XVI festival-laboratorio palascianiano
Capua (CE) - dal 20 ottobre 2024 al 1° giugno 2025
Comunicato stampa
	 
     
 
     
	  A ingresso gratuito, in varie sedi di Capua e dintorni, dal 20 
	 ottobre 2024 al 1° giugno 2025 l'Accademia Palasciania terrà il XVI 
	 festival-laboratorio palascianiano di scienza, filosofia, poesia, gioco e 
	 umana armonia «Dedalo o il sublime. Un percorso nel labyrinthus mundi tra 
	 mito e storia».
L'evento consisterà nelle repliche di ventotto tra le 
	 più belle lezioni-spettacolo di Marco Palasciano, a chiudere la rosa delle 
	 cinquantacinque da replicare – scelte su centottanta – apertasi col 
	 festival-laboratorio «L'idea dell'uomo» (2019-2021) e proseguita con i 
	 «Paralipomeni de "L'idea dell'uomo"» (2022). (Il titolo «Dedalo o il 
	 sublime» è un anagramma di «L'idea dell'uomo bis».)
domenica 20 
	 ottobre, alle ore 18:15, Palazzo Fazio (Capua, via Seminario 10), 
	 il primo incontro sarà articolato in due lezioni separate da un intervallo 
	 musicale, una di storia e l'altra sul fiabesco, movimentate entrambe da 
	 vari racconti nell'àmbito del meraviglioso, dai più antichi miti alle fiabe 
	 dell'epoca barocca. In collaborazione con Capuanova e FaziOpenTheater
La 
	 lezione n. 1 – «L'inizio della storia. Dall'invenzione del vino alla Uruk 
	 di Ghilgàmesh (7500-2700 a.C.)» – tratterà delle meraviglie della tarda 
	 preistoria e della protostoria. Ecco la metallurgia, la ruota, il 
	 "Diluvio"; sorgono la prima città, Uruk, e la prima nazione, l'Egitto; 
	 nasce la scrittura, e si sistema la mitologia; Ghilgàmesh diventa re, ed 
	 egli e l'amico Enkidu diverranno leggenda. 
La lezione n. 2 – «Dall'antica 
	 Rachele al moderno racconto fiabesco» – si avventurerà tra la Bibbia e 
	 Basile. 
domenica 3 novembre, ore 18:15, chiesa di San 
	 Salvatore a Corte (Capua, via Principi Longobardi 19), Marco Palasciano 
	 terrà due lezioni-spettacolo brevi separate da un intervallo.
La lezione 
	 n. 3 – «Nabucco e i nabi onde restò di stucco» – narrerà del re di 
	 Babilonia, dei suoi sogni e della loro interpretazione da parte del giovane 
	 profeta Daniele, non senza una demusicalizzata incursione nel «Nabucco» 
	 verdiano. 
La lezione n. 4 – «Le armi di Armageddon» – avrà per temi 
	 base la guerra e annessi crimini, la follia criminale, la hýbris e 
	 l'Apocalisse. 
A cura dell'Accademia Palasciania in collaborazione con 
	 Capua Sacra
	 domenica 17 novembre, ore 18:15, chiesa di 
	 San Salvatore a Corte (Capua, via Principi Longobardi 19), 
	 lezione-spettacolo n. 5 "Vita supernova. Il mondo come volatilità e 
	 ripresentazione"
Il mondo come volatilità e ripresentazione» (a 
	 sbertucciare il titolo schopenhaueriano «Il mondo come volontà e 
	 rappresentazione»). Simbolo di partenza sarà una tromba del Giudizio atta a 
	 resuscitare gli eventi da noi vissuti, per sottoporli – in vista 
	 dell'incipit d'una vita nova – ad un'analisi che ponga fine a ogni 
	 distorsione interpretativa. Quindi il discorso si amplierà fino al profondo 
	 nesso matematico, o quasi, fra etica universale ed evoluzione 
	 dell'universo, dove fra l'altro non ha senso alcuno l'idea di giudizio. Per 
	 finire si giocherà al gioco della "camera magica", una sorta di giro del 
	 mondo sulle ali dell'immaginazione. 
sabato 30 novembre, 
	 ore 18:15, chiesa di San Salvatore a Corte, via Principi Longobardi 19, 
	 Capua
Qui Marco Palasciano terrà due lezioni-spettacolo brevi separate 
	 da un intervallo (durante il quale si potranno fra l'altro ammirare due 
	 mostre altrui in corso nello stesso luogo: «I personaggi del placito 
	 capuano», con opere di Antonella Prezioso, e le foto e documenti vari 
	 raccolti per gli «80 anni di Scautismo a Capua»).
Nella lezione n. 6 – 
	 «Da Ofione alle oficleidi del Giudizio» – si fantasticherà sul principio e 
	 sulla fine dell'universo secondo le varie mitologie, e a incorniciare con 
	 le proprie spire una tale narrazione policroma e cangiante sarà 
	 l'animale-totem di turno: il serpente, in varie declinazioni piú o meno 
	 uraniche e uroboriche, dall'orbettino dell'Eden al cobra di Siddharta e a 
	 gigantòfidi del calibro di Apophis, di Vṛtra e del Miðgarðsormr.
La 
	 lezione n. 7 – «Orfeo in amore cala lì nell'èrebo», titolo anagrammatico – 
	 sarà dedicata alla Musa della musica, Euterpe, sotto la cui guida si 
	 ascenderà al sesto cielo, nel quale in antico si immaginava incastonato il 
	 pianeta Giove, e si assisterà con l'immaginazione al descensus ad inferos 
	 dell'Orfeo di Monteverdi.
Inoltre in onore di Eleonora Carmelina 
	 Bellofiore, di cui quel giorno sarà l'ottavo anniversario della partenza 
	 per l'iperuranio, sarà letta una poesia scritta da Palasciano negli scorsi 
	 giorni: «Acrostico sul nome di mia madre, nome qui anagrammato sette 
	 volte».
	 domenica 15 dicembre, ore 18:15, chiesa di San 
	 Salvatore a Corte, via Principi Longobardi 19, Capua, quinta puntata 
	 Qui Marco Palasciano (che non sarebbe mai nato se un suo zio avesse 
	 mantenuto la promessa di sposare la giovane che nel 1943, con uno 
	 stratagemma, lo aveva salvato dai nazisti a Creta) terrà la lezione n. 8, 
	 «Nel "maze" del cammin di nostra vita. La dinastia cretese dal ratto di 
	 Europa al raptus di Fedra», cui motivo ispiratore è la costellazione del 
	 Toro, legata al ciclo mitico che ruota intorno al Labirinto di Cnosso 
	 ("maze" in inglese vuol dire "labirinto"). Fra l'altro incontreremo re 
	 Minosse e la regina Pasìfae, il di lei mostruoso figlio noto come 
	 Minotauro, l'inventore Dedalo e l'avventato suo figlio Icaro, l'avventuroso 
	 Tèseo votato a eliminare il povero mostro, e del mostro la sorellastra 
	 Arianna che s'innamora di Tèseo, il quale poi non mantiene la promessa di 
	 sposare la sua salvatrice (cfr. 1943). Ma la storia non finisce qui; e non 
	 iniziava con Minosse. 
sabato 21 dicembre, ore 18:15, 
	 chiesa di San Salvatore a Corte (via Principi Longobardi 19), lezione n. 9: 
	 «Ave Medea. I miti non son favole per bimbi».
in collaborazione con 
	 Capua Sacra,
Motivo ispiratore saranno le costellazioni dell'Ariete e 
	 dei Gemelli, i cui rispettivi miti di riferimento convergono nella 
	 narrazione del viaggio degli Argonauti, con contorno di varie altre 
	 meraviglie epiche e tragiche. Si scoprirà, fra l'altro, la vera storia 
	 della Mater Matuta.
domenica 29 dicembre, ore 11.15, 
	 Sala del Barocco del Museo Campano (via Roma 68), incontro musicale, ma 
	 privo di musica scritta da chicchessia: «Suono come dono. Sonata fra terra, 
	 cielo, empìreo».
L'autodidatta di genio Marco Palasciano siederà al 
	 pianoforte – messo a disposizione dal M° Carmine Migliore – senza sapere 
	 quali tasti premere, lasciandosi guidare come una marionetta dai fili della 
	 grazia iperurania, a produrre in tempo reale una serie di improvvisazioni 
	 nel solco stilistico della grande tradizione cólta europea. Le persone 
	 presenti fra il pubblico potranno esse stesse fornirgli ispirazione.
Il 
	 titolo, da notare, è un perfetto anagramma di «Concertino amoroso per 
	 Mustafà, Eleonora e Dio». L'evento vale infatti a coronare le celebrazioni 
	 commemorative per l'ottavo anniversario della morte di Eleonora Carmelina 
	 Bellofiore (1933-2016), iniziate con la lettura poetica del 30 novembre, 
	 nonché a profittare della presenza sui suoli campani di Luca Raucci – il 
	 Mustafà del lungometraggio «La ventimillesima aurora di Marco Palasciano» – 
	 per conferirgli, stanti gli effetti retroattivi delle recenti modifiche al 
	 regolamento, il Premio dell'Amicarium 2020
	 domenica 5 gennaio, ore 18:15, chiesa di San 
	 Salvatore a Corte (Capua, via Principi Longobardi 19),  
	 lezione-spettacolo n. 10: «Eracleide. Se errare è umano, un semidio erra a 
	 mezzo?», con cui prosegue la sub-serie di sette lezioni sulle più belle 
	 storie della mitologia greca. Tocca ora a Èracle, celebre per le sue dodici 
	 fatiche
In collaborazione con Capua Sacra.
L'evento, per partecipare 
	 al quale non vi è necessità di aver seguìto le puntate precedenti, 
	 includerà un simpatico scambio di doni della Befana collettivo: chiunque 
	 potrà portare da casa uno o più oggetti impacchettati e deporli nel mucchio 
	 da cui poi, nell'intervallo di metà lezione, scegliere per sé altrettanti 
	 pacchetti a sorpresa.
Potranno anche portarsi abiti smessi, coperte e 
	 cibo confezionato non da frigo, che saranno consegnati alla Comunità di 
	 Sant'Egidio di Aversa per essere donati ai senzatetto.
Con l'occasione 
	 sarà inoltre proclamato il vincitore del LXIV Premio dell'Amicarium. 
	 sabato 18 gennaio, ore 18:15, Cose d'Interni Libri, corso 
	 Gran Priorato di Malta 88, Capua, due lezioni-spettacolo 11 e 12
La 
	 lezione n. 11 si intitola «De arte aviandi cum venatoribus. Da Orione 
	 nell'aurora all'aquila di Ganimede» e ha per motivo ispiratore le 
	 costellazioni dello Scorpione e dell'Aquario (sí, si scrive cosí), connesse 
	 l'una al mito del cacciatore Orione e l'altra a quello di Ganimède. Il 
	 titolo – dove "aviandi" è retroformazione dal francese "aviation" – vuol 
	 dire "L'arte di volare con i cacciatori", parodizzando il titolo del libro 
	 di Federico II di Svevia «De arte venandi cum avibus» ("L'arte di cacciare 
	 con gli uccelli") e alludendo al ratto di Ganimede da parte di Zeus mutato 
	 in aquila, avvenuto mentre il ragazzo era a caccia; mito qui arricchito da 
	 un excursus di sociologia dell'omosessualità grecoantica.
La lezione n. 
	 12 si intitola «O mangiar l'atrèa minestra o saltar su Clitemnestra. 
	 Laboratorio di teatro greco» ed è dedicata a Melpòmene, Musa della 
	 tragedia, sotto la cui guida si ascenderà al quarto cielo, nel quale in 
	 antico si immaginava incastonato il Sole. Qui si assisterà con 
	 l'immaginazione, infine, all'intera «Orestea» di Eschilo: «Agamènnone», 
	 «Coèfore», «Eumènidi».
Inoltre, per l'occasione del XXX anniversario 
	 della morte di Ferdinando Palasciano (1929-1995) – da non confondere con 
	 l'omonimo medico (1815-1891) – a tutte le persone presenti sarà donata una 
	 copia d'un suo libro, a partire da questa puntata e fino alla fine del 
	 festival-laboratorio. 
domenica 2 febbraio, ore 18:15, 
	 chiesa di San Salvatore a Corte (Capua, via Principi Longobardi 19), 
	 lezione-spettacolo n. 13: «Alta letteratura e altre altitudini. Dal nostos 
	 dell'"eroe dalle vie molteplici" alla nostalgia del molteplice per l'Uno (e 
	 viceversa)», dedicata a Callìope, Musa dell'epica, delle opere mondo e in 
	 generale dei grandi poemi e romanzi. In sua compagnia si ascenderà al cielo 
	 di Mercurio, dove fra l'altro si tratterà dell'«Odissea» e – quanto a 
	 lecturæ – si trarrà dalla «Commedia» dantesca il monologo di Ulisse.
Con 
	 questa lezione si conclude una serie di tredici ambientate nell'antichità, 
	 lungo le quali si è dato principalmente spazio alla mitologia greca e ai 
	 racconti biblici: le due basi complementari della cultura occidentale. In 
	 séguito, ovviamente, si tratterà di Dante, protagonista di un paio di 
	 lezioni; ma prima si terrà un'altra lezione sull'alta letteratura in 
	 generale, con tanto di laboratorio di scrittura; e dopo Dante verranno il 
	 teatro shakespeariano e wildiano, l'horror e la fantascienza (anche sotto 
	 forma di cinema e serialità televisiva), per poi proseguire fra scienza e 
	 pseudoscienza, religione e politica, storia e poesia, fino a una 
	 passeggiata poetico-filosofica per Capua – ventottesima lezione – in cui la 
	 realtà contemporanea si congiungerà con gli antichi miti. 
	 sabato 15 febbraio, ore 18:15, chiesa di San Salvatore a Corte 
	 (Capua, via Principi Longobardi 19).
Qui Marco Palasciano terrà la 
	 lezione-spettacolo n. 14, «Dal diario al Bildungsroman. Ma potremmo 
	 seguitare fino al Weltwerk», sorta d'introduzione a un ipotetico 
	 laboratorio di scrittura. Ma scrittura "alta" (o anche "alata"): quella che 
	 parte dal romanzo di formazione per arrivare all'opera mondo, nutrendosi di 
	 ideali puri e rifiutando ogni compromesso col mercato, fino a preferire la 
	 fame alla fama.
Nell'intervallo si celebrerà il XXVI anniversario della 
	 fondazione dell'Accademia, con consegna del XLIV Premio dell'Amicarium ai 
	 primi tre classificati Roberto Cocchis, Anna Migliorini e Luca Pellegrino. 
	 Sarà inoltre distribuito l'annuale «Almanacco dell'Amicarium».
Nel 
	 secondo tempo della lezione si giocherà a "inventio", "dispositio" ed 
	 "elocutio", usando gli spunti dei partecipanti stessi come base per 
	 elaborare una narrazione. 
sabato 22 febbraio, ore 
	 18:55, chiesa di San Salvatore a Corte, via Principi Longobardi 19, 
	 undicesima puntata: due lezioni-spettacolo brevi, separate da un 
	 intervallo, ambedue incentrate su Dante Alighieri.
La lezione n. 15 – 
	 «Anno nuovo, incipit vita nova. Ognuno ha in cuore la sua stella pura» – 
	 tratterà di Beatori e Beatrici, per poi svoltare in una galleria di specchi 
	 atta a illuminare il valore di ogni singola persona.
La lezione n. 16 – 
	 «Lectura Dantis e teatro selvaggio» – vedrà Palasciano introdurre la 
	 «Commedia» e declamare il canto I dell'«Inferno»; inoltre, se non si sarà 
	 troppo in ritardo, si terrà una sessione di laboratorio teatrale ispirata 
	 alla selva oscura. 
domenica 9 marzo, ore 18:15, chiesa 
	 di San Salvatore a Corte (via Principi Longobardi 19). Marco Palasciano 
	 terrà due lezioni-spettacolo brevi, separate da un intervallo.
La 
	 lezione n. 17 – «Amleto e Salomè. Riscritture, contaminazioni, sintesi 
	 inattese» – tratterà di narrativa combinatoria, fra giochi di trasposizione 
	 e ibridazione. A esempio: che avverrebbe se fondessimo il Tetrarca di 
	 Galilea col re di Danimarca?
Adatta anche ai bambini di almeno undici 
	 anni, la lezione n. 18 – «Natale in casa Coppelius. Lenti stregate, automi, 
	 manicomi» – tratterà di racconti del mistero, immaginando infine un dramma 
	 fantastico nel quale giocherà un ruolo decisivo un libro nascosto nel 
	 monumento di Ferdinando Palasciano a Poggioreale.
domenica 23 
	 marzo, ore 18:15,chiesa di San Salvatore a Corte (Capua, via 
	 Principi Longobardi 19), lezione n. 19, «The Doctors and the Robots. La 
	 guerra delle due cose: anima e corpo», già andata in scena nel 2011 e che 
	 era doveroso prima o poi replicare, sia per la sua ricchezza di spunti, sia 
	 per il suo siglare una svolta nel pensiero palascianiano. La questione 
	 corpo/anima – impropriamente detta "questione corpo/mente" dai pensatori 
	 mainstream moderni e postmoderni – è intanto letta qui non solo in chiave 
	 fisiologica e filosofica (dagli aedi a Platone, a Cartesio, alle 
	 neuroscienze) ma anche in chiave fantascientifica, orrorifica ecc., tra 
	 «Pinocchio» e «Terminator», con riferimento nel titolo alle tante creature 
	 robotiche e variamente finto-umane incontrate nei suoi viaggi dal 
	 protagonista di «Doctor Who». Un altro Dottore in gioco è Ferdinando 
	 Palasciano (1815-1891), cui contraltare è il professor Coppelius. 
	 sabato 12 aprile, ore 18:15, chiesa di San Salvatore a 
	 Corte (Capua, via Principi Longobardi 19).
Qui Marco Palasciano terrà 
	 due lezioni-spettacolo brevi separate da un intervallo (la prima delle 
	 quali avrebbe dovuto tenersi fra qualche settimana, ma si è anticipata per 
	 motivi tecnici, senza modificare la numerazione): la n. 23 e la n. 20.
	 La lezione n. 23 – «Wunderkammer senza confini. Dalle ideuzze platoniche 
	 alla matrice iperdimensionale delle strutture dell'universo» – tratterà 
	 delle meraviglie del mondo delle scienze fisiche e naturali, essendo 
	 dedicata alla Musa Urania, e si concentrerà soprattutto sui misteri della 
	 vita e del suo travalicare tempo e spazio nel tendere all'universale 
	 armonia.
La lezione n. 20 – «Sole morituro. Drammaturgia allegorica e 
	 fantascienza classica» – sarà costellata di astronavi, supercomputer, 
	 robot, cybermen, mostri mutanti, alieni, abitanti di mondi paralleli e 
	 altre creature e macchine mirabili; e se avanzerà del tempo sarà integrata 
	 da una sessione di laboratorio teatrale calata negli stilemi di quell'epoca 
	 della narrativa fantascientifica che va, grosso modo, dalla fondazione 
	 della rivista «Amazing Stories» (1926) alla conclusione della serie 
	 classica di «Star Trek» (1969). 
domenica 27 aprile, 
	 ore 18:15, Palazzo Fazio, via Seminario 10, Capua, Qui Marco Palasciano 
	 terrà due lezioni-spettacolo brevi separate da un intervallo, tratte dal 
	 festival-laboratorio «Urna Maris barocca» (2013), dove si usavano gli 
	 arcani maggiori dei tarocchi come base poetica per trattare dei più vari 
	 argomenti.
La lezione n. 21 – «Diabolicon. Dalle orge degli Pthir ai 
	 monasteri di Buenos Aires» – trae spunto dagli arcani della Temperanza e 
	 del Diavolo. Nella sua prima parte si affronterà fra l'altro il tema delle 
	 virtù e dei vizi, anche attraverso una narrazione fantascientica, «La 
	 spedizione sul pianeta Pthirion». Nella seconda si parlerà di diavoli, 
	 streghe, alieni e mostri vari, i più pericolosi fra i quali infine si 
	 riveleranno essere quelli annidati nella nostra psiche, nella società e 
	 nelle sue istituzioni. Per inciso, i monasteri del sottotitolo alludono a 
	 una lettera del 2010 dell'allora cardinale Bergoglio.
La lezione n. 22 – 
	 «Terra e cielo (nzomma). Teatri del potere dal Duecento al Duemila tra 
	 populus stupidus e stupores mundi» – trae spunto dagli arcani 
	 dell'Imperatore e del Papa, ma ne è stata eliminata la parte 
	 sull'Imperatore, corrispondente alla già replicata lezione «Arsenico e 
	 vecchi sonetti». Si tratterà dunque soprattutto di religione, e del suo 
	 intrecciarsi alla politica, fino alla tormentata dialettica fra comunismo e 
	 cristianesimo e a quella fra teologia e liberazione: temi incarnati 
	 esemplarmente da alcune vicende relative al pontificato di Giovanni Paolo 
	 II.
Va notato che è solo per una straordinaria coincidenza se queste due 
	 lezioni, già calendarizzate da tempo, sono capitate nella stessa settimana 
	 del congedo di papa Francesco dai pesi terreni; quasi un segno celeste che 
	 Capua, già città "copernicana" (vedi arcivescovi Schönberg e Bellarmino), 
	 debba avere una parte – di qual sia piano – nel prossimo salto di paradigma 
	 dell'episteme occidentale (vedi Albert Schweitzer: progresso morale fondato 
	 sulla pura filosofia, al di là di ogni credo)
domenica 4 maggio, 
	 ore 18:15, chiesa di San Salvatore a Corte, via Principi Longobardi 19, 
	 Capua, due lezioni-spettacolo brevi separate da un intervallo.
La 
	 lezione n. 24 – «Le piste dell'episteme. Dagli spechi ctonii alle specole 
	 uranie tra illusionismo e illuminismo» – sarà dedicata, come già la n. 23, 
	 alla scienza, qui posta in contrasto con la pseudoscienza. Verranno 
	 intavolati argomenti talmente sorprendenti che, per non sabotarvi la 
	 sorpresa, ci limitiamo a preannunciare che si partirà da misteriosi regni 
	 sotterranei.
Volta invece da sùbito alle stelle, la lezione n. 25 – 
	 «Capua città "copernicana". L'arcivescovo Schönberg e la nascita della 
	 scienza moderna» – tratterà degli eventi che portarono alla pubblicazione, 
	 nel 1543, del «De revolutionibus orbium cœlestium» di Copernico. Si 
	 seguiranno in parallelo la vita dell'astronomo e quella del suo amico 
	 Nikolaus von Schönberg, cui quattro anni fa Palasciano stesso ha fatto 
	 intitolare (in virtù della celebre lettera del 1536 a favore della teoria 
	 copernicana) una piazza che da allora controbilancia epistemicamente la 
	 piazza intitolata a san Roberto Bellarmino, sostenitore dell'opposta teoria 
	 tolemaica (vedi celebre lettera del 1615) e nel contempo anch'egli, per 
	 squisita coincidenza, arcivescovo di Capua e cardinale.
sabato 
	 17 maggio, ore 18:55, Palazzo Fazio (Capua, via Seminario 10), due 
	 lezioni-spettacolo brevi separate da un intervallo.
La lezione n. 26 – 
	 «Il poeta di Capua. Dal locale all'universale e oltre» – andò in scena per 
	 la prima volta in occasione del novantesimo compleanno di Giuseppe Centore 
	 (1932-2023), sacerdote, unanimemente considerato uno dei maggiori esponenti 
	 della lirica religiosa dell'ultimo secolo, tradotto in numerose lingue e a 
	 sua volta traduttore.
Quasi del tutto inedito, invece, per sdegnosa 
	 dépense, è il filosofo e artista multidisciplinare nato nel 1968 al quale è 
	 dedicata la lezione n. 27 – «Dal canzoniere postumo futuro. Una 
	 retrospettiva 1976-2022 della poesia di Marco Palasciano» – già tenutasi 
	 durante la storica rassegna a cura di Fiorenzo Marino (1951-2024) 
	 «Cap(ŏēs)ys. Indagine sulla poesia in Campania». 
	 domenica 1° giugno, ore 18:15, panchina rossa nei pressi del 
	 campanile del Duomo di Capua. Qui, e lungo le successive dieci soste, Marco 
	 Palasciano terrà la lezione «Alla ricerca della dea perduta. Passeggiata 
	 poetica per Capua», che sarà tutt'altro che un giro turistico. Temi in 
	 gioco, secondo quanto ispirano gli scenari capuani: Giustizia e 
	 ingiustizia; Ragione e oscurantismo; Guerra e pace; Virtú, vizi, decadenza 
	 e rinascenza.
Tra i "fil rouge" la storia di Medusa, vittima di violenza 
	 da parte del dio Poseidone, e che dalla dea Atena fu – anziché confortata – 
	 colpevolizzata e trasformata in mostro. Altra la dea di cui si andrà in 
	 ricerca: Dike, affinché restauri l'armonia universale. E da qui alla Dea 
	 Madre primigenia il passo è breve, come da quella statua con bilancia e 
	 spada – sulla facciata d'una chiesa ignara – alle Matres in trono del Museo 
	 Campano, presso il quale avrà fine la nostra labirintica peregrinazione o 
	 pellegrinaggio. 
Eventi extra
	 Sabato 15 marzo, ore 18:00, Sala Liani del Museo Campano,  incontro 
	 con la scrittrice Wanda Marasco – candidata al Premio Strega 2025, già 
	 finalista nel 2017 – in occasione della recente pubblicazione 
	 dell’attesissimo romanzo "Di spalle a questo mondo" (ed. Neri Pozza), da 
	 lei per lunghi anni elaborato, ispirato alla storia di Ferdinando 
	 Palasciano e di sua moglie Olga Vavilova.
L’evento – a cura 
	 dell’Accademia Palasciania in collaborazione anche con Comune di Capua, 
	 Associazione “Ferdinando Palasciano”, Cose d’Interni Libri e Capua il Luogo 
	 della Lingua Festival, nell’àmbito del Patto per la Lettura di Capua “Città 
	 che legge” – costituirà un’appendice delle celebrazioni del 2015 per il 
	 bicentenario della nascita del Dottore, e consisterà principalmente in un 
	 dialogo tra il suo erede Marco Palasciano e l’Autrice, arricchito dalle 
	 improvvisazioni pianistiche del multiartista filosofo e dalle letture di 
	 ambedue al leggio.
Vi saranno inoltre i saluti dell’Assessore alla 
	 Cultura del Comune di Capua, Vincenzo Corcione, e di Yarin Mattoni in 
	 rappresentanza dell’Associazione “Ferdinando Palasciano”.
Moderatore il 
	 Vicepresidente Onorario dell’Accademia Palasciania Roberto Cocchis.
	 Per il programma completo di «Dedalo o il sublime» si veda il blog 
	 dell'Accademia Palasciania. 
 
     
 
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