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Vita casertana intorno alla chiesetta di san Francesco

Un interessante ricordo sulla chiesetta da recuperare in Vicolo della Ratta

Comunicato stampa

Nell’estate del 2004 riscoprii l’abbandonata, se non dimenticata, chiesetta che si trova al termine del vicolo della Ratta, che è ad ovest di piazza Correra, slargo di via G.B.Vico, in Caserta.
Ho scritto “riscoprii” perché anche io - che in fanciullezza avevo partecipato ad uno dei pochissimi festeggiamenti religiosi e civili fatti lì, nel dopoguerra, in onore di san Francesco, che si venerava in quella chiesetta- col trascorrere del tempo, e non abitando più in via Vico, l’avevo quasi dimenticata.

Come si vede nelle foto, la porta d’ingresso è murata e lascia solo uno stretto passaggio chiusa da due tavole da ponteggio. Esse erano male accostate e perciò rendevano possibile, anche se difficoltoso, dare una sbirciata all’interno, che appariva polveroso, sporco e maleodorante. Introdussi tra esse la mia macchina fotografica e scattai, alla cieca, qualche fotografia dell’interno.
L’emozione mi prese nel vedere che la statua di san Francesco era ancora lì, quasi a non voler abbandonare la sua chiesetta, ma anzi a volerla vedere restaurata , chiedendo ad altri di fare con la sua chiesetta quanto Cristo a lui chiese per la Sua Chiesa: "Va, o Francesco. Ripara la mia casa che cade in rovina".
La chiesetta ancora oggi presiede l’area che una volta, anni quaranta dello scorso secolo, non era occupata dal grosso palazzo Giordano, detto poi dell’UPIM, che vi fu costruito nel 1963.
Sull’area c’era un giardino pensile che dava su via Cesare Battisti ed in esso il ritrovo “I giardini dell’Aurora”, più brevemente detto l’ ”Aurora”.
In questo ritrovo i soldati U.S.A. (ce n'erano molti a Caserta in quanto Palazzo Reale era la sede del Comando interalleato) ed i giovani casertani scaricavano la loro vitalità e la loro voglia di vivere in scatenati ritmi e balli americani; nostrane formazioni di giovani musicisti si fecero le ossa (musica sempre dal vivo, naturalmente) mangiandosi con gli occhi cantanti famosi e importanti formazioni musicali d'oltre oceano che si esibivano all'Aurora, cercando poi di imitarli nelle loro esibizioni. Fu per loro una bella scuola!

Questi ed altri ricordi mi affollarono la mente e mi ripromisi di fare qualche ricerca approfondita sulla chiesetta, certamente un pezzetto di storia casertana, anche per farla rivivere ai vecchi casertani e conoscerla ai giovani.
Ma sopravvennero accadimenti non felici nella mia vita e la vecchia, o antica?, chiesetta non fu più nei miei pensieri e le prime informazioni raccolte rimasero dimenticate nel mio computer.
Oggi la riscoperta della esistenza della chiesetta da parte di Roberto Balloi e una proposta di “vederla rivivere quanto meno come edificio storico ed utilizzarla, se restaurata, come luogo culturale per piccole rappresentazioni, presentazioni di libri...cose del genere...” mi ha stimolato a ritrovare foto ed appunti che avevo ormai dimenticato. Le rendo note sia perché qualcuno, a partire da esse, faccia una ricerca storica sulla chiesetta, sia per dare onore ai miei due amici, miei coetanei, che mi aiutarono e confortarono nei miei ricordi quando ne parlai con loro: i ragionieri Sparàno (che abita ancora nei pressi della chiesetta) e Vergone.
Molto probabilmente la chiesetta era delle due sorelle della famiglia Daniele di Bagni. Una di esse, Laura, sposò il dottor Luigi Giordano. La chiesetta, negli anni precedenti il 1950, veniva aperta solo nella solennità di san Francesco per una festa religiosa e civile in onore del Santo il cui costo era coperto dalle piccole offerte del popolo e da qualche somma più sostanziosa offerta dal salumiere Ianniello, dal cantiniere Tesauro, dalla pizzeria “Pesce d’oro”, dal calzolaio Tecchia, ed altri piccoli negozianti di piazza Correra, da noi vecchi casertani detta piazza Bitetti.
Poi la chiesetta fu definitivamente chiusa.

La chiesetta è larga quasi quanto quella di san Giovanni, in piazza Duomo, ma lunga quasi la metà, tanto che moltissimi erano costretti a seguire le funzioni religiosi dall’esterno della chiesetta. Ha solo un altare, quello centrale e dedicato a san Francesco, che è posto sul presbiterio, che è un poco sopraelevato dal pavimento della chiesetta. Nelle foto da me scattate non appare la balaustra che pur ricordiamo: è stata asportata, era di legno o…ricordiamo male?
Dalle foto, mio figlio Arcangelo, architetto e appassionato d’arte, così mi relaziona: "Il portale è forse seicentesco. La porta ha una cornice stondata. Gli stipiti sono due paraste con coronamento con capitello a imitazione corinzia. Il frontespizio è triangolare e spezzato. Il timpano presenta due puttini ai lati della croce con alla base un teschio.
L’interno ha una volta a botte lunettata con paraste e costoloni decorati a stucco. L'altare è sotto una botte "a schifo" (schiacciata). Anche l'interno mi sembra dei primi del '600.
E’ bellissima!
"
Il rag. Sparàno ricordava che al centro della chiesetta c’era una pietra tombale su cui era inciso l’anno 1680, in accordo con la datazione di Arcangelo.
Spero che la pietra tombale sia ancora lì e che il desiderio del sig. Balloi di realizzi.

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