Teatro "Caserta città di pace": Quando ridere faceva ridere

Caserta – 23 febbraio 2007

Articolo di Marilena Lucente


Caserta, 24 febbraio. Sin dal titolo, lo spettacolo di Pierluigi Tortora rivendica la bellezza e la genuinità del dialogo con il passato. Quando a far ridere era il varietà e l’avanspettacolo. Quando bastava un gesto a creare il personaggio, quando un semplice oggetto disegnava un ambiente, un dettaglio sapeva schiudere il senso del tempo. Perché tutto, tutto il mondo evocato sul palcoscenico, era definito dalle parole. Fiumi di parole – cantate, declamate, sussurrate, recitate – che attiravano gli spettatori nella rete di una storia e non lo lasciavano più.
Due soli attori in scena – Carla Ricciuti e Pierluigi Tortora - un attaccapanni, una cadenzato via vai di oggetti, assecondato dal semplice gioco di buio e luce, sul palco del “Teatro Caserta Città di Pace”. Quando ridere faceva ridere. Ma anche, raccontano i due: quando si moriva di fame, si lavorava per due lire, si partiva per la guerra e la fidanzata metteva nello zaino pasta e pomodoro, si era disoccupati, marchesi nullatenenti. Sempre e comunque innamorati, sempre impegnati nella difficile e complicata arte del corteggiare. Perchè lui la ama e lei non ci pensa nemmeno a stare con lui. E se qualche volta accade il contrario, si sa già quello che accadrà: sarà lui a fuggire lontano. Un girotondo perenne, quello dell’amore. Reso sapido da lazzi e ammiccamenti. Da cose che si vedono e non si possono dire. Sarà il pubblico a capire. E a ridere. Nel frattempo, un nuovo cambio di scena. Entrano ed escono i personaggi dai corpi degli attori. E se Carla Ricciuti lascia uno scialle e prende una scopa, si trasforma da sciantosa in portiera, cammina, corre, sbuffa come una caffettiera o si muove con le cadenze di una ballerina spagnola, le metamorfosi al maschile sono tutte parlate: Pierluigi Tortora è talmente lento da balbettare, troppo veloce da non farsi capire, rotola nelle pieghe del dialetto napoletano, si libra tra le parole trionfe della nobiltà decaduta. Alto e basso, il linguaggio. Come la vita.
Le storie qualche volta sono vicine, altre lontane le storie. Il passato non ci può appartenere per intero. Certe scene travolgono ancora, altre ci lasciano a pensare. Sulle orme di una coppia che camminando sulle orme della tradizione – da Nino Taranto a Ettore Petrolini – e ci invita a vedere l’effetto che fa.
Lo spettacolo è il primo degli appuntamenti della stagione teatrale che si è aperta la scorsa settimana e si chiuderà a maggio. Dal comico al tragico, dagli autori del passato alle composizioni più moderne, dal monologo al coro polifonico, il cartellone del “Teatro” offre un viaggio nei generi teatrali, nei mondi e nei modi di stare in scena.

Consulta: 1° Stagione Teatrale di Caserta Città di Pace

 

 

 
 

 

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