Concerto di Capodanno alla Cappella Palatina
Caserta, 1 Gennaio
Articolo e foto di Giorgio Ruberti
Caserta, martedì 1 gennaio. Si è tenuto nell’incantevole scenario della 
    cappella palatina di Palazzo Reale il concerto di capodanno della città di 
    Caserta, che ha visto protagonista la Nuova Orchestra Scarlatti diretta dal 
    m° e primo violino Luigi De Filippi. Il programma — come per ogni concerto 
    di capodanno che si rispetti — è stato estremamente piacevole ed 
    “orecchiabile”, con musiche conosciutissime quali la sinfonia de "Il barbiere 
    di Siviglia" di Rossini, l’"Aria sulla quarta corda" di Bach e la "Danza 
    ungherese" n° 5 di Brahms. Molto spazio è stato volutamente destinato anche a 
    compositori della nostra tradizione campana come Domenico Cimarosa, di cui è 
    stata eseguito "Il maestro di cappella" (una cantata comica per basso e 
    orchestra), e Renato Carosone, di cui sono state eseguite "Maruzzella" e "Tu vuo’ fa’ l’americano". Quest’ultime due canzoni sono state inserite nel 
    contesto di un medley molto ben articolato, comprendente altri pezzi noti al 
    grosso pubblico come la "Danza di Zorba", l’ouverture di "Carmen" e il Tema di 
    "Gabriel" di Ennio Morricone che confluivano l’uno nell’altro senza 
    interruzione. Per chiudere, ovviamente “alla viennese”, una carrellata di 
    pezzi di Johann Strauss.
    Dopo le stagioni concertistiche al teatro Garibaldi di Santa Maria Capua 
    Vetere, la Nuova Orchestra Scarlatti la conosciamo benissimo, e come era 
    facile aspettarsi non ha deluso neanche questa volta. Ottima 
    l’interpretazione, ma va rilevato il profondo impegno profuso dall’ensemble 
    —sinonimo di alta professionalità — nonostante la “leggerezza” 
    dell’appuntamento e del repertorio eseguito. Notevole per doti 
    interpretative la performance del basso Juan Possidente, che ha chiuso il 
    concerto con lunghissimo acuto finale sulle note di "‘O surdato ‘nnamurato". 
    Suggestiva, invece, l’interpretazione di "Maruzzella" del violoncello e, per 
    l’occasione, voce Giovanna Famulari, il cui timbro vocale veracemente 
    napoletano si confaceva perfettamente alle note della melodia di Carosone. 
    Lunghissimo, meritato ed entusiastico l’applauso finale per la Nuova 
    Scarlatti da parte del folto pubblico che gremiva la cappella palatina.
    Ma dopo le note lieti, quelle dolenti. Il concerto di capodanno, come da 
    tradizione, vuole tra il pubblico le massime autorità cittadine, perché 
    queste possano porgere all’intera comunità il solito e beneaugurate discorso 
    di fine-inizio anno. E anche questa volta, rigorosamente e fieramente 
    schierate in prima fila c’erano il sindaco, l’ex sindaco, il prefetto, il 
    soprintendente per i beni architettonici, il responsabile dell’ente 
    provinciale per il turismo, ecc. ecc. Ad una ad una, le dette autorità hanno 
    sfilato sul palco tra scarsi e timidi applausi per porgere i propri auguri 
    al pubblico rappresentante dell’intera cittadinanza: inevitabilmente, vista 
    la situazione all’esterno della Reggia tra colline d’immondizia e roghi di 
    colline d’immondizia, il discorso è andato a finire sulle emergenze croniche 
    del nostro territorio. Quale il succo dei bei discorsetti preparati per 
    l’occasione? Che tutti noi cittadini possiamo e dovremo fare di più per 
    migliorare lo stato delle cose, il che certamente avverrà nell’anno 
    incipiente (sic!), ma che dopotutto siamo fortunati perché sul nostro 
    territorio, oltre alle emergenze, ci sono anche monumenti invidiati in tutto 
    il mondo, come palazzo reale, e appuntamenti bellissimi, come il concerto di 
    capodanno in palazzo reale. Dimenticando di sottolineare che se all’uscita 
    del concerto si assiste alla Reggia — e con essa un pezzo di storia e di 
    identità casertana — immersa in un’immensa discarica, nessuno più la 
    invidierà, e per questo almeno un pezzettino di responsabilità è di chi 
    amministra e porge bei discorsetti. 
    Speriamo che le autorità abbiano compreso il vero messaggio della serata, 
    quello dei musicisti sul palcoscenico, e che al discorso del prossimo anno 
    non ci propineranno la…stessa musica.
    
 
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