foto di Luigi Maffettone

 

Bagaria 2010: una seconda edizione che fa ben sperare

Caserta, 26 settembre 2010

Articolo di  Augusto Ferraiuolo

26 settembre. Dopo 5 ore di tammurriate, tarantelle, saltarelli e davvero chi piu’ ne ha piu’ ne metta si sono chiusi i battenti sulla edizione 2010 di Bagaria a Caserta. Ad essere precisi si dovrebbe dire che questa serata aveva avuto un prologo, costituito dall’interessante convegno del sabato precedente che ha visto riunite intorno ad un tavolo di discussione molte associazioni che operano nel settore (e non solo) allo scopo di individuare linee teoriche e programmatiche comuni. E si dovrebbe aggiungere che ci sarà un epilogo, con la ripresa del convegno a metà ottobre per redigere un programma comune sul tema della riproposta del folklore e con una nuova proposta a dicembre del confronto tra tradizioni, stavolta in dimensioni sovra locali e sovra nazionali, individuando questo confronto con musiche e musicisti irlandesi. Ma è la festa il centro di questo discorso, ora e qui. Una festa che ancora una volta ha paralizzato il centro di Caserta, occupato da centinaia di musicisti, ballerini, passanti e curiosi. Una festa che ancora una volta ha sancito l’interesse verso la tradizione e le sue musiche, anche qui in un’ottica di appropriazione-riapproprazione che è sentita da molti. E Piazza Margherita, Piazza Gramsci, il Corso Trieste e via Mazzini sono stati per una serata lo scenario privilegiato di una gioia che si esprime nella danza e nella musica, nei colpi sul tamburo e nel ritmare delle castagnette, nei passi sulla terra e negli occhi verso le nuvole che minacciavano pioggia. Nelle risate di questa tribu’ itinerante che migra continuamente in cerca di una votata e di una fronna, nella bagaria effimera e superficiale, quanto profondamente simbolica e sedimentata; nel riconoscere vecchi amici e nel conoscerne di nuovi; nell’incazzarsi per l’assenza di uno e nel gioire per la presenza di molti. Ma non aspettatevi di sentire lodi sull’eccezionalità di Bagaria: la festa di Caserta è come la festa di Carinaro, di Sessa Aurunca, di Montemarano, di Marcianise. Forse possono cambiare gli scenari e gli attori ma i contenuti rimangono analoghi,. E’ questa la sua forza: l’essere in sintonia con l’ambiente che la produce e la circonda. Ed è questo il suo futuro: l’essere in sintonia con l’ambiente che la produce e la circonda. E per questo occorre ringraziare chi ha fatto Bagaria. Ovviamente non mi riferisco agli organizzatori ma a tutti i partecipanti, ognuno protagonista per quella voce che ha espresso nella coralità della festa. Quindi grazie a Roberto, a Bruno, a Pinuccio, a Peppe e a Luca, a Carmine e Rossella, a Marco, a Peppino, a Gerardo e a Francesca ….. insomma a tutti quelli che sono stati presenti e a chi avrebbe voluto esserlo ma ha dovuto rinunciare (sarà per la prossima volta). Grazie, di cuore.

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