la parola madre

Michele Pagano

La spallata

Alice nel paese delle meraviglie

Dal Calcio ai calci. Storia di Puskas d'Ungheria

Sante Pollastri – Un brigante al giro d’Italia

Pulcinellata Prima

  

Officina Teatro Stagione 2009/10 "Prospettive Contemporanee"

S. Leucio (CE) – dall'11 Ottobre al 23 maggio 2010

Comunicato stampa

10 e 11 ottobre 2009, Officinateatro presenta "Sabbia" scritto e diretto da Michele Pagano (nostro articolo)
Un uomo, un pallone, la sabbia. Un racconto scandito da tre mondiali di calcio. Una raccolta di ricordi che raccontano la storia di una lacerazione vissuta senza il filtro del cinismo. Il gioco del calcio che unisce e separa. La sabbia che, prima, accoglie e poi seppellisce l’esaltazione e le promesse dell’infanzia e dell’adolescenza. Sulla spiaggia ricreata sul palcoscenico, Tanino rivive il suo passato, con le sue contraddizioni e i brucianti sensi di colpa. Il percorso di questo emigrante è il viaggio di chi parte da un sistema di valori imposto e cristallizzato per giungere faticosamente all’emancipazione e alla maturità. Ogni elemento del passato che ritorna mette alla prova una scelta, una decisione, un cammino di svolta con tutte le sue sofferenze e i suoi inciampi. Ovunque, sabbia, dall’alto e dal basso, simbolica materia dei ricordi e suggestivo scenario di fallimenti e vittorie. Delicatamente comico e consapevolmente intimista, questo spettacolo non fornisce risposte, ma rivendica le lontane e felici promesse dell’infanzia come destino e non come caso.
24 e 25 ottobre 2009, Le pecore nere srl (Napoli) presenta "Juve-Napoli 1-3 - La presa di Torino", diretto da Massimo De Matteo con Peppe Miale. Scritto da Maurizio de Giovanni (nostro articolo)
A Torino il nove novembre 1986 giungono 4 uomini venuti da lontano a bordo di una fiat regata diesel. A Torino 4 uomini in trasferta per assistere all’ennesima sconfitta annunciata. Ma il destino aveva già deciso da tempo. Assisteranno increduli ad un istante, una vittoria che avrebbe cambiato la storia, anche la loro. Quattro tifosi lentamente verso l’alto, da Napoli a Torino e velocemente verso il basso da Torino a Napoli. Un ritorno in discesa e un futuro fiducioso.
Questa storia comincia con una frase esemplificativa in cui il protagonista narrante confessa che sa che esistono cose molto più importanti di una squadra di calcio e dell’amore per essa. Ma è vero anche che la sfera della razionalità non può esplicare l’ inesplicabile se si ritiene essere tale il tifo.
Maurizio de Giovanni, autore di questo racconto-verità, “La presa di Torino”, narra di quell’evento quando, dopo poche giornate di campionato vissute gomito a gomito con la Juventus, tutta la città accompagnò la squadra fino a Torino per sfidare il mito a casa sua.
“Avremmo perduto certo, ma avremmo combattuto. Avremmo pareggiato certo, e sarebbe stato meraviglioso. La verità era che nessuno di noi aveva capito fino in fondo che stavolta con noi non c’era Masaniello , c’era un uomo , un uomo vero, grande, forte, c’era…….”
Ma non era solo una partita di calcio?, si chiederà qualcuno. No. La risposta è no: non era solo una partita di calcio. Chi ha vissuto quel giorno sa che non lo era. E può promettere, e promette, che chi assisterà allo spettacolo se ne accorgerà immediatamente. Anche se del calcio non gliene frega niente. Perfino se è tifoso della Juventus. Parola d’onore.
7 e 8 - 14 e 15 Novembre, Officinateatro presenta "La corale dei nomi propri (Studio primo)", ideato e diretto da Michele Pagano  (nostro articolo)
E’ molto diffuso il pensiero secondo cui nel nome c’è un significato che va oltre il semplice segno identificativo o la sonorità. Nelle filosofie orientali il nome è implicitamente portatore di un destino e, fino a quando il ‘vero’ nome non prende il sopravvento, tale destino non può compiersi, né tanto meno la persona può dirsi veramente in armonia con sé stessa e con la natura. Questa ‘corale’, fatta di nomi e di storie, è una sinfonia di voci femminili in cui la partitura non è altro che la vita vera, l’esperienza dolorosa e, a tratti, grottesca e irreale vissuta dalle protagoniste. Cosa distingue un suono da una musica? L’armonia delle varie sonorità, le sfumature, gli accenti e il ritmo. Tutto questo è ricreato nella ‘corale’ attraverso le varie voci narranti che, partendo dalla scomposizione dei testi e delle storie, si intrecciano e si sfiorano con la stessa eleganza di un’aria o di un inno, ma che sanno anche scontrarsi e accavallarsi, come dissonanze e alterazioni. Ispiratrici e ‘demoni’ delle letture di questo Studio sono: Anna Politkovskaya, Pippa Bacca, ‘Lola, Maria e le altre’, Veronica Lario e ancora i ‘passi affrettati’ di Dacia Maraini e altre compagne. Forse scopriremo nelle voci delle donne rappresentate in scena un eco potente delle più penose ingiustizie e discriminazioni che colpiscono tutti i soggetti più deboli. Ma forse ascolteremo semplicemente i racconti delle donne che vivono dentro di noi.
21 e 22 novembre 2009, Teatro del cerchio (Parma) presenta "Sante Pollastri – Un brigante al giro d’Italia", scritto e diretto da Mario Mascitelli.  (nostro articolo)
Uno spettacolo sull'amicizia, l'avventura, lo sport. Ma anche una storia: quella di Sante Pollastri, brigante gentiluomo amato dalle donne e dalla gente, e del suo idolo Costante Girardengo, campione di ciclismo. Il racconto di cio' che furono gli anni a cavallo delle due grandi guerre attraverso le fatiche di chi cercava di sopravvivere fuori dalla legge. Contemporaneamente, c’era chi, in sella ad una bicicletta, cercava di conquistare la vittoria. Gli amori dell'uno e le rinunce dell'altro. La fuga sulla bici e quella dalla polizia e, poi, l'epilogo, la cattura, l'amico che passa correndo, il processo, la prigione, il vento tra i capelli. Occhi con occhi che si perdono nei ricordi. Ed una scritta, fatta col gesso per terra, a segnare il traguardo di un destino tradito, che incita: Vai Girardengo!
18, 19, 20, 25, 26, 27 dicembre 2009 e 2, 3, 4, 5, 6 gennaio 2010, Officinateatro  presenta "Alice nel paese delle meraviglie". Dall’omonima opera di Lewis Carroll. Adattamento e regia di Michele Pagano   (nostro articolo)
Il nostro Paese delle Meraviglie è il luogo che sovverte le realtà concrete, o meglio, che pensiamo concrete. In esso, Alice è il simulacro di una bambina (anche se ha la morfologia di una donna adulta). Unica soluzione questa che consente di rincorrere un Coniglio blaterante senza cedere all’incredulità tipica degli adulti. E’ la legge della ‘trasformazione’, della metamorfosi che regola il mondo di Alice. Il suo viaggio parte dalla incredibile scoperta delle potenzialità dell’essere e dalla curiosità irrefrenabile per le opportunità del divenire. Alice esce dal mondo del conosciuto, del consapevole, del noto – che è anche sinonimo di noia e di monotonia – per affrontare avventurosamente tutto ciò che è diverso, strano, imprevedibile e inconsueto. Lo spettacolo ricrea in maniera onirica e surreale tutti i passaggi di questa trasformazione, tutte le tappe della crescita e della evoluzione, utilizzando composizioni e scomposizioni delle scene, luci, immagini, suoni e odori. Chiunque assista allo spettacolo potrà sentirsi parte del viaggio e abitante del Paese delle meraviglie, vivendo le emozioni, le paure e le trasformazioni con lo spirito dell’ Alice che ha dentro di sé
30 e 31 gennaio 2010, BiancoFango (Roma) presenta "La spallata", liberamente ispirato a uno solo fra i ‘Ricordi del Sottosuolo’ di F. Dostoevskij, scritto e diretto da Andrea Trapani e Francesca Macrì. Con Lorenzo Acquaviva e Andrea Trapani (nostro articolo)
Due uomini si incrociano. Si guardano e si notano nei pressi di un trampolino di una piscina molto nota. Quasi fashion, potremmo dire. Uno si butterà, con grazia, leggendaria e sfrontatezza da brividi. L’altro, incapace di buttarsi, guarda alla ricerca di un coraggio che non arriva mai. I due non si parlano. Eppure comunicano. Non si conoscono. Eppure i loro gesti parlano fra loro. Forniscono nomi e cognomi. Non dovrebbero vedersi più. Non avrebbero dovuto vedersi mai. Invece, scatta l’ossessione, l’incubo, lo squilibrio mentale forse. Uno cammina e l’altro insegue, col desiderio catartico e mai realizzato di essere anche lui, una volta tanto, inseguito, invidiato e stimato. La strada è il momento del passeggio, della vita che scorre, dei passanti che la abitano e che la posseggono anche se solo per un pomeriggio. Due linee bianche parallele la delimitano. Dentro di esse significa essere in un quadro, un quadro di persone che hanno fretta, che fanno compere, che mangiano un gelato, che guardano seduti su una panchina. Un quadro di persone che vanno e vengono, ma raramente si fermano. Fuori dalla strada c’è tutto un altro mondo, oltrepassata la linea bianca ci sono i negozi dove far compere di giorno, ci sono le case delle persone che illuminano dalle loro finestre la strada anche di notte, e di notte, superata la strada, ci sono le puttane, le donne di tutti, anche di quelli che non riescono ad averne una. Il Sottosuolo non abita nessun posto. Non è sulla strada. Non è fuori dalla strada. Le luci dei lampioni ci sembra che di notte lo illuminino come un’anomalia, la più grottesca, indecente e bizzarra anomalia.
6 e 7 Febbraio, "Fiato di madre... e voglio dire" di e con Sergio Vespertino e con Pierpaolo Petta alla fisarmonica
una produzione Cooperativa AGRICANTUS Palermo
Fiato di madre…è in realtà… la storia di tutti noi, figli di mamme siciliane.
Nel corso dello spettacolo, chi non si ritroverà a ridere di se stesso? Ed a pensare “É vero! Anche mia mamma”.
Infatti gioco a tuffarmi nei ricordi, e perché no, in quelli di tutti noi, per ritrovarci ancora coinvolti e avvolti in quelle enormi e calde braccia materne: perché siamo sempre, anche da grandi, i pulcini di mamma.. La mamma proietta su di te la sua lunga ombra affettiva; vive per te e attraverso te; vuole la tua felicità, anche a costo di renderti infelice.
Ti riempirà di cure e tenerezze e farà di tutto perché la tua testa diventi la valigia dei suoi sogni.
Non ti disturbare ad avere un carattere, lei ne ha già uno pronto da imprimerti. Il fatto che tu ne manifesti uno, tuo, le sembrerà un’interferenza gratuita.
Ricorda: prima ancora che tu esista, qualcuno ha già deciso che ci sarai.
“Le cure ossessive che la mamma aveva nei miei confronti cominciarono prima che nascessi. Non trascurava nessun dettaglio. Credeva che una donna in attesa potesse influenzare anche con il solo pensiero l’aspetto e l’intelligenza del nascituro. E lei, come tutte le mamme, mi voleva bello e intelligente. Così la sera, prima di coricarsi, si guardava la foto di Tyrone Power (per la bellezza) e poi quella di Einstein (per l’intelligenza). Di notte la mamma era tormentata da incubi confusionari: sognava bambini con la faccia di Einstein e il cervello di Tyrone Power. Così nacqui io, e il risultato è visibile!”
La personalità, in definitiva, è quella parte dell’anima che riesce a trovare scampo dalla mamma.
Appropriandosi prima del dito, poi del braccio e infine di tutto il resto, la mamma mi ha insegnato che la vita non è altro che la riconquista della sovranità su se stessi.
Ed in questo spettacolo ve ne voglio parlare.
In scena Pierpaolo Petta alla fisarmonica accompagnerà Sergio Vespertino
domenica 14  febbraio
(fuori abbonamento), ore 19, "Dal Calcio ai calci. Storia di Puskas d'Ungheria" di e con Michele Tarallo, liberamente tratto da: "La squadra spezzata" di L. Bolognini di e con Michele Tarallo, Regia: Michele Tarallo. Assistente regia: Angelo Callipo. una produzione AltroTeatrOltre
L'Aranycsapat (squadra d'oro), la Nazionale ungherese di Puskás, una squadra che macina gol e spettacolo e viene acclamata ovunque.
Gabor, essendo stato da ragazzino testimone oculare di quegli anni, fanatico di Puskás, rivive in eccessi di follia i trionfi come il segno che il comunismo, di cui è un convinto seguace, sia destinato a vincere. Ma la sconfitta nella finale della Coppa Rimet del 1954 (l'unica partita persa dall'Aranycsapat su 50 tra il 1950 e il 1956) manda in frantumi i suoi sogni e quelli di un intero Paese: sparite le speranze, resta solo una realtà fatta di miseria.
dal 19 al 21 Febbraio,
Officinateatro presenta "Vietato attraversare i binari", scritto e diretto da Michele Pagano (nostro articolo)
A volte basta il binario di una stazione deserta per creare lo scenario di una “relazione pericolosa”. A fare da protagonisti di esilaranti dialoghi grotteschi e surreali due sconosciuti, senza nessuna apparente affinità se non quel binario e quella notte solitaria.
La chiave di narrazione, leggera e semi-seria, dà voce ai profondi lamenti di un personaggio femminile disgregato sul piano affettivo e, proprio per questo, teneramente disorientato dalle sue stesse inconfessabili pulsioni. La storia descrive un immaginario femminile variegato: triste, ironico, diffidente, ma a volte ingenuamente generoso e, più spesso, amaramente disilluso. Nel dialogo con l’alter ego maschile emerge tutta la stravagante e, a tratti, maliziosa fantasia della protagonista. Quell’uomo, apparentemente un estraneo, sembra toccare tutti i tasti giusti per portare allo scoperto fantasmi, ma anche sogni e vanità. Forse anche lui è solo frutto della fantasia, o forse no. L’amore e “l’insostenibile leggerezza dell’essere” (M. Kundera) si alternano tra scene magiche e suggestive atmosfere oniriche rappresentando l’eterno e immutabile ‘gioco delle parti’ in una modalità comica, ma anche sottile e delicata. Nel vuoto desolante delle atmosfere urbane, si sfogano e si incontrano il bisogno dell’ascolto e del racconto. Un treno che non arriva mai è la metafora di una speranza, debole ma concreta, che la ripetitività possa lasciare spazio all’imprevisto e al cambiamento, anche se il prezzo da pagare dovesse essere molto alto.
28 febbraio 2010,  Teatro del Sangro (Lanciano - Ch) e Questa nave (Venezia) presenta "Operai oggi", scritto e diretto da Stefano Angelucci Marino, con Francesca D’Este e Stefano Angelucci Marino
Siamo nel 2008, a Torino. Due operai, Tommaso e Chiara, sono sposi da dieci anni. Abruzzese lui e veneta lei. Lui, perfetto metal-mezzadro degli Abruzzi di oggi, tutto centri commerciali, belle fighe e il mito dell’origine; lei, una donna spaesata, finita, una donna che corre dentro l’inferno dei suoi desideri in profonda solitudine. Schiacciati dentro casa per un’improvvisa Cassa integrazione decretata dall’azienda, i nostri due, come cani in gabbia, raccontano e vivono tensioni, splendori e miserie di un certo operaismo dei giorni nostri, un operaismo che si fa fatica a raccontare. Ne esce fuori uno spaccato in parte comico, in parte tragico. Per la precisione tragicomico. Ambientato a Torino, in un equilibrio carico di tensione scenica, tra realismo e visionarietà, in questo spettacolo troviamo la forza dirompente di un teatro che diventa il luogo della riapparizione dei tabù, delle verità forti, degli sconfinamenti. Si racconta della disgregazione, della solitudine, della crisi dei valori, dell’incapacità di comunicare tra simili, dell’assenza esistenziale. Operai oggi è un lavoro teatrale "alimentato" dalla scrittura di John Fante: una comicità trafelata e plateale, l’inquietudine visionaria e ispirata, l’attenzione profonda, eppure mai compiaciuta, al mondo degli ultimi - degli immigrati - e chiaramente la scoppiettante presenza degli ambienti domestici, cioè etnici, come sempre nei romanzi di Fante descritti nel momento della loro implosione, del loro scardinamento a causa delle forze contrapposte che li abitano, generazionali e culturali.
13 e 14 marzo 2010, Teatro dei Limoni (Foggia) presenta "Hamburger", scritto da Leonardo Losavio e D. Francesco Nikzad, diretto da Roberto Galano. Spettacolo patrocinato dalla Federazione Pugilistica Italiana Nazionale/Regionale/Provinciale (nostro articolo)
Hamburger è un personaggio all’apparenza violento, antipatico, malato. La rabbia gli scorre nelle vene, come un mare in tempesta, come una centrifuga. Non è un modo per scappare dalla realtà, è la sua ragione di vita, la sua patologia, l’unico modo che ha per far sentire la sua voce. La sua vita, come quella di tanti ragazzi di provincia, è stata colpita da eventi poco fortunati che ne hanno condizionato la crescita in una società che lo ha messo ai margini, che non lo vuole
Domenica 21, (fuori cartellone) Officinateatro presenta "Sabbia", scritto, diretto e interpretato da Michele Pagano
27 e 28 marzo 2010, La Barraca (Castrolibero - CS) presenta "Silenzi – Seconda suite per corpi in ascolto", ideato e diretto da Nuccia Pugliese
Immagini Video: Orazio Garofalo. Con Francesco Liuzzi, Rossana Micciulli
Questo spettacolo vive di immaginazione, qualcosa di incorporeo che richiede essere rappresentato prima di tutto all’attore, estremamente solo nella sua attitudine di attesa e di ascolto verso segnali di vita “altra”. L’intento di dare espressione visiva a quella dimensione interiore – disturbante eppure salvifica – di chi decide di mostrarsi in scena, ovvero di mettersi in gioco, si è imposta, fin dall’inizio del laboratorio che ha dato il ‘la’ al percorso scenico, come un’esperienza sorprendentemente etica oltre che emotiva. La parola teatrale è perciò ben presto diventata la parola stessa del bambino-attore, della marionetta-mimo, dell’anima che sente, sogna, soffre e “vede” se stessa per intero sulle pareti trasparenti della culla/stanza che la circonda. L’ “essere in scena” costringe ogni volta a “essere in vita” secondo altre pulsazioni, altri respiri, ma anche a pensare la propria esistenza come meno scissa, meno alienata: e soprattutto a testimoniare così, coi propri corpi dentro la quotidianità del “Teatro del mondo e Teatro del Sud”, una speranza estrema ma ancora viva nell’uomo, nella sua capacità di farsi angelo e di non delegare più ad angeli inventati - magari da ogni tipo di Potere - la fatica splendida e spaventosa di “trasformare il mondo” che oggi ne ha bisogno più che mai.
9, 10 e 11 aprile 2010, MediaAetas teatro (Napoli) presenta "La sveglia", scritto da Pippo Cangiano e diretto da Pino L'Abbate, con: Pippo Cangiano e Luca Saccoia
Due vite sospese, quelle di Odoardo e Rocco (padre e figlio), a causa di un evento tragico che vent’anni prima ha sconvolto la loro vita. Due mondi paralleli dove rifugiarsi per non pensare: il “troppo” per il padre, con la sua maniacale attività frenetica, e il “nulla” per il figlio, che fa passare così le sue giornate inesorabilmente, che si rifiuta di diventare adulto, una rinuncia alla vita. Due mondi paralleli che s’incontrano-scontrano per una resa dei conti quotidiana, in un luogo-non luogo, dove anche il tempo non è definito, potrebbe essere oggi come vent’anni fa, e la quotidianità è solo illusoria. In questa illusione rientrano gli oggetti di scena e i costumi, anche loro idealmente “sospesi” e anonimi, non ci sono colori forti, ma delle tonalità tenui, non invadenti. Le musiche, infine, accompagnano i due attori con delle note accennate, identificando il padre e il figlio in due strumenti: il sax baritono e il sax tenore, e anche questi non vanno quasi mai insieme. L’unica melodia che ritorna non appartiene a loro ma al ricordo di quello che era vent’anni prima.
24 e 25 aprile 2010, Teatro di legno e VesuvioTeatro (Napoli) presenta "La parola madre". Libero “tradimento” da “Emma B. vedova Giocasta” di Alberto Savinio. Contributo straordinario alla produzione, progetto Nuove Sensibilità, scritto e diretto da Silvana Pirone e Luigi Imperato, con: Danilo Agutoli, Fedele Canonico, Domenico Santo
Una notte dopo quindici anni di assenza, Emma B. incontrerà suo figlio. E’ una notte di attesa, ma anche di festa. Savinio immagina la sua protagonista sola in scena, in un monologo allucinato; noi le affianchiamo altri due personaggi i quali insieme a lei danno vita ad una danza dell’attesa e nello stesso tempo si fanno narratori-testimoni di un segreto profondo e impronunciabile: l’incesto compiuto dalla protagonista con suo figlio per sottrarlo ad una ispezione nazista. Ma la condanna dell’incesto resta sulla soglia dell’ambiguità: Emma infatti è madre, ma pare scorgere nel figlio il suo uomo, o ancora meglio il suo complemento, l’essere umano da lei generato e che solo può renderle il sesso mai posseduto, e la non-schiavitù legata a quel sesso. Delusa da una prima figlia perché femmina e condannata a passare da un padrone all’altro (padre, madre, marito), sembra pronta a voler portare a se definitivamente quel figlio maschio, il quale ha per troppo tempo cercato in altre donne la felicità e fatto fatica a “pronunciare la parola “madre” fuori da certi significati”.
Il nostro allestimento esplora questo mondo materno attraverso tre attori uomini che recitano donne. La negazione del ruolo della femminilità viene pronunciato da voci maschili che tentano di invertire il proprio sesso, proprio come Emma la quale, inoltre, ai nostri occhi inutilmente tenta di ridefinire lo statuto di madre.
Emma sembra fare i conti con una realtà desolante che non accoglie le sue non-urla, e cerca di sfuggirne attraverso quello che ritiene il suo atto più potente: la messa al mondo di un uomo, maschio. La realtà di questo uomo e di quello che per lei ha significato e significa (compreso il peccato come affermazione) sembra in ogni momento labile e prossima più ad un fantasma che ad una persona. Il suo mondo pare una messa in scena rituale dell’attesa materna al fine di evadere da una mortifera solitudine.
21, 22 e 23 maggio 2010, Officinateatro presenta "Vietato attraversare i binari", scritto e diretto da Michele Pagano (replica)
In scena, ai lati di un binario di una stazione deserta, Carmen Pommella e Maurizio Murano danno brillantemente volto e vita a due solitudini che si incontrano e si ritrovano ad essere protagoniste di esilaranti dialoghi grotteschi e surreali.
La storia descrive un immaginario femminile variegato: triste, ironico, diffidente, ma a volte ingenuamente generoso e, più spesso, amaramente disilluso. Al di là dei binari, in quella stazione vuota, c’è un “lui sconosciuto”: ed è proprio nel confronto con l’alter ego maschile che può emergere tutta la stravagante e, a tratti, maliziosa fantasia della protagonista. Quell’uomo, apparentemente un estraneo, sembra toccare tutti i tasti giusti per portare allo scoperto fantasmi, ma anche sogni e vanità. Forse anche lui è solo frutto della fantasia, o forse no. L’amore e “l’insostenibile leggerezza dell’essere” si alternano tra scene magiche e suggestive atmosfere oniriche rappresentando l’eterno e immutabile ‘gioco delle parti’ in una modalità comica, ma anche sottile e delicata. Nel vuoto desolante delle atmosfere urbane, si sfogano e si incontrano il bisogno dell’ascolto e del racconto. Un treno che non arriva mai è la metafora di una speranza, debole ma concreta, che la ripetitività possa lasciare spazio all’imprevisto e al cambiamento, anche se il prezzo da pagare dovesse essere molto alto.
Lunedì 24 Maggio 2010, ore 21.00, La Mansarda - Teatro dell'Orco presenta "Pulcinellata prima", Vincitore del Premio Ribalta 2009 come migliore attore (nostro articolo)
Adattamento di Roberta Sandias. Regia Maurizio Azzurro. Con: Maurizio Azzurro, Paola Maddalena, Guido Primicile, Ciro Pellegrino
Lo spettacolo, allestito in occasione del quattrocentesimo anniversario dell’introduzione di Pulcinella sulle scene come maschera teatrale ad opera del capuano Silvio Fiorillo, trae origine da due testi della tradizione culturale campana: la “Fiaba dell’orco”, dal seicentesco Pentamerone di G. B. Basile, e “Il Prologo di Pulcinella”, una commedia per guarattelle del novecento napoletano.
In entrambe le opere, differenti per stile e linguaggio, ricorrono le avventure in cui si barcamenano i personaggi, nonché alcune ambientazioni e alcuni modelli narrativi.
L’allestimento vuole essere un pretesto per indagare la figura di Pulcinella, che, approdato sulle scene, porta a compimento un percorso che vede la sua origine perdersi nel tempo.
Lo spettacolo si propone dunque di affrontare una ricerca sulle origini di questa maschera, che risalgono a tempi arcaici e che racchiudono significati antropologici che vanno al di là della figura oleografica che è oggi approdata nell’immaginario collettivo. Pulcinella racchiude una sua “sacralità”, era considerato un tramite tra il regno dei morti e quello dei vivi, ed è carico di significati simbolici, al confine tra sacro e profano.
Ed è proprio questa affascinante mescolanza tra sacro e profano, tra credenza popolare e religiosità, che getta le fondamenta d’un certo tipo di tradizioni culturali, ed ispira alcune suggestioni ed alcune atmosfere dello spettacolo.
La messinscena si avvale di elementi scenici di sicuro impatto: musica dal vivo e canzoni originali, burattini giganti manovrati a vista arricchiscono una rappresentazione davvero coinvolgente, che ci accompagna in un viaggio attraverso la nostra cultura e la nostra tradizione popolare.
mercoledì 16 e giovedì 17 giugno,  ore 21, Laboratori Officina, in scena “Senza Fine”
Dieci ragazzi si ritrovano, improvvisamente, in un posto sconosciuto, rinchiusi e confusi. Paura, rabbia, amicizia, le emozioni si intrecciano assieme ai destini dei dieci protagonisti. “Senza fine” è lo spettacolo di chiusura del laboratorio Ipotesi Espressive 2009/2010 - Livello Avanzato (ragazzi) organizzato da Officina Teatro e condotto da Caterina Di Matteo e Michele Pagano.
Scritto dallo stesso Pagano, a quattro mani con Laura Rossetti, il lavoro è portato in scena , ed apre la serie di appuntamenti con cui Officina chiude per quest’anno le esperienze formative dei laboratori teatrali. In scena ci sono Peppe Affinito, Liliana Bottone, Paolo Del Giudice, Fabiana Fiorillo, Sara Mauro, Pamela Petrone, Daniela Quaranta, Francesco Rovello, Erica Rovello, Gianni Vitale, Riccardo Zimmermann.
La regia è di Michele Pagano, aiuto regia Caterina Di Matteo. Scene: Fernando Sparaco, costumi: Officinateatro. Progetto grafico: Lello Pennacchio.
L’ingresso è libero, ma è gradita la prenotazione (tel 0823.363066).
mercoledì 23, giovedì 24 e venerdì 25 ore 21, per Laboratori Officina, “Reclusi”
Dopo il successo di Campo Madre (2009), torna il tema dell’olocausto nei lavori di Michele Pagano, direttore artistico di OfficinaTeatro. Il dramma della deportazione va in scena con “Reclusi”, lo spettacolo degli allievi di fine laboratorio TramES 2009/2010 - Livello base (adulti).
Scritto da Michele Pagano, che ne cura anche la regia – aiuto regia Laura Rossetti – “Reclusi” è portato in scena da: Gina Affinito, Vincenzo D’Angelo, Annamaria De Matteo, Armando De Renzo, Ester De Rosa, Paolo Del Giudice, Egle Galano, Elisabetta Matarrese, Rosalba Morelli, Mario Palladino, Maurizio Pellegrino, Carmen Perrella, Antonio Porcaro, Fernando Sparaco, Pietro Tavano, Luisa Vigliotti.
Le scene sono di Fernando Sparaco.
Per una più approfondita preparazione all’interpretazione del lavoro, Pagano ha fatto vivere ai suoi allievi un’esperienza da “reclusi” lo scorso mese di maggio quando gli attori si sono ritrovati per ventiquattro ore rinchiusi in teatro: niente sigarette, niente coperte, niente cellulari. Solo una bottiglia d’acqua e (poco) cibo razionato.
L’ingresso è libero ma è gradita la prenotazione (0823-363066/ 320 8899471).
29 e 30 Giugno, ore 21, per Laboratori Officina, “Spogliatoi”
Nessun luogo sa essere così pubblico e pure nello stesso tempo così privato come gli spogliatoi di una palestra. Cosa confessano le donne tra loro mentre spalmano creme o tirano su calze? E quali emozioni si consumano su una panca dopo una partita a calcetto tra “veri maschi”?
Ce lo racconta lo spettacolo che chiude il laboratorio teatrale Ipotesi Espressive 2009/2010 Livello Avanzato (adulti), condotto da Officina Teatro,
Il regista casertano Michele Pagano ancora una volta mostra con “Spogliatoi” grandi capacità introspettive, la sapiente lettura delle paure e delle emozioni di uomini e donne a confronto con gli altri e con se stessi.
“Spogliatoi” è scritto a quattro mani da Pagano (regia) e Laura Rossetti (aiuto regia), “ed è interpretato da Donatella Bergantino, Pina Cavasso, Giovanna D’Angiolella, Armando De Renzo, Fabrizia Fusco, Antonio Porcaro, Annarita Santabarbara, Rosario Giuseppe Zappia con la partecipazione di Michele Tarallo.
Scene di Fernando Sparaco. Costumi: Officinateatro. Progetto grafico: Lello Pennacchio.
L’ingresso è gratuito ma è consigliata la prenotazione (tel 0823.363066 - 320 8899471)
 

Orari e costi

Venerdì e Sabato: inizio spettacolo ore 21,00
Domenica: inizio spettacolo ore 19,00 (a spettacolo iniziato non sarà possibile entrare in sala)
Intero: € 10,00, Ridotto: € 8,00
Per abbonamenti, prenotazioni spettacoli e informazioni: tel./fax 0823 363066, info@officinateatro.com, www.officinateatro.com

1/2 maggio - Reclusi (Laboratorio aperto di azioni negate e altri rifuti)

Il laboratorio proposto da Officinateatro e da Michele Pagano, direttore artistico, consiste nel coinvolgimento di attori e non in una singolare esperienza vissuta in un contesto di privazioni.
Le “reclute” saranno “rinchiuse” all’interno del teatro per circa 24 ore, prive di acqua (una bottiglia da 1 lt ciascuno) coperte, cellulari, sigarette. Verranno fornite cibarie in quantità limitata.
Reclusi nasce come fase propedeutica per l’allestimento di uno spettacolo in programmazione per la stagione teatrale 2010/2011.
Esso si propone come uno studio attraverso il quale l’attore, vivendo molteplici suggestioni, provocazioni e 'rifiuti' dovrà cercare di trasferire agli altri le proprie emozioni in maniera empatica. I partecipanti verranno osservati mentre creano azioni sceniche e atteggiamenti in una condizione di assoluta impossibilità di comunicare con l'esterno. Inoltre, sarà un laboratorio di idee e di pensieri volto a sollecitare la consapevolezza dei partecipanti delle proprie emozioni/reazioni verso gli stimoli percettivi e gli impulsi emotivi che gli verranno proposti.
Modalità di partecipazione:
La partecipazione è completamente gratuita e a numero chiuso.
Gli interessati dovranno telefonare al n° per fissare un colloquio con gli organizzatori.

Giocare con le parole - Workshop teorico-pratico di scrittura comica e umoristica

Condotto da: Edgardo Bellini, Ludolinguista, enigmista, campione italiano di Giochi di Parole, Pino Imperatore, Umorista, giornalista, responsabile della sezione Scrittura Comica del Premio “Massimo Troisi”
Il workshop prevede 4 incontri di 3 ore ciascuno:
- sabato 15 Maggio ore 10,30/13,30 e ore 14,30/17,30;
- domenica 16 Maggio ore 10,30/13,30 e ore 14,30/17,30.
“Giocare con le parole” sarà un workshop divertente, stimolante e pratico, rivolto a persone con la passione per la lettura e per la scrittura, ma anche per il teatro comico e per il cabaret di qualità. L’intento sarà quello di dotare i partecipanti degli strumenti più adatti per esprimere concretamente e proficuamente la propria passione.
Programma:
Introduzione. Presentazione dei conduttori e delle attività del Laboratorio.
Onomanzia dei partecipanti e presentazione individuale.
Nicholas Falletta: illusioni ottiche.
Umberto Eco: “Come scrivere bene”.
Perché si ride? Teorie storiche a confronto: Bergson, Freud, Pirandello.
LUDOLINGUISTICA: Anagrammi di personaggi famosi, Tautogrammi, Lipogrammi, Palindromi, Acrostici, Crittografie mnemoniche, Omovocalismi e Omoconsonantismi, Pescegatto, Indovinelli.
L'UMORISMO INVOLONTARIO: vari esempi.
L’AFORISMA
L’EPIGRAMMA
ACHILLE CAMPANILE: biografia, aneddotica e testi.
IL CANTO DELLA POESIA: Belli, Trilussa, Fabrizi, Benni, Oreglio.
L'UMORISMO EPISTOLARE
UMORISTI ITALIANI E STRANIERI: lettura e analisi di testi.
LIBRI CULT
ESERCIZI DI STILE E FORMA

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(*) Punti vendita autorizzati:
• Libreria Guida – Via Caduti sul lavoro, 29 (Caserta)
• Libreria Mondadori - Corso Trieste, 198-200 (Caserta)
• Libreria Ticonzero – Via Quasimodo, 21 (trav. Via Leonardo da Vinci) – S.Nicola la Strada (Ce)

Laboratori

Sono aperte le iscrizioni per i laboratori di recitazione per adulti, ragazzi e bambini
Programma di inzio laboratori
TeatroLiberaTutti (Bambini) Tutti i martedì dalle 16.00 alle 18.00
tramES - Livello base (Adulti) Tutti i martedì dalle 20.00 alle 22.30
tramES - Livello base (Ragazzi) Tutti i mercoledì dalle 17.00 alle 19.30
Ipotesi espressive - Livello Avanz.(Ragazzi)Tutti i mercoledì dalle 20.00 alle 22.30
Ipotesi espressive - Livello Avanz.(Adulti) Tutti i giovedì dalle 20.00 alle 22.30

Costo: € 50.00 mensili + quota di iscrizione (€ 20.00) unatantum
Per le iscrizioni e altre notizie, rivolgersi alla Segreteria organizzativa: Tel. e fax 0823 363066 o info@officinateatro.com
Per iscrizioni e informazioni: tel. e fax 0823 363066, info@officinateatro.com
Per dettagli su programmi, orari e costi visita il sito: www.officinateatro.com
 

eventi collaterali

Venerdì, 22 gennaio, ore 22.00, Concerto degli ESP
L' E.S.P. è un progetto che nasce nello scorso anno dalla comune passione per il Jazz dei componenti del gruppo.
Il repertorio che verrà proposto si basa su di una rilettura in chiave moderna di brani che vanno dal repertorio del jazz classico a quello contemporaneo.
L'elemento fondamentale di questo viaggio è la creazione di atmosfere evocative, nate dalla voglia di scambiarsi emozioni e sensazioni tra i componenti del gruppo e con il pubblico.
Extra Sensorial Perception : sensazioni indescrivibili che le sonorità jazz ricreano e trasmettono a chi le produce e a chi ne fruisce.
Luigi Caiazzo: Batteria
Marco Fiorenzano: Tastiere
Michele Scalera: Basso
Pierluigi Tortello: Sax
Ingresso unico: € 5.00

TeatRing: 1° Festival del Teatro casertano emergente (Programma)

TeatRing è un festival dedicato alle compagnie, artisti e voci emergenti del panorama teatrale locale. Il festival intende sviluppare un percorso di studio e mappatura di artisti e gruppi teatrali emergenti del territorio di Caserta e provincia.
Obiettivo del festival è la realizzazione di una vetrina culturale che contribuisca a dare spazio e visibilità alle realtà “sconosciute” dello scenario locale.
La rassegna si propone, inoltre, di creare una fitta rete di contatti tra gli artisti , le associazioni e le organizzazioni coinvolte. Un polo di fruizione e promozione culturale, una fiera di diversità artistiche che consenta sempre più la diffusione del teatro e della sua magia.
Il presente avviso pubblico invita gli artisti ed i gruppi teatrali emergenti a presentare entro il 30 novembre 2009 proposte artistiche, tra queste saranno selezionati gli spettacoli da rappresentare negli spazi di OfficinaTeatro a partire da Gennaio 2010.
Per le iscrizioni e il regolamento consultare il sito www.officinateatro.com

OfficinaTeatro Viale degli Antichi platani, 28 (San Leucio) 81100 – Caserta
Tel. e fax 0039 0823 363066 e-mail: info@officinateatro.com
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