| Casertavecchia, sabato 9 settembre.    Forse ci sarà stato un difetto di comunicazione, oppure non è stato capito da parte di qualcuno che il Settembre 
 al borgo di quest’anno è dedicato al tema della “libertà”, e non a caso il 
 titolo della manifestazione è “Liberamente”, con il sottotitolo di “parole, 
 note e altro ancora”. Fatto è che, in occasione della serata che al teatro 
 della Torre medievale di Casertavecchia ha visto protagonista Antonello 
 Venditti, che non a caso era intitolata “Conversazioneinsospettabile per 
 pensieri, segreti e cose della vita” , l’equivoco è inesorabilmente venuto a 
 galla (come già avvenuto la sera di sabato 2 settembre con Sabina Guzzanti, o 
 come probabilmente sarebbe avvenuto in occasione dello spettacolo purtroppo 
 annullato di Carmen Consoli, pure intitolato “Dialogo confidenziale per voce, 
 contrabbasso, chitarre e altro ancora”). E così, mentre il cantautore romano 
 stava discutendo sui problemi più attuali della nostra società, di quelli che 
 riguardano un po’ tutti noi, dalle file più arretrate della platea si è alzato 
 l’urlo “canta, canta”, subito accompagnato da altre sollecitazioni a fare il 
 proprio mestiere, quello per cui (almeno così credevano) avevano pagato un 
 biglietto; a voler significare che al pubblico (o, almeno ad una sua buona 
 parte) non poteva importare assolutamente niente dei bei pensieri, dei bei 
 concetti con cui una personalità e un artista come Venditti lo stava 
 omaggiando, e che il suo unico interesse era quello di vederlo svolgere il 
 proprio ruolo, quello del cantante (o dello “juke box”, come con un pizzico di 
 polemica ha rinfacciato lo stesso Antonello). Giusto, giustissimo. Ma non era 
 questo il senso e il fine della serata. E ciò non è stato capito o ben 
 comunicato alla gente. Ma veniamo alla serata, che oltre a Venditti ha visto protagonisti anche lo 
 scrittore  Federico Moccia, l’autore del best seller "Tre metri sopra il cielo", 
 e il giornalista musicale Fabrizio Zampa. Almeno nelle intenzioni, infatti, la 
 serata era stata organizzata per illustrare attraverso parole (di Moccia) e 
 canzoni (di Venditti) l’incontro ideale avvenuto tra questi due artisti, che ha 
 ispirato la nascita del citato romanzo da cui è stato di recente tratto il film 
 campione d’incassi "Notte prima degli esami" (il cui titolo, non a caso 
 riprende quello di un successo di Venditti): Moccia ha spiegato che i momenti 
 più importanti della sua gioventù, come le prime esperienze amorose, i 
 fallimenti o i successi nello studio, nel lavoro, etc., sono sempre stati 
 contrassegnati da una canzone del suo concittadino Venditti, e che quei 
 momenti, insieme alle stesse canzoni di Venditti, gli avevano ispirato il libro 
 che tanto successo ha avuto e in forma cartacea e come film.
    Venditti, da parte 
 sua, ha suonato al pianoforte le canzoni via via citate da Moccia (tutti i suoi 
 vecchi successi, da "Roma capoccia" a "Sara", da "Amore" a "Ci vorrebbe un 
 amico"), oltre a narrare le sue di esperienze, al fine di creare anche un 
 confronto generazionale con il più giovane Moccia.   Insomma, si stava 
 concretizzando un singolare esperimento artistico che, a pensarci bene, avrebbe 
 potuto interessare molto anche ai fan più accesi di Venditti (proprio coloro 
 che l’hanno incitato a cantare) per il fatto che avevano l’occasione di 
 conoscere più in profondità il proprio idolo. Peccato, un’occasione mancata. È 
 stato comunque interessante ascoltare Venditti discutere, dal suo punto di 
 vista, dell’amore (“che non è idealità, ma concretezza. L’amore è dare, sotto 
 ogni forma. Ma, soprattutto, l’amore è cultura”), della mentalità con cui 
 affrontare la vita (“Ad un certo punto mi sono detto: Antonello, tu devi andare 
 con la vita, non contro di lei. Anche se oggigiorno va in una direzione che non 
 condividi. Starle dentro cercando di fare qualcosa in più per migliorarla”), 
 del suo rapporto con il mondo dello spettacolo e della canzone (“Io mi sono 
 sempre difeso da questo mondo, ho sempre cercato di stare in disparte. Di non 
 essere Venditti fuori e Antonello dentro casa. E difendendo ho attaccato”).     
 Alla fine, a circa due ore dall’inizio, e dopo aver cantato di fila un po’ di 
 successi come richiesto dal pubblico (“che nonostante tutto ha sempre ragione, 
 come il cliente”, ha detto), Venditti ha lasciato il palco con un pizzico di 
 dispiacere nello sguardo per come si è rivelata la serata, salutando una platea 
 dal canto suo un po’ contrariata, che certamente non si è consumata le mani ad 
 applaudire. 
 Programma di 
 Settembre al Borgo 2006 - Casertavecchia |  |