Caserta, 24 febbraio. Sin dal titolo, lo spettacolo di Pierluigi
Tortora rivendica la bellezza e la genuinità del dialogo con il passato.
Quando a far ridere era il varietà e l’avanspettacolo. Quando bastava un
gesto a creare il personaggio, quando un semplice oggetto disegnava un
ambiente, un dettaglio sapeva schiudere il senso del tempo. Perché tutto,
tutto il mondo evocato sul palcoscenico, era definito dalle parole. Fiumi di
parole – cantate, declamate, sussurrate, recitate – che attiravano gli
spettatori nella rete di una storia e non lo lasciavano più.
Due soli attori in scena – Carla Ricciuti e Pierluigi Tortora - un
attaccapanni, una cadenzato via vai di oggetti, assecondato dal semplice
gioco di buio e luce, sul palco del “Teatro Caserta Città di Pace”. Quando
ridere faceva ridere. Ma anche, raccontano i due: quando si moriva di fame,
si lavorava per due lire, si partiva per la guerra e la fidanzata metteva
nello zaino pasta e pomodoro, si era disoccupati, marchesi nullatenenti.
Sempre e comunque innamorati, sempre impegnati nella difficile e complicata
arte del corteggiare. Perchè lui la ama e lei non ci pensa nemmeno a stare
con lui. E se qualche volta accade il contrario, si sa già quello che
accadrà: sarà lui a fuggire lontano. Un girotondo perenne, quello
dell’amore. Reso sapido da lazzi e ammiccamenti. Da cose che si vedono e non
si possono dire. Sarà il pubblico a capire. E a ridere. Nel frattempo, un
nuovo cambio di scena. Entrano ed escono i personaggi dai corpi degli
attori. E se Carla Ricciuti lascia uno scialle e prende una scopa, si
trasforma da sciantosa in portiera, cammina, corre, sbuffa come una
caffettiera o si muove con le cadenze di una ballerina spagnola, le
metamorfosi al maschile sono tutte parlate: Pierluigi Tortora è talmente
lento da balbettare, troppo veloce da non farsi capire, rotola nelle pieghe
del dialetto napoletano, si libra tra le parole trionfe della nobiltà
decaduta. Alto e basso, il linguaggio. Come la vita.
Le storie qualche volta sono vicine, altre lontane le storie. Il passato non
ci può appartenere per intero. Certe scene travolgono ancora, altre ci
lasciano a pensare. Sulle orme di una coppia che camminando sulle orme della
tradizione – da Nino Taranto a Ettore Petrolini – e ci invita a vedere
l’effetto che fa.
Lo spettacolo è il primo degli appuntamenti della stagione teatrale che si è
aperta la scorsa settimana e si chiuderà a maggio. Dal comico al tragico,
dagli autori del passato alle composizioni più moderne, dal monologo al coro
polifonico, il cartellone del “Teatro” offre un viaggio nei generi teatrali,
nei mondi e nei modi di stare in scena.
Consulta: 1° Stagione Teatrale di
Caserta Città di Pace
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