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Palazzo Fazio Open - eventi speciali

Capua (CE) – 28 e 29 Novembre 2015

Comunicato stampa

Sabato 28 e Domenica 29 Novembre 2015: due serate all’insegna del teatro, della danza e della creatività per ritrovarsi in buona compagnia e per riassaporare il gusto di una sana condivisione in nome della Bellezza e della Poesia.
Palazzo Fazio, via Seminario, Capua (CE), orario eventi: ore 20:30; ingressi per invito
Programma:
Sabato 28,
- L’Ass. “Experimenta” presenta: Itinerarte e Unoburo Teatro danza in "Berlin 39"
Regia di Rosario Liguoro e Daniela Mancini
Con Daniela Mancini e Claudio Benegas
Video immagini : Immagina di Salvatore di Blasio e Angela Fagnano
Riprese video e regia video : Renato Zagari
Costumi : Annalisa Ciaramella
Amministrazione : Percorsi di Scena
Lo spettacolo di Teatrodanza rappresenta un crocevia tra diversi linguaggi e differenti modi di esprimere i contenuti : la narrazione , la danza , il ballo , il mimo , il video . Il tema trattato è quello dell’esprimere sempre per “ non dimenticare mai “ Non dimenticare periodi incancellabili della nostra esistenza , col mantenimento vigile della memoria . Ma come farlo ? Con ironia e con sberleffo . Il male è Banale ? Il male può far ridere? Hannah Arendt ride più volte a crepapelle leggendo le trascrizioni degli interrogatori nel processo di Gerusalemme di Eichmann nel 1961. La Arendt sostiene che l’orrore può raggiungere l’irreale . Quindi proviamo a prenderci sberleffo del male, giocandoci su e rappresentando il Tiranno Fantoccio come Clown che non sa ridere di se stesso anche perché circondato da maschere estetizzanti , acclamanti ed inneggianti. Ironia e paradosso.
- Akerusia Danza in "Way in/out"
Ideazione e regia Elena D’Aguanno
Coreografie Sabrina D’Aguanno, Sonia Di Gennaro, Roberta D'Amore
Danzano Federica Curato, Valentina Valentino, Roberta Volpe
“Non dipingo, utilizzo oggetti che hanno l’apparenza di quadri, perché il caso ha fatto sì che questa forma espressiva convenisse meglio ai miei sensi” (R. Magritte)
Una porta.
Un’apertura sul mondo, una connessione tra interno ed esterno, tra privato e pubblico, una prospettiva. Una porta aperta, uno squarcio attraverso il quale si può entrare e uscire, way in/out. Ancora una porta, un’altra. Mistero, ignoto, inquietudine. I turbamenti del ricordo, le sensazioni del sogno. Un’apertura che lascia intravedere il buio, la profondità. “Io utilizzo la pittura per rendere il pensiero visibile” (R. Magritte). E’ lo stato d’animo, il pensiero di chi entra o di chi esce che viene rappresentato. E’ la necessità di aprire la porta per usare lo spazio che vi è al di là, per viverlo, per dire o ascoltare qualcosa, per esprimersi, per assistere a ciò che si trova in quello spazio e interagire con chi sta in quello spazio. Giochi d’ombre e di luci improbabili, di corpi che si muovono nella sospensione assoluta di uno spazio metafisico, per una visione surreale al limite dell’astrazione. La porta non è un ostacolo, ma un’opportunità. Entrata ‘in’ e ‘di’ qualcosa.
Domenica 29
- L’Ass. “Altamarea” presenta: Kairos in "Hìsteria Opera …(o della lingua sciolta)- Atto performativo su musica."
Drammaturgia e regia di Cristina Messere con Cristina Messere
Musiche di Nino Bruno e Alessandra Cesarini
Hìsteria è un termine che deriva dalla parola greca “Usteron” che significa utero.È un lavoro che parla al femminile, apparentemente femminista ma con in sé il suo superamento, indagando dagli archetipi del mito il ruolo profondo che ha avuto il silenzio nella storia delle donne. Il punto di partenza della ricerca è la storia di Filomela, dove Ovidio nelle sue Metamorfosi ne racconta magistralmente l’avventura. Hìsteria Opera è la storia di un taglio: Filomela diventa tutte le donne che hanno attraversato il mondo, dall’antichità alla modernità, fino ad inciampare nel recente “femminicidio”. È il racconto della forza prorompente dell’arte femminile e primordiale, donna creatrice impossibilitata nella lingua che riesce a veicolare, denunciare, comunicare, grazie alla sua arte. È l’esigenza di raccontare di una perdita – vendetta – superamento vissuto dagli occhi di una donna, sfiorando l’idea di un teatro di poesia contaminata dalla musica.
Approfondimento del progetto “ Hìsteria Opera”
Chiamo questo mio nuovo studio “ Atto performativo” perché utilizzo in scena una mescolanza di linguaggi e li traduco in eventi – azioni che accadono in quell’istante, come fosse una performance che si stacca dalle pareti di un ‘installazione artistica ed entra nel teatro, quello vivo, quello del sudore, quello del parlare alla gente qui ed ora.
La messa in scena è agile, ed è facilmente adattabile a qualsiasi tipo di spazio anche non convenzionale, utilizzo oggetti che possono rievocare altri oggetti e creare nuove immagini nell’arco dello svolgimento dell’opera. Il lavoro è dinamico e fisico, alternato a piccoli momenti di racconto, è una seria tragedia ironica dal finale aperto, la musica è utilizzata come compagna di scena ed è parte integrante della drammaturgia. Non vi è scenografia ma solo oggetti. I testi sono completamente originali, le fonti di studio e ricerca che ho utilizzato oltre che Le Metamorfosi di Ovidio ed i Fasti, sono i frammenti della tragedia perduta di Sofocle “ Tereo”, La terra desolata di T.S.Eliot, SandMan di Neil Gaimain, Eva Cantarella, Speculum di Luce Irigaray.
- Teatri 35 in "Tableaux vivants dall’opera di Michelangelo Merisi da Caravaggio" - Messa in scena Teatri 35
con Gaetano Coccia, Francesco O. De Santis, Antonella Parrella
Morbidi drappeggi e muscoli tesi. Lame, frutti e odore d’incenso. Attori come attrezzisti, scenografi e modelli del pittore. Piume e pesi in sospensione. Il silenzio sacrale profanato dal ritmo della costruzione. Le tele si compongono sotto l’occhio dello spettatore coinvolto in un’esperienza mistica e sensoriale. Caravaggio si sente, si assapora, si tocca, si respira, si vede. La performance sui Tableaux Vivants “Per Grazia Ricevuta”affonda le radici in un’esperienza laboratoriale di svariati anni che pone al centro il corpo dell’attore. Arrivare alla costruzione del quadro non è il fine; ciò che viene ricercata è una modalità di lavoro in cui il corpo è semplice strumento, un mezzo alla pari di una stoffa o di un cesto. Il singolo attore in scena compie azioni sonore, azioni inserite in una partitura musicale in cui ogni gesto è in funzione di una meccanica, di un ingranaggio in cui ciò che viene eseguito è strettamente necessario. Nulla è lasciato al caso così come nulla è superfluo. La dinamica della costruzione trova il suo equilibrio nella sospensione musicale di uno stop, nel fermo immagine di un’azione in divenire che costringe il corpo ad una tensione muscolare viva e pulsante. In questa ricerca Caravaggio è stato per Teatri35 un incontro provvidenziale, un veicolo di recupero della teatralità che ha permesso di trasformare il laboratorio in un atto scenico in cui il corpo, colto nella sua intrinseca condizione di imperfezione, si mostra attraverso il pudico gioco tra luce e ombra che svela senza mostrare e rimanda senza ostentare.
Un taglio di luce, come quadri di Caravaggio, è arrivata a noi “Per Grazia Ricevuta”.
- Colibrì in "Polemos"
Ideazione e Regia di Antonio IAVAZZO
con: ANHEL Alina - ARZANO Cecilia - BORZILLO Alessandro - CAMMISA Salvatore - DESIATO Samuele - IACOPINO Andrea - IAVAZZO Raffaele - MUSONE Antonella - TORNINCASA Federica - VINCIGUERRA Fabiana
Assistente alla regia: Federica MIRTO
Polemos (Πόλεμος), nella mitologia greca, era il demone della guerra. Questo spettacolo teatrale nasce proprio da suggestioni e visioni che traggono vita e spunto dall’osservazione e dalla curiosità di indagare, poeticamente, esteticamente e in modo ritualistico e simbolico, il mondo complesso delle conflittualità, delle guerre, di ogni genere e tipologia. A partire da quelle “esterne”, tra i popoli e le etnie, da quelle interpersonali fino ad arrivare ai “conflitti” e alle lacerazioni individuali e intrapsichici. Ispirandomi a due testi simbolo del ‘900, e cioè “Morte a Venezia” di T. Mann (e al film omonimo di L. Visconti) e a frammenti di “Poesia Ininterrotta” di P. Eluard, si è compiuta una ricognizione sui temi della morte, del tragico e della bellezza. Una speculazione non solo teatrale, ma anche figurativa – analogica, centrando la nostra attenzione sulle “nude verità” che, sempre più spesso, si rendono urgenti e necessarie tra inondazioni di aggettivi, verbi, sostantivi che nel loro (spesso) vano tentativo di definire, spiegare, illustrare il reale, lo riducono a puro esercizio egoico e a mera esibizione di un sé che rivela le immense miserie nelle quali siamo impantanati. Il contributo audio - video di immagini estremamente tragiche e toccanti e di alcuni nostri “padri” nello spirito e nell’arte (Carmelo Bene – Leo De Berardinis – Luchino Visconti), parlandoci di poeti e di mistiche visioni, tra Rimbaud, Apollinaire, ci cullano in patrie di bellezza e di divine trascendenze del quotidiano. Qui gli attori “scompaiono” in un processo di disidentificazione ed estraniamento rispetto ad ogni forma di clichè, luoghi comuni, logica di rappresentazione, banalizzanti qualifiche e/o definizioni, e si immergono in una sorta di trance liturgica, sognando un qui e ora che solo la meditazione e un certo genere di esperienze possono far intravvedere e/o percepire. Ci sono durissimi attraversamenti esistenziali, baratri e fantasmi, piccoli e immensi “olocausti” personali nel gioco dell’ inevitabile confronto con la vita e la realtà. Il mio contributo è stato non tanto quello di mettere, di aggiungere, ma di togliere, smorzare, smussare le maschere, le “apparenze ingombranti”, i pesi di un “quotidiano” che grava sempre di più sul nostro desiderio di poesia e di aspirazione al divino e all’essenza.

PER INFO – CONTATTI – PRENOTAZIONI
Rosario Liguoro – Cell. 3402298926 – mail: itinerarte@tin.it
Antonio Iavazzo – Cell. 3389924524 – mail: info@antonioiavazzo.it

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