1° Caserta Blues Festival - seconda serata

Caserta - 5 Giugno 2004

Articolo e foto di Max Pieri (healingmachine@yahoo.it)

 

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Sabato 5 giugno. Tutto il festival non sarebbe stato neanche lontanamente concepibile senza Spaghetti & Blues (www.spaghettiblues.it), movimento culturale, nato semi spontaneamente, che ha come scopo principale la diffusione di questa musica e del suo stile di vita. Solitari internauti hanno scavato a mani nude il solco in cui è stato gettato un seme. Da qui sono nate diverse iniziative: seminari tenuti attraverso tutta la penisola, che hanno coinvolto centinaia di persone; questo stesso festival, che è già la seconda kermesse interamente auto gestita; una compilation in cui si è cementata l’idea di viaggiare nel sottosuolo, beffardi e lontani dai riflettori, sicuri di avere ragione da vendere.

 

La seconda serata è subito messa a ferro e fuoco dalla Crossfire Blues Band. Il quintetto, proveniente da Lecce, suona un blues in “…Fuga da New York”, fanno resuscitare alcuni brani forse anche troppo logori, iniettandoli di sonorità post moderne. Particolarmente in tiro il cantante e armonicista Gianfranco “GyancoBlues” Rizzo, voce scura e catramosa che aggredisce con la giusta determinazione versi non sempre facili da interpretare come quelli si Boom Boom e What A Wonderful World. Molto navigati anche gli altri musicisti, soprattutto Salvatore Russo, che, pur facendo fatica a dominare i suoi tapping e bending, ha mostrato un chitarrismo all’altezza della situazione.

 

La seconda esibizione della serata è stata, probabilmente, la più emozionante dell’intero Festival. King Biscuit Time è una band proveniente da Messina che ha scritto già diverse pagine della sua storia, fatta di produzioni discografiche e illustri collaborazioni. Si è presentata sul palco con uno scarno duo acustico e, nonostante la formazione ridotta, ha dato vita ad un’esibizione densa e di gran classe. Michele Lotta (armonica) e Nino Fazio (chitarra e voce) hanno staccato il biglietto per un viaggio onirico lungo le acque del Delta. Hanno evocato gli spiriti di Sleepy John Estes, Big Bill Bronzy, Mance Lipscomb ed altri padri del blues, facendone percepire la presenza consolatoria e, al contempo, inquietante. Superlativi!

 

La chiusura della serata è stata affidata alla Complanare Blues Band. Il combo brindisino ha inondato d’elettricità la sala, cavando dal cilindro una manciata di classici eseguiti con grinta. Cristina Liuzzi al canto e Franco Speciale alla chitarra hanno imposto il loro piglio emotivo, fatto di potenza, saturazione ed espressività. La parte del leone è stata, comunque, interpretata da Martino Palmisano. Oltre ad esibirsi con lirismo all’armonica, ha dato fondo alle sue doti d’affabulatore, cantando e raccontando una personale visione del blues e della vita del suo più importante interprete, Robert Johnson. Durante il gran finale ha coinvolto sul palco altri armonicisti (Michele Lotta, Gianfranco Rizzo, Giò Vescovi e Deo Zittano), che, istigati a dovere, hanno dato vita ad un vero e proprio “harp attack” che si è abbattuto sul pubblico, tramortendolo!

King Biscuit Time: Michele Lotta (armonica) e Nino Fazio (chitarra e voce)

 

 

Complanare Blues Band

 

 

 

 

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