Teatro Civico 14: Bianca, Neve e i tre settenani

Caserta – 25 dicembre 2018

Articolo di Marilena Lucente

Quanto ci si diverte con Biancaneve e i tre sette nani, in scena al Teatro Civico 14 sino al 30 dicembre. Ridono i grandi, tanto. Scoppiano in risate fragorose i piccolini seduti nelle prime file, occhi negli occhi con una fiaba che già conoscono e che capiscono meglio in questa nuova versione così allegra e strampalata.
E’ uno spettacolo nello spettacolo. Portare l’antico nel moderno, rendere visibile i sentimenti, cantare tra pensieri intimi e paure comuni a tutto. E già questo potrebbe bastare. Invece no. Roberto Solofria ha recuperato la storia del vecchio castello di Lorh, in Bassa Franconia, e della sua ricca collezione di specchi parlanti. Come tutte le ragazzine Bianca smarrisce il senso del tempo ed entra in un altro tempo. Arrivano altri personaggi, arrivano alcune suggestioni dei fratelli Grimm, arriva quello che non ti aspetti. La Regina invidiosa scivola in scena in overboard, è così ostinatamente cattiva da risultare stupida, Bianca è dolce e piena di nostalgia per Neve, il suo cane. I sette nani sono tre, minatori certo, litigiosi, naturalmente e in fondo tutto cuore e apprensione per quella ragazzina capitata per caso nelle loro vite. Non può mancare lo specchio. Bisogna sempre fare attenzione: quando un oggetto compare in un racconto qualcosa di magico sta per accadere. Infatti qui lo Specchio infatti sbuffa, parla, straparla, ed è irremovibile nel dire la verità, tanto più che di mestiere fa il cartomante telefonico.
Quattro attori in scena - forte l’affiatamento, che regge e amplifica il ritmo dello spettacolo - con ruoli che cambiano per il piacere della trasformazione, la sfida nell’interpretazione. E’ come il gioco delle tre carte, reso ancora più incalzante da una sola aggiunta. Le facce cambiano, la voce si fa cavernosa e i personaggi si ingigantiscono, le canzoncine rimpiccioliscono i nani, un trucco dopo l’altro - parrucche, cappelli, motociclette - entrano in scena brutte streghe, guardiacaccia, principe. E ancora non è finita. Una sorpresa dopo l’altra sino alla fine. Senza fiato.
Il trucco c’è e si vede: ogni personaggio indossa il proprio modo di parlare come fosse un vestito, ogni abito una faccia nuova e ogni novità strappa sguardi di stupore.
Stupore. Senza non c’è, non ci può essere, teatro.
Complice la scenografia di Antonio Bonocore che sulla scena ha realizzato un gigantesco retino, di quelli usati da bambini per mettere i chiodini. I costumi di Alina Lombardi, le luci di Marco Ghidelli e la musica musica di Packy Di Maio giocano con la fantasia dello spettatore.
Come nelle favole, tutti vissero felici e contenti, attori e spettatori, poesia e immaginazione, allegria e un poco di malinconia. E’ stato tutto un sogno: la cattiveria, la voglia di uccidere, le fughe, l’ingenuità, l’amore. Solo un sogno, e Bianca adesso lo sa. Di vero, il racconto di questo mondo tanto strano quanto necessario.
I quattro in scena sono: Roberto Solofria, Antimo Navarra, Vincenzo Bellaiuto e Martina Porfidia.

Consulta: Stagione 2018/19 del Teatro Civico 14

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