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"il Maresciallo"


"settembre" e Pulcinella


"Dicembre " e l’ "Anno nuovo"


la corda fallica di Pulcinella


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Carnevale & Tradizioni casertane: i "Dodici Mesi"

Le tradizioni carnascialesche della nostra provincia

Articolo e foto di Lorenzo Di Donato

Caserta, 2 Marzo 2000. 

Il Carnevale delle frazioni di Caserta affonda le radici nella cultura contadina e da essa trae anche le maschere, che si discostano perciò poco da quelle improvvisate e non elaborate dei nostri bambini, ma superano la povertà dei costumi e degli ornamenti con la mobilità del volto (a Venezia la maschera ha fissità atemporale) e con la sapidità della parola e delle situazioni (a Viareggio le maschere ed i carri sono muti).

Valga per tutti l’esempio del gruppo carnascialesco dei "Dodici mesi" che gli scorsi anni portò una ventata di buon umore a Sala e Briano ed oggi sono rappresentati da altro gruppo, ma non in modo così incisivo, nel Carnevale di Puccianiello, che proprio in questi giorni presenta in piazza altre proprie tradizioni come "la Brunetta", " i scarparielli", " i pullicinielli".

Una volta i "Dodici mesi" arrivavano su cavalli infiocchettati, mentre oggi arrivano su trattori pieni di nastrini e filari di luci multicolori ed intermittenti. Ma la verve è la stessa di allora e così il linguaggio un po’ "grasso", capace di strappare robuste risate. Esse accompagnano sempre la maliziosa "toccata" propiziatrice della corda fallica offerta da Pulcinella alle signore presenti, per buon augurio, e mai disdegnata da esse: non si sa mai!

E i "Dodici mesi" hanno vita, nella rappresentazione, proprio con e da Pulcinella, che chiosa con facezie, lazzi ed espressioni salaci quanto ciascun mese vanta o cerca di vantare a proprio merito.

Valga per tutti una esemplificazione: il Mese di settembre vanta le proprie capacità di ridare novello lustro alla "fica moscia" con le piogge settembrine. Il lazzo finale di Pulcinella è facilmente intuibile e strappa sorrisi falsamente imbarazzati nelle signore.

E’ così che i "Dodici mesi" infrangono più volte l’"Ordine", sia quello celeste, rappresentato da "san Michele Arcangelo", patrono della nostra diocesi, sia quello civile, che un fiero e truculento "Maresciallo" tenta di affermare sguainando minacciosamente la sciabola.

Ma è Carnevale ed ogni scherzo vale! Tant’è che tutto poi si conclude con una bicchierata tra i componenti della famiglia ospitante, i "Dodici mesi" e gli spettatori del vicinato, con i quali si rinsaldano così i buoni rapporti.

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