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Paola Servillo

Piergiorgio Odifreddi e il Maestro Roberto Cognazzo

 

Frammenti di stelle illuminano: Piergiorgio Odifreddi e il Maestro Roberto Cognazzo

Caiazzo (ce), 14 Dicembre 2011

Articolo di Giuseppe Vuolo, foto di Luca di Chiara

La matematica non è altro che una musica infinita, diceva qualcuno, quindi non dovremmo stupirci della riuscita di questa bella conversazione sulla segreta alchimia che lega profondamente il mondo musicale e la scienza esatta per eccellenza. Accolti da un pubblico eterogeneo e sempre partecipe, Piergiorgio Odifreddi e il Maestro Roberto Cognazzo conducono con linearità e leggerezza la conversazione attraverso numeri e note, ritmi e frazioni, accenti e proporzioni, introdotti nella cornice quattrocentesca di Palazzo Mazziotti dal Sindaco di Caiazzo Stefano Giaquinto e dalla responsabile della rassegna "Frammenti di stelle illuminano" ed organizzatrice dell'evento, l'instancabile Paola Servillo.
Odifreddi parte dall'utilizzo dei numeri come semplice testo musicale, soprattutto da parte dei librettisti della musica classica settecentesca (come nelle "Nozze di Figaro" e nel "Don Giovanni"), poi il Professore passa ai ritmi, sempre seguito dai brevi intermezzi musicali di Cognazzo: "Tutte le frazioni matematiche possono tradursi in ritmi, in tempi musicali. Solo che, a differenza delle prime, questi ultimi non possono essere semplificati", altrimenti si rischia di trasformare una tarantella (tempo 6/8) in un valzer (tempo 3/4), con risultati esilaranti.
Ed è proprio questo il punto: i risultati esilaranti ottenuti dallo stravolgere tempi, spostare accenti o ascoltare il medesimo brano prima in modo maggiore e poi in minore, vengono subito evidenziati dai puntuali interventi (non solo) pianistici del Maestro, ed è in quel preciso momento che gli spettatori si rendono conto che gli argomenti della serata - la "noiosa" musica classica e la "fredda" matematica - non sono affatto così astratti ed ostici come si temeva ma quasi tangibili, comprensibili nel loro interagire e per di più accattivanti. In poche parole: in quel momento gli spettatori riscoprono la musica come gioco.
Passando da Pitagora a Leibniz, dai canti gregoriani alle scale fino ai canoni e all'arte del contrappunto ("Il contrappunto è l'arte di far dialogare tra di loro due o più melodie diverse senza che nessuna dia fastidio all'altra, un po' come far dialogare dieci persone beneducate"), si arriva al gran finale, che spetta al Maestro Cognazzo con l'esecuzione delle famose Variazioni Goldberg (tra gli ascolti preferiti di Hannibal Lecter, fattore scatenante della rottura degli equilibri tra i tre amici protagonisti de "Il soccombente" di Thomas Bernhard).
Colpisce soprattutto la leggerezza con cui i due torinesi trattano l'argomento, rendendolo piacevole e divertente e soprattutto scongiurando il pericolo di trasformare l'incontro in una pesante discussione accademica piena di tecnicismi e consigliata ai soli "addetti ai lavori". Il ritmo dello spettacolo è veloce, ben tenuto, non annoia mai perché equilibrato nel rapporto tra la parti discorsive e quelle musicali e in più i due cattedratici in scena cedono spesso e volentieri al tono ironico e allo scherzo con l'intento dichiarato di meravigliare il pubblico e di spiazzarlo svelando i numerosi ponti che uniscono questi due mondi, l'apollineo dei numeri e il dionisiaco dei suoni: alla fine gli applausi testimoniano che ci sono riusciti in pieno.

Consulta: Frammenti di stelle illuminano

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