Il Miserere di Sessa Aurunca

Articolo e fotografie di Alberto Virgulto


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Il Miserere è una delle preghiere più recitate e famose del Cristianesimo e, secondo la tradizione, è stata scritta dal re David come pentimento per una colpa di natura erotica commessa con Betsabea, la moglie di un ufficiale dell'esercito. Esso è grido disperato di colui che si accorge di aver peccato. Grido disperato ed insieme sicuro di colui che vuoi chiedere, con fede, perdono a Dio. E' recitato nei sacri uffici divini in alcuni riti liturgici e nei pii esercizi penitenziali.


Il Miserere a Sessa Aurunca viene rappresentato con un canto polivocale, tramandato nei secoli in forma orale ed eseguito a tre voci maschili (alta, media e grave), che riprende i versi del Salmo 51 di David. La memoria storica fa risalire questo canto ai primi secoli del secondo millennio e lo collega ai movimenti penitenziali dell'epoca, al rifiorire di nuovi orizzonti, di nuovi mestieri, alla nascita di Corporazioni, e di Confraternite.

 

L'incipit della 1° modulazione del Miserere (Da una trascrizione di Alberto Vigulto)


Il canto del Miserere è, secondo la tradizione, gelosamente custodito dall'Arciconfraternita del SS. Crocifisso che ne salvaguarda il valore simbolico-rituale-musicale, secondo il rispetto di una rigida ritualità che prevede, tra l'altro, la trasmissione orale del canto all'interno dei componenti della confraternita. Ogni Venerdì del periodo di Quaresima, sino al completamento dell'esposizione dei Misteri, e durante la processione del Venerdì Santo, tra i stretti vicoli della Sessa antica dove ogni angolo parla di storia: romana, normanna, spagnola, borbonica è possibile sentire questo canto struggente, drammatico, affascinante e misterioso che fa da arcaico richiamo alla preghiera ed alla penitenza.

Durante l'esecuzione vocale i tre cantori emettono un dolce suono armonico che coinvolge chiunque lo ascolti perchè il suo lamento, che richiama nenie arabe o andaluse, commuove con la forte carica di emotività e mette nell'animo una vaga inquietudine ed un rapimento che trascina lontano dalla realtà. L'effetto è assai suggestivo perchè le voci sembrano prima fondersi in una sola per poi dividersi in tre e quindi rimescolarsi per diventare nuovamente forti e possenti. Per arrivare ad una tale perfezione esecutiva si richiede ai tre esecutori un affiatamento eccezionale, una preparazione ed una maturazione che si affina in anni di prove dedicato all'impostazione del tono, alla modulazione ed alla dominanza della interpretazione.


Caratteristica è la chiusura delle vocali nella cadenza finale di ogni frase. Tecnicamente l'attacco, nell'esecuzione del trio vocale, viene dato dalla voce alta corrispondente alla nota RE. La III° voce tonica (Basso) SOL rimane di sostegno armonico alla seconda voce corrispondente alla nota SI caratteristica e alla terza voce corrispondente alla nota Re dominante dell'accordo maggiore di SOL. La "seconda" e la "terza" si muovono per linee parallele, armonizzandosi con intervalli irregolari.
Il Miserere di Sessa A. è stato oggetto di studio da parte di noti antropologi e musicologi di fama internazionale. Tra questi ricordo: Roberto De Simone, Giovanna Marini, Enzo Avitabile, Ambrogio Sparagna, ecc.


Nel suo volume "Canti e tradizioni popolari in Campania" Roberto De Simone, scrive: "Dal punto di vista storico musicale ed etnomusicologo, questo Miserere è un pezzo che apre degli orizzonti all'indagine sullo stile armonico popolare e sulla storia della musica nei suoi rapporti con la musica popolare".
Anche quest'anno, come avviene da secoli, nel buio della notte, rischiarata dalla tremolante e fioca luce dei lumini accesi sui balconi e il tepore dei falò del Venerdì Santo, sarà possibile vivere in un tempo senza età, dove tutto è misticamente sospeso in un eccitante e vibrante rito capace di coinvolgere emotivamente tutti coloro che vi assistono.

Trio del Miserere

 

 

 

Deposizione dalla Croce, meglio conosciuta come "Mistero di San Carlo"

 

La Pietà, meglio conosciuta come "Addolorata"

 

 

 

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