“Le False Confidenze” di Pierre Carlet de Chamblain de Marivaux

S. Maria C. V. (CE) – 6 gennaio 2007

Articolo di Andrea Russo


S. Maria C. V., Sabato 6 Gennaio. Un cuore che batte, una cassa fuori campo le cui basse frequenze sono intervallate da un secco incedere di piatti che scandiscono il tempo delle “False Confidenze”.
E’ cosi che Toni Servillo apre l’avvincente commedia di Marivaux (Parigi, 1688-1763).
Lo spettacolo è andato in scena questa sera, sabato 6 Gennaio 2007, replica domenica ore 18.00, nella magnifica cornice del Teatro Garibaldi di S. Maria C. V. occupato in ogni ordine di posto.
Millesettecentotrentasette e duemilasette sono due date separate da 270 anni ma che invece sembrano essere vicine dal punto di vista del linguaggio che a mio modesto avviso è il vero protagonista di questo lavoro.
La storia di per se è molto semplice: un giovane squattrinato ma di buona famiglia si invaghisce, inizialmente per interesse, e poi si innamora veramente di una nobil donna con molti quattrini.
Le possibilità del giovane Dorante (Andrea Renzi) di raggiungere il suo obiettivo sono scarsissime, ma, grazie all’intrigo e alla strategia del suo ex servitore Dubois (Toni Servillo) egli consegue il suo intento. “Per amore o per interesse? Dov’è la verità? Il dilemma resta comunque irrisolto.”
Marivaux ci lascia con questo interrogativo. L’amore, almeno quello di Araminte (Anna Bonaiuto) alla fine prevale e lascia tutti spiazzati compreso lo stesso Dubois che cuoce i personaggi di questa commedia a fuoco molto lento. Ma, al di la della storia, fatta di intrighi, passioni e cambi repentini di tensioni, quello che prevale è la maestria della regia e degli attori che la interpretano.
Il regista casertano tiene gli spettatori sospesi per più di un’ora, egli gioca con le dinamiche, con gli stati d’animo dei protagonisti che vengono inesorabilmente trascinati e risucchiati dal vortice degli interessi e delle passioni.
La scenografia curata da Daniele Spisa è scarna ma essenziale: una grossa libreria, qualche sedia e due scrittoi scrittoio sono sufficienti a collocare in maniera netta la vicenda nel suo tempo universale.
I corridoi e le false pareti della scenografia sono gli elementi dentro e dietro i quali i personaggi si nascondono, tramano, appaiono e scompaiono con il loro carico di angoscia, illusioni, sogni e paure.
Servillo disegna i personaggi in maniera precisa dotandoli di un linguaggio asciutto, li plasma, ne delinea i confini e li descrive dal primo all’ultimo col suo stile originale. Il regista gioca con la psicologia dei personaggi e del loro tempo. Notabili sono le interpretazioni di Araminte Anna Bonaiuto, Dorante Andrea Renzi , Remy Gigio Morra, Argante Betti Pedrazzi Marton Monica Nappo, il conte Francesco Silvestri, Arlecchino Salvatore Cantalupo, il Garzone Francesco Paglino.
Belli e misurati sui caratteri dei personaggi sono costumi di Ortensia De Francesco
Essenziali le luci di Pasquale Mari, decise le musiche di Daghi Rondinini.
Lo spettacolo, tradotto da Cesare Garboli, che nella sua versione originaria vedeva il pubblico immerso fisicamente nella scena lascia tutti soddisfatti. Anche se la storia è una favola a lieto fine ciò che prevale è, non si finirà di dirlo, la professionalità e la capacità interpretativa degli attori, tutti di altissimo livello.
 

 Andrea Renzi e Toni Servillo

 

 
 

 

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