La 
     musica cubana infiamma la notte del Teano Jazz
     
	  Teano (CE), 26 luglio 2010
Articolo e foto di Valentina Sanseverino
Un'emozione che non si scorda più, un esperienza quasi 
    sovrannaturale, da fare per forza almeno una volta nella vita. Trovarsi li, 
    faccia a faccia, con la carica esplosiva di un orchestra di musicisti che 
    hanno fatto la storia di Cuba e della musica di tutti i tempi, che evoca 
    suggestioni caraibico-rivoluzionarie, che conta tra i suoi membri musicisti 
    che hanno raggiunto l'eccellenza ciascuno nel proprio strumento, significa 
    entrare nel mondo fantastico e coloratissimo dell'Orchestra Buena Vista 
    Social Club e lasciare tra quel gruppo di folli cubani una parte del tuo 
    cuore. L'occasione è una delle manifestazioni musicali più curate del 
    panorama del sud Italia, il Teano Jazz: giunta quest'anno alla sua 18esima, 
    travagliatissima ed affascinante edizione. La kermesse musicale che ogni 
    estate anima la provincia casertana è riuscita, tra sforzi enormi e grandi 
    soddisfazioni, a portare anche quest'anno grandi artisti internazionali 
    nella suggestiva cornice del Loggione della Cavallerizza, sede del Museo 
    Archeologico, e nel nuovo scenario della Piazza del Duomo. 
    Un'edizione che ha voluto vestire la duplice faccia della professionalità 
    artistica e dello spirito popolare, scegliendo di intrecciare il fil rouge 
    della musica di strada,- quella che tutti possono cantare ad alta voce e che 
    nessuno, ascoltando, può fare a meno di ballare, con l'impeccabile 
    performance artistica ad altissimi livelli. Introdotti dalla P Fuking Band, 
    gruppo di 16 artisti marchigiani che spaziano dal funk al soul, dal jazz 
    alla disco senza tralasciare coreografie e balli, che prima di ogni concerto 
    sfila per le strade della cittadina richiamando gli appassionati alle 
    esibizioni, - con i concerti che hanno vosta dalire sul palco Ray Gelato & 
    His Giants Orchestra, esuberante sassofonista e showman che ha riproposto 
    anche grandi successi della tradizione campana e Arturo Sandoval, 
    trombettista cubano dall'inconfondibile stile afro-caraibico che fece parte 
    dell'Orchestra di Dizzy Gillespie, fino alla memorabile esibizione della 
    Buena Vista Social Club Orchestra (a concludere la kermesse sarà invece 
    Marcus Miller)
    Se si sommano i loro anni il risultato sarebbe la data della rivoluzione 
    cubana: ma la loro carica e vitalità è senza tempo e fuori dal tempo. Se non 
    fosse per l'assenza di Compay Segundo e Ibrahim Ferrer sembrerebbe non sia 
    cambiato assolutamente nulla dalle rocambolesche esibizioni per le strade 
    dell'isola della rivoluzione, quando al Buena Vista Social Club potevano 
    accedere solo persone di colore, Omara Portuondo ballava al club Tropicana 
    dell'Avana e cantava le canzoni popolari che le insegnava suo padre e 
    Barbarito Torres suonava per le strade con le sue mille band improvvisate. 
    La carovana dell'Orquestra Buena Vista Social Club è una coloratissima 
    paranza multigenerazionale e multistrumentale che non conosce limiti né 
    ruoli: sul palco i circa 20 musicisti si mescolano come carte su un tavolo 
    da gioco sotto l'elegantissima guida e presentazione di Jesù -Aguaje' Ramos 
    (che è anche un impeccabile trombone!) che tra un incantevole assolo di 
    contrabasso di Pedro Pablo Gutierrez e una straordinaria esibizione 
    dell'acclamatissimo Barbarito Torres, che suona il laùd dietro la schiena 
    come un dio, tra la tromba del 'Guajiro' Mirabal e la chitarra di Don Manuel 
    Galban fino all'esibizione del pianista "Chocolatin" Luna che rivisita 
    "Volare" in omaggio all'Italia presenta al pubblico incantato pezzi della 
    storia musicale cubana. Dai più famosi successi come "Chan Chan" e "De 
    Camino A La Vereda", dall'allegra "Toma Chocolate, paga Lo Que debes" alla 
    struggente "No Me Llores Mas", da "Quizas Quizas" a "Veinte AnÍ os" l'Orquestra 
    Buena Vista Social Club si rivela una vera a propria leggenda più che un 
    gruppo di musicisti: e sarà per quell'infinita perfezione di strumenti che 
    si mescolano, sarà per quegli abiti con capello bianchi da capo a piedi in 
    perfetto stile afro-latino, sarà per quel loro stare minuti interi su una 
    nota per esplodere all'improvviso in una scarica musicale inarrestabile che 
    la sedia, ad un certo punto, inizia a bruciare sotto il culo di tutti. Il 
    lancio di una bandiera cubana tra le braccia della scatenatissima ottantenne 
    Omara, che saluta il pubblico con un "Gracias Amorcitos Corazon", segna la 
    fine della compostezza e tutti si scatenano ballando sotto il palco come si 
    fa a Cuba quando un orchestrina improvvisa una session per i vicoli 
    dell'Avana. Non c'e' dubbio: questi musicisti devono aver fatto un patto con 
    qualche demone cubano che gli permette, ad ogni esibizione, di strappare un 
    pezzo dell'anima di Cuba e donarla a chi, rapito da un incantesimo, li 
    ascolta e viene travolto da un irrefrenabile smania di muoversi
consulta: 
    Teano Jazz festival 
 

 
 
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