Settimana della cultura alla Reggia

l'Associazione DIOTIMA al Teatro di Corte - 13, 15 e 16 Maggio 2007

Comunicato stampa

 


Associazione “DIOTIMA – L’Alt(r)o Teatro” in collaborazione con la Soprintendenza per i Beni Culturali di Caserta e Benevento, ha organizzato per la IX Settimana Della Cultura, tre appuntamenti al Teatro di Corte Della Reggia Di Caserta
13 Maggio ore 18, “Manfred” di Lord Byron
Interpreti: Giovanni Gallo, Fulvia Castellano, Saverio Gallo; Pianoforte: Fabio Tommasone; adattamento musicale ed effetti sonori: Donato Cutolo e Fabio Tommasone; luci: Salvatore Lerro: costumi: Sartoria “Mani di Fate”; sceneggiatura: Giovanni Gallo; direzione tecnica: Donato Cutolo; direzione artistica: Saverio Gallo; regia: Giovanni Gallo (leggi articolo su rappresentazione al Comunale di Caserta)


15 maggio, ore 17,30, Inferno V Canto(Paolo e Francesca),
16 maggio, ore 17,30, Inferno XXXIII Canto (Conte Ugolino)
Interpreti: Gianni Gallo, Fulvia Castellano, Coro di Canti Gregoriani “Laudate Dominum”
Adattamento Musicale Ed Effetti Sonori: Donato Cutolo e Fabio Tommasone; Luci: Salvatore Lerro; Costumi: Sartoria “Mani di Fate”; Sceneggiatura: Giovanni Gallo; Direzione Tecnica: Donato Cutolo; Direzione Artistica: Saverio Gallo; Regia: Giovanni Gallo

Assolutamente attuale è ri-proporre, oggi, la “Commedia2 di Dante Alighieri: il Viaggio che conduce verso la Verità eterna, passando attraverso la “selva oscura2 del peccato. La metafora della “Commedia”, la purificazione della vita e del mondo che “volger si devono verso la Luce Etterna, verso uno stato di felicità”, come recita l’attore, non solo è attuale, ma rispecchia l’universalità delle debolezze umane presenti trasversalmente in tutta la storia della cultura occidentale. Attraverso alcuni luoghi della prima cantica della “Commedia”, Giovanni Gallo, con il piacere e l’emozione per una sfida personale, ci porta a vivere i versi classici tra i più belli della storia letteraria italiana in un incontro che va a ritrovare le motivazioni della pagina letteraria al di fuori di essa, nel diretto rapporto comunicativo tra interprete e spettatore. La storicizzazione, poi, pur necessaria, è lasciata alla libera interpretazione dello spettatore che si troverà avvolto suggestivamente e co-involto in alcuni momenti del viaggio nell’Inferno dantesco.
V Canto. Ritroviamo nel pieno dell’Inferno, nel secondo cerchio, ove son dannati i peccator carnali “che la ragion sommettono al talento”. Quivi, si incontrerà Paolo e Francesca con la loro vicenda d’amore che ha commosso intere generazioni nelle varie epoche della nostra cultura. La condanna all’eterna unione ( per la legge del contrappasso) dei due cognati peccatori, amanti, si esprime attraverso la preghiera e il pianto di Francesca che, con i più elevati versi d’amore della letteratura occidentale, coinvolgerà ed emozionerà lo spettatore vivo.

XXXIII Canto. Ci troviamo nel nono Cerchio, ove son dannati i traditori della patria e della propria parte, l’allusione è alle vicende politiche e alle infamie dell’epoca. Quivi, si assisterà alla triste vicenda del conte Ugolino. Anche qui, lo spettatore si sentirà co-involto e chiamato in causa.
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