Teano Jazz Festival: John Scofield Quartet

Teano (CE) - 10 Luglio 2005

Articolo di Gero  Mannella, foto di Enzo Faraldo


Teano (CE) 10 Luglio 2005. Finale esaltante del Teano Jazz Festival 2005 con due strumentisti d’eccezione, autentici riferimenti per gli appassionati: John Scofield e Chris Potter.
Scofield ha un lungo magistero alle spalle, dagli esordi soul all’apprendistato con Charles Mingus, Gary Burton e Miles Davis, all’affermazione con la Gramavision, presso cui ha inciso delle milestones del genere fusion quali “Loud Jazz” e “Flat Out”, per poi dedicarsi ad un sound più acustico e più aderente ai canoni hardbop.
Chris Potter è l’astro non più nascente ma ormai ben consolidato del tenorismo di inizio millennio.
Dagli esordi con Paul Motian e John Patitucci, alle esperienze con le band di Dave Holland e Dave Douglas, affiancate ad una carriera solista che ha già visto parecchie release per Concord.
I due non hanno tradito le aspettative. 
Ieratico e segaligno Scofield, abbarbicato alla sua Ibanez nera 12 corde, comincia a macinare le sue inimitabili dissonanze già nel brillante esordio di “Six and eight”, a cui risponde il Potter con un vorticoso a solo. Afrore torrido nei due pezzi d’esordio, a cui fanno da supporto il metronomico Bill Stewart alla batteria, e il fluido e corposo Dennis Irwin al basso, ovvero due generazioni a confronto, tanto imberbe e intemperante il primo, quanto solido e disciplinato il secondo. 
Dopodichè una pausa con “Georgia on my mind” tratto dal recente album in quartetto “That's What I Say”, con composizioni di Ray Charles e l’Hammond di Larry Goldings, in cui il poliedrico Chris Potter dall’iniziale imprinting shorteriano adotta un profilo da saxista di ballads, già espresso nel recente album dedicato a Fellini.
Il successivo “Migrations” di Chris Potter è acusticamente un ritorno alle origini fusion di Scofield, con distorsione ed effetti nei suoni e un memorabile a solo coltraniano del tenore.
Le varianti musicali si susseguono, se è vero che il successivo “Sugar” ha un esordio country per poi crescere progressivamente di intensità e culminare nell’improvvisazione del leader che inanella una serie di audaci barré. E poi ancora la ritmica al proscenio in “Do I crazy?”, con Irwin che si guadagna la sua dose di applausi con le plumbee discese di note verso la cassa del contrabbasso.
E pensate i quattro potevano risparmiarsi il richiamo a gran voce sul palco a fine concerto? No di certo.
E allora gran finale con una delle cover da “Scolohofo”, l’album inciso da Scofield con Joe Lovano, Dave Holland e Al Foster. Dopodiché congedo in un italiano d’occasione e l’ultimo tributo degli appassionati.
Una degna chiusura per una rassegna sempre più radicata tra gli appuntamenti imperdibili della stagione jazzistica, non solo nei grandi eventi ma anche nella segnalazione dei nuovi emergenti.

 

N.d.R. piccola storia delle foto. Irwin si ritrova senza contrabassso per un disguido aereo e viene contattato d'urgenza il nostro e vostro amico Enzo Faraldo che subito mette a disposizione il proprio. Enzo ha quindi la possibilità di assistere alle prove e al concerto scattando le foto che vedete.

Programma completo del Teano jazz festival

 
 

John Scofield

 

Chris Potter

 

Stewart e Irwin durante le prove

 

John Scofield durante le prove

 

 

 

 

 

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