Giornate Fai

Riardo e Pietramelara (CE) - 15 e 16 maggio 2021

Comnicato stampa


Le Giornate FAI in provincia di CASERTA condurranno alla scoperta del Borgo e della Torre medievale di Pietramelara, con una passeggiata che condurrà dalla grande porta di ingresso verso tanti piccoli vicoletti e stradine, fino in cima alla Torre dove si potrà ammirare la struttura circolare del borgo, oltre ai caratteristici resti delle torri medievali (visite a cura dei Volontari FAI). A Riardo saranno aperte la Cappella della Madonna della Stella, il Castello e la Chiesa di San Leonardo e, come di consueto, sarà possibile visitare il Parco delle sorgenti Ferrarelle di Riardo, patrocinato dal FAI, dove sorge la Masseria Mozzi, tipico esempio di tratturo di fine Ottocento, oggi sede dell'Azienda Agricola biologica Masseria delle Sorgenti Ferrarelle. Sono previste visite anche allo stabilimento di imbottigliamento per gruppi limitati di persone e sempre con prenotazione obbligatoria
Cappella della Madonna della Stella, Riardo
Orario
Sabato: 09:30 - 17:30
Domenica: 09:30 - 17:30
Note per la visita
Il luogo è accessibile solo previa iscrizione ed esibizione della tessera FAI
Contributo suggerito a partire da: € 3,00
Castello di Riardo, Riardo
orario
Sabato: 09:30 - 17:30
Domenica: 09:30 - 17:30
Contributo suggerito a partire da: € 3,00
Parco delle sorgenti Ferrarelle di Riardo
orario
Sabato: 10:00 - 13:00
Domenica: 10:00 - 12:30
Note per la visita
Sono previste visite anche allo stabilimento di imbottigliamento per gruppi limitati di 8 persone sempre con prenotazione obbligatoria solo sabato 15. Domenica 16 sono previste solo visite alla Masseria Mozzi e all'Azienda Argicola. E' possibile pranzare in masseria previa prenotazione obbligatoria al numero 3454138940
Contributo suggerito a partire da: € 3,00
Chiesa di San Leonardo, Riardo
Orario
Sabato: 09:00 - 16:00
Domenica: 09:00 - 16:00
Contributo suggerito a partire da: € 3,00
Centro storico di Pietramelara
Orario
Sabato: 09:30 - 17:30
Domenica: 09:30 - 17:30
Contributo suggerito a partire da: € 3,00
Note per la visita
La nascita del borgo si deve ai principi longobardi Landolfo e Adenolfo. Gli insediamenti nel luogo, però, sono ben più antichi: la prima presenza umana è stata registrata nelle grotte di Seiano, tra Pietramelara e Rocchetta. In un secondo momento, Pietramelara entrò a far parte prima dei possedimenti dell'abbazia di Montecassino, e dopo cadde nelle mani dei feudatari della vicina Roccaromana. Alla morte di Filippo de Roccaromana, il vasto feudo passò in potere della regia corte non molto tempo dopo lo divise e lo dette in concessione. Quindi Pietramelara, fu data a Eduardo Colonna ed in seguito a Federico Monforte, che fecero abbellire il castello trasformandolo da fortezza in un elegante palazzo.
Il castrum Petre Mellariae, documentato in pergamene cassinesi del 928 d. C., risulta distrutto con ogni evidenza dai Normanni. Nel 1117 risulta di nuovo abitato, come conferma il Catalogus Baronum. Il paese fu assediato da truppe Aragonesi e veneziane nel 1496 e fu saccheggiato con grande strage ed arso insieme al. Nell'anno 1496 il casale di Pietramelara fu distrutto da Ferdinando II di Aragona, e con esso anche il castello e l'adiacente torre mastia, che collassò su se stessa e oggi al suo posto vi è un grande giardino pensile. In tale distruzione i due terzi degli abitanti furono massacrati, mentre le donne furono deportate e vendute al mercato di Napoli. Lo storico Giovanni Albino, in tale modo commentò il terribile Sacco di Pietramelara: “Non si vedette mai tanta ferocia e tal da far ricordare l'epoca di Nerone”.
Dopo che Carlo VIII s'impadronì del Regno di Napoli e consacrato re il 20 maggio 1495, un'Alleanza, guidata dall'imperatore Massimiliano I d'Austria e Ferdinando il Cattolico di Spagna, costrinse Carlo VIII a lasciare Napoli lo stesso giorno dell'incoronazione e battere in ritirata. Partito il re francese, Ferdinando II d'Aragona recuperò il trono. Il feudatario di Pietramelara, Federico Montfort, si era schierato a favore dei francesi per recuperare la contea di Bisceglie, che era stata dei suoi avi. I Monfort discendevano da Simone di Montfort, feudatario di Riardo, ed erano imparentati con i Monfort, conti di Campobasso e di Morcone. L'incarico di far pagare cara a Federico Monfort ciò che nel diritto feudale era considerata fellonia, ossia il tradimento della fede giurata, fu dato al Conestabile del Regno Fabrizio Colonna, il quale, posto il campo a Riardo, in data 1° marzo 1496 assediò il castello, difeso da 30-40 francesi e da un gran numero di “villani”. La resistenza fu dura e, alla proposta degli Aragonesi di arrendersi, per evitare distruzioni, i Pietramelaresi risposero in maniera baldanzosa, proferendo “parole dishoneste alla trombetta del signor re”. Allora il Conestabile chiese rinforzi e il principe Don Federico, conte di Altamura, zio del re Ferdinando II di Aragona, comandante delle operazioni di guerra in Terra di Lavoro con quartiere generale a Sessa e talvolta a Teano, gli mandò 400 “stratioti” veneziani, con l'ordine di mettere il paese “ a sacco et a sangue et a foco”. Lo stesso principe Federico avrebbe voluto dare l'assalto a Pietramelara, ma giunto a Teano da Roccamonfina, l'11 marzo, dovette rinunciare all'impresa, perché chiamato a Napoli da Ferdinando II di Aragona. Il giorno successivo, sabato 12 marzo, Fabrizio Colonna, muovendo da Riardo, dove aveva il comando, procedette all'attacco, facendo uso anche dell'artiglieria. Smantellate le difese e le mura, nonostante l'accanita resistenza degli assediati, il Conestabile occupò l'abitato e il castello, nel cui fortino si erano asserragliati i francesi e i “ villani” del paese. Uccisero tutti e dettero l'edificio alle fiamme, come richiesto da Don Federico, conte di Altamura. Dilagando di casa in casa, i soldati di Fabrizio Colonna si abbandonaro al saccheggio, agli incendi e alle distruzioni, spianando le abitazioni al suolo, prendendo anche “ molti mascoli come femine”, li portarono a Napoli “ et il vendettero a tre ducati a bascio insino a cinque carlini l'uno.” Al riguardo, Giovanni Albino scrisse: “Petra Moliarum ad imo diruit et singolae mulieres quinque coronatis sub hasta venundatae alia militi preaeda est concessa”. (Distrusse Pietramelara fino alle fondamenta e venduta ogni donna all'asta per 5 coronati ciascuna il bottino restante fu lasciato alle truppe.) All'entrata degli Aragonesi a Pietramelara, furono fatti prigionieri, tra gli altri, lo stesso fratello di Federico di Montfort, Villanuccio, mentre Federico riuscì con suo figlio Giovanni ad aver salva la vita. I vincitori lasciarono libere soltanto sette famiglie che iniziarono la ricostruzione sulle rovine del paese distrutto.
COSA SCOPRIRETE DURANTE LE GIORNATE FAI?
Alla fine del 1600 Pietramelara divenne feudo della famiglia Giovene ed infine dei Di Palma, sino all'eversione della feudalità. Il borgo medioevale, cuore del centro storico, si articolava in un complesso radiocentrico il cui asse era rappresentato da un'antica torre longobarda ed il cui perimetro era dato dalla grande cinta muraria stretta da 12 torri. La struttura del centro di Pietramelara testimonia che l'insediamento fu frutto di un'attenta pianificazione che presupponeva una rocca a difesa e controllo del territorio. La grande porta di accesso al borgo è chiamata Porta della Madonna della Libera, oltre la quale si stagliano tanti piccoli vicoletti e strette stradine. Talvolta si incontrano archi così bassi che sembra di trovarsi in un luogo magico, con creature del sottobosco che sembrano accompagnarci. Delle dodici torri non vi è più traccia, ma ciò non toglie che, con un po' di fantasia, si riesca a immaginare come doveva essere il complesso nel suo momento di splendore. Per valore paesaggistico, la struttura urbanistica radiocentrica e segnata dai “supportici”, ovvero dalle abitazioni che coprono le strade, fanno di Pietramelara un unicum e probabilmente la più preziosa testimonianza medievale dell'Alta Terra di Lavoro.
Testo scritto da Delegazione FAI di Caserta e Gruppo FAI Giovani Caserta
Torre medievale, Pietramelara
Orario
Sabato: 09:30 - 17:30
Domenica: 09:30 - 17:30
Contributo suggerito a partirPietramelara e da: € 3,00
La terra murata di Pietramelara sorge su un colle conico al centro della pianura, ed è dominato da una torre mastia a pianta quadrata, probabilmente un dongione normanno ricostruito in epoca federiciana. La torre fa da perno ad un impianto a cerchi concentrici di strade segmentate da assi che convergono sulla torre e la collegano alla cerchia dell'alta cinta muraria normanna, un tempo composta da ben dodici torri cilindriche.
La torre ha una struttura tipica delle costruzioni difensive e di avvistamento, ed è costituita da una parte basamentale in muratura di pietra calcarea faccia a vista mentre la parte terminale è in pietra di tufo sempre faccia a vista. L'ingresso è costituito da un unica porta posta al piano terra, mentre i quattro prospetti sono caratterizzati da diverse feritoie che consentivano, in tempi remoti, di avvistare agilmente i nemici.
Dalla terrazza posta sulla sommità, alla quale vi si accede mediante due scale elicoidali in ferro, si può ammirare ancora la struttura circolare del borgo, oltre che i caratteristici resti delle torri medievali. Nel 1800 la torre funse da torre colombaia, con due piani in più rispetto a quella attuale.
COSA SCOPRIRETE DURANTE LE GIORNATE FAI?
Nei pressi della torre si trova una piazzetta, chiamata la corte, dove si ha una veduta particolare del Palazzo di Corte, con la loggia del belvedere. Attualmente, la torre è di proprietà comunale ed ospita un piccolo museo del territorio.
Testo scritto da Delegazione FAI di Caserta e Gruppo FAI Giovani Caserta

A CURA DI Delegazione FAI di Caserta e Gruppo FAI Giovani Caserta
Visite a cura di Pro Loco Riardo e Pro loco Pietramelara

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