Festival nazionale del Varietà “Jovinelli” 13° edizione

Caiazzo (CE) - dal 7 Aprile al 20 maggio 2018

Comunicato stampa

Saranno Carlo Croccolo e Michele Placido a tenere a battesimo, rispettivamente sabato 7 e domenica 8 aprile, a Caiazzo il Festival nazionale del Varietà “Jovinelli”, giunto quest’anno alla sua 13esima edizione ed intitolato al famoso impresario teatrale di origini caiatine che fondò il teatro Ambra Jovinelli di Roma.
Un’edizione speciale che sarà dedicata al grande Totò in occasione del cinquantenario della sua scomparsa, una kermesse di rilevanza nazionale che vedrà la realizzazione di ben 8 eventi a Caiazzo e dintorni, e finanziato dalla Regione Campania con i fondi Poc 2014/2020, a valere sulla azione 3 “Iniziative promozionali sul territorio regionale” nell’ambito della linea strategica 2.4 “Rigenerazione urbana, politiche per il turismo e cultura”.
Del resto, fu proprio Don Peppe Jovinelli a lanciare nel mondo dello spettacolo Antonio De Curtis, da qui il legale della tradizione del grande teatro popolare napoletano con i luoghi, la storia e le prelibatezze gastronomiche tipiche, atteso che i grandi eventi rappresentano un momento di forte attrazione verso i luoghi d’interesse storico.
E il Festival si apre, sabato 7 aprile, ore 20, nella ex chiesa dell’Annunziata, proprio con lo spettacolo “Tributo a Totò”, un talk show dedicato al grande artista partenopeo con la performance e la testimonianza dell'attore Carlo Croccolo, accompagnato nei momenti musicali dai maestri Mario Maglione ed Espedito De Marino. Un appuntamento unico che grazie ai racconti dell'attore napoletano, uno dei più vicini al grande Totò, farà rivivere le scene di famosi film come Totò Lascia o Raddoppia, Miseria e Nobiltà, Signori Si Nasce ecc..
Michele Placido sarà, invece, il protagonista del secondo appuntamento del Festival in programma domenica 8 Aprile, sempre a Caiazzo alle ore 20 ma in piazza Santa Stefano, con Serata d'Onore – Il Varietà incontra i classici. Un recital tra poesia e musica che vuole essere un racconto, un dialogo tra artista e spettatori, dove Michele Placido interpreterà poesie e monologhi di grandi personaggi come Dante, Neruda, Montale, D’Annunzio e non mancheranno i versi dei più importanti poeti e scrittori napoletani come salvatore Di Giacomo, Raffaele Viviani, Eduardo De Filippo.
Ad accompagnare il maestro in questo viaggio poetico musicale saranno Gianluigi Esposito e il suo musicista Antonio Saturno che interpreteranno le più belle canzoni classiche napoletane di sempre dove lo spettatore sarà preso per mano e condGianluigi Esposito e il suo musicista Antonio Saturnootto tra le più belle pagine della poesia e del teatro.
24 Aprile, Castel Campagnano, borgo di Strangolagalli, ore 21, spettacolo "Le mille bolle blù, voci di donne".
5 maggio, Caiazzo, P.zza S. Stefano, ore 21, la Compagnia del Salone Margherita e del Gambrinus in “Le stelle del café Chantant” un revival della Belle Epoque dei primi anni del novecento quando nacquero i primi Cafè Chantant che fecero storia e costume popolare nell’Italia post-unitaria.
Con la direzione artistica e l’allestimento curate dal cantante-regista Luciano Capurro, lo spettacolo vuole essere un omaggio ad un genere che fece nascere la canzone classica napoletana, vide muovere i primi passi della “Sciantosa” e divertì platee entusiaste con “la macchietta”, con uno spaccato dedicato al magico mondo dell'Operetta. Divertimento assicurato tra comicità, canzoni, balli, virtuosismi ispirati alle memorie di quel mondo di piume, ventagli, cilindri e paillettes che resero indimenticabile la Belle Epoque nella città di Napoli.
6 maggio, Caiazzo,  P.zza S. Stefano, ore 21, il  cabarettista Peppe Iodice nel suo spettacolo “Una sera all'improvviso”, scritto con Lello Marangio. È un recital che si trasforma subito in un happening condito con ospiti e sorprese nel quale l’artista racconta e si racconta spaziando fra i suoi ricordi d’infanzia degli anni ‘80 e le sue nuove esperienze di marito- genitore, con le sue immancabili stilettate contro gli intellettuali, sino a parlare della crisi economica e dell’attualità più pressante.
12 maggio
- Castel Campagnano, località Squille, ore 21, Orchestra Mantovanelli in "Napule è na canzone"
- Alvignano, p.zza Giovanni Greco, ore 21, Maurizio Merolla con ‘Stupire ti farò’.
20 Maggio, Castel Morrone, p.zza Bronzetti, ore 21, “Quartieri jazz” della Mario Romanelli band.

Inoltre, dal 7 Aprile, sarà aperta al pubblico la mostra di Disparo allestita nell'auditorium della Annunziata di Caiazzo per l’intera durata della kermesse, e curata da Gennaro Marrone, padre di Antonio, un giovane pianese prematuramente scomparso a 18 anni la scorsa estate. Gennaro esporrà disegni e dipinti di Antonio, che frequentava il Liceo Artistico di San Leucio, un ragazzo speciale nato con una disparità fisica che non ha mai accettato la comune accezione della parola “disabile”. Lui, infatti, di abilità ne aveva tantissime, tra cui il disegno, la scrittura e la passione innata per la storia (e per il Napoli!).
Antonio ha coniato il termine “disparo” per indicare tutti coloro che, come lui, sono nati con disparità fisiche. Con questa parola, con cui si identificava e che voleva far conoscere al mondo, Disparo voleva dare dignità ad una categoria, quella dei pluriabili, che spesso viene identificata, secondo Antonio in modo troppo approssimativo, con termini come “disabile” o “diversamente abile”
Antonio scriveva poesie, sognava di fare tante mostre, di comunicare a tutti quell’umanità che portava dentro di sè. Nell’ultimo periodo della sua vita, Disparo disegnava principalmente in bianco e nero: attraverso i suoi disegni, che spesso rappresentavano volti inespressivi, Antonio comunicava quella distanza dalla vita che piano stava cominciando a sentire.”Antonio provava desideri comuni, come ogni ragazzo, ad esempio quello di avere la barba,” spiega Gennaro. “Cosi ha cominciato a disegnare volti con la barba, sperando che un giorno sarebbe cresciuta anche a lui. Gli ultimi disegni, pieni di umanità, sono alquanto visionari,” spiega suo padre, a cui Disparo amava raccontare la sua arte e fare tante curiose domande.
Durante la mostra, si raccoglieranno le adesioni per la Fondazione Disparo, in memoria di Antonio, con cui suo padre spera di poter raccogliere dei fondi per fare beneficenza e acquistare macchinari costosi, di cui ragazzi come Disparo hanno bisogno ogni giorno. Gli artisti potranno anche non esserci più fisicamente, ma la loro arte vivrà per sempre. L’arte, infatti, fa vivere eternamente chi la realizza. Un disegno può lasciare un segno che non andrà mai via, come ha fatto Antonio, che rivive nei colori, nelle pennellate e nei profondi significati nascosti che esprimeva con la sua arte. La mostra, realizzata con la collaborazione degli alunni e dei docenti della VA, indirizzo di Arti Figurative del Liceo Artistico di San Leucio.

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