Terrazza Medì di Teverola: Avion Travel in concerto
Teverola (CE), 8 Luglio 2010
Articolo di Valentina Sanseverino
Nel buio e nel silenzio di un insolito scenario, il Centro Commerciale 
    Medì di Teverola, mi perdo e finisco per entrare da un uscita di emergenza, 
    che mi porta dritto dritto nel backstage dove gli Avion Travel si preparano 
    prima di salire sul palco e quasi nelle braccia di Peppe Servillo, che 
    poggia su di me un sguardo distratto, già rapito dall’estasi dell’imminente 
    esibizione, prima che un gentile guardiano mi riconduca sulla retta via. 
    Basta questa fugace occhiata alla sua testa pelata che spicca nella notte, 
    mentre il corpo perennemente ricoperto da un abito nero si confonde nel 
    buio, per provocarmi una scarica di brividi. 
    Quando poi la Piccola Orchestra attacca “Dormi e Sogna” e Servillo inizia a 
    ondeggiare il suo corpo magro e nero sulle note della chitarra di Fausto 
    Mesolella, tutta l’estasi di uno spettacolo affascinante, ipnotico, che si 
    ripete ogni volta che i 5 calcano un palco, mi stringe e non mi abbandona 
    fino alle ultime note, quando pare di risvegliarsi da una trance e fa quasi 
    strano ritrovarsi in un centro commerciale della provincia casertana. 
    Peppe Servillo, voce calda e roca, movenze da marionetta tenuta in piedi da 
    fili invisibili tesi direttamente dal cielo, cadenza marcatamente casertana, 
    non da un attimo di tregua e incalza “..Con una canzone d’amore di 100 anni 
    fa, fatta a modo nostro ma con grande rispetto: Canzone Appassionata”. 
    Non smette mai di ringraziare il pubblico, che lo ricambia con una pioggia 
    di applausi ad ogni pezzo - e qualche imbarazzante complimento sul suo 
    fascino casertano! E scherza con l’orchestra, soprattutto con Fausto che, 
    sottoponendo la sua chitarra a virtuosismi da capogiro, è costretto in 
    continuazione ad accordarla e cita al proposito il grande chitarrista 
    Segovia “Un buon chitarrista passa metà della sua vita ad accordare la 
    chitarra e l’altra metà a suonare con la chitarra scordata”. 
    Tra i due c’e’ una sinergia impressionante, la chitarra fa l’amore con la 
    voce che gode dei suoi voli, e il massimo lo raggiungono in “Litigio” dove 
    gli accordi di Fausto guidano le parole di Peppe in un gioco ironico, 
    malizioso e irresistibile; come quando, omaggio all’amatissimo Nino Rota, la 
    Piccola Orchestra si esibisce nell’incantevole “Brucia la terra” (da “Il 
    Padrino parte III”), in cui Peppe sfoggia un convincente dialetto siciliano.
    
    Tra suggestive esibizioni strumentali dei vari componenti della band, il 
    riuscitissimo rifacimento di “Ma che freddo fa”, che nulla ha da invidiare 
    all’originale e la loro splendida “Sentimento”, il cui il coinvolgente testo 
    che recita “Diceva Ulisse “Ma chi mo fa’ fa? La strana idea che c’ho di 
    libertà” scatena emozioni e commozione si chiude un esibizione di più di due 
    ore che ti lascia con la sensazione di aver assistito a qualcosa di quasi 
    unico: perché quando l’eccellenza e la perfezione strumentale sposano 
    l’amore e la passione, quando un animale da palcoscenico come Peppe Servilo 
    da il meglio di se al suo pubblico e i tuoi occhi non riescono a seguire il 
    movimento delle dita di Fausto Mesolella sulla sua chitarra, tanto impazzite 
    paiono, quando la batteria di Mimì Ciaramella e il basso di Vittorio remino 
    si incontrano così armoniosamente con piani e flauti, quello che viene fuori 
    è qualcosa di spettacolare, una sorta di ipnosi mistica da cui si fatica 
    venir fuori. 
consulta: Terrazza Medì di 
    Teverola: eventi estivi 
 

 
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