Passeggiate Casertane: da Piazza Vanvitelli a Vaccheria

6° tappa: la Vaccheria di Caserta

articolo e foto di Lorenzo Di Donato


Tappe della passeggiata:

1: Piazza Vanvitelli

2: Corso Giannone

3: Aldifreda e i Mulini Militari

4: il casale di Sala

5: San Leucio

6: Vaccheria

 

Sesta tappa: Vaccheria

 

La lunga processione di fedeli salmodianti procede dal piano alla Vaccheria: superata la salita per san Leucio attraverso Via Quercione, che con le sue brevi impennate fa diventare ancora più pesante la Croce giubilare; con solenne passo supera via Giardini reali con la sinistra a carezzarne il lungo quartiere operaio e con la destra a salutare l’alta chiesa dedicata a san Ferdinando Re; oltrepassa le due barriere che ostacolano un agevole cammino attraverso la strada interna per la Vaccheria e…Ecco, eccola! La bella chiesa di Santa Maria delle Grazie appare maestosa ed accogliente agli stanchi penitenti. I fedeli delle parrocchie della Forania di san Leucio sono lì col desiderio di lucrare le indulgenze giubilari, come dal privilegio concesso in perpetuo da papa Pio VII alla appena sorta chiesa, nel 1805, per la prima settimana di giugno, durante i festeggiamenti in onore della SS.ma Madonna delle Grazie, ma eccezionalmente esteso a tutto l’anno 2000, anno Giubilare.

La chiesa di santa Maria delle Grazie sorse nel breve arco di 23 mesi per volere ed a spese di Ferdinando IV, che ne affidò il progetto e la direzione dei lavori all’architetto Ferdinando Collecini pochi giorni dopo il suo ritorno a Napoli, ed alla Vaccheria.

La costruzione di questa chiesa veniva non solo a soddisfare l’esigenza del quartiere Vaccheria ad avere una chiesa capace di ospitare l’intera comunità, essendo ormai insufficiente la cappella ricavata da un ambiente del Casino Vecchio, ma, a mio parere, anche a sanare piccole e grandi delusioni dello stesso Quartiere, al Re caro per la sua continua voglia di caccia e per avervi vissuto momenti felici con la sua giovane regina Maria Carolina nel Casino Reale, oggi detto Casino Vecchio, fattovi costruire dal Re. Il Quartiere era nato quasi ai piedi del Casino Reale nel 1773 per volere di Ferdinando IV con locali adibiti all’allevamento di vacche sarde, da cui il toponimo Vaccheria, e altri (le canetterie) ad ospitare e curare i cani, compagni fedeli del Re in innumerevoli cacce. Aveva poi visto modificate le destinazioni di buona parte dei suoi edifici per sovvenire alle necessità della sorgente attività della seta nel complesso del Belvedere, trasformato in “edificio della seta”, verso cui il Re aveva rivolto i suoi interessi dopo la morte, nel 1778, nel Casino Reale, di Carlo Tito, primogenito del Re ed erede al trono.

Ancora oggi il Quartiere Vaccheria patisce quell’antico, doloroso distacco, se non abbandono -soprattutto per volere dell’addolorata Maria Carolina, che non volle più risiedere nel Casino Reale- perché dai più si ignora il contributo che esso ha dato all’affermazione dell’industria tessile della Colonia Reale di san Leucio con ben 80 telai adibiti alla lavorazione della seta.

La costruzione della chiesa aveva, a mio parere, anche altre motivazioni: la devozione di Ferdinando IV alla Vergine delle Grazie ed il ringraziamento al Signore per il suo ritorno nel Regno da cui si era dovuto allontanare nel 1799, così come, successivamente -dopo il suo rientro da Palermo nel 1815, lì costretto dai Francesi che avevano occupato il Regno di Napoli- fece costruire la chiesa di san Francesco di Paola a Napoli come soddisfacimento di un voto fatto a Palermo se fosse rientrato in possesso del suo Regno.

Infine, il prestigioso incarico al Collecini di costruire la chiesa di Santa Maria delle Grazie veniva anche a riparare lo “sgarbo” fatto dal Re al valido architetto quando, alla morte di Luigi Vanvitelli, assegnò la carica di Direttore generale della costruzione della Reggia al più giovane Carlo Vanvitelli.

La chiesa di Santa Maria delle Grazie è la testimonianza più visibile dell’antica vita della Vaccheria e ne costituisce ancora il centro di gravità. Nella sua piazza, faccia rivolta alla chiesa, diventa facile orientarsi e riconoscere, non sempre facilmente però, i vari edifici fattivi costruire da Ferdinando IV. Alle proprie spalle da un lato vi é l’ingresso al quartiere attraverso un portale che ha grosse analogie con quello di san Leucio, mentre dall’altro lato s’apre la strada interna per san Leucio, oggi ripulita e con un bell’arredo urbano e finalmente liberata dagli sbarramenti che l’hanno oltraggiata per tanti anni; alla sinistra c’è il lungo casamento che fu prima canetteria, poi abitazione degli “artecifi” di calze da seta, etc.; alla destra vi é l’antica Vaccheria, poi canetteria (leggere per vostro diletto le due lapidi poste ai lati dell’ingresso), etc, ed il lavatoio-abbeveratoio, luogo di incontro particolarmente delle donne del Quartiere, che qui venivano ad approvvigionarsi d’acqua da bere, a lavare i panni tra una poppata e l’altra all’ultimo nato messo a riposare nella cesta dei panni ed a scambiarsi quotidiane notizie nonché piccole e grandi maldicenze.

Alla sinistra della chiesa s’arrampica una stradina che va a raggiungere, su, alle spalle della chiesa, il malandato Casino Vecchio. La strada non è illuminata e quindi, di sera, la si percorre tra due file di auto in sosta …vietata.

Il Quartiere vecchio va, naturalmente, visitato a piedi per leggerne le poche ma significative testimonianze del passato, come le già accennate lapidi in onore di due fedeli cani di Sua Maestà, morti…sul campo, l’una e l’altra capaci di far rivivere il sentimento che legava Ferdinando ai suoi cani. Recita una lapide:” Di Calvi nel più fosco/ impenetrabil bosco /dal Fiero dente d’un cignale trafitta/Malacera famosa/esangue qui si riposa./Geme Diana afflitta/ sulla funesta sorte/ della più fida sua ministra e forte /cagna che per le selve/ fue terror delle belve:/ cagna che al regio piede/ mille condusse fuggitive prede,/intrepida così che ancor estinta/ la vedi morta e non la credi vinta”.

Il Quartiere Vaccheria ha trovato unità di intenti e l’antica fierezza delle sue maestranze con la rappresentazione sacra Il Presepe Vivente, con scene di vita e costumi settecenteschi, che ha richiamato più di diecimila visitatori nello scorso anno. Su tale manifestazione è possibile avere informazioni esaurienti su www.presepeavaccheria.it

A quanti, durante le festività del prossimo Natale, si recheranno alla Vaccheria per gustare le scene della Sacra rappresentazione Il Presepe Vivente e confondersi con le centinaia di comparse (praticamente corale la partecipazione degli abitanti del Quartiere, anche quelli dei nuovi insediamenti) consiglio di vedere e partecipare al Presepe e leggere con attenzione ed amore quanto resta delle nostre antiche radici. 

Il cancello all'ingresso della Vaccheria

 

Chiesa di S. Maria delle Grazie .JPG

La facciata della chiesa di Santa Maria delle Grazie

 

Le abitazione degli “artecifi” di calze da seta

 

Il lavatoio-abbeveratorio

 

Il Casino Vecchio

 

..nel quartiere la lapide che ricorda due fedeli cani di Sua Maestà

 

 

Immagini del Presepe Vivente

 

 

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