| Lo spessore artistico del casertamusicaDoc III° atto diventa sempre più alto 
 e ora che è tempo i bilanci, in quanto si è giunti al “giro di boa”, lo si può 
 proprio dire. 
   
   Ad aprire la quarta serata della rassegna è stato un musicista 
 davvero di spessore, musicale ed umano. Vladimir Kocaqi, 
 professionalissimo, ha eseguito, come sigla della serata, la suite n.1 per 
 violoncello di Bach, un classico che solo un violoncellista bravo come lui può 
 eseguire. Vlade, così lo chiamano gli amici, è una persona particolare: non è 
 tanto alto di statura, è modestissimo e molto dolce, alla mano. Quando però 
 sale su un palco, anche su quello del Cts con solo un faro ad illuminarlo, lo 
 si scopre in tutta la sua grandezza, appare come un gigante. Del resto Vladimir 
 di riconoscimenti nella sua vita, peraltro tutt’altro che facile, ne ha avuti: 
 è stato primo violoncellista della Filarmonica di Stato di Elbasan (Albania); è 
 primo violoncellista della Filarmonica di Napoli e collabora intensamente con 
 l’Orchestra Guseppe Verdi di Salerno. Colpisce poi la sua elasticità 
 nell’affrontare qualsiasi genere musicale: nasce con la classica, ma affronta, 
 merito raramente apprezzabile nei violoncellisti ed in genere negli 
 strumentisti ad arco, anche la musica leggera e quella contemporanea, che non 
 considera affatto generi “minori”: ha infatti collaborato con grandi nomi 
 grandi della musica “leggera”, da Bennato a Baglioni, da Celentano e Mina. 
 Vladimir è albanese e della sua terra conserva, oltre all’amore, il rispetto 
 enorme per la musica, di cui ha una concezione diversa rispetto alla nostra: 
 quando Vladimir era solo un bambino imparare a suonare era pari all’imparare a 
 scrivere, aveva la stessa importanza. Poi chi aveva talento, e Vladimir ne 
 aveva da vendere, poteva fare della musica la sua ragione di vita e di 
 sostentamento… una scelta tuttavia difficile, in un paese tormentato. Ma 
 Vladimir è anche Casertano, non solo perché è scritto su un foglio di carta: 
 appartiene alla nostra città perché la ama e si sente ricambiato. Troppo poco 
 però da parte di Caserta, davvero troppo poco. Soprattutto da parte delle 
 istituzioni e parlo in generale: mi riferisco a mancanze che ci sono sempre 
 state, a prescindere dal colore politico di chi ha avuto il potere. Eppure ci 
 sarebbe un modo per cominciare a cambiare lo stato delle cose, per tutti coloro 
 che portano alto il valore della musica, un segnale che porterebbe una ventata 
 di freschezza nella cultura in città e che probabilmente darebbe una ragione in 
 più al “violoncellista casertano” per restare qui: il Conservatorio con tutto 
 “l’indotto” artistico che si verrebbe a creare. Ma questo è un altro discorso. 
 Nel frattempo grazie Vladimir per avere scelto Caserta come tua seconda patria, 
 ti bastino i nostri applausi, fragorosi, ogni volta che le tue dita sfiorano 
 una corda.    E dopo la sigla veniamo al CasertamusicaDoc: un cambio 
 di programma a sorpresa ha portato ad anticipare l’esibizione dei Sax 
 Maniacs, il trio composto da Gianni e Peppe D’Argenzio e Gianni 
 Tagliatatela, che dovevano invece esibirsi nel secondo tempo. È 
 raro poter vedere ed ascoltare un concerto dove ad esibirsi è una formazione 
 così particolare, composta da tre sassofoni. Ed è rischioso per i musicisti di 
 questa formazione, affrontare il pubblico: il pericolo di annoiare e di essere 
 monotoni è davvero grande. Non così per i bravissimi Maniacs, che con i loro 
 intrecci sonori, sono riusciti a divertirsi e a divertire. Non a caso il 
 pubblico del Cts ha tributato loro una lunga e meritata ovazione, chiamando gli 
 artisti al bis. E non crediate che il pubblico del Cts sia un pubblico facile! 
 Effettivamente è già normalmente difficile mantenere vivo un gruppo musicale, 
 soprattutto se la vita porta a dividere, per vicende varie (Peppe suona e vive 
 a Roma), i musicisti che ne fanno parte, ma quando c’è uno stesso feeling nel 
 suonare e quando, soprattutto, c’è l’amicizia, oltre al legame di due fratelli, 
 ecco allora che riunirsi, sebbene solo una volta all’anno, diventa una vera 
 esigenza, oltre che un divertimento: "Ci divertiamo moltissimo, al di là 
 della fatica fisica –  confessa Gianni (Tagliatatela)- Ci divertiamo 
 prima di tutto noi". I Sax Maniacs hanno una storia lunghissima: ascoltarli 
 è un piacere raro, ma intenso. (Peppe D’Argenzio, per chi non lo sapesse è la 
 colonna storica degli Avion Travel ed è attualmente nell’Orchestra di Piazza 
 Vittorio). In effetti un trio di sassofoni è anche duro dal punto di vista 
 fisico, ma al Cts i tre casertani non si sono affatto risparmiati: in 
 repertorio i brani che amano di più e che ben si prestano alla formazione: A 
 better git in your soul, di uno dei più grandi interpreti dell’anima blues del 
 jazz, Charles Mingus; Share well you need it, di Thelonious Monk; Peace, di 
 Horace Silver; Lady Madonna dei Beatles; My little suede shoes, di Charlie 
 Parker; Pannonica, ancora di Monk, composta in onore della baronessa omonima, 
 mecenate di vari musicisti jazz e Don’t worry be happy di Bobby Mc Ferrin. E 
 non è mancato il bis, per il quale i Maniacs hanno scelto Tenor Madness di 
 Sonny Rollins.    Bella atmosfera, quella creata dai Tricatiempo. 
 Il gruppo, composto dagli impeccabili  Stefano Costanzo alla batteria,  Marco 
 Pezzenati al vibrafono e Domenico Angarano al contrabbasso, ha commentato, 
 secondo la sua visione emozionale, alcune scene tratte dal film capolavoro "Stalker" 
 di Andreji Tarkovskji. Il risultato di questa visione emozionale è stata una 
 particolare musica ambientale che è riuscita a ricreare l’atmosfera cupa del 
 film. Uno spettacolo di non facile lettura ma non per questo noioso. Forse, è 
 una mia opinione questa, sarebbe stata utile qualche spiegazione da parte dei 
 musicisti sullo spettacolo e magari anche sulla trama del film: probabilmente 
 non tutti sanno di cosa parli, che cosa sia "La Zona" o cosa sia "la stanza dei 
 desideri". Lo spettacolo presentato al Cts è un esperimento e come tale va 
 visto e giudicato. Certo per apprezzarlo è necessario avere la mente ben fresca 
 e sveglia. Si potrebbe dire che il concert movie dei Tricatiempo è degno del 
 migliore palinsesto notturno di Rai tre: è geniale sotto certi punti di vista, 
 seleziona il pubblico ed apre la mente ai giudizi, positivi o negativi che 
 siano. Insomma: uno spettacolo che attiva processi sinaptici non consueti. Di 
 contro: se lo spettatore è solo un po’ stanco o non è predisposto la visione e 
 l’ascolto possono risultare un po’ pesanti. Sicuramente comunque, nella 
 esibizione al Cts non ha aiutato il “piccolo” problema tecnico che ha bloccato, 
 nella prima parte, le immagini del film. Appena l’empasse si è risolta tutto è 
 risultato più scorrevole e si sono apprezzate meglio le “invenzioni” musicali 
 eseguite magistralmente dai Tricatiempo.    E alla fine quella che 
 oramai sta diventando una piacevole usanza per il CasertamusicaDoc: ai 
 Tricatiempo si sono uniti i Sax Maniacs per una memorabile jam session finale. Al prossimo Venerdì
 ...     [vedi programma del Casertamusica DOC] |  |