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Quasi Teatro: “Seduzione – Stile brillante dell’arte del sedurre”

Caserta – 16 Maggio 2010

Articolo di Mariarosaria Clemente

Si è conclusa ieri, 16 maggio 2010, al Qua…si Teatro, la serie di appuntamenti con “Seduzione”, una brillante commedia che può essere letta come una vera e propria riflessione sull’arte del sedurre. La particolarità dello spettacolo è subito evidente grazie alla repentina entrata in scena delle due voci narranti, due bizzarri ma estremamente coinvolgenti personaggi, interpretati da Francesco Di Ceglie e Gaetano Di Giovannantonio, che abbandonano fin da subito lo spazio dedicato, nella concezione classica del teatro, alla rappresentazione, scendendo in platea e permettendo, così, la creazione di un forte legame tra attori e spettatori, rendendo questi ultimi partecipi della riflessione in atto. Riflessione che si articola in ritmi differenti, che scorrono semplicemente grazie all’episodico apparire delle tre amiche intente a spettegolare, l’una che racconta le proprie sventure coniugali, l’altra che commenta gli accadimenti che vedono protagonisti i più svariati personaggi, ed una terza che gioca maliziosamente con le proprie difficoltà linguistiche. Le fantasie delle tre donne, che hanno i volti di Serena Della Ventura, Teresa Letizia e Antonella Capezzuto, si materializzano davanti ai nostri occhi, mostrandoci un’infinità di comici risvolti, senza però tralasciare veloci ma efficaci spunti che permettono, di tanto in tanto, l’identificazione dello spettatore nelle situazioni rappresentate. Il carattere speciale dello spettacolo è messo in evidenza anche dalla particolare scenografia e dalla gestione della stessa: è ben visibile, sul fondo, un coloratissimo spazio arredato da quadri vivaci ed un carrello pieno di abiti di scena, che gli attori usano come un vero e proprio camerino, recandovisi di quando in quando per cambiarsi d’abito e calarsi nei panni dei vari protagonisti dei diversi episodi rappresentati. Il resto della scenografia, dal proscenio al centro del palco, è sì più classica ma, sempre in virtù del particolare carattere dello spettacolo, è mobile, e sono gli attori stessi che realizzano, sotto gli occhi degli spettatori il cambio scena. Entrambi i momenti, quello del cambio d’abito e quello dello spostamento della “mobilia”, costituiscono delle occasioni di gioco e complicità tra gli attori che si rivelano funzionali sia al carattere particolare dello spettacolo che alla necessità di chi lo guarda di aver ben chiari i passaggi dall’uno all’altro accadimento. Da segnalare i cammei di Fiorino Vagliviello, decisamente il più maturo tra gli attori in scena il quale, nonostante la non più giovanissima età, ben si adatta alla vivacità del resto del cast. Spiccano per bravura l’irrefrenabile Teresa Letizia, intenta a lamentarsi di un fidanzato “noiosissimo che ripete sempre le stesse cose, le stesse cose, le stesse cose” con un padre di famiglia combattuto tra la voglia di evadere e l’incapacità di farlo, interpretato da un altrettanto bravo, nonché new entry della compagnia, Salvio Panella, che speriamo di rivedere presto tra le fila de “I Guitti”.

consulta: “Teatrarte 2010” – 8^ Stagione Teatrale, S. Nicola L. S. (CE)

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