabilmente trascinati e risucchiati dal vortice degli interessi e delle
passioni.
La scenografia curata da Daniele Spisa è scarna ma essenziale: una grossa
libreria, qualche sedia e due scrittoi scrittoio sono sufficienti a collocare
in maniera netta la vicenda nel suo tempo universale.
I corridoi e le false pareti della scenografia sono gli elementi dentro e
dietro i quali i personaggi si nascondono, tramano, appaiono e scompaiono con
il loro carico di angoscia, illusioni, sogni e paure.
Servillo disegna i personaggi in maniera precisa dotandoli di un linguaggio
asciutto, li plasma, ne delinea i confini e li descrive dal primo all’ultimo
col suo stile originale. Il regista gioca con la psicologia dei personaggi e
del loro tempo. Notabili sono le interpretazioni di Araminte Anna Bonaiuto,
Dorante Andrea Renzi , Remy Gigio Morra, Argante Betti Pedrazzi Marton Monica
Nappo, il conte Francesco Silvestri, Arlecchino Salvatore Cantalupo, il Garzone
Francesco Paglino.
Belli e misurati sui caratteri dei personaggi sono costumi di Ortensia De
Francesco
Essenziali le luci di Pasquale Mari, decise le musiche di Daghi Rondinini.
Lo spettacolo, tradotto da Cesare Garboli, che nella sua versione originaria
vedeva il pubblico immerso fisicamente nella scena lascia tutti soddisfatti.
Anche se la storia è una favola a lieto fine ciò che prevale è, non si finirà
di dirlo, la professionalità e la capacità interpretativa degli attori, tutti
di altissimo livello. |
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Andrea Renzi e Toni Servillo
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