Recensione de: La ballata del Re capovolto

San Nicola La Strada (CE) – dal 30 novembre 2007

Articolo e foto di Emilio Di Donato

San Nicola La Strada (CE), Giovedì 16 Luglio 2009. Grande affluenza di pubblico ha caratterizzato lo spettacolo teatrale “La Ballata Del Re Capovolto”, presentato stasera nel sito borbonico “Madonna delle Grazie” dalla Associazione Culturale Il Colibri’ e il Gruppo Teatrale de Il Pendolo, con la regia ed adattamento di Antonio Iavazzo. Lo spettacolo è stato suggestivo per molti motivi. Innanzitutto una felice scelta di musiche, costumi, movimenti coreografici e danze, queste ultime alternate tra l’eleganza delle figurazioni medioevali eseguite da Laura Santucci e Giovanni Grieco su coreografie di Raffaella Lembo, e movenze Hip Hop eseguite da Francesco Lauro, Roberto Pietravalle ed Agostino La Manna su coreografie di Francesco Lauro. Il tema della ricerca della felicità, sia da parte del re che da parte del suo popolo, è trattato con piglio moderno, in una ambientazione cinquecentesca in cui si muovono masse di persone, danzatori e buffoni di corte. 

Lo spettacolo è basato sul racconto, scritto nel 1927 dall’autore belga De Ghelderode, di un re dissennato che gioca a scambiare il suo ruolo con Folial, il buffone di corte, a sua volta innamorato della regina che sta morendo. Lo scambio di ruoli tra re e la sua corte di buffoni sullo sfondo di un palazzo regale in decadenza è un atto d’accusa assolutamente contemporaneo contro una società corrotta governata da re che sempre più ci appaiono come tristi buffoni. L’adattamento di Iavazzo esalta la modernità del racconto, attraverso l’uso di musiche contemporanee apparentemente ardite (da Eno e Byrne ai Kraftwek) ma in realtà ben amalgamate nel contesto. Il protagonista Carmine Losanno (il re) è stato davvero bravo, ha tenuto scena come mattatore in un vario alternarsi di stati d’animo grotteschi, simboleggiando un potere ridotto a guscio vuoto dedito all’uso arbitrario e capriccioso della forza. L’attore, nato ventotto anni fa, ha studiato all’Università Popolare dello Spettacolo, facoltà di arte drammatica, di Napoli. I suoi maestri (Carmine ci tiene molto a citarli) sono stati Salvatore Mazza, Maurizio Cocurullo, Michele Monetta e Antonio Fava, oltre allo stesso Antonio Iavazzo. 

Il lavoro è stato essenzialmente corale, l’azione è stata incentrata su un dialogo, e scambio di ruoli, tra il re e la sua corte, interpretata da Cecilia Arzano, Giuseppe De Nubbio, Aniello Garofalo, Vincenzo Nappi, Luca Palmieri, Caterina Perretta, Rosanna Pezzella, Delia Radicetti, Francesca Saladino, Marco Serra. Bravi i danzatori di corte Laura Santucci e Giovanni Greco, su coreografie di Raffaella Lembo, e i danzatori Hip Hop Francesco Lauro, Roberto Pietravalle ed Agostino La Manna su coreografie di Francesco Lauro. Assistente alle coreografie Massimo Longo, costumi di Angela Tartaro e Carolina Raucci. Scenografia di Franco Reccia ed Emilio Bianconi. Make up di Francesca Pisano e Monia Cirulli. Assistente alla regia: Michelina Porfidia.

Consulta: Arte e cultura sotto le stelle '09

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