Domenica 29 Aprile, presso il Teatro Comunale Garibaldi di Santa Maria
Capua Vetere, si è conclusa la III Stagione Concertistica della Nuova Orchestra
Scarlatti, che durante la serata ha accompagnato il Laboratorio Corale del
Teatro diretto da Cecilia Videtta, Maestro accompagnatore Gennaro Romano.
Molto
ben studiato il programma, definito in modo da condurre il pubblico lungo un
“climax” nascente dal repertorio sacro strumentale barocco, per giungere alle
sonorità fastose dell’opera verdiana. In apertura, la Sinfonia in Si min. per
archi "Al Santo Sepolcro" di Antonio Vivaldi, ottima per assaporare le qualità
degli interpreti inseriti in un organico così “intimo”. Quindi, attraverso il
delizioso "Canone in re" di Pachelbel, il Laboratorio Corale si è introdotto al
pubblico col Corale bachiano "Jesus bleibet meine Freude". Da Vivaldi a Bach,
da questi a Mozart, con l’"Ave Verum Corpus" K618, per concludere
l’interpretazione del sacro con l’"Agnus Dei" di Bizet.
Quindi, dai natali
parigini di Gorge Alexander Cèsar Leopold Bizet, la proposta musicale è giunta
al compositore italiano più “parigino”, il nostro Gioacchino Rossini.
Interessantissima la proposta di un nuovo momento strumentale, durante il quale
Gaetano Russo si è lanciato in Variazioni in mi bemolle magg. per clarinetto e
orchestra sui temi del "Mosè in Egitto" e de "La Donna del lago". Attraverso le
ariose peripezie clarinettistiche rossiniane, è stato così offerto il trait
d’union fra sacro ed opera, attraverso una “comunione” di luogo e tempo che
identifica sotto un medesimo comune denominatore il sacro di Bizet e le
successive proposte operistiche, tutte sacrosante pagine italiane.
Ottima
davvero l’esecuzione de "La Danza" di Rossigni, così “farsesca” e “spiritosa”
nella composizione. Quindi, il pathos è salito con la "Casta Diva" dalla Norma
belliniana, occasione per ascoltare le qualità canore del direttore Cecilia
Videtta quale Soprano. Dunque, la "Cavalleria Rusticana" del Mascagni, con "Gli
aranci olezzano", ha anticipato il culmine della serata, tutto in chiave
verdiana, col Coro di zingari da Il Trovatore, per concludere col Coro degli
Ebrei, il celeberrimo "Và pensiero" dal Nabucco.
Tanti applausi ed un bis de
"La Danza" su grande richiesta del pubblico. E significativo concione finale,
di chiusura della stagione concertistica conclusasi, e di augurio ed impegno
per la ventura. La speranza riposta è quella di poter allargare l’organico
corale (e perché no, anche orchestrale?) onde poter proporre finalmente l’Opera
a tutto tondo (dimensioni del palco permettendo) presso questo nostro “San
Carlino” dal quale noi tutti attendiamo sempre di più.
Anche in Terra di
Lavoro, in fondo, la Cultura va salvaguardata e valorizzata...
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