Almerigo Pota (tromba, basso)
ultimo aggiornamento: 3 Sett. 2000

Intervista effettuata nell'estate 2000.


Emilio: Cosa ti ha spinto nel mondo della musica?
Almerigo: Una canzone di Carosone. Sono nato nel 65 a San Leucio (non nell'Ospedale Caserta, ma a casa mia, come si faceva una volta), terzo di cinque fratelli, e giusto in mezzo perchè in "medio stat virtus". I miei fratelli maggiori erano appassionatissimi di Edoardo Bennato, Battiato e cantatutori italiani. Io non mi appassionai a questa musica, mi colpì invece Renato Carosone, con la canzone "Tu vuo fà l'americano".

Da ragazzino come vivevi la musica? 
Almerigo: Durante gli anni delle scuole medie sentivo la necessità di esibirmi, mi portavo spesso la chitarra a scuola, e durante le ore di educazione fisica suonavo davanti ai compagni. Poi ho avuto la fortuna di abitare a San Leucio dove nel Belvedere, all'epoca monumento abbandonato, spesso facevano le prove vari gruppi di Caserta tra cui ricordo i simpaticissimi Potlatch, con Amedeo Fosso, Andrea Basile, Agostino Santoro. Mi attraeva il loro modo di fare e la possibilità di esprimere attraverso la musica la loro follia. 
Poi incominciai a seguire e ascoltare gruppi diversi e musicisti tra cui ricordo Ferdinando Ghidelli, Enzo Faraldo, Gino Izzo, Gianni D'Argenzio ed altri jazzisti casertani: questo è stato il momento in cui mi sono dedicato all'ascolto della musica jazz. Scoprii Miles Davis, un disco abbandonato in un armadio della chiesa di San Leucio, senza copertina. Il pezzo che mi colpì era "four". Il disco me lo rubai di nascosto (scusa don Battista!), e da allora iniziai a comprare innanzitutto i dischi di Davis, e quelli di tanti artisti be-bop. Fino a quel punto ancora non sapevo cosa volevo suonare, suonavo la chitarra e il basso.

Cosa ti ha spinto a suonare la tromba?
Almerigo: Un giorno avvenne il miracolo, può sembrare strano ma il fatto è questo: lavoravo con la compagnia teatrale "Piccolo Teatro Città di Caserta" come attrezzista, scaricando le casse e montando le scene. Tra gli attrezzi di scena c'era una tromba, una tromba cinese. Questa volta la presi in prestito, e iniziai a suonarla. Prima da solo, poi capii che non era possibile impararla da solo e un giorno a Casolla passando ascoltai la banda di musica. Andai dal maestro Guglielmo Penta e gli chiesi se mi avrebbe insegnato a suonare, in cambio io sarei andato a suonare gratis nella sua banda. Cosi raggiunsi una tecnica che mi permetteva di suonare discretamente con altre persone e iniziai a partecipare a jam session tra vari artisti e a frequentare Luca Di Donato, il quale già era un musicista con parecchie esperienze, e devo lui l'inserimento nell'ambiente musicale casertano. 
Poi ho frequentato un seminario di Musica jazz a Siena con Paolo Fresu partecipando all'orchestra laboratorio dopo di che per migliorare la tecnica, che non è stata mai il mio forte, presi alcune lezioni da Marco Sannini a Napoli.
Ho suonato con gli Spengripp, con Maria Rosaria Lamanna, Truck's Track, Caserta Jazz Ensamble che poi si trasformò in Jazz Factory, ancora con un orchestra di Napoli cioè la Tribunal Mist Jazz Band e ancora con un' orchestra di Campobasso con repertorio decisamente jazz. Poi ebbi Fausto Mesolella che aveva stima di me come musicista, e attraverso Peppe d'Argenzio sassofonista dei Jazz Factory fui invitato suonare la tromba in un brano degli Avion Travel ("il sarto") nel CD Bellosguardo. Partecipai più volte a delle registrazioni nello Studio di San Nicola la Strada. Una volta mancò il loro bassista (Vittorio Remino) e lo sostituii in un concerto a Tunisi. Per me fu un momento emozionante, forse una delle cose più belle che ricordo. Ah dimenticavo, ho partecipato anche al Festival della canzone d'Autore di Recanati con Pasquale Ziccardi e partecipato alla registrazione di un suo disco.

I Mental Movie sono sempre stati per te un gruppo speciale…
Almerigo: Da quando ho conosciuto Giancarlo Della Ragione ho incominciato ad avere davvero seri problemi musicali, perché non mi identificavo più in un genere. Cioè non avevamo un genere musicale prefissato, suonavamo liberamente, e questo mi creava forti spiazzamenti. E come sempre le cose non accadono per caso, fu un bell'incontro. Dopo un anno mettemmo su un repertorio, in cui credevamo e crediamo ancora fortemente. L'unica ancora che mi tiene alla musica. 
Mi sto ancora vedendo spesso con Giancarlo. 
Nel 92 decido di non suonare più e di impegnarmi in un lavoro, che tengo ancora attualmente. Avevo seri problemi economici e tanta voglia di metter su famiglia. Oggi la mia famiglia è Rosanna e il piccolo Vincenzo, e spero di ampliarci! Dal 99 ho incominciato a fare la corte a Giancarlo, che si trovava ha Trento, lo telefonai nel giorno della festa degli innamorati.

Giancarlo Della Ragione, che è presente durante l'intervista, conferma.
Giancarlo: Almerigo mi telefonò e mi disse " ma là che stai facendo, Vienetenne|!" Sapere che qui avrei potuto ricominciare a suonare fu uno sprone per scendere a Caserta di nuovo.

Almerigo: Adesso abbiamo tutta l'energia per continuare un progetto (i Mental Movie) iniziato iniziato nel '90, e deve essere compiuto PER FORZA.

Emilio Di Donato
©www.casertamusica.com - 2000

Come suggerisce un mio amico, i dischi che amiamo danno un nostro ritratto "interno". Per questo chiediamo quali sono i classici dieci "dischi del cuore" da portare sulla ipotetica isola deserta.

I 10 dischi del cuore di:
Almerigo Pota

Pink Floyd: the Dark side of the moon

Supertramp: famous last words

Miles Davis: We want Miles

Miles Davis: li amo tutti quanti!

Chet Baker: molti!

Yellow Jackets: four corners

Freddy Hubbard: non ricordo il titolo!

Jaco Pastorius: Invitations

Weather Reports: 8:30

Police: Regatta de Blanc