Settembre al Borgo 2006: Goran Bregovic  in "Concerto per favole e canzoni da matrimoni e funerali"

Casertavecchia (CE) - 7 settembre 2006

Comunicato stampa


Casertavecchia, giovedì 7 settembre. Alla fine l’ha spuntata lui. Dopo quasi due ore di musica tremendamente coinvolgente, Goran Bregovic è riuscito nell’impresa di “muovere alle danze” il composto pubblico casertano accorso ad assistere al Concerto per favole e canzoni da matrimoni e funerali dell’eccentrico compositore-musicista di Sarajevo e della sua Wedding & Funeral Band. Ed improvvisamente, per circa venti minuti, gli ultimi della serata, il piccolo teatro del Settembre al borgo allestito presso la Torre medievale di Casertavecchia si è trasformato in una vera e propria discoteca all’aperto, con il grosso del pubblico (tra cui abbiamo notato una scatenata Giuliana De Sio, in veste di fan sfegatata di Bregovic) letteralmente preso a ballare e saltare sui ritmi forsennati delle trombe e allo stesso tempo sotto gli sguardi, a dir il vero un po’ imbarazzati, delle autorità e di quei pochi rimasti imperterriti attaccati alle proprie postazioni.
Ma rivolgiamo indietro il nastro e facciamo partire la nostra cronaca dall’inizio della serata. Dopo la recitazione di un elogio dell’asino, dei meriti che quest’umile animale ha storicamente avuto relativamente all’attività umana finalizzata alla cura e salvaguardia delle coste mediterranee, il concerto prende avvio in un modo davvero originale, con i musicisti (tutti serbi: 2 trombe, un sax/clarinetto, tre tromboni ed una tuba) in platea ad intonare le prime melodie tzigane tra spettatori dal tutto ammaliati dalla singolarità della scena. Quando, poi, essi raggiungono sul palco il percussionista (e fisarmonicista) e le tre vocalist bulgare in abiti tradizionali, il boato del pubblico annuncia l’ingresso sulla scena del protagonista, Goran Bregovic, in completa tenuta bianca. E come un fiume in piena, la musica un po’ folk, un po’ pop, un po’ etno, un po’ rock, un po’ malinconica, un po’ triste, insomma, la musica di Bregovic, invade il teatro che applaude sempre più intensamente ad ogni fine di brano. Inizialmente, in un italiano dall’accento zingaresco, ma tuttavia comprensibile, Goran introduce i suoi pezzi (“questo è tratto dalla colonna sonora de 'Il tempo dei gitani'”, “questo è uno dei miei primi pezzi”, “quest’altro è più recente”, etc.) ma poi, probabilmente in seguito all’effetto soporifero indotto dal vino che tra un accordo e l’altro della sua chitarra sorseggia da un bicchiere posto in terra ai suoi piedi a mò di elemento scenografico, egli lascia che a parlare sia unicamente la sua musica, che senza più interferenze riesce a creare un’atmosfera davvero molto suggestiva, in combinazione con la luna piena che dall’alto illumina l’altrettanto suggestiva cornice architettonica della Torre medievale.
Si è trattato di un concerto fondamentalmente di musica strumentale (appunto quella degli ottoni e delle percussioni che può accompagnare i matrimoni o i funerali), di tanto intanto intercalata da qualche polifonia vocale bulgara intonata dalle tre vocalist e dalla voce marcatamente popolare dello stesso Goran. Veri protagonisti della serata, comunque, ci sono parsi i musicisti della band, che hanno assolto il faticosissimo compito di riprodurre (oltretutto stando quasi sempre in piedi) per più di due ore i ritmi indiavolati delle composizioni di Bregovic, che, seduto, con atteggiamento quasi sornione accompagnava e dettava i tempi dell’esecuzione attraverso le armonie della sua chitarra. Ad un certo punto, terminato un pezzo, Bregovic e la sua band hanno abbandonato improvvisamente il palco, lasciando intendere che il concerto era oramai terminato. È a questo punto che la maggior parte del pubblico si è alzato in piedi ed ha iniziato ad acclamare il nome del proprio beniamino che, ritornato in scena, è finalmente riuscito a scatenare la danza raccontata poc’anzi sulle note di uno dei sui pezzi più popolari, poi bissato a grande richiesta.
Cosa dire, in conclusione: che la sensazione comunicata dalla musica di Bregovic (una musica che ci parla di persone umili, di popoli sofferenti) è che la vita può essere bella e spensierata anche nelle condizioni più disagiate; e che è proprio la musica che può aiutare a tal fine.

 

Programma di Settembre al Borgo 2006 - Casertavecchia

 

 

 

foto cortesia www.settembrealborgo.it

 

Goran Bregovic

 

 
 

 

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