Jimmy's Hall

Io sto con la sposa

Melbourne

 

Caserta Film Lab: eventi

Caserta - Febbraio 2015

Comunicato stampa

Appuntamenti
3 e 4 febbraio, Jimmy's Hall
In un'epoca di oppressione culturale, Jimmy Gralton sfida politici e Chiesa aprendo una sala da ballo, la miccia per l'esplosione del libero pensiero
Jimmy's Hall - Una storia d'amore e libertà è il nuovo film di Ken Loach, regista impegnato, cinematograficamente sempre all'attacco e attento a dar voce alle classi più disagiate e a metter il dito sui soprusi. Questa volta il filmmaker britannico dall'aria mite e cordiale ci racconta la storia vera di James Gralton, primo e unico irlandese deportato dal suo Paese nel 1933. La sua colpa? Aver aperto una sala da ballo.
Jimmy Gralton, interpretato dall'attore irlandese Barry Ward, è un ragazzo carismatico e dalle idee straordinariamente avanzate per l'epoca in cui vive. Nel 1921 ha costruito una sala da ballo a un incrocio di campagna, in un'Irlanda sull'orlo della Guerra civile. La Pearse-Connolly Hall è un locale dove i giovani possono andare per imparare, discutere, sognare… ma soprattutto per ballare e divertirsi. Giorno dopo giorno, il locale diventa sempre più affollato e popolare, finché la sua fama di ritrovo di comunisti e liberi pensatori arriva alle orecchie della Chiesa e dei politici, che alla fine costringono Jimmy a fuggire in America e la sala da ballo a chiudere. Dieci anni dopo, nel pieno della Grande Depressione, Jimmy torna nella Contea di Leitrim per prendersi cura di sua madre, deciso a condurre una vita tranquilla. La sala da ballo è sempre lì ma abbandonata. Col passare del tempo, però, spinto dalle pressioni dei giovani del posto e dall'oppressione culturale che affligge la sua comunità, Jimmy decide di riaprire la sala, costi quello che costi.
Domenica 08 febbraio "Aperitivo Cult" - Anime Nere
unico spettacolo ore 10.45
Liberamente tratto dell’omonimo romanzo di Gioacchino Criaco, il film è girato ad Africo, uno dei centri nevralgici della 'ndrangheta calabrese
Torvo e teso “Anime nere” ha fatto il suo esordio alla Mostra del cinema di Venezia raccogliendo applausi da parte della stampa.
Leo, figlio irrequieto di Luciano, una notte spara alcuni colpi di fucile sulla saracinesca di un bar protetto da un clan locale, in quel di Africo nel cuore dell'Aspromonte. Una provocazione come risposta a un'altra provocazione. Un atto intimidatorio, ma anche un gesto oltraggioso che il ragazzo immagina come prova di coraggio e affermazione d'identità nei confronti del clan rivale e nei confronti del padre, maggiore di tre fratelli, dedito alla cura degli animali e dei morti, e lontano dalla cultura delle faide. I fratelli di Luciano hanno preso altre strade lontano da Africo, in una Milano permeata di affari criminali lungo la rotta della droga tra l'Olanda e la Calabria. Dopo la provocazione notturna, Leo deve e vuole cambiare aria, e raggiunge lo zio Luigi, il più giovane dei tre fratelli, spavaldo nel correre su e giù per l'Europa stingendo patti "commerciali" con cartelli sudamericani, e lo zio Rocco, ormai trapianto a Milano con aria e moglie borghese, arricchito proprio dai proventi di quei traffici internazionali. L'eco della bravata di Leo giunge in quel di Milano e risveglia la mai sopita attrazione per la vendetta, la faida in un misto di orgoglio represso dal benessere, o da esso alimentato sotto mentite spoglie. Il fratello maggiore infatti viene richiamato bonariamente dal boss del clan rivale, e umiliato nel suo essere uomo, primogenito, padre di famiglia. I fratelli si mettono in viaggio verso il loro Sud, la loro terra, sentendo il richiamo di una cultura antica, richiamo fatale a un destino immutabile che punta dritto verso la tragedia, senza scampo.
Martedì 10 febbraio ore 21.00, Mercoledì 11 febbraio ore 17.30
Serata in collaborazione con CSA- Ex Canapificio e UNHCR - Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati
"Io sto con la sposa" Un film di Antonio Augugliaro, Gabriele Del Grande, Khaled Soliman Al Nassiry.
Con Tasneem Fared, Abdallah Sallam, MC Manar Manar, Alaa Bjermi, Ahmed Abed, Mona Al Ghabr, Gabriele Del Grande, Khaled Soliman Al Nassiry, Tareq Al Jabr, Marta Bellingreri, Rachele Masci, Chiara Denaro, Valeria Verdolini, Elena Bissaca, Ruben Bianchetti, Daniele Regoli, Marco Garofalo, Silvia Turati, Gina Bruno.
Docu-fiction, durata 89 min. - Italia, Palestina 2014.
Per andare in scena si comincia sempre dal costume, l'abito creato apposta per gli attori e indossato durante la rappresentazione. Ma quello che il documentario di Gabriele Del Grande, Antonio Augugliaro e Khaled Soliman al Nassi racconta è la realtà di uomini e donne che hanno interpretato un ruolo e infilato un costume per beffare il destino e garantire un futuro a chi amano.
Documentario nomade finanziato 'dal basso', Io sto con la sposa mette letteralmente in schermo un matrimonio e il suo corteo di invitati mai così partecipi. Perché i cinque protagonisti di questa avventura sono in fuga dalla guerra e dal loro Paese fiaccato dalla belligeranza. Palestinesi e siriani sopravvissuti ai marosi, sbarcati a Lampedusa e decisi a raggiungere 'creativamente' la Svezia. Ad aiutarli un regista, un giornalista e un poeta sirano-palestinese convinti che nella vita prima o poi bisogna scegliere da che parte stare. Schierati da quella del sogno, disattendono le leggi del Vecchio Continente e arrivano in meta. Non la casa base ma una nuova casa, che alleggerisca a chi ha chiesto loro soccorso, le ragioni per cui hanno rischiato la vita, spaiato i loro affetti e abbandonato tutto quello che avevano costruito. Nel viaggio verso la Svezia, terra promessa e unica 'eccezione' europea che dal settembre 2013 concede il diritto di residenza a tutti i siriani che domandano asilo, i protagonisti si raccontano, rivelandoci chi è veramente un rifugiato e ricordandoci correttamente che nessuno sceglie di esserlo. Il dilemma, la condizione in cui una decisione si impone tra due o più alternative ugualmente indesiderabili, rappresenta in sintesi lo stato del profugo. Dittature, crolli di dittature, guerra, soprusi impongono a uomini e donne risposte immediate al problema, che molto spesso non si risolve poi nel compimento della scelta. Sono decisioni i cui effetti dolenti permangono anche dopo l'espatrio, condizionando la vita futura in diaspora. Così Alaa, partito con suo figlio Manar e lasciato il minore in Palestina senza sapere se lo rivedrà mai o se riuscirà mai a condurlo lontano dal pericolo e vicino al cuore. A non avere dilemmi nel consentire l'accesso al territorio e alla procedura di asilo, dovrebbero essere invece le autorità italiane, francesi o tedesche che siano. Autorità eluse con indocile grazia dagli autori che stanno con la sposa e la scortano per tremila chilometri, tingendo il loro documentario di un tono fiabesco. Una favola di disobbedienza civile che ha abbattuto gli orchi, che confida nel prossimo e che reagisce all'Europa, alle sue forme di contenimento, controllo, detenzione e respingimento. Azione politica in immagini, Io sto con la sposa solleva e risolve con estro il dibattito sul diritto alla mobilità, il diritto delle persone a spostarsi senza impedimenti, sfuggendo guerre o dittature crudeli. A incarnare l'Odissea in costume nuziale, che muove da Milano alla volta di Stoccolma, passando per Marsiglia, Bochum e Copenaghen, due sposi e un solido e solidale contorno di comprimari, che hanno il volto di chi è 'affondato', di chi è riemerso, di chi come Manar 'rappa' la propria vita e i suoi pochi anni per dirsi al mondo e per dire al mondo che non si sente più straniero e che quello che desidera si trova finalmente in questo posto, a questo punto.
(MyMovies.it)
martedì 17 alle ore 21 e mercoledì 18 febbraio alle ore 17,30, ‘Due giorni, una notte’ dei fratelli Dardenne
Francesca Neri, una delle attrici più affascinanti del cinema italiano, sarà al Duel Village nell’ambito del cineforum targato Caserta Film Lab. Vincitrice di due Nastri d’Argento e musa di Massimo Troisi nel film ‘Pensavo fosse amore invece era un calesse’, Francesca Neri ha lavorato con registi del calibro di Ridley Scott, Pedro Almodovar, Mike Figgis, Carlos Saura. In Italia ha calcato i set di gran parte degli autori del nostro cinema da Gabriele Salvatores a Pupi Avati passando per Giuseppe Bertolucci, Cristina Comencini, Mimmo Calopresti, Alex Infascelli, Giuseppe Piccioni e tanti altri. Sguardo enigmatico e talento innato per la recitazione, dal 2005 la Neri è anche produttrice. Attualmente impegnata nell’interpretazione de ‘Il vuoto’ nuovo film di Raffaele Verzillo che sarà girato tra Caserta, Capua e Santa Maria Capua Vetere, Francesca Neri incontrerà il pubblico del Duel Village prima della proiezione di ‘Due giorni, una notte’, nuovo film di Jean-Pierre e Luc Dardenne
Presentato all’ultimo Festival di Cannes e attualmente in corsa per gli Oscar 2015, ‘Due giorni, una notte’ è la battaglia, disperata ma dignitosa, di Sandra, una operaia che tenta di salvaguardare il proprio posto di lavoro. Per vincere la sfida, con se stessa prima che con il proprietario della fabbrica dove è impiegata, dovrà fare i conti con la fragilità e le paure dei colleghi, costretti dal capo ad una scelta ignobile: votare a favore del licenziamento di Sandra oppure rinunciare al bonus di produzione. Una vicenda umana e sociale che mette in primo piano la perdita di identità e di dignità di cui sono sempre più spesso vittime i lavoratori. I fratelli Dardenne portano ancora una volta sullo schermo un’epica proletaria piena di pudore e di forza per denunciare, attraverso gesti - mai eccessivi o troppo sottolineati – storie drammatiche e veritiere.
LA TRAMA
Sandra, dipendente di una piccola azienda di pannelli solari, vorrebbe tornare al proprio lavoro dopo un lungo periodo di assenza in cui si è curata dalla depressione. Il proprietario della fabbrica, che nel frattempo ha riorganizzato il processo senza di lei, distribuendo il lavoro tra gli altri dipendenti, propone loro un bonus di 1.000 euro ciascuno in cambio del licenziamento di Sandra. La prima votazione è ampiamente a favore del bonus. Sandra si ritrova senza lavoro ma Juliette, sua amica, ottiene che il referendum - influenzato dalle pressioni del capo stabilimento, contrario al rientro di Sandra - venga ripetuto il lunedì mattina. Ora Sandra ha due giorni e una notte per fare campagna a favore del proprio posto di lavoro. Dovrà convincere la maggioranza dei suoi colleghi a cambiare idea. Sandra incontra uno ad uno i suoi colleghi di cui comprende il destino fragile, come il suo, e la continua esitazione tra solidarietà e egoismo.
Domenica 22 Febbraio, Una mattinata da Oscar
biglietto unico 6,00 euro soci - 10 euro non soci
Ore 10.00 Selma - La Strada Per La Liberta'
Ore 12.30 Brunch (pennette al pesto e pomodorini e calice di vino)
Ore 13.15 Birdman
Selma - La Strada Della Liberta'
Nella primavera del 1965 una serie di eventi drammatici cambiò per sempre la rotta dell'America e il concetto moderno di diritti civili, quando un gruppo di coraggiosi manifestanti, guidati dal Dr. Martin Luther King Jr., per tre volte tenta di portare a termine una marcia pacifica in Alabama, da Selma a Montgomery, con l'obiettivo di ottenere l'imprescindibile diritto umano al voto. Gli scontri scioccanti, la trionfante marcia finale e il passaggio del Voting Rights Acts del 1965 che seguirono sono ora un'incancellabile parte della storia. Ma la storia assolutamente rilevante e umana di Selma, dalle battaglie politiche negli uffici del potere, alla determinazione e alla fede della gente nelle strade, alla battaglia interiore che il Dr. King ha dovuto affrontare nel privato non è mai stata raccontata sullo schermo.
Birdman
Un attore in declino che un tempo aveva interpretato un iconico super eroe, si ritrova a fare i conti con il suo ego e con problemi familiari, di fronte alla possibilità di calcare il palcoscenico di Broadway e reclamare la gloria ormai dimenticata.
Domenica 22 febbraio, ore 21, il cinema ospiterà i registi Fabio e Marco Ferrara, il produttore e parte del cast di ‘Nuovo Ordine Mondiale’, il film, girato anche a Caserta, che svelerà tutti i segreti della ‘Casta’ e degli ‘illuminati’. Tra i protagonisti Enzo Iacchetti, Mario Honorato, Stefania Orlando, Benito Noviello e Mario Ferrara. Un action movie che ha richiesto una lavorazione di circa 5 anni e che i Ferrara Brothers definiscono una ‘battaglia contro un sistema che va neutralizzato’. La pellicola, realizzata in collaborazione con l’Accademia Cinematografica Ciak Academy e il C.T.S. Centro Teatro Studi, è infatti un film pensato per divulgare al mondo il nuovo ordine mondiale, una teoria secondo la quale esiste un potere oligarchico e segreto che mira a ottenere il controllo della Terra attraverso la manipolazione della comunicazione, della politica, dell'economia. ‘Ci sono forze oscure che muovono i fili dell'economia e della politica internazionale – hanno dichiarato in una intervista i due registi - noi abbiamo avuto il coraggio di parlarne’.
LA TRAMA
Un commissario di polizia assiste all'assassinio della compagna, incinta, ad opera di un gruppo di malviventi, durante una rapina. Dopo minuziose indagini, scopre che dietro la rapina, ed altri atti di violenza e criminalità c’è un gruppo ben organizzato il cui unico scopo è quello di comandare il mondo, con qualsiasi mezzo (criminalità, crisi economica, malattie). Con la collaborazione della polizia, di militari ed una ricercatrice (le cui ricerche vertono sull'utilizzo della ghiandola pineale), il commissario riuscirà non solo a vendicarsi della perdita della compagna e del bimbo mai nato, ma riuscirà a far arrestare una delle menti del complotto, un ministro del governo italiano.
Martedì 24 alle ore 21 e mercoledì 25 febbraio alle ore 17.30, ‘Melbourne’, il film di apertura della 29esima Settimana Internazionale della Critica di Venezia.
Opera prima di Nima Javidi con l’attore premio Oscar Payman Maadi.
Non c’è tempo, ci sono valigie da preparare, una casa da liberare e tanti amici e parenti da salutare prima dell’imminente viaggio. Parte così Melbourne il film iraniano presentato al festival del cinema di Venezia. Tutto si svolge all’interno di un appartamento, un ambiente famigliare e disteso che mette lo spettatore subito a suo agio. Non è rappresentata la società che ci aspettiamo ma ad essere protagoniste sono le finestre della media borghesia di Teheran, quella borghesia che sembra essere sempre di più vicina all’Occidente e lontana e protetta da quei disagi sociali spesso citati.
L’intero universo viene racchiuso dal regista Nima Javidi e l’esperimento funziona in ogni istante, non ci sono tempi morti né tantomeno cade in un vortice noioso che rischiava di avvolgere una narrazione tanto lenta e rotta solo dal suono del campanello e dei telefoni cellulari. La storia è quella di una giovane coppia che sta per partire, la loro meta è Melbourne dove si trasferiranno per studiare. Stanno finendo le ultime cose, ci sono ancora le valigie da chiudere e gli ultimi da salutare eppure sembra che la città o lo stesso Paese non voglia lasciarli andare.
I loro preparativi verranno sconvolti dall’arrivo della figlia di pochi mesi di un vicino. Nella casa entrerà l’inganno e il senso di colpa, la menzogna e l’incapacità così forte di dire la verità e questo finirà per coinvolgere i protagonisti in un estremo circolo vizioso dal quale sembra impossibile uscire. Le bugie inclinano l’equilibrio, distolgono le menti e avvolgono il tutto con un telo soffocante.

Multicinema Duel, via Borsellino, Caserta

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