Ilaria Delli Paoli e Roberto Solofria

  

Teatro Civico 14: Di un Ulisse, di una Penelope

Caserta – 21 Maggio 2017

Articolo di Pia Di Donato

Lo spettacolo di chiusura della stagione 2016/17 al Civico 14 è stato affidato alla nuova produzione della Compagnia dal testo teatrale di Marilena Lucente "Di un Ulisse, di una Penelope". Mi vien da dire "menomale!" perchè è uno spettacolo così pieno di sentimenti laceranti, di ipotesi e di possibilità che lascia negli spettatori molto su cui pensare, e negli attori un carico emozionale che ben si è visto nei lucciconi negli occhi della brava e intensa Ilaria Delli Paoli. In scena solo lei (Penelope) e Roberto Solofria (Ulisse) ed una scenografia che dava l'idea del mare, dell'isola (Itaca), della "distanza" fra i due coniugi ma anche del desiderio di recuperare una vita "normale"(?). Se la recitazione di Ilaria è stata molto affidata ai “pensieri“ (la voce della giovane attrice “fuori scena”) quella di Roberto è stata più viscerale, complice la scelta del dialetto, con momenti di seria inquietudine specie nella magistrale scena (a metà fra l'isterico e la follia) della strage dei Proci.
Ho associato la situazione a quella delle “spose di guerra”, donne che hanno avuto giusto il tempo di sposarsi (qualcuna per procura, ne ho avuta una in famiglia) per poi vedere partire lo sposo e rimanere solo con i ricordi e i “pensieri”, appunto. “La solitudine è piena di parole”, dice Penelope/Ilaria, ed è così. La donna che rimane in un mondo in genere fatto per gli uomini e che si deve imporre per costruire una famiglia (che è monca) ed una situazione (anche economica) stabile. Ma sempre da sola, giudicata per ogni eventuale “sgarro” innocente o meno che sia. L’uomo di contro nella guerra vive la socialità ma sopratutto il pericolo, a volte se ne ciba, si inebria del suo essere ancora vivo. Al ritorno i desideri sono discordanti: l’uno ha ancora negli occhi i diversi posti che ha visto e l’adrenalina della battaglia e quindi la voglia di vedere e sperimentare altro, l’altra invece la stanchezza (ma anche il comfort) dei luoghi conosciuti, del vivere giorno per giorno senza sapere cosa aspettarsi e la speranza di recuperare la serenità e, perché no, la felicità.
Chi è giusto che rinunci ai propri desideri? L’amore si costruisce essendo vicini e condividendo (ma anche rinunciando a un po’ di sè) oppure stando lontani e rivivendo a loop i pochi momenti felici? Quali sono le giuste aspettative?
Ecco… tutto questo e tanto altro ti lascia la visione di questo spettacolo. Si esce disorientati, si tende a parteggiare per Panelope o per Ulisse ma poi affiorano dubbi. In questo Marilena Lucente è stata fenomenale: un nuovo lavoro (dopo quello su Bernardina) che ti fa pensare e che entra nel groviglio di sentimenti che ognuno ha.
Per chi se lo è perso, c'è la promessa di riproporlo nella prossima stagione teatrale

Consulta: Teatro Civico 14 - Spazio X: stagione 2016/17

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