| Casertavecchia, 6 Settembre. La sesta giornata di Settembre al Borgo riesce di
 nuovo nel miracolo di abbattere le distanze tra pubblico e artisti. Lo
 spettacolo in piazza - Quando non c'è più scampo ci mangiamo la seppia - vede
 una sintonia perfetta tra il mattatore della scena Domenico Lannutti e i
 suoi spettatori. La platea ride di gusto e il comico non se la sente di
 abbandonarla con una semplice battuta finale. Così offre al festival - che
 quest'anno ha fatto dei fuori programma una sua cifra stilistica - un'altra e
 inaspettata ora di spettacolo, trascinando tutti i presenti nella chiesa
 dell'Annunziata.   Le pareti millenarie della chiesa, dallo scorso lunedì, offrono al pubblico
 di Casertavecchia trentasei la rassegna di cortometraggi Vicolo corto,
 una novità di questa edizione che, per il successo registrato, potrebbe
 ripetersi anche in futuro. Gli schermi ultrapiatti hanno appena finito di
 proiettare una selezione di documentari brevi, quando Lannutti, con la sua
 lunga processione di fan al seguito, s'impossessa della sala e presenta
 Buongiorno, un cortometraggio che lo vede protagonista.   L'Annunziata è stracolma di gente, i posti a sedere non bastano, gli
 applausi riecheggiano tra la pietra medievale. Gli spettatori sono divertiti e
 contenti: oltre ad aver assistito, in piazza, a uno spettacolo di qualità,
 possono scambiare qualche parola con il comico, che non si tira indietro e
 conferma lo spirito di Settembre al Borgo: un festival, ma soprattutto una
 grande famiglia.   Lo stesso clima amichevole si respira al teatro della Torre dove,
 attesissimo, si esibisce Max Gazzè, che porta sul palco - in un unicum
 pensato apposta per il festival - il fratello Francesco, scrittore e autore dei
 suoi testi; i bravissimi musicisti de La camera migliore e la cantastorie Elisabetta
 Salvatori.   L'intro della serata - come di consueto - è affidata alla voce del detenuto
 Domenico Trotta, che legge una frase sulla libertà tratta dalle pagine
 meravigliose del Don Chisciotte di Cervantes. Un romanzo scelto non a caso, in
 cui il confine tra fantasia e realtà si annienta nella follia dell'ingegnoso
 hidalgo, un'opera in cui tutto è possibile: come qui a Casertavecchia
 trentasei, dove vanno in scena spettacoli mai visti prima. Allora Francesco
 Gazzè, professione scrittore, debutta al fianco del fratello Max per un
 reading di poesie che trasforma il concerto del cantautore romano in uno
 spettacolo che non può chiudersi in nessuna definizione.   Max Gazzè infiamma subito il pubblico con un'infilata di grandi successi.
 Senza nessuna interruzione: Annina - La mente - Vento d'estate. Gli
 applausi sono ininterrotti e si capisce subito quello che succederà di lì a
 poco: gli spettatori si alzano, si accalcano sotto il palco e Gazzè
 praticamente si ritrova a suonare in mezzo a loro, in un'atmosfera da festa in
 famiglia. Casa Gazzè spalanca le sue porte con Francesco che legge i versi,
 bellissimi ed ermetici solo all'apparenza, della sua Fantasmi, poesia
 che è premessa perfetta alle canzoni del fratello, Il timido e Poeta.
 Poi è la volta di Elisabetta Salvatori, che racconta favole dalla
 morale cristallina, che inchiodano alla riflessione com'è nelle intenzioni del
 festival: creare dibattiti e confronti, aprire l'orizzonte dei pensieri. Il
 rock non si chiude in se stesso e s'inchina alle fiabe: un altro miracolo di
 questa rassegna.   Non sfugge a Max Gazzè il senso di Settembre al Borgo. Allora anche lui
 lancia la sua idea di libertà: "La libertà - dice - è tutto ciò che
 pensiamo sia la libertà". Libertà è anche Gianni Sergente, protagonista
 della canzone Ciliegio, che sceglie di spendere l'intero stipendio (un
 milione e quattrocentotrenta mila lire) in liquirizie. Libertà d'azione,
 dunque. Che poi è anche il titolo della poesia che Francesco Gazzè ha
 composto per il festival e che recita così: "Bastasse uno scatto
 secco/l'idea del pulsante/ecco/fatto/ma niente/ci penso/ne parlo/e mi nego il
 consenso/di farlo".   A fare da cornice a quest'insolita alternanza di parole scritte, lette e
 cantate, è la musica suonata mirabilmente da La camera migliore,
 formazione prodotta da Carmen Consoli che della cantautrice catanese ha il
 timbro nella voce di Georgia, che contrappunta quella di Max in duetti
 gustosissimi e raffinati (splendido l'omaggio a Franco Battiato con Cucurucucù
 paloma).   Lo spettacolo-esperimento riesce. I fan di Max Gazzè tirano tardi con lui,
 che chiacchiera e disserta, senza barriere, anche dopo la fine dell'esibizione:
 "Sono stato benissimo", si congeda. E promette: "Tornerò".   Programma di 
 Settembre al Borgo 2006 - Casertavecchia |  |