Al Cimarosa: Monica Sarnelli in “Sirene, sciantose, malafemmene ed altre storie di donne veraci”
Aversa (CE) - 12 aprile 2025
Comunicato stampa
Al teatro Cimarosa di Aversa, in Vicolo del Teatro 3,
sabato 12 aprile ore 21 sarą in scena Monica Sarnelli in “Sirene,
sciantose, malafemmene ed altre storie di donne veraci”, recital anti misogino
di straordinario successo, scritto da Federico Vacalebre, con la regia di Carlo
Cerciello.
Con Monica Sarnelli, e con Cinzia Cordella.
Arrangiamenti
musicali di Pino Tafuto e Salvio Vassallo. Disegno luci Andrea Iacopino. Aiuto
regia e realizzazione video Fabiana Fazio.
Testo, canzoni e videoproiezioni,
con la presenza virtuale di Enzo Gragnaniello, Peppe Lanzetta, Fuliggine,
raccontano la cittą al femminile e le sue donne: femmene, malafemmene, mamme,
puttane, figlie, trans, sirene, un filo narrativo ironico, ma serio, in cui si
riflette su un mondo, quello della musica, non solo partenopea, ancora sin
troppo maschilista.
La protagonista, Monica Sarnelli, si muove in una
scenografia con tanti simboli e abiti: da sciantosa, da bammenella, da
primadonna postmoderna, da brava ragazza, tra canzoni, aneddoti e racconti. Al
suo fianco un’attrice ballerina (Cinzia Cordella), una pianista (Cristina
Massaro) e un quartetto d’archi (Anna Rita Di Pace, Isabella Parmiciano, Tiziana
Traverso, Monia Massa).
Gli arrangiamenti moderni sanno di tradizione, ma
anche di electroswing, di rap, di tango digitale, che portano ai giovani il
repertorio e le storie di Gilda Mignonette, Ria Rosa, Angela Luce, Gloria
Christian, Mirna Doris, Lina Sastri, Teresa De Sio, Giulietta Sacco e altre
ancora. Anche di loro la Sarnelli parla e canta tra momenti duri, sentimentali,
femministi, altri sensuali, ironici: il sorriso, la rabbia, la pancia, il sesso,
il ritmo, la melodia saranno chiavi di volta di uno spettacolo che usa le radici
per imparare a volare. Un viaggio al termine della melodia perduta e patriarcale
che ci porta da "Era de maggio" a Pino Daniele, da "Passione" a "Ipocrisia", da
"Preferisco il Novecento" a "Lił”, tra amare veritą e dolci bugie. Con una
sorpresa finale, la traduzione in napoletano di «Marea» di Madame, inno
all’orgasmo femminile che diventa «Parea». Una ripresa artistica, ma anche
politica, per rivendicare un argomento ancora troppo attuale.