Carlo Buccirosso

Sal Da Vinci

le quattro stagioni

Francesco Cicchella

Eduardo Tartaglia e Veronica Mazza

Davide Ferri e Rosario Verde

Serena Autieri e Tosca D'Aquino

  

Teatro Auditorium Tommasiello: Stagione 2017/18

Teano (CE) – dal 4 Novembre 2017

Comunicto stampa

4 Novembre, Il pomo della discordia di Carlo Buccirosso
con Carlo Buccirosso, Maria Nazionale, regia Carlo Buccirosso
produzione Ente Teatro Cronaca Vesuvioteatro
Doveva essere un giorno felice, si celebravano le nozze della dea del mare con un uomo bellissimo, e tutti gli dei erano venuti a festeggiare gli sposi, portando loro dei doni!... La sala del banchetto splendeva di mille luci e sulla tavola brillavano caraffe e coppe preziose, colme di nettare ed ambrosia, e tutti gli invitati erano felici e contenti… solo Eris, dea della discordia, non era stata invitata, ma nel bel mezzo del banchetto, arrivò, lanciò una mela doro sul tavolo imbandito e scappò via, creando dissapori e contrasti tra i tutti i presenti. Tutto ciò, in breve, appartiene alla classica mitologia greca, ma proviamo a trasferirla ai giorni doggi, in una normale famiglia benestante, dove latmosfera e leuforia di una festa di compleanno organizzata a sorpresa per Achille, primogenito dei coniugi Tramontano, potrebbe essere turbata non da una mela, non da un frutto, bensì da un pomo, un pomo dAdamo, o meglio, il pomo di Achille, il festeggiato, ritenuto un po troppo sporgente… E se aggiungiamo che Achille, vivendo un rapporto molto difficile con suo padre Nicola, è continuamente difeso a spada tratta da sua madre, la epica Angela, non essendosi ancora dichiarato gay, e non avendo mai presentato Cristian, il proprio fidanzato, che da anni bazzica in casa spacciandosi per il compagno di sua sorella Francesca… se aggiungiamo poi che alla festa sarà presente anche Sara, prima ed unica fiamma al femminile della sua tormentata adolescenza, Manuel estroso trasformista, Marianna garbata psicologa di famiglia, ed Oscar un bizzarro vicino di casa che non ha mai tenuto nascoste le proprie simpatie nei confronti di Achille… beh, allora possiamo realmente comprendere come a volte la realtà, possa di gran lunga superare le fantasie, anche quelle più remote della antica mitologia... Omero mi perdoni!
18 Novembre, ore 21, Italiano di Napoli di Sal Da Vinci, Gianluca Ansanelli
con Sal Da Vinci, regia Alessandro Siani
Italiano di Napoli è il nome di questa nuova commedia musicale di Sal Da Vinci:
una riflessione sulla nostra identità di napoletani, di italiani, di cittadini della Repubblica dei Sentimenti. Che poi in fondo, nei sentimenti la sua canzone ha sempre abitato, proprio lì, tra passione e sentimento. Affiancato da una variegata compagnia fatta di attori, fantasisti, acrobati, un trascinante corpo di ballo e un’orchestra dal vivo composta da 6 elementi, Sal racconta la sua versione dei fatti.
In programma brani dal suo ultimo album, “Non si fanno prigionieri”, che esplora i temi a lui più cari da un punto di vista nuovo, frutto anche della partecipazione e collaborazione con i più grandi autori della canzone italiana, tra i quali spicca il grande Renato Zero, con cui Sal ha condiviso molti brani dell’album ed un emozionante duetto.
L’artista racconta il suo punto di vista sul sentimento attraverso i grandi pezzi della sua produzione musicale, senza tralasciare sorprendenti incursioni nel repertorio della musica italiana e della canzone napoletana.
Ogni passaggio è lo spunto per una riflessione, un aneddoto, uno sketch. Ogni canzone è la tessera di un affascinante puzzle che diventa l’essenza della nostra anima, dei nostri pensieri, delle nostre emozioni.
Uno spettacolo che diverte grazie ai guizzi comici di Davide Marotta e Lello Radice, affascina con la talentuosa Lorena Cacciatore, commuove e fa riflettere. Un viaggio suggestivo e incantato che, grazie alla prodigiosa voce di Sal Da Vinci, fa vibrare, ancora una volta, le corde del cuore.
C’è un mondo dove la poesia e la musica si incontrano: il teatro! Un luogo vibrante e coinvolgente, le sue strade sono vissute da abitanti magici e surreali… le piazze ricche di saltimbanchi acrobati e voci della luna…e poi i vicoli stretti con muri antichi che si aprono verso il mare ossia verso I infinito.
In questo infinito si alterneranno le note, le canzoni e i racconti del protagonista ed ideatore Sai Da Vinci.
Un italiano di Napoli che attraverso la sua musica ci trascinerà verso un mondo più vero, senza pregiudizi nè differenze, perché in fondo sono le differenze a renderci speciali. L’Italia non é uno stivale, ma un essere umano. Le città sono gli organi vitali.
Milano potrebbe essere il cervello…Roma l’anima e Napoli il cuore, ma tutto è nelle mani del pubblico.
Si nelle mani, perché saranno i vostri applausi, i vostri silenzi e le vostre risate a decretare se per due ore avete vissuto una favola o per una volta e dico una volta, la realtà di questo pazzo paese può essere meravigliosa ad occhi aperti! Alessandro Siani.
Giovedì 7 dicembre, ore 20.45, Compagnia Enfi Teatro presenta Biagio Izzo in "Di’ che ti manda Picone" testo di Lucio Aiello, con Rocío Muñoz Morales e con Mario Porfito, Lucio Aiello, Agostino Chiummariello, Rosa Miranda, Antonio Romano, Arduino Speranza, Felicia Del Prete
scene Luigi Ferrigno, disegno luci Gigi Ascione, costumi Anna Zaccarini, regia Giuseppe Miale Di Mauro
dedicato A Elvio Porta
Nel 1984 uscì il film diretto da Nanni Loy, Mi manda Picone, che raccontava la storia di un operaio dell’Italsider di Bagnoli che per protestare contro la chiusura della fabbrica si diede fuoco davanti al consiglio comunale sotto gli occhi della moglie e del figlio piccolo.
Nel 1984 io avevo 9 anni e molto probabilmente il film non lo vidi nemmeno (ho poi recuperato crescendo) ma ricordo perfettamente che nella mia famiglia quando c’era da fare qualche incontro importante o qualche faccenda delicata, si diceva: «Di’ che ti manda Picone».
Per anni mi sono chiesto chi fosse quel fantomatico Picone, che solo a nominarlo come faceva Giannini nel film rilasciava crediti e possibilità, poi con il tempo ho capito cosa voleva dire quella frase. Così, quando mi hanno chiamato per curare la regia di questo testo che partendo dal film racconta che fine ha fatto quel bambino che ha visto il padre scomparire inghiottito dalle fiamme, ho fatto un tuffo nella mia infanzia.
In quell’universo in cui i bambini si isolano e creano il loro mondo personale. Come Antonio Picone, alias Biagio Izzo, che ormai adulto si isola nella vecchia casa di famiglia e vive nel ricordo di un padre andato via troppo presto. Intanto si è fidanzato e ben presto scoprirà che la sua donna aspetta un bambino.
Ciò vorrà dire assumersi delle responsabilità, diventare adulto. Ma Antonio Picone vuole restare bambino, così convinto che crescere voglia dire solo farsi il sangue amaro e ascoltare verità che non gli piacciono.
Purtroppo per lui un nugolo di personaggi subdoli e spietati invaderanno la casa - isola del povero Antonio e lo condurranno nella piaga sociale di una politica fatta di raggiri e inganni. E il bambino, orfano di un martire del lavoro, sarà costretto a diventare adulto e scegliere da che parte stare nel mondo vero.
Il percorso che porterà a questa scelta sarà fatto di amore, tante risate, ricordi, esami di coscienza e prese di posizione. Alla fine Antonio farà la sua scelta. E proprio come succedeva nella mia famiglia, anche in questa ci sarà chi gli sussurrerà quella fatidica frase: «Di’ che ti manda Picone».
27 Gennaio, Le quattro stagioni di Fredy Franzutti
con Andrea Sirianni, regia Fredy Franzutti
produzione Balletto del Sud
Le quattro stagioni è il 30° spettacolo che il coreografo Fredy Franzutti realizza, nel 2012, per il Balletto del Sud, oggi una delle compagnie più apprezzate del panorama nazionale.
L'argomento trattato utilizza le stagioni per riflettere sulle fasi della vita dell'uomo.
Le stagioni della vita o meglio dei sentimenti non sono dettate da mutamenti repentini scadenzati da giorni precisi del calendario, ma sono legate alla reazione emotiva de "l'uomo collettivo" agli eventi che accadono.
Per sostenere la tesi Franzutti affida la legazione dei quadri danzati ai versi del poeta inglese (americanizzato nel 1939) Wystan Hugh Auden e alla sua analisi, spesso “peggiorista” – attributo che Auden aveva coniato per sé - della società dell'uomo comune definito “l'ignoto cittadino”.
I testi sono interpretati dal valido attore Andrea Sirianni spesso impegnato in produzioni di arti integrate e melologhi.
Alle note familiari di Vivaldi si alternano in contrasto le a-melodie ritmate di John Cage che non solo ci portano alle esigenze dell'uomo moderno (al dissapore e all'amarezza che il confronto con la società ha generato), ma anche alle straordinarie potenzialità espressive di questa età dell'ansia che abbiamo chiamato contemporaneità.
Se dunque la personale primavera è il rapporto con l'amore, il calore dell'estate è l'allegoria dell'immobilità, intesa come inabilità e incapacità di cambiamento, o come disinteresse delle disgrazie altrui (come nell'Icaro del fiammingo Pieter Bruegel).
L'autunnale caduta delle foglie e l'arrivo della pioggia insistente ci riporta alla routine dei pendolari, al modo pratico e consueto di procedere nell'attività quotidiana. Il rumore dei tuoni ci rinnova la paura delle persecuzioni, l'ingiallimento della natura rimanda alla consapevolezza d'appartenenza ad una società incline al marcire e spaventati dall'oscurità delle nubi, perché non vediamo dove stiamo, ci sentiamo (come scrive Auden) persi in un mondo stregato, bambini spaventati dalla notte.
Il gelo invernale cala con la morte: la fine del rapporto, la morte del compagno di viaggio, la morte della persona amata. La morte che rende inutile qualsiasi reazione. “Tirate giù il sole, svuotate gli oceani e abbattete gli alberi. Perché niente servirà più a niente”
Ma le stagioni delle emozioni, come le stagioni metereologiche, non durano per sempre e anche quelle (anche se non con una progressione regolare, continua e prevedibile) ritornano, si alternano, ci sorprendono: E dopo il gelido inverno di un terribile lutto può ritornare una primavera d'amore.
Scopriamo che l'alternarsi delle stagioni delle emozioni altro non è che la Vita in una società con la paradossale centralità riservata a chi non conta nulla – quei cittadini ignoti che il potere modella come cera, l'industria sfrutta come servi e l'arte canta come eroi.
Le scene sono di Isabella Ducrot, esponente di un personale astrattismo coloristico, le luci di Piero Calò.
17 Febbraio, Millevoci di Francesco Cicchella, Vincenzo De Honestis e Gennaro Scarpato
con Francesco Cicchella, regia Francesco Cicchella
Millevoci è uno show comico-musicale nel quale Francesco Cicchella mostra le sue doti di comico, cantante ed intrattenitore. Sul palco, oltre allo showman, Vincenzo De Honestis (storica spalla di Cicchella in tutti i suoi spettacoli ed in molte delle sue apparizioni televisive), con il quale dà vita ad esilaranti siparietti comici, ed una band di sei elementi capitanata dal maestro Paco Ruggiero. Il titolo, che strizza locchio al celebre varietà televisivo degli anni 70, è quanto mai emblematico. Le mille voci a cui fa riferimento sono quelle che Cicchella porta sul palco, facendo vivere una moltitudine di personaggi e giocando continuamente con la sua vocalità anche quando veste i panni di se stesso. Sul palco, infatti, oltre alle celebri parodie televisive del comico (Massimo Ranieri, Michael Bublé, Gigi DAlessio etc.) , che rientrano tra i momenti più esilaranti dello spettacolo, diversi numeri da vero showman, che proiettano il pubblico in un viaggio assolutamente ironico e giocoso attraverso il mondo della musica, condotto in maniera sorniona da Cicchella il quale si dimostra capace di impressionare e divertire il pubblico, spiazzandolo continuamente con numeri caratterizzati allo stesso tempo da grande spessore musicale ed artistico, ma anche da devastante forza comica. Il performer fa apprezzare le sue doti canore passando da Stevie Wonder a Pino Daniele, da Michael Jackson ai Maroon 5, da Bruno Mars a Tiziano Ferro, senza mai prendersi troppo sul serio ed offrendo sempre allo spettatore un nuovo punto di vista, originale ed ironico, dal quale partire per giocare con la musica. Cicchella esamina la musica ed i cantanti attraverso la lente del comico, regalando momenti di puro divertimento oltre che performances musicali di classe, in uno show fresco, leggero, sempre godibile e di pregevole fattura.
3 marzo, ore 21, Tutto il mare, o due bicchieri? di Eduardo Tartaglia
con Eduardo Tartaglia, Veronica Mazza, regia Eduardo Tartaglia
Qualcuno ha trafugato proprio le ampolle con il sangue di San Gennaro! E quando tutte le ipotesi investigative (terrorismo islamico, camorra, mitomane, furto a scopo estorsivo ?) verranno clamorosamente smentite, la situazione per lo scalognato Commissario Ercole Portone non potrà che complicarsi. Chi si è impossessato del Preziosissimo Sangue lo ha fatto con lo scopo folle di CLONARE SAN GENNARO !!!... Estrarre cioè una cellula dal liquido posto nell’ampolla e riprodurre vivo e vegeto il Santo in carne ed ossa!!!... Ne segue una divertentissima, pirotecnica, irresistibile ridda di interrogativi e di risposte tutta giocata sul filo del paradosso.
6 Aprile, Hai un amico all'INPS di Rosario Verde, Gaetano Liguori
con Davide Ferri, Rosario Verde, regia Gaetano Liguori
produzione Teatro Toto'
Hai un amico alI'NPS è una moderna e divertentissima commedia che riesce a far ridere partendo da temi attualissimi quali la perdita del lavoro e il problema dei falsi invalidi. Ad un giovane e bravo ingegnere informatico, divenuto dall'oggi al domani disoccupato, improvvisamente arrivano soldi da enti previdenziali, prima in maniera casuale ed in seguito in maniera fraudolenta. Lui ci prova gusto perché tutto sembra andare bene, finchè l'ottima compagnia è capitanata dai bravi Davide Ferri e Rosario Verde con Rosario Minervini e Edoardo Guadagno, inoltre lo spettacolo si avvale della partecipazione di una attrice che ha fatto la storia del Teatro: Annamaria Ackermann. Gaetano Liguori dirige la compagnia con classe, ritmo ed arguzia.Le scene sono realizzate da Tonino Di Ronza e i costumi da Maria Pennacchio.
30 Aprile, "Ingresso indipendente" di Maurizio De Giovanni
con Serena Autieri, Tosca D'Aquino, regia Vincenzo Incenzo
produzione Teatro Diana
La storia ha come protagonista Massimo, quarantenne impiegato in un’azienda privata in attesa di promozione, il quale vive in un appartamentino con ingresso indipendente e che spesso presta al proprio ‘capo’, Ludovico, per i suoi incontri con l’amante, Rosalba. Una sera, al rientro dopo il via libera del superiore, Massimo incontra Rosalba che ha deciso di non andarsene più dall’appartamento per costringere l’amante a lasciare la moglie Giuliana, dopo anni di promesse non mantenute. Massimo è in grande difficoltà, anche per l’arrivo della fidanzata Valeria, diffidente e moralista, che attende la promozione di Massimo per sposarlo. Per cercare di risolvere la situazione arrivano Ludovico e successivamente sua moglie, apparentemente ignara della relazione. Da quel momento si snodano una serie di confronti e di equivoci, in esito ai quali Ludovico e Giuliana e soprattutto Massimo, Valeria e Rosalba, apriranno gli occhi sulla realtà delle proprie vite e sul vero valore delle relazioni, prendendo decisioni impreviste, ma fondamentali per il loro futuro.

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Teatro auditorium Tommasiello, viale Italia, Teano (CE)
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0823.885096 - 333.3782429 - 328.6773023

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