Andrea De Balsi

Marco Zurzolo

Guglielmo Grillo

Pietro Condorelli

 

Casagiove Jazz  2010: due serate all'insegna del jazz d'autore

Casagiove (CE), 6 e 8 Luglio 2010

Articoli di Salvatore Viggiano e Pia Di Donato, foto di Pia Di Donato

8 Luglio -  Salvatore Viggiano

Ottima serata per i frequentatori del Casagiove Jazz  2010, I edizione. Stavolta che l’incostante pioggia guastafestival è rimasta a secco di carica, la serata persa a giugno dall’organizzazione è stata recuperata con un incoraggiante riscontro di pubblico. Il cortile interno del Quartiere Militare Borbonico non riluce di chissà quale qualità acustica e i fonici fanno fatica a ripulire bene l’amalgama sonora in uscita dalle casse; vuoi per la diversità delle due formazioni in cattedra, vuoi per la delicatezza stessa del sito in termini di sound check.

Il gruppo di apertura sventaglia un po’ sull’essenza della rassegna, improntata al jazz, ma che recepisce anche il repertorio di un’ora scarsa eseguito dal “Guglielmo Grillo Group”, artefici di un prodotto di base pop rock, con ascendenze hard rock (seppure usando la categoria con cautela) e fusion. Pilastri non corrosi del jazz fanno da sponda in scaletta a brani inediti e l’alternanza è piacevole (il sottoscritto ha potuto ascoltare le prove in sala e sul palco le trovate d’arrangiamento sono state messe sotto i colpi di mannaia dai tecnici). Il trio Grillo, Lello Petrarca e Mr. Jordan Junior, chitarre-voce-sequencer, basso elettrico e batteria, ospita il trio brass Alessandro Vuolo al corno francese, Salvatore Cuccaro al trombone basso e Giuseppe Talamo al trombone tenore. Le versioni di Summertime e Vecchio Frac, calate l’una in soluzione rock, l’altra in pop acustico, sono un bel collante per i pezzi di casa Grillo, nota di merito a Vedo blu e Via di qua, alla faccia dei pacchettini pop finto adolescenziali che si ingozzano di amore e sensazioni post delusione, stavolta si ascolta di storie e pulsioni un po’ più vere, che dipingono un uomo, le sbandate e l’irriverenza al preconcetto. Il service non impeccabile dà il suo acuto nel sottrarre frequenze ai fiati, ma tre quarti d’ora trascorrono pur sempre in fretta.

Cambio di scena, qui arriva il vero jazz, stampo originale per un quartetto che preannunciava grande stile. Pietro Condorelli si lascia supportare, per la presentazione di “Wild cats”, da Gaetano Fasano alla batteria, Francesco Nastro al pianoforte e Gianluigi Goglia al basso. Puro fluire in sonorità swing jazz, entusiasmo fresco nelle frasi eseguite dal Maestro, che le coccola con le proprie labbra, misura dopo misura, inserti davvero belli del piano e una indiscutibile cifra artistica, che rende lustro ad un genere che sa sempre come fare, per comunicare in figure musicali, fermo restando che la punta di incisione dell’artista non vada mai a scadere, ma sappia dimostrare ogni volta amabilità e sorpresa.

Oltre ai brani del nuovo lavoro anche qualche standard e "Tonight Lullaby” una delicata “ninna nanna” (che il musicista ha inciso per il progetto “Cosa diamo al modo” pro Unicef curato artisticamente da Casertamusica) hanno impreziosito il concerto che chiude degnamente questo primo festival che, ci auguriamo, possa essere ripetuto negli anni

6 Luglio - Pia Di Donato

Prima serata del Festival a Casagiove "quasi bagnata" e quindi probabilmente fortunata!
Nella recuperata struttura, non ottimale per l'acustica, iniziano a susseguirsi le manifestazioni di vario tipo, segno della vitalità del piccolo comune. La rassegna Jazz è promossa dall'agguerrita associazione "Al centro" capitanata da Roberto Corsale che si è improvvisato anche conduttore delle serate.
Ad aprire la serata il gruppo di Andrea De Balsi che ha presentato il lavoro "E' tardi". Attorniato da ottimi musicisti il cantautore, che viene dall'alto casertano, conquista dia con l'ironia che con l'easy listening dei brani, caratterizzati da un sound sudamericano (samba, bossanova) ma da un dialetto inequivocabilmente "casertano". Così se "Sonia non ti sposare" apre e chiude (coinvolgendo il pubblico) il concerto, è facile seguire il ritmo di "Samba d'o saurimiento", e "Tardi" che da il nome al progetto discografico e "Razza schifosa".
Diverso registro propone invece il concerto proposto da Marco Zurzolo che con la sua formazione presenta il progetto "Migranti". Jazz e sound mediterraneo in "Sull'altra riva", mentre veri e propri omaggi alla tradizione la "Rumba degli scugnizzi" e "Palummella" rivisitate ma perfettamente riconoscibili

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