Le sedie

Vico Pallonetto a Santa Lucia

"Nelle Parole" di Enrico Grieco

Jury Monaco

Teatro Strappato

Le stelle stanno a guardare

Le persone dentro

Edison vs Tesla

Campanile o campanilismo?

Amore mio

La direttissima Napoli – Milano

L'incontro

Con-fusione

Lamente...le

Largo di Castello

Jury Monaco

Tracce di danza

  

Faziopentheater 2023 - 2024

Caserta- dal 3 novembre 2023 al 14 Aprile

 

Comunicato stampa

Teatri d’Innovazione – Ricerca - Formazione, Rassegna Nazionale di Teatro – Danza – Arti Performative, 6^ ed
Ideazione e direzione artistica: Antonio Iavazzo. Direzione organizzativa: Gianni Arciprete. Tutti gli spettacoli si tengono nella Sala teatro di Palazzo Fazio, via Seminario 10, Capua (CE)
Programma
Domenica 29 Ottobre, ore 19, Sezione teatri d’innovazione, Associazione “Il Colibrì” di Sant’Arpino (CE) in "Le Sedie"
Liberamente ispirato all’omonimo testo di Ionesco
Adattamento e Regia: Gianni Arciprete – Antonio Iavazzo
Interpreti: Gianni Arciprete – Licia Iovine
Audio - Luci: Antonio Ferraro
NOTE
Lo stesso Ionesco definisce la sua opera, “Le Sedie”, una farsa tragica. D’altra parte come definire la vita e le relazioni tra gli uomini se non come esperienza di profondo smarrimento e metafisico sberleffo? I due protagonisti, una coppia di anzianissimi sposi, qui rivisti in parte in termini “garbatamente” partenopei, nel loro struggente isolamento, come due clown gettati nel mondo fenomenico, si muovono sospesi e indaffarati. Tra attese e arrivi immaginari, dolci ricordi, e palesi menzogne, evocazioni, assurdi e paradossi, preparano un fantomatico messaggio all’umanità da affidare ad un oratore che non arriverà mai. Su tutto il caos regna una volontà di paradiso ed un assordante desiderio di un sorriso che possa in qualche modo giustificare e appagare il senso di vuoto e di straniamento. Anche e forse soprattutto nel lungo addio della coppia che si congeda dal mondo affidandosi, senza alcuna disperazione o paura, al mare e ai suoi segreti.
Domenica 12 Novembre, ore 19, Sezione teatri d’innovazione, Ass. Culturale Teatrale “POST teatro” di Torre del Greco (NA)  in "Vico Pallonetto a Santa Lucia"
Drammaturgia: Silvio Fornacetti – Diego Sommaripa. Regia: Silvio Fornacetti
Interpreti: Rossella Di Lucca – Marcella Jo Pirillo – Diego Sommaripa
Oggetti scenici: Gennaro Olivieri
NOTE
Il gioco per le due sorelle è il palliativo per non affrontare le loro fragilità, le loro paure ed i loro complessi mai risolti. Il denaro vince sul sesso, che pure è un istinto così primordiale. Accade nella mente dei giocatori patologici. La maggior parte di coloro che si dedicano al gioco d’azzardo lo pratica come forma di passatempo e di divertimento. Si tratta di un fenomeno sociale e culturale che come tale quindi non può essere certo demonizzato. Tuttavia, in certi casi, alcuni individui sviluppano un’ossessione e un atteggiamento morbosi verso il gioco, arrivando a instaurare con esso una vera e propria forma di dipendenza. Se con il termine “gioco” si fa riferimento ad ogni attività che abbia come scopo la ricreazione e lo svago, quando si parla di “gioco d’azzardo” si intendono attività in cui non rientra più l’abilità del giocatore ma soltanto la sorte, il fato e lo scopo di lucro. In Play ci siamo domandati come il gioco possa essere un rifugio per non soccombere ai ritmi frenetici e stressanti delle vicissitudini quotidiane. Come l’esperienza ludica può diventare talmente coinvolgente e pervasiva da costituire tutt’altro che un’oasi di felicità e perfezione: il gioco da magico può diventare demoniaco, con preoccupanti costi individuali e sociali. Dostoevskij scrisse “Fui assalito da un desiderio spasmodico di rischiare; forse dopo aver provato così tante sensazioni, l’animo non si sente sazio ma eccitato da esse, ne chiede sempre più altre, sempre più intense, fino alla totale estenuazione”. Passione e dolore, socialità e aggressività, vita e morte, sono immagini che convivono nella dimensione dell’azzardo. Per comprendere il fenomeno del gioco d’azzardo patologico è necessario addentrarci nell’analisi della società: l’edonismo rimpiazza il senso del dovere, la liberazione e la serenità personale passa anche attraverso l’acquisto, il possesso, l’esibizione. Stiamo vivendo in un mondo nel quale non esistono più confini. Dove non esistono più limiti, ma tutto è possibile.
Domenica 19 Novembre, ore 19, Sezione Teatrodanza, Associazione “Akerusia Danza” di Napoli in "Nelle Parole" di Enrico Grieco
Regia: Rosario Liguoro. Coreografie: Elena D’aguanno. Musiche originali: Valerio Virzo. Interpreti: Maria Grazia Cavallaro (Attrice) – Marcella Martusciello (Danzatrice)
NOTE
Questo lavoro, ispirato ai testi di Enrico Grieco, fotografo napoletano attualmente residente a Catania tende a ricreare in uno spazio intimo il pensiero dell’artista, attraverso parole, immagini, movimento e musica dal vivo, con le ambientazioni sonore di Valerio Virzo. Nel rapporto multidisciplinare si sperimenteranno tutte le combinazioni possibili tra suono, voce e movimento, creando abbinamenti originali non fini a sé stessi ma sempre al servizio del testo e dei suoi significati reconditi. La performance si inserisce in un più ampio progetto di ricerca di Akerusia Danza basato sul dialogo fra le arti visive e la danza quali arti non verbali accomunate dall’uso di un linguaggio corporeo atto a veicolare un repertorio condiviso di azioni e stati psico-fisici.
Domenica 10 Dicembre, ore 19, Sezione Teatri D’inclusione, Jury Monaco di Capua (CE) in "Chi è Pulcinella?"
Drammaturgia e Regia: Jury Monaco. Interprete: Jury Monaco
NOTE
È un viaggio immaginario nella storia e nell'anima di Pulcinella, il racconto di una storia che ha origini circa duemila anni fa partendo dalla Fabulae Atellane fino a giungere a Petito. Ma non mancano i retroscena i misteri che da secoli aleggiano intorno alla figura del Cetrulo. Per la prima volta si racconta un Pulcinella senza maschera con le sue stramberie e le sue angosce. Lo spettacolo vuole essere anche un omaggio alla Commedia dell'arte periodo florido e rivoluzionario per il teatro italiano, infatti oltre a Pulcinella saranno presenti in scena tutte le maschere napoletane più rappresentative: " Matamoros, Scaramuccia, Tartaglia, Teresina, Maccus e Felice Sciosciammocca". È un esilarante e commovente One Man Show dove un unico attore vestendo i panni del mattatore interpreta ben otto personaggi. La Messinscena è un crogiuolo di storia, tradizione, versatilità ed amore profondo per la nostra terra
Domenica 17 Dicembre, ore 19, Sezione Teatri D’innovazione, Compagnia “Teatro Strappato” (Francia – Spagna) in "Betún - 4 sogni e 5 realtà di una vita di strada"
Regia: Vene Vieitez. Interpreti: Cecilia Scrittore – Vene Vieitez
Foto: César Desviat – César Cano
NOTE
E’ un evento davvero straordinario e speciale, che giunge alla fine di quattro intensissimi giorni di Workshop sulla Commedia dell’Arte che gli stessi artisti del gruppo terranno presso Palazzo Fazio a Capua.
Lo spettacolo in questione sta commuovendo le platee internazionali e presenta un indimenticabile spettacolo di maschere senza parole, ma con un grande significato, una favola teatrale che si materializza e svanisce dinanzi al pubblico. Immagini portate e poi spazzate via dal vento, che lasciano ricordi indimenticabili. 100 milioni di bambini vivono nelle strade del nostro mondo, dei quali 40 milioni in America Latina, Betún è quella faccia scomoda che ci guarda negli occhi e diventa lo specchio magico che ci mostra il lato peggiore della nostra specie, Betún è 100 milioni di bambini invisibili ma con un volto, il volto peggiore della nostra umanità. Il lavoro di ricerca portato avanti da Teatro Strappato, durante il viaggio in Bolivia fatto all’inizio del 2016, sui bambini che vivono e lavorano nelle strade delle metropoli dell’America Latina, ha come frutto “Betún”, uno spettacolo senza parole ma che dice molte cose. Una maschera di cuoio che diventerà per un momento il volto di milioni di bambini. La prima dello spettacolo c’è stata in luglio del 2016, al Festival di Avignon Le Off.
Domenica 7 Gennaio, ore 19, Sezione Teatri D’innovazione, Antonio Stoccuto di Napoli in "E le stelle stanno a guardare"
Drammaturgia e Regia: Antonio Stoccuto. Interpreti: Antonio Stoccuto - Chiara Di Bernardo. Assistente alla regia: Emma La Marca. Disegno Luci – Elementi di scena - Maschere: Antonio Stoccuto
NOTE
Il progetto “Le stelle stanno a guardare” è il primo capitolo di una trilogia dedicata all’invisibile. Con questa opera si vuole elaborare un percorso di ricerca che faccia luce su diversi concetti: Le emozioni L’elaborazione del lutto Il rapporto tra morte e vita L’invisibile che collega diverse realtà apparentemente molto lontane. La possibilità di avere antenne che percepiscono un altro non chiaro, ma esistente. L’umano apre uno spiraglio, attraverso l’invisibile, per rivivere interiormente un contatto con ciò che nel presente sfugge. Si viene prima o dopo in relazione con l’esperienza della morte e nel viaggio che si compie, previve il rapporto con essa accumulando via via, avvenimenti vicini e personali o distanti e impersonali che costringono a farne tesoro. Si elaborano pensieri, sedimentano emozioni, si inventano credi e religioni. Ciò che accomuna tutti, come sosteneva il sociologo Bauman, è che la morte è per definizione la negazione assoluta dell'esperienza, non si può toccare né immaginare, ma quando essa sfiora da vicino un partner, un amico o un familiare, conduce nelle sue realtà. Farne la conoscenza, un certo numero di volte, è come una prova generale di quel che significherà. L’umano percorre il suo viaggio in questa realtà sommersa dalla superficie dei sensi. Il lavoro drammaturgico presenta elementi che fungono da capisaldi nel divenire dell’esecuzione messa in atto dall’umano, quali: il respiro- il filo rosso – il canto/preghiera – le maschere – l’abbraccio. L’intera opera è una dedica all’amata nonna.
Domenica 14 Gennaio,
- ore 19, Sezione Teatrodanza, “Arabesque” di Capua (CE) - “Art Garage Dance Company” di Napoli in "Camera con vista"
Regia e drammaturgia: Ginevra Cecere. Concepts: Ginevra Cecere – Glorianna Tartaglione – Martina Esposito. Performers: Maria Anzivino – Ginevra Cecere. Sound: Davide Maccarone
NOTE
Il modo in cui percepisco il non visibile è ciò che mi definisce. Decido di abitare angoli che scelsi di tenere al buio. Dalla stasi lo svelamento dell’oscuro diviene parte della luce. Il buio non è assenza di qualcosa ma spazio da assorbire, Parentesi vuota. La colgo, la indago, la svelo. Riesco persino a vedere ciò che aveva celato, o che io avevo scelto di non vedere.
- “Arabesque” di Capua (CE) in collaborazione con “Mutamenti/Teatro Civico 14” di Caserta presenta "Le persone dentro"
Ispirato a “Una stanza piena di gente” di Daniel Keyes e Billy Milligan
Coreografia: Roberta De Rosa. Interprete: Roberta De Rosa. Musiche: West Dylan Thordson. Elaborazione musicale: Paky Di Maio
NOTE
Il cervello umano è l'oggetto più complesso dell'universo. Un individuo con personalità multipla può cambiare la struttura del suo corpo con il pensiero. E se non ci fosse limite a ciò che può diventare? È questo il prossimo stadio dell'evoluzione? (M. Night Shyamalan)
Domenica 21 Gennaio, ore 19, Sezione Teatri D’inclusione, “Teatro dell’Ovo” di Marcianise (CE) in "Tra me e il mondo c’è una patina di equivoci"
Tratto dal romanzo “Hanno tutti ragione” di Paolo Sorrentino
Adattamento: Raffaele Patti – Luciano Restivo. Regia: Raffaele Patti. Interpreti: Raffaele Patti – Cecilia Scatola – Massimiliano Ferraro – Paolo Nicolella. Musiche: Massimiliano Ferraro
NOTE
L’inferno e il purgatorio di un uomo bandito per sempre dal paradiso. La passione estrema e la noia incondizionata, vissute attraverso lo squallore di uno spaccato italiano che ritorna come un feroce giaguaro. Quando la vita diventa scenicamente stretta, chi è pronto a giocare con gli spazi dilata le forme geometriche degli ambienti e ridisegna nuovi contorni per chi ne calpesta i punti. I racconti del cantante confidenziale Tony Pagoda non cercano disamine o giudizi; servono solo a rendere giustizia alla sua insaziabile sete scenica e alla sua miserabile esistenza."
Domenica 4 Febbraio, ore 19, Sezione Teatri D’innovazione, Compagnia Teatrale “Red Roger” – Ass. Cult. “Maccheroni” di Benevento in "Edison vs Tesla - La luce e l’oblio"
Drammaturgia: Pier Paolo Palma. Regia: Georgia De’ Conno. Interpreti: Eugenio Delle Veneri Stoccuto – Pier Paolo Palma. Musiche: Massimo Varchione – Elisa Vito
NOTE
Un duello, una guerra, che porterà una lunga scia di vittime. Della “guerra delle correnti”, ci affascinava la strategia comunicativa, l’impeto, la psicologia dei due attori. Spietato imprenditore Edison, ingenuo ma geniale Tesla. Una scommessa: due attori sempre in scena per quasi un’ora che raccontano questa straordinaria battaglia, il cui esito ha modificato il mondo, fino a renderlo moderno. Uno studio sulla persuasione, sul marketing, sulle logiche del mercato, che porterà alla costruzione della prima sedia elettrica, vista come un mezzo più umano per porre fine a una vita. È la storia di una truffa, dove entrambi i protagonisti ne escono sconfitti.
18  e 19 Febbraio, Sezione Teatri Dei Germogli, Associazione “Il Colibrì” di Sant’Arpino (CE) in "L’Incontro" (Anteprima assoluta)
Ideazione e Regia: Antonio Iavazzo. Interpreti: Rosalba Ciliento – Giulio De Riso – Mario Di Fraia – Valeria Giove – Licia Iovine – Gennaro Marino – Giusy Petrone – Chiara Russo – Eliodoro Vagliviello – Antonio Villano – Salvatore Zappulo – Daniela Ziello
Assistenti alla Regia: Chiara Russo – Gianni Arciprete. Audio - Luci: Antonio Ferraro
NOTE
Un appuntamento in un luogo indefinito e dopo diversi e intensi anni di vita in comune, tra un uomo e una donna. Qui, nella mia personalissima visione e messinscena, moltiplicati in mille volti e archetipi, in un effetto di spaesamento e continui “cambi” di prospettive e visione. Il quotidiano è un pretesto per scavare nei ricordi, nei non detti, tra rimproveri, allusioni. Una “danza delle parole” che stordisce e che, in qualche modo rende i protagonisti teneri e simili, nelle loro vulnerabilità, al genere umano. Il desiderio sotteso, che si traveste sovente nel suo opposto nella vita relazionale, come spesso capita alle anime inquiete, è quello di un disperato bisogno di amore e protezione. La lezione di Ionesco e Beckett sempre presente.
Domenica 25 Febbraio, ore 19, Sezione Teatri D’inclusione, Jury Monaco in "Il finto reale - Le buffe avventure di Re Nasone"
Testo e regia Jury Monaco. Interprete Jury Monaco
NOTE
Lo spettacolo in questione, racconta un Ferdinando comodamente stravaccato nel suo palchetto reale, all’interno del Teatro San Ferdinando, che assiste compiaciuto ad una farsa pulcinellesca. In una pausa tra un atto e l’altro, mentre fagocita gustosamente un fumante piatto di maccheroni, rigorosamente mangiato con le mani, discorre col suo educatore Domenico Cattaneo, e durante la piacevole chiacchierata, con l’ausilio del flash-back, prendono forma divertenti episodi e strambi personaggi, che da sempre hanno attraversato la vita di Ferdinando. Ma i piacevoli ricordi, vengono bruscamente interrotti, dall’arrivo delle truppe francesi e l’imminente rivoluzione napoletana del 1799. Lo spettacolo è pregno di simpatici episodi e colpi di scena, ma in particolare attraversano la scena decine di personaggi, tra cui: “Pulcinella, Maria Carolina, Carlo III, Napoleone, San Gennaro, il Monacello, Fra Diavolo, Mastro Donato, il capitano Mack e tanti altri.” È uno spettacolo divertente, pomposo, storico, emozionante, ma soprattutto rappresenta una pietra miliare della storia partenopea.
Domenica 10 Marzo, ore 19, Laura Pagliara in collaborazione con il gruppo musicale "Alma Libre" di Napoli presentano "Vou Te Contar" Concerto teatralizzato
Ideazione e regia Laura Pagliara
Interpreti: Diego Sommaripa - Laura Pagliara, Voce Andrea Bloise
Arrangiamenti Musicali Alma Libre (Tastiere: Rosario Genta - Batteria: Rino Boffo - Basso: Pasquale De Cristofaro - Chitarra: Davide Chiarore)
Sound Designer Enzo Iorio, Scenotecnica Tommaso Vitiello, Movimenti Scenici Ilenia Valentino
Biglietto: € 12
Sinossi:
Una cantante con la sua scaletta e il suo leggio, distante, che pensa ai fatti suoi, ma non troppo …Un giovane venuto a far baldoria nello stesso locale, conclude (o inizia) la serata alticcio; ma non
troppo. Diego fa l'attore ed era stato scritturato per un importante spettacolo, lo stesso dove incontrò l'amore della sua vita, o almeno così credeva. Cristina era bella, MA impossibile e la vita di chiunque ci avesse a che fare viaggiava a fatica, come una macchina bella, sì, ma dal motore difettoso. Come un vecchio bus. Attraverso gli standard bossa, i nostri due strambi personaggi iniziano a raccontare la stessa storia dai propri punti di vista. Dove finisce uno inizia l'altro. Cosa li lega? Chi è davvero che racconta?
NOTE DI REGIA:
Vou te Contar è un concerto teatralizzato, oppure teatro musicale, dipende dai punti di vista. In forma monologo, con brevi interventi di “altre” voci, ad arte interpretate ad hoc, in altri momenti
registrate in voice off. Di pretesti per raccontare chi ha voglia di parlare (oppure un vero e proprio bisogno di farlo) ne trova ovunque, persino nei fondi di caffè o in una canzone ascoltata in compagnia di amici e/o estranei. Attraverso il racconto dell'amore disperato di Diego per Cristina, racconto spaccati di vita da attori,
momenti privati rubati al teatro, che se li riprende tutti con estrema puntualità, spesso anche con gli interessi. Il momento storico del covid, che ha chiuso troppi teatri e fermato troppe carriere, l'ho sfruttato anche per scrivere, per mettere in ordine le idee e costruire un piccolo documentario brillante, ironico, ma anche profondamente pratico e realista, in cui volevo abbandonare per un attimo il peso di ciò che ci è toccato in sorte come categoria e raccogliere vecchie storie di vita vissuta, racconti di amici ed amiche, impressioni colte da film o backstage degli stessi, come pure degli spettacoli dal vivo; aneddoti raccontati dagli amici oppure dai maestri con cui ho avuto il piacere e la fortuna di studiare o lavorare. Un esempio? Auguro a tutti di sentire Giancarlo Giannini raccontare i suoi ricordi a proposito dei suoi film!
“Ti racconto una storia” è il significato del titolo, tratta da uno dei brani che canto. Io, Laura, te ne racconto una. Ma basta sostituire il nome di un monologo, di un teatro, di un attore o di un'attrice, di un amore o di un'amicizia, un qualsivoglia dettaglio, piccolo o grande che sia, ed ecco la tua storia, la mia, quella di Tizio, o di Caio, di Sempronio, ecc. Pretenzioso? Forse, ma lo scrivo con la coscienza pulita e leggera e col sorriso sulle labbra, pensando che non è una mia idea, bensì quella di chi ha visto la prima prova filata e mi ha detto esattamente queste parole: “Io poi da attore mi sento coinvolto, quindi mi ci rivedo troppo, mi basterebbe cambiare qualche dettaglio qua e là e sarebbe la storia della mia vita”.
Tutti amiamo, tutti soffriamo, tutti cadiamo e ci rialziamo almeno una volta, tutti ce ne andiamo (spesso da noi stessi, ma a volte riusciamo ad andar via anche da un amore impossibile). Ognuno di noi ha la sua nota, la sua storia, il suo pubblico e il suo palco.
Domenica 17 Marzo, ore 19, Sezione Teatrodanza, Associazione “Campania Danza” di Salerno in "Tracce di Danza"
Coreografie: Antonello Apicella – Francesco Morriello. Interpreti: Simone Centanni – Francesca D’arienzo – Olimpia Milione – Melania Nicastro. Disegno luci: Virna Prescenzo
NOTE
La memoria lascia tracce e lo fa senza che ce ne rendiamo conto. Partendo da quest’immagine è nata l’idea di costruire un progetto tersicoreo dal titolo “Tracce di Danza”. Nell’uomo, la traccia indica sia la capacità di ritenere informazioni relative a eventi, immagini, sensazioni, idee, ecc. di cui si sia avuto esperienza e di rievocarle quando lo stimolo originario sia cessato riconoscendole come stati di coscienza trascorsi, sia i contenuti stessi dell’esperienza in quanto sono rievocati, sia l’insieme dei meccanismi psicologici e neurofisiologici che permettono di registrare e successivamente di richiamare informazioni. Tracce che persone o fatti lasciano nella mente degli uomini, nel nostro caso nella mente del coreografo. Ed allora perché non affidarsi al corpo, al suo movimento per seguire quelle “Tracce di Danza” necessarie a ridare voce alla memoria. Il tempo in cui viviamo è così frenetico: siamo nell’attimo in cui viviamo “dimenticando” di archiviare nella nostra mente suggestioni, profumi, volti, sguardi mentre al contempo affidiamo alla memoria virtuale il compito di conservare. Il nostro passato si sta riducendo sempre di più in un elenco di file, schematicamente custoditi in cartelle. E quando si avverte la necessità di recuperare quelle tracce ci si accorge d’aver perso il senso di ciò che si è vissuto.
Domenica 24 Marzo, ore 19, Sezione Teatri D’inclusione, Associazione “Comic Art” di Frattaminore (NA) in "Lamente…le"
Testo E Regia Angelo Perotta. Interpreti: Angelo Perotta, Melania Pellino, Claudia Coraggio
Assistente Alla Regia Carmen Erbaggio. Direttore Di Scena Carmen Sessa
NOTE
LaMente…le è una critica alla società moderna, in atto unico, che mette in primo piano il potere; è un’esaltazione dei diritti dell’uomo che contrastano quelle forze che ogni giorno si oppongono alle libertà e in questo contesto il potere della televisione e delle organizzazioni criminali, quali mafia e camorra, ne sono solo alcuni lampanti esempi. Lo scopo di questo testo teatrale è proprio quello di far aprire la mente allo spettatore, per meglio far comprendere l’odierna società. Il tutto in chiave brillante e comica, con momenti di riflessione che aiutano meglio a comprendere le varie sfaccettature degli argomenti trattati all’interno del testo teatrale
Domenica 14 aprile, ore 19, Sezione Teatri D’innovazione, “Scena Teatro Management” di Salerno in "Amore mio"
Testo e regia: Antonello De Rosa. Interpreti: Antonello De Rosa – Margherita Rago – Renato Rescigno. Costumi: Lia De Blasio
NOTE
Due anime si incontrano, si confessano. Raccontano la vita, il dolore, la gioia di essere diversi. Anime che si cullano in silenzi rumorosi, che periscono senza lasciare traccia della loro vita. Quella stessa vita che prima le mette al mondo, poi, le offende, le umilia. Spettri inquieti mai guariti dalle ferite subite nel passato. Spettri che danno piacere ma non possono riceverlo. Anime lacerate, che rincorrono un uomo che non esiste, che le usa, che utilizza i loro corpi confondendoli e sporcandoli ancora di più. Questo e' "AMORE MIO…” Una scrittura scenica che mette in evidenza il rapporto con l’amore… Amore sano e Amore malato…con brani tratti: P.Lanzetta, A.Ruccello, E.Moscato, Sommaripa… Ho voluto una messinscena, essenziale nella scenografia, (vuota). Una messinscena che si affidasse solo alla forza della parola, dei gesti e della musica.
Domenica 21 Aprile, ore 19, Sezione Teatri D’inclusione, Luigi De Sanctis e Peppe Romano in "Mi sa dire l’ora?"
Regia: Luigi De Sanctis. Interpreti: Luigi De Sanctis e Peppe Romano
Un facoltoso avvocato di nome Peppe, trascorre una giornata in compagnia del figlio Luigi che sta terminando il servizio militare. Il ragazzo, di temperamento chiuso e poco ambizioso, è infastidito dall'invadenza del padre il quale, dal canto suo, è consapevole di essere quasi un estraneo per il figlio. Le tensioni tra i due sfogano nello scontro quando il padre comprende finalmente e con rabbia che le proprie aspettative nei confronti di un figlio sconosciuto sono ben distanti dalla realtà del giovane, che, seppur con lentezza e incertezza, è avviato autonomamente in direzioni completamente opposte. L'anziano avvocato resta solo, quando viene nuovamente raggiunto da Luigi. I due sciolgono finalmente le difficoltà dell'incontro e si abbandonano sereni ad un gioco infantile nel quale Luigi, imitando i gesti del nonno paterno, estrae l'orologio d'argento dalla giacca e risponde orgoglioso ed impettito alla domanda: Mi sa dire l’ora?
NOTE
Lo spettacolo è costruito in crescendo per descrivere l’incontro/scontro fra un ¬figlio che ha soggezione del genitore e un padre che vuole recuperare, in un solo giorno, quello che ha mancato di fare per anni: prima, incerti, si studiano, poi sono pronti a mettere le carte in tavola e lo studio sull’incomunicabilità verbale diventa profondo ed appassionante, restituendo un rapporto umano attraverso signifi¬cativi dettagli e illuminanti sottigliezze, supportato da due ottime interpretazioni, cullato/oppresso da un ambientazione livida
Domenica 12 Maggio, ore 19, Sezione Teatri D’innovazione, “Contestualmente Teatro” di Napoli / “Compagnia Teatrale E” di Trento in "Con la luce negli occhi"
Testo e Regia: Riccardo Pisani. Interprete: Marco Aspride. Voice over: Gennaro Olivieri. Light design: Victoria De Campora. Video omaggio: Luca Scarpati
NOTE
Diego Armando Maradona non è solamente il più grande calciatore della storia, ma per milioni di persone è un simbolo di rivalsa, identità e appartenenza. Diego ha letteralmente ribaltato le prospettive e ha resto possibile l’impossibile (sia in campo che fuori) e la sua morte è l’occasione per celebrare l’uomo, con tutte le sue fragilità e, soprattutto, in assenza di giudizio. Con la luce negli occhi è allo stesso tempo un atto d’amore verso il D10S umano, e un atto di denuncia contro chi, per tutta la vita, ha cercato di demonizzarlo. E per farlo abbiamo deciso di raccontare Diego attraverso la voce e il corpo di chi l’ha saputo amare, perché “chi ama non dimentica” è ben più di un semplice slogan, ma un’affermazione forte e concreta.
Domenica 19 Maggio, ore 19, Sezione Teatri D’inclusione, Compagnia Teatrale “Teatri 35” di Napoli in "La direttissima Napoli – Milano"
Azione rapido comica in tre atti, otto quadri ed un’apoteosi. Testi dall’opera di E. Scarpetta e E. Ferravilla
Testo: Gaetano Coccia – Davide Ferrari. Ideazione: Gaetano Coccia – Davide Ferrari – Francesco Ottavio De Santis. Regia e Luci: Francesco Ottavio De Santis. Interpreti: Gaetano Coccia – Davide Ferrari. Scene – Costumi – Movimento Scenico: Antonella Parrella. Musiche (dall’Opera di E. Ferravilla): Davide Ferrari (eseguite dal vivo)
NOTE
Napoli – Milano è un viaggio, andata e ritorno, nella tradizione comica partenopea e meneghina del diciannovesimo e ventesimo secolo. In questo percorso ci accompagnano le storie di due comici che a cavallo tra l’800 e il ‘900 riscrivono i canoni dell’arte del far ridere, anticipando di fatto attori come Buster Keaton e Charlie Chaplin. Eduardo ed Edoardo, rispettivamente Scarpetta e Ferravilla, nascono a metà ‘800 a 800 km di distanza. Milano e Napoli, Napoli e Milano, due grandi tradizioni teatrali, due palcoscenici e due pubblici esigenti, stanchi delle vecchie farse e maschere della tradizione. E’ proprio da questo malcontento che scocca la scintilla che fa esplodere il successo degli Odoardi. Entrambi abbandonano le maschere della tradizione, Pulcinella e Meneghino, ed inventano i tipi, i personaggi; abbandonano la farsa ed in sostanza inventano il teatro italiano del ‘900, strizzando l’occhio alla pochade francese. Questo spettacolo vuole omaggiare Scarpetta e Ferravilla mettendo l’accento su come siano stati entrambi dei visionari e rivoluzionari, tanto da portare Ferravilla alla partecipazione di uno tra i primi film muti realizzati in Italia.
Domenica 26 Maggio, ore 19, Sezione Teatrodanza, “Ivir Danza” di Portici (NA) - “Arabesque” di Capua (CE) in "Con-Fusione"
Coreografie: Imma Cardano. Interpreti: Monica Cristiano – Luigi D’aiello
NOTE
E’ un’introspezione sui complicati rapporti di coppia! Stare insieme a qualcuno, condividendo con lui un percorso di vita, è un’esperienza che rimodula l’esistenza e mina più di quanto siamo disposti ad accettare la nostra soggettività. Spesso si passa da momenti di gioia a momenti di disperazione e di dolore infinito quando l’amore finisce.
La “distanza” sia fisica che interiore dall’altro diventa una esigenza in opposizione al voler stare sempre insieme quando si è innamorati. Quando un amore finisce c’è un continuo movimento oscillatorio che avvicina e allontana e che ferisce nell’una e nell’altra direzione. E in questa lotta per ripristinare l’equilibrio che ci costringe spesso a forzarne, in una direzione o nell’altra, l’evoluzione: così si può provare a “cancellare” l’altro, eliminando completamente la sua immagine esterna dalla nostra vita, e annullare ogni aspetto positivo del tempo trascorso insieme, per ritrovarsi a fare i conti soltanto con ciò che di noi si è per sempre perduto.
Domenica 9 Giugno, ore 19, Sezione Teatri D’innovazione, Alessia Luongo di Roma in "Largo di Castello - Musiche Barocche della Commedia dell’Arte"
Ideazione e Regia: Alessia Luongo. Interpreti: Alessia Luongo – Manuel Pernazza
NOTE
Il concerto non è solo un viaggio nel Seicento, di come le antiche piazze napoletane suonavano e cantavano, ma una vera e propria esperienza per il pubblico di come teatro e musica fossero un'unica cosa. Grazie alla voce e all'utilizzo antico di strumenti musicali tipici dell'epoca, Alessia Luongo evoca rituali e musiche ancestrali che rapiscono lo spettatore portandolo in un altro luogo denso di suggestioni e colori. Largo di Castello è la chiave di questo grande spartito, (l'attuale piazza municipio, a Napoli) dove una volta c'era il tempio della commedia dell'arte e della maschera di Pulcinella. La seconda parte del concerto infatti, rende il viaggio ancora più denso: protagonista sarà la commedia dell'arte e il teatro barocco rievocando antichi lazzi e canovacci con la partecipazione speciale di Manuel Pernazza, prestigioso interprete della maschera di Pulcinella.

Altri eventi

Workshop "Dietro la maschera" condotto dalla compagnia "Teatro strappato" (FRANCIA - SPAGNA). www.teatrostrappato.it
Questo straordinario evento è aperto ad attori, cantanti, danzatori, professionisti e non, ad allievi, performer, ricercatori teatrali, antropologi e studiosi.
È prevista la presenza uditori e ricercatori.
P.S. Possibilità di Vitto e Alloggio a prezzi estremamente economici.
Calendario
- GIOVEDI' 14 DICEMBRE 2023 (17.00 - 22.00)
- VENERDI 15 DICEMBRE 2023 (17.00 - 22.00)
- SABATO 16 DICEMBRE 2023 (10.00 - 13.00 / 14.30 - 20.30)
- DOMENICA 17 DICEMBRE 2023 (10.00 - 13.00)
DOMENICA 17 DICEMBRE 2023 - ORE 19.00 Spettacolo BETÚN“ (“4 sogni e 5 realtà di una vita di strada”)
N.B. Questo spettacolo sarà gratuito per i partecipanti allo Stage.
DIETRO LA MASCHERA - CONTENUTI E METODI
La lezione piú importante che dobbiamo apprendere lavorando con la maschera é che la vera arte dell’attore si trova precisamente dietro la maschera, nel suo lavoro per rendere reale qualcosa che esiste solo nella nostra immaginazione, e che in verità ci serve una sola cosa per fare teatro: il corpo dell’attore.
L'attore deve sviluppare una tecnica del movimento e della costruzione del personaggio che dà vita a questo poderoso oggetto. In questo workshop proponiamo una tecnica chiamata “ricostruzione storico-antropologica dei personaggi della Commedia dell’Arte”, che ci permette di avvicinare i partecipanti all’uso della maschera seguendo i principi fondamentali per l’interpretazione dei 9 archetipi base della Commedia dell’Arte.
Questo workshop permette ai partecipanti di lavorare in modo dettagliato sugli elementi compositivi della costruzione del personaggio. Presenta le regole fondamentali per l’uso della maschera, una introduzione “all’ allenamento” del personaggio, la possibilità di sperimentare la creazione e messa in scena di brevi scene con i personaggi della Commedia dell’Arte.

INFO - PRENOTAZIONI:
Antonio Iavazzo - Cell. 3389924524
Mail: info@antonioiavazzo.it

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