Roberto Solofria, Ilaria Delli Paoli

Massimiliano Civica

Con la carabina

Tony Laudadio

Amore e altre bugie

Antuono e i doni dell'orco

La Direttissima Napoli - Milano

Come un animale senza nome

Questioni di famiglia

Disintegrazione

Rette parallele sono l’amore e la morte

Do Not Disturb

Duellanti

Gea Martire

Fine pena ora

Interno camera

Napucalisse

Il colloquio

  

Teatro Civico 14: stagione 2023/24

Caserta - Dal 1 ottobre 2023 2023 al 5 maggio 2024

Comunicato stampa

1 ottobre 2023, Mutamenti / Teatro Civico 14 presenta "Di un Ulisse, di una Penelope"
con Roberto Solofria, Ilaria Delli Paoli, regia Roberto Solofria
progetto sonoro Paky Di Maio, drammaturgia Marilena Lucente, costumi Alina Lombardi, scene Antonio Buonocore, collaborazione ai movimenti scenici Luigi Imperato, traduzione in napoletano Roberto Solofria, foto di scena Marco Ghidelli
Guerra d’amore, guerra per amore. Tutto cambia dopo il ritorno ad Itaca. Mare in tempesta. Odio. Sangue. Il rosso, il blu, l’oro. Amore. Amore? L’incontro, il rincontrarsi, il ritrovarsi, stringersi le mani, sentire l’odore, il sapore. É questo che cercavo, è questo che non trovavo. È più facile conoscersi o riconoscersi?
8 ottobre, "Attodue. L’emozione del pudore"
Conferenza- spettacolo a cura di Massimiliano Civica
con la proiezione di tre video Orson Wells, Nina Simone, Ettore Petrolini: tre modi di emozionare con pudore
Di che qualità, di che natura è l’emozione che proviamo a teatro? È un’emozione temperata, dolce, struggente, diversa da quella che possiamo provare nella nostra vita quotidiana. La conferenza spettacolo, attraverso la proiezione di tre video, tenta di mostrare come i grandi attori ci commuovono attraverso il pudore dei loro sentimenti, resistendo al torrente delle emozioni che li agitano piuttosto che dandogli sfrenato sfogo. Un bimbo che piange in maniera irrefrenabile e un bimbo che, soffrendo, cerca di non piangere ci commuovono in maniera diversa. Una delle due è la commozione del teatro.
14 e 15 ottobre, Vulìe Teatro in "Pig Bitch" di Marina Cioppa
con Marina Cioppa, Stefania Remino
scenografia Vincenzo Leone, progetto sonoro Paky di Maio, disegno luci Alessandro Benedetti, regia Michele Brasilio
Pig Bitch (trad. lett. Porca Puttana): in scena due personaggi, una Porca e una Puttana. La Porca, interpretando il personaggio affibbiatole dalla società per la sua fisicità abbondante, interpreta se stessa e la sua vita come quella di un maiale. La Puttana interpreta la condizione di sentirsi sporca di fronte alla società. La compagnia indaga il legame tra le due osservando che il concetto di carne le accomuna, cercando di raccontare in modo dissacrante e ironico queste due vite che solo all’apparenza sembrano diverse.
20 ottobre, Compagnia Licia Lanera in "Con la carabina" di Pauline Peyrade
con Danilo Giuva, Ermelinda Nasuto
regia e spazio Licia Lanera, traduzione Paolo Bellomo, in coproduzione con POLIS Teatro Festival e Angelo Mai
Una bambina di 11 anni che un tribunale francese ha riconosciuto consenziente allo stupro che ha subito da parte di un amico del fratello maggiore, decide, diventata donna, di farsi giustizia da sola. La storia è continuamente divisa tra passato e presente: il primo ambientato in un luna park, il secondo a casa della donna. In entrambi i luoghi si consuma una violenza, ma i ruoli sono invertiti.
Con la carabina è un testo lucido e imparziale, che fugge dall’idea di dividere categoricamente il mondo in buoni e cattivi, ma analizza i meccanismi culturali e antropologici che fanno scaturire alcuni comportamenti violenti.
21 e 22 ottobre, Casa del Contemporaneo in "La città che incanta (Pasqualino e Alessiuccia)" reading musicale – tributo a Pino Daniele
testo e regia Tony Laudadio
con Tony Laudadio (voce e sax), Ferdinando Ghidelli (chitarra), Corrado Laudadio (basso), Almerigo Pota (tromba)
Tony Laudadio oggi è un inconfondibile volto teatrale e cinematografico, ma fin da giovanissimo si è diviso tra la musica e il teatro. In Pasqualino e Alessiuccia, di cui è autore, regista e interprete, torna alla musica e, fondendola, accompagnato in scena da chitarra, basso e tromba e suonando lui stesso il sax, ci presenta quello che lui stesso definisce “un racconto, un tentativo di miracolo, un canto a voce nuda: a fronna ‘e limone”, una storia di amore e musica, la cui architettura è costituita dalla musica di Pino Daniele.
5 novembre, Scena Nuda in "Questioni di famiglia" da Antonio e Cleopatra di William Shakespeare
regia Andrea Collavino, con Filippo Gessi, Teresa Timpano
scene Anusc Castiglioni, costumi Anusc Castiglioni, Micaela Sollecito, aiuto regia Roberta Colacino
Ci confrontiamo con un testo di 34 personaggi, uno dei drammi storici di Shakespeare, che contempla scene corali, epiche, battaglie, lunghi e complessi dialoghi. La scelta è ricaduta su questo testo perché tra i classici è quello che più rispecchia l’incertezza e l’assurdità. Antonio e Cleopatra scelgono, in ogni momento di questa vicenda e sembra che scelgano sempre la cosa sbagliata. Il tema riguarda il desiderio e la volontà. È possibile desiderare ciò che vorremmo? È possibile desiderare ciò che pensiamo sia meglio?
11 novembre
, Attodue presenta "Nessun elenco di cose storte"
un progetto drammaturgico di Oscar De Summa
regia Oscar De Summa, con Sandra Garuglieri
luci Matteo Gozzi
L’uomo l’ha sempre saputo, e ci ha sempre giocato con la morte, anche se epoca dopo epoca le ha attribuito valori sempre diversi. A far da sfondo sul palco c’è una barella da obitorio, illuminata da soffuse luci verdi, che ospita un cadavere coperto dal classico telo bianco. Una leggera musica strumentale di sottofondo accompagna il momento in cui lei usa questo lettino per rivolgersi al padre defunto. Ma lo spettacolo non è quello che sembra, non è il racconto della morte del padre. Il pubblico viene catapultato così nella realtà contemporanea, la morte nel Mediterraneo, ed invitato a ragionare sul cadavere di quello sconosciuto a cui dare un’identità.
12 novembre, Attodue in "Rette parallele sono l’amore e la morte"
di e con Oscar De Summa
progetto luci e scene Matteo Gozzi, progetto sonoro Vladimiro Bentivogli
Sono cosa strana i nostri ricordi. Dispersi in un oceano di pensieri, vecchi e nuovi, di fatti, di volti, di sensazioni. A volte, senza che ci sia una vera e propria causa scatenante, ci risalgono in superficie, come onde di un passato senza più tempo, senza più priorità e si infrangono contro lo scoglio duro del qui ed ora, lo scoglio duro della realtà. Bagnano per un momento qualcosa di qui. Poi il mare di noi stessi se li riporta via, senza che lascino traccia, forse per non tornare mai più. È arrivata così questa storia. Una mattina di maggio. Portava con sé quasi nulla di me, quasi nulla dei protagonisti. Solo una sensazione, una cosa curiosa di mille anni fa.
dal 24 al 26 novembre, Electroshock Therapy (EST) in "Disintegrazione 2.0"
voce Ilaria Delli Paoli, progetto sonoro Paky Di Maio, visual Francesco Zentwo Palladino
costumi Alina Lombardi, tecnico audio Lorenzo de Gennaro, foto Marco Ghidelli
con il sostegno di Mutamenti/Teatro Civico 14
Due volte finalisti a La Biennale di Venezia, il collettivo EST porta sul palco un ‘concerto visivo’ che vede mescolarsi tra loro teatro, musica e visual art in un’unica performance dal vivo. Un percorso di distruzione e ricostruzione dei personaggi e delle loro parole in un unico viaggio onirico fatto di voci, suoni e immagini, che portano lo spettatore che assiste alla performance a vivere suggestioni e sensazioni contrastanti, di disaccordo e comprensione, immedesimazione e rigetto. È una performance che non lascia neutri, in costante evoluzione e crescita con i tre performers, anima del progetto.
dal 15 al 17 e dsl 25 al 30 dicembre, Mutamenti/Teatro Civico 14 e Piccola Città Teatro in  "Amore e altre bugie" di Antimo Navarra
con Ilaria Delli Paoli, Viola Forestiero, Antimo Navarra, Ettore Nigro, Roberto Solofria
regia Roberto Solofria, progetto sonoro Paky Di Maio
aiuto regia Anna Bocchino, costumi Alina Lombardi
Amore e altre bugie esplora i complicati intrecci amorosi di un gruppo di amici. In questo dramma comico, l’allegria delle feste si mescola alle rivelazioni dei cinque protagonisti: Roberta, Guido, Adele, Mario e Andrea. Durante la cena di Natale emergeranno conflitti e complesse dinamiche di coppia. Tuttavia, tra bugie, slealtà e doppiezze, i cinque amici si confronteranno con la verità, ma anche con la possibilità di redenzione.
6 e 7 gennaio 2024, ore 18, Mutamenti/Teatro Civico 14 in "Antuono e i doni dell’orco"
da Lo cunto de li cunti di Giambattista Basile, drammaturgia Luigi Imperato, Roberto Solofria
con Marina Cioppa, Giuseppe Cioffi, Antimo Navarra, Umberto Orlando, regia Roberto Solofria
musiche originali Paky Di Maio, costumi Alina Lombardi, illustrazioni di scena Arianna Delfino, Mariella Tescione
È un ingenuo il primo protagonista dei cunti di Basile, Antuono, sfaccendato e senza grandi doti intellettive ma che, grazie alla sua semplicità, riesce a farsi condurre dalla cieca dea Fortuna sulla via della ricchezza. D’altronde è risaputo che un giudizio troppo affrettato spesso inganna e se è vero che l’Orco “aveva una brutta faccia, ma un bel cuore”, è vero anche che una persona sprovveduta come Antuono può imparare dai propri errori, magari dopo aver subito una bella lezione.
13 e 14 gennaio, Collettivo LunAzione in "Il colloquio"
progetto e regia Eduardo Di Pietro, con Renato Bisogni, Alessandro Errico, Marco Montecatino
aiuto regia Cecilia Lupoli, costumi Federica Del Gaudio, organizzazione Martina Di Leva
Il Colloquio prende ispirazione dal sistema di ammissione ai colloqui periodici con i detenuti presso il carcere di Poggioreale, Napoli. Tre donne, tra tanti altri in coda, attendono stancamente l’inizio degli incontri con i detenuti. Portano oggetti da recapitare all’interno, una di loro è incinta: in maniera differente, desiderano l’accesso al luogo che per ognuna custodisce un legame. In qualche modo la reclusione viene condivisa all’esterno dai condannati e per le tre donne, che se ne fanno carico, coincide con la stessa esistenza: i ruoli maschili si sovrappongono alle vite di ciascuna, ripercuotendosi fisicamente sul corpo, sui comportamenti, sulle attività, sulla psiche.
27 e 28 gennaio, I Due della Città del Sole in "Lampedusa Beach" di Lina Prosa
regia Marcello Manzella, con Valentina Elia
musiche originali Antonio Della Ragione, scene Raffaele Di Florio, light designer Maurizio Morra, costumi Maria Grazia Di Lillo
Un barcone carico di settecento profughi in fuga dall’Africa affonda nello specchio di mare di fronte a Lampedusa. Nell’oscurità incombente della notte, i settecento corpi si agitano e si dibattono nell’acqua. Tra questi corpi c’è quello di una giovane donna, Shauba, che riesce ad aggrapparsi ai suoi occhiali da sole caduti in acqua. È nell’implacabile discesa infernale sul fondo del Mediterraneo che Shauba, lasciandosi andare ai ricordi, compie il suo viaggio verso Lampedusa Beach: la parte sottomarina di Lampedusa, la spiaggia dove si depositano i sogni infranti.
3 e 4 febbraio, Lab 48 in "Della storia di G. G." dal racconto di Mariagrazia Rispoli
drammaturgia Gea Martire, regia di Mariano Lamberti, con Gea Martire
Gea Martire è senza dubbio una delle più versatili artiste nel panorama attoriale italiano: teatro, fiction televisiva e cinema ne hanno da tempo consacrato la bravura e la duttilità interpretativa. Per il taglio grottesco e ironico che lo contraddistingue, il monologo de Della storia di G.G. si può facilmente ascrivere nel registro della “black comedy”. La storia della donna che subisce la dolorosa perdita del padre ma che prova allo stesso tempo un’alquanto irrefrenabile attrazione per l’uomo che ha il compito di sotterrarlo, si presta bene così ad una buona dose di humour nero.
10 e 11 febbraio, Teatri 35 in "La Direttissima Napoli - Milano"
Azione rapido comica in tre atti, otto quadri ed un’apoteosi
testi dall’opera di E. Scarpetta e E. Ferravilla, drammaturgia Gaetano Coccia, Davide Ferrari, con Gaetano Coccia, Davide Ferrari
regia e luci Francesco Ottavio De Santis, scene, costumi e movimento scenico Antonella Parrella,
musiche eseguite dal vivo da Davide Ferrari
Eduardo ed Edoardo, rispettivamente Scarpetta e Ferravilla, nascono a metà ‘800 a 800 km di distanza. Milano e Napoli, Napoli e Milano, due grandi tradizioni teatrali, due metropoli, due palcoscenici e due pubblici esigenti, stanchi delle vecchie farse e maschere della tradizione. Nello spettacolo raccontiamo la loro amicizia, le loro collaborazioni e rimettiamo in scena frammenti di successi come La class di Asen, Na Santarella, Miseria e Nobiltà.
24 e 25 febbraio, La Fabbrica dell’Attore e Cadmo Associazione Culturale in "Come un animale senza nome" da Pier Paolo Pasolini
un progetto di e con Lino Musella, musiche dal vivo Luca Canciello, drammaturgia Igor Esposito
Come un animale senza nome è un’opera-concerto originale, su testi di Pier Paolo Pasolini. Il poema autobiografico Poeta delle ceneri sarà la colonna vertebrale del corpus poetico pasoliniano che la voce di Lino Musella renderà in forma di costellazione sonora, nuova e vibrante, accompagnata dalle sonorità musicali del Maestro Luca Canciello. La straordinaria e misteriosa potenza del fantasma pasoliniano torna a interrogare il nostro presente a più di cento anni dalla nascita del poeta.
2 e 3 marzo, Fondazione Teatro di Napoli - Teatro Nazionale del Mediterraneo - Nuova Commedia in "Napucalisse" (oratorio in lettura)
di e con Mimmo Borrelli, musiche dal vivo Antonio Della Ragione
Napucalisse è un racconto dolente e arrabbiato dell’uomo napoletano messo in condizioni di inferiorità e ghettizzazione sociale, che non sentendosi parte dello stato e della sua famiglia, è destinato a esplodere, bomba che cammina, come il Vesuvio. Un complesso congegno teatrale, che avvolge in un magma indistinto Napoli con l’apocalisse, che è sempre sul punto di manifestarsi. Un monologo e un’invettiva che Borrelli tratteggia in forma di oratorio, con il ritmo della musica che è protagonista materica di una continua escandescenza, creatrice e distruttrice, senza speranza e, proprio per questo, inversa dichiarazione d’amore.
16 marzo, Teatro Stabile d’Abruzzo in "Stefano" di Armando Discépolo
regia Stefano Angelucci Marino, con Vito Signorile, Tina Tempesta, Rossella Gesini, Paolo Del Peschio, Stefano Angelucci Marino
maschere BRAT Teatro, scenografia Tibò Gilbert, in collaborazione con Teatro del Sangro e Teatro Abeliano di Bari
Stéfano è considerato un classico del teatro argentino. Il suo protagonista è un musicista diplomato al Conservatorio di Napoli che arriva in Argentina, come tanti immigrati di inizio Novecento, con la speranza di “trovare l’America”. Il suo desiderio è diventare un musicista famoso, scrivere una grande opera e far piovere sterline. Niente di tutto ciò accade. Otto maschere antropomorfe permettono la trasfigurazione. Un particolare codice espressivo nato dalle suggestioni create dai murales e dai “bamboloni” della Boca, il celebre barrio porteño contraddistinto da una forte impronta italiana.
23 e 24 marzo, Piccola Città Teatro / Teen Theatre in "I fiori di Aldo Moro" di Chianelli e Conforti
con Ettore Nigro, musiche dal vivo Francesco Capriello, scene Giancarlo Minniti
aiuto regia Giovanni Sbarra, regia Mario Autore
A parlare è Antonio Spiriticchio, il fioraio di stanza a via Fani che il giorno del sequestro di Aldo Moro non si trovò sul luogo di lavoro perché i terroristi la notte precedente avevano provveduto a forare le ruote del suo furgoncino, da cui ogni giorno vendeva i fiori, per impedirgli di essere presente nel luogo del rapimento, sbarazzandosi così di uno scomodo testimone. Spiriticchio è quindi il simbolo di chi doveva esserci, e non c’è stato, a osservare da vicino uno degli episodi cruciali e più controversi della recente storia d’Italia; come ogni abitante, come tutto il paese. E così quel dover esserci e non esserci stato diventa la metafora di una verità sepolta, di una realtà che sfugge e sfugge ancora a chi aveva il diritto di sapere.
6 e 7 aprile, Solot Compagnia Stabile di Benevento in "I Duellanti" dal racconto di Joseph Conrad
scritto da Francesco Niccolini, con Carlo Di Maro, Antonio Turco, regia Mario Gelardi
aiuto regia Mario Ascione, costumi Rachele Nuzzo
I duellanti racconta il conflitto lungo una vita tra due militari Gabriel Féraud e Armand d’Hubert che sfidatisi inizialmente per un futile motivo, continuano a farlo in ogni occasione che la vita li pone uno di fronte all’altro. L’opera si incentra interamente sul conflitto tra le due figure, l’una l’opposto dell’altra. Una figura rappresenta la violenza mentre l’altra il buon senso. In questo adattamento di Francesco Niccolini, i due attori che interpretano i duellanti, danno voce a tutte le figure del racconto di Conrad, disegnando un mondo passato che è il riflesso dell’eterno conflitto tra gli uomini.
19 aprile, Tedacà e Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale in "Fine pena ora" di Elvio Fassone
adattamento e regia Simone Schinocca, con Salvatore D’Onofrio, Costanza Maria Frola, Giuseppe Nitti
in collaborazione con Festival delle Colline Torinesi
Fine pena ora porta in scena la corrispondenza lunga oltre 30 anni tra un ergastolano e il suo giudice. La storia di due mondi, due vite completamente diverse all’apparenza inconciliabili che, lettera dopo lettera, trovano un punto di unione. L’umano viene posto al centro, con i suoi limiti, le sue contraddizioni, con il suo desiderio di ricreare un punto zero. Come si può ritrovare un senso, partendo da quel Fine pena Mai che accompagna il nome di Salvatore? Un’opera che scuote e commuove, che chiede come conciliare la domanda di sicurezza sociale, e la detenzione a vita, con il dettato costituzionale del valore riabilitativo della pena, senza dimenticare l’attenzione al percorso umano di qualsiasi condannato.
27 e 28 aprile, Giglio / Prosperi in "Interno camera"
drammaturgia Paola Giglio, con Paola Giglio, Matteo Prosperi
regia e ideazione scenica Marcella Favilla, con il supporto di ARTEFICI Residenze Creative FVG/Artisti Associati Gorizia
foto di scena Giovanni Chiarot
Marta è una scrittrice alle prese con il suo primo romanzo e per vivere scrive contenuti trash su un sito internet. Pietro si è licenziato, faceva il pony bike, ma da quando ha rischiato di finire sotto a un camion aveva preso ad andare pianissimo e guadagnava pochissimo. Dottorando in filosofia, scrive da anni una tesi sulla ‘lentezza come valore nella vita frenetica di inizio millennio’, ma non riesce a finirla. In una società in cui lo sfinimento è un valore, che impone lo sfiancamento come prova che si è fatto il proprio dovere, l’atto di fermarsi e ritrovare il punto interiore che definisce chi si è, costa più fatica che continuare a correre.
4 e 5 maggio, Teatro di Napoli – Teatro Nazionale in "Opera didascalica"
un progetto di Ctrl+Alt+Canc, testo e regia Alessandro Paschitto
con Raimonda Maraviglia, Alessandro Paschitto, Francesco Roccasecca
Nulla che si possa fare sembra sufficiente a far accadere davvero qualcosa. Nessuna parola o azione diviene simbolica. E se nulla riesce a toccarci, a riguardarci senza presto spegnersi e decadere, dov’è la nostra immagine del mondo? L’incapacità di rappresentare si fa presto immagine di un’altra incapacità: quella di vivere. Il qui e ora del teatro, libero da finzioni, si impregna di significati nuovi. La ricerca di un nuovo canale di comunicazione vede susseguirsi tentativi dei più diversi, pensieri e spasmi, meditazioni e schizzi. Tutti falliscono, ma qualcosa resta. Come un’eco, un solco lasciato, sedimento che si cumula sempre più presente nel vuoto dello spazio. Se qualcosa infine appare lo fa solo in quanto proiettata da un di dentro di chi osserva. Il luogo della rappresentazione si sposta lentamente dalla scena vuota al retro dei suoi occhi.

Altri appuntamenti

27 ottobre, 3 e 17 novembre 2023, "Corde nuove -  Festival di musica emergente"
un evento APS Urbe Santa Maria Capua Vetere
Corde Nuove si propone come un festival coraggioso, nato per diventare il punto di riferimento nel promuovere la musica emergente del nostro territorio. Ha uno stile urban, curioso e inclusivo.
Tre serate, tre venerdì, tre occasioni di incontro dove il pubblico sarà accompagnato nella scoperta di band, musicisti e rapper attraverso inedite produzioni musicali. Insieme alla musica, una tematica attuale sarà oggetto di riflessione durante ognuno dei tre eventi.
Partecipazione, ascolto e condivisione. “Ci sono corde che lasci vibrare da una vita. Talvolta c’è bisogno di pizzicare Corde Nuove”.
29 ottobre, 19 novembre e 3 dicembre 2023,
Associazione ARABESQUE: Off call for contemporary experimental dance
Dal 2017 l’Associazione ARABESQUE è organizzatrice e promotrice della 1° Rassegna di danza contemporanea Off Call For Contemporary Experimental Dance, presso il Teatro Civico 14, che ha visto la messa in scena di più di 40 spettacoli e ospiti molte compagnie del panorama campano e nazionale. La rassegna di quest’anno vedrà impegnate compagnie di danza nazionali tutte sostenute dal MIC: Borderline danza, Movimento danza, Atacama, Mandala Dance company, Resextensa, Arb dance company.
dall'8 al 10 marzo
, Do Not Disturb - Il teatro si fa in albergon**presso Hotel dei Cavalieri - Caserta
un progetto di Mario Gelardi, Claudio Finelli in collaborazione con il NTS’ Nuovo Teatro Sanità
Il format trasforma le stanze d’albergo in veri e propri palcoscenici. Solo venti spettatori a recita, penetrando direttamente nel post intimità dei protagonisti, spieranno i personaggi poco prima che lascino la stanza. L’idea è quella di dar vita ad una specie di voyeurismo teatrale, laddove il senso del guardare è nella radice stessa del termine teatro, portando alle estreme conseguenze questa dimensione e facendone elemento di creazione artistica e fruizione estetica. Il pubblico vivrà la storia ad un palmo dagli attori, costretti quasi a nascondersi e allo stesso tempo ad abbattere insieme alla quarta parete, andando così alla ricerca di una nuova verità scenica.
13 aprile, Inside the project: Inside Pink Floyd “The Wall”
un progetto di Paky Di Maio, Luigi Iacono
in collaborazione con Mutamenti/Teatro Civico 14
*evento fuori sede
Il principio fondante dell’INSIDE è sostenere una nuova idea musicale, realizzare un appuntamento stagionale dove gli artisti coinvolti rendono omaggio, con nuove chiavi di interpretazione, a una band o un artista che ha segnato la storia della musica. Quest’anno, il 2024, è dedicato interamente ai Pink Floyd e al loro capolavoro “The Wall”. Attraverso un’immersione totale nella musica, nell’arte e nella storia di questa band visionaria, The Wall prenderà vita in tutta la sua grandezza. Sarà una celebrazione straordinaria con performance live di musica, teatro, danza e mostre, per immergersi completamente nell’universo dei Pink Floyd.

info
Teatro Civico 14, Via F. Petrarca (Parco dei Pini) c/o Spazio X, Caserta
t. (+39)0823.441399
organizzazione@teatrocivico14.org

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