13° Leuciana festival. Le Leuciane, ovvero: gli Amici degli Amici …tranne Bollani!

Belvedere di S. Leucio (ce), 21 settembre 2011

Articolo di Rossella Barsali,  foto di Barbara Barsali

Stefano Bollani non c’entra, nelle Leuciane: il programma, puntualizzante al dettaglio riguardo le serate al Cortile Borbonico, si tacita su Bollani. Orario, e il suo nome. Stop. Tace sui musicisti, tace su Chiara Civello. Perché?
Legge di palco vuole che il main artist sia ospite d’onore con eventuale intro (annunciata). Qui si fa il contrario: perché?
Eppure la cornice è da sogno, la stessa Civello apprezza e rallenta il ritmo della sua performance; eppure gli amici degli amici ci sono tutti, e non è gente qualunque. Giova ricordare che questa città ha allevato un paio di generazioni interessanti artisticamente, quindi il pubblico casertano è competente. Almeno questo.
…e noi quasi quasi, in segno di sberdazzi, gli affarferemmo uno gniffo” Ma… “non vaterchiamo!”, come direbbe l’amato Fosco Maraini…!! Una ghenga di 5 tipi normalissimi affolla insolente il palco, spalle o profilo al pubblico, brandendo chi un sax, chi un clarinetto, chi un contrabbasso, chi una batteria. Lui, disinvolto, saluta rapido. Un accenno ironico ai Visionari e attacca un pezzo di Mirko Guerrini, il suo saxofonista, “Ossessione”.
Bollani è “virtuoso”, come si mormora nell’ambiente, cioè acrobatico, repentino nei cambi umorali di suono, coraggioso nei trilli, audace negli arpeggi. Ma è anche intelligente e ironico, e quindi mai invadente, perfettamente amalgamato con la sua fenomenale sezione fiati, duettando gustosamente ora col clarinetto (pilotato da un grande Nico Gori), ora col sassofono onomatopeico, alzandosi sui quadricipiti in un’insolita posizione, suonando con gli addominali, senza smettere le affettuose citazioni jazzistiche (Galliano, Metheny, Corea, Baker, Barbieri), in una rivisitazione sempre originale, senza piaggeria. Coperto da un sudario bianco si trasfigura in una comica alla Buster Keaton, improvvisando alla cieca uno scatenato ragtime. Sa cosa il pubblico si aspetta da lui, e glielo offre con la dignità e la disinvoltura del grande artista che sa dosare gags e rigore interpretativo, e con la leggerezza di chi può osare l’irriverenza, senza perderne di spessore. Si trastulla col piano e la tastiera elettronica che lo affianca (a un certo punto le ha suonate contemporaneamente), improvvisa una gag (complice Guerrini) per “corde e martelletti” col “gomito del pianista”, si affollano tutti alla batteria percuotendo cassa rullante charleston e sostegni, si accanisce sullo sgabello del piano, realizzando in definita, senza mai perdere il main theme, una briosa commistione suono-rumore, supportata da una sezione ritmica con Stefano Senni al contrabbasso, e Cristiano Calcagnile alla batteria, che – sbaglierò! - col tocco a filo di piatto non ha dato il meglio. Ma io sono una accecata da Agostino Santoro (batterista storico casertano) e mi accontento difficilmente.
Chiara Civello giunge decontestualizzata, mi aspetto di apprezzarla in altra situazione più a sua dimensione.
“Visions fugiti ves” di Prokof’ev, da qui I Visionari. Ne sarebbe lieto, il vecchio Sergej Sergeevič!!!!!

consulta: 13° Leuciana festival

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