Teatro Don Bosco: La Favola dei Beatles

Caserta – 15 Maggio 2015

Comunicato stampa

La ricerca delle origini del fenomeno di massa più esteso degli ultimi 100 anni si concretizza in teatro ne La Favola del Beatles, rappresentato dal Teatro Stabile di innovazione “Fabbrica Wojtyla” di Caserta venerdì 15 Maggio alle ore 21 al Teatro Don Bosco.
La Favola dei Beatles, scritto e diretto da Patrizio Ranieri Ciu, è un originale percorso tra quelle emozioni adolescenziali dei quattro ragazzi di Liverpool che hanno certamente costituito il nucleo fondamentale delle loro canzoni.
In una atmosfera che richiama le notti inglesi del primo dopoguerra il pubblico conosce gli incontri, le amicizie e le avventure dei Fab Four prima del loro lancio mondiale ma sperimenta anche l’approccio immediato con il concetto di musica inedita ed originale, svolta finalizzata ad offrire una esperienza del tutto nuova in teatro. La gioia di una favola marcata dalla creatività è approfondita dai monologhi di personaggi meno noti ma determinanti della avventura beatlesiana: l’amico Stuart, morto precocemente, il manager Brian, combattuto dalla diversità, Yoko Ono, la donna alternativa, Jane, la fidanzata che lascia Paul per amore del Teatro ed infine Mark, il killer di John Lennon.
Innovazione vuol dire proposizione di creatività: si ripropone così in termini teatrali quella realizzazione di principio perfettamente riuscita ai Beatles distintamente rappresentativa, esplicativa e informativa di una fase fondamentale del percorso sociale e culturale che ha contraddistinto il secolo che viviamo.
È appunto una delle favole moderne più incredibili della storia, non solo della musica, di tutti i tempi.

Nota dell’autore
L’attenzione per la cultura musicale si focalizza anche in prospettiva e cioè come testimonianza di eventi che hanno influenzato l’aggregazione sociale e la tolleranza tra popoli diversi.
In tale ottica ho concentrato notevoli forze d’investimento nella ricerca storica dell’evento di aggregazione internazionale - non più solo musicale - che indiscutibilmente ha caratterizzato maggiormente gli ultimi cento anni: il fenomeno Beatles.
La portata mondiale di tale evento ha determinato effetti di socializzazione e di aggregazione che sono stati anche sicuro contributo all’avvicinamento tra popoli, alle stigmatizzazioni della intolleranza razziale, alla diffusione di una lingua sempre più internazionale e persino al consolidamento di principi sociali della stessa Unione Europea.
Le prime creazioni Lennon/McCartney hanno avviato il processo sociale di quella che definisco la “contaminazione felice”, insieme cioè di espressioni artistiche di abbattimento di limiti culturali delle diversità. She loves you, (lei ama te), che modificò l’egocentrismo dualistico di coppia presente nelle canzoni pre-beatles (io e te), fu preludio di testi e musiche che poi sono divenuti riconosciuti inni mondiali alla pace ed alla universalità (All you need is love) mentre l’originalità della musica Beatles diventava base unitaria di ogni risvolto musicale dei singoli paesi occidentali ed orientali dagli anni ‘60 in poi per divenire infine stimolo di avvicinamento dopo gli anni ’80 nei paesi dell’Est.
Tale universalità trova certificazione quotidiana nel rinnovarsi generazionale dell’utenza della musica Beatles che domina incontrastata le tendenze musicali ormai da ben cinquant’anni.
Inoltre, in termini statistici, da qualsiasi fonte di comunicazione mediatica è rilevabile la risultanza di un interesse incredibilmente sempre vivo e rinnovato sul fenomeno Beatles che lo pongono tra i dieci argomenti di maggior attrattiva di tutti i tempi e di riscontro partecipativo di massa.
Risposta a quanti non compresero l’affermazione del marzo 1966 di John Lennon : we are bigger than Jesus, i Beatles, più famosi di Gesù. Bene oggi, 50 anni dopo, un algoritmo applicato al web li vede avviarsi a raggiungere quel risultato.

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