Archivio dei musicisti e gruppi casertani

Potlatch
animazione / teatro / musica 

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I Potlatch parte 16°:
le folli evasioni
di Antonio Iorio

Le folli evasioni

Le folli evasioni era uno spettacolo nato per le piazze, con una vena comica unita da un percorso musicale. Allegro brioso e coinvolgente. Aveva trovato il consenso di tutte le piazze dove era stato rappresentato. Aveva divertito ed interessato la gente per il suo vestito popolare. Lo spettacolo iniziava con una ragazza sotto la doccia in controluce, metteva fuori la mano e cambiava frequenza alla radio. Dal movimento della manopola per il cambio di stazione-radio, nasceva un collage live di generi e sonorità tra i più improbabili, per noi era musica contemporanea. Il gruppo suonava dal vivo, la radio trasmetteva ora un allarmato annuncio radiofonico. La voce dello speaker, segnalava la misteriosa sparizione dal museo egizio cittadino di una mummia. La musica cambiava, assumendo un vago sapore orientale. Un occhio di bue, improvvisamente accesso, illuminava sul lato opposto della piazza nel punto più alto l’apparizione di una mummia. Il resuscitato trovava il modo di raggiungere il palcoscenico, facendosi largo tra la folla divertita e spaventata. Una volta salita sul palco strangolava la ragazza sotto la doccia. Dopo l’omicidio la mummia cantava una canzone.

testo di Patrizia Bettini:( Waiting for the murder,.......My little child are sleeping on my floor.)

A questo punto interveniva l’ispettore O’Flyerty ed il suo aiutante che rinchiudevano l’infasciato in una cassa. Mutava completamente l’atmosfera. Tutti i personaggi presenti assumevano il ruolo di membri di un orchestra che si ricomponeva sul palco sotto la direzione del maestro Von Gassen. Intanto la mummia era sempre rinchiusa nella cassa che ora era diventata il podio del direttore, il quale lamentava l’imperdonabile ritardo di un ultimo elemento. La cassa dava segni vita, sobbalzando, si apriva, dopo che le mani del rinchiuso si aprivano un varco nella cassa, scassinando la chiusura, ed appariva il ritardatario completamente cambiato nell’abito. L’orchestra, finalmente ricomposta al completo, eseguiva un brano in maniera insoddisfacente. Il direttore esplodendo dei colpi in aria, ricomponeva gli animi, riprendeva la musica, ogni tanto uno dei componenti dava nei matti. Il direttore lo freddava all’istante sul posto. con un unico colpo preciso. L’unico che resisteva all’autorità del direttore era il tastierista che rispondeva al fuoco. Dopo aver eliminato l’ultimo della banda di solito tutti i caduti si rialzavano ed eseguivano un ultimo pezzo per chiudere.

Questa era la storia di massima, il canovaccio da seguire; ad esso venivano poste innumerevoli modifiche di volta in volta elaborate. Alcune modifiche erano studiate in fase di prova, dopo che sul palco erano nate dal margine d’improvvisazione che ciascuno sapeva di poter usare liberamente. Le folli evasioni fu senz’altro lo spettacolo più rappresentato. La sua miscela incontrava il gusto di ampie fasce di pubblico, facendo aumentare la notorietà del gruppo.

Antonio Iorio

Viaggio immaginario sul pianeta Pot, teatro comunale di Caserta 1986. Da sinistra: Franco Basile, Giovanni Vozza, Peppe D'Argenzio e Ferdinando Ghidelli.

 

 

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