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          | Lunedì 11 settembre, Casertavecchia. Ricercatissimo in ambito pop, nonostante 
 la sua sia una formazione prettamente jazzistica, Danilo Rea è da più di dieci 
 anni il pianista “di fiducia” di grandissimi esponenti della musica 
 cantautorale italiana, da Mina ad Adriano Celentano, passando per Claudio 
 Baglioni. L’artista ha spesso dichiarato in alcune sue interviste di avere 
 un’unica, vera passione, ovvero il “poter improvvisare dall’inizio alla fine” 
 di un suo show. Questa sorta di motto è stato per una sera accantonato per far 
 posto a precisione e linearità nel suo omaggio a quello che, con tutta 
 probabilità, resta il più grande pensatore della musica italiana, “Faber” De 
 André. Non un solo errore, né la minima indecisione nell’affrontare al 
 pianoforte le melodie di un artista che è dai più ricordato per la maestosa 
 capacità di fondere insieme le parole in canzoni che per quattro lunghi decenni 
 hanno raccontato il Belpaese dei perdenti e degli afflitti con la nitidezza di 
 una fotografia. Danilo Rea, invece, messe in un cassetto e ben custodite le 
 liriche del cantautore genovese, ha voluto evidenziare la bellezza senza tempo 
 delle sue melodie. Forse solo uno strumento completo come il pianoforte, 
 accarezzato dalle dita di un Maestro come Danilo Rea, poteva rendere il giusto 
 omaggio alla musica di De André, un grande musicista che, a mio modesto avviso, 
 ha sofferto negli anni produzioni discografiche non in grado di porre in 
 risalto la leggiadria di melodie incantevoli adagiate su armonie semplici, che 
 ne hanno spesso sminuito il lavoro compositivo. Il concerto di Danilo Rea ha 
 avuto come palcoscenico l’altare della chiesa del Duomo di Casertavecchia, in 
 una cornice da sogno e accolto dall’applauso di tantissimi amanti della musica 
 d’autore ma soprattutto dai tanti curiosi di scoprire come il pianista avrebbe 
 interpretato i brani di De André, Rea ha eseguito numerose composizioni del 
 cantautore genovese, arricchendole con spunti personalissimi al fine di mettere 
 ancor più in risalto le melodie delle canzoni. Non era difficile scorgere 
 qualcuno, tra i tanti presenti al concerto, canticchiare sottovoce le parole de 
 “La canzone di Marinella” piuttosto che di “Carlo Martello ritorna dalla 
 battaglia di Poitiers”. I brani sono scorsi agevolmente ascoltando il tocco 
 delicato del pianista, inseguendo i suoi pensieri tradotti in note e 
 lasciandosi condurre dai flussi di emozione che l'artista ha trasmesso. Ogni 
 singola prova di Danilo Rea è stata sottolineata da scroscianti applausi che 
 sembravano voler chiedere al pianista di non smettere mai. Rea non si è 
 sottratto alle richieste del suo pubblico sfoderando brani che appartengono 
 anche al primissimo De André e forse sconosciuti ai più. Canzoni come 
 “Spiritual” e “Girotondo”, rispettivamente tratte dagli album “Volume I” e 
 “Tutti morimmo a stento” strizzano l’occhio ad un De André sempre molto 
 irriverente nei confronti del mondo ecclesiastico e forse è sembrata una sorta 
 di simpatico azzardo eseguire brani del genere sull’altare di una chiesa, brani 
 che se fossero stati accompagnati anche dalla voce, avrebbero indubbiamente 
 fatto storcere il naso ai “benpensanti”. Un concerto, dunque, davvero bello ed 
 unico nel suo genere che ha lasciato alla memoria del pubblico un ricordo che 
 resterà vivo nel tempo. 
 Ernesto Sifo.
   Programma di 
 Settembre al Borgo 2006 - Casertavecchia |  |  | 
         
          
         
          
         Danilo Rea  foto © Casertamusica   |