 Officina teatro: programma 2008/09
Officina teatro: programma 2008/09
     
	  S. Leucio (CE) – dal 18 Ottobre 2008
Articolo e foto di Pia Di Donato
Sabato 18 ottobre, San Leucio. Presentazione, prima dello spettacolo 
inaugurale, della 2° stagione della Cooperativa Mutamenti: ben 22 (anzi 23, con 
una nuova data annunciata "ad horas") spettacoli di cui ben 8 di produzione 
"propria" ovvero del singolo o della coppia Pagano-Solofria. Il resto degli 
spettacoli è affidato a compagnie già affermate come quella del "Teatro Potlach" 
o locali ma di buon livello come Il Colibrì di Antonio Iavazzo o Teatro Karawan. 
E ancora: serate musicali ma sempre d'autore come quella annunciata per il 1° 
novembre - la novità di cui parlavamo- della performance dei Kazum o il concerto 
della coppia Vitrone-Maltempo, serate evento come quella del 1° compleanno, il 
1° dicembre, o alla Giornata della Memoria, 27 Gennaio, e la serie di spettacoli 
dedicati alle "culture migranti", e... tanto altro ancora.
Il tutto con il budget minimo, nessun "santo in paradiso" ma tanta voglia di 
sperimentare, provare, confrontarsi e aprirsi a nuove esperienze. 
Inevitabilmente il discorso cade sulla realtà culturale e teatrale della 
provincia, e della città di Caserta in particolar,e e considerazioni, tra 
l'ironico e l'amaro, vengono spontanee... ma con un sorriso e un gesto i 
"padroni di casa" liquidano l'argomento: è tempo di iniziare e il pubblico 
comincia a scalpitare per entrare nella accogliente saletta
In bocca al lupo e... sorprendeteci sempre!
Programma
18 e19 Ottobre, Mutamenti presenta “Peppino mani dell'angelo” 
(repertorio), scritto e diretto da Michele Pagano (nostro 
artcolo)
25 e 26 Ottobre, Volodiprova (Rm) presenta”Frankenstein” scritto e 
diretto da Lucilla Mininno (nostro 
artcolo)
1 Novembre, performance del trio casertano Kazum con l’intervento del vj 
e poeta Angelo Rossi.
Uno spettacolo ipnotico, fatto di musica, suoni, immagini e parole. Psychotic 
Party sound and video performance il nome dell’evento che impegnerà i Kazum ed 
ArgLab: il vj Angelo Rossi ha costruito la performance mixando dal vivo rari 
documenti video risalenti alle diverse fasi della produzione di genere del ‘900.
14, 15, 16, 30 Novembre, Mutamenti presenta “Verole e Maddamme” 
scritto da Michele Pagano, diretto da M.Pagano e R.Solofria (nostro 
artcolo)
22 e 23 Novembre, Teatro Rigodon (Ri) presenta “O Bu!... Osteria del 
canale”, scritto e diretto da Alessandro Cavoli
29 Novembre, Onorevole Teatro Casertano (Ce) presenta “Infanzia di un 
socialista”, scritto e diretto da Tony Laudadio
1 Dicembre, Buon Compleanno Officina, ingresso gratuito
Una serata di recitazione, poesia, lettura, incontro. Sarà il modo in cui 
festeggeremo il primo anno di vita della nostra creatura. La cooperativa 
Mutamenti è lieta di invitarvi al primo compleanno di Officina Teatro, un evento 
per festeggiare con tutti coloro, artisti e non, che sostengono e credono nella 
realizzazione del nostro ambizioso progetto: la nascita di un nuovo spazio dove 
si produce, si crea, si ricerca, si sperimenta, si fa Teatro. L’evento avrà 
inizio alle 21.00 di lunedì 1 dicembre, e chiuderà i battenti alle 02.00 della 
notte. Cinque ore per celebrare le speranze di una ‘bimba’ che promette di 
crescere sempre più velocemente e sempre meglio. Sarà questo anche il moneto per 
fare un bilancio e ricordare quanto di buono è stato fatto in tutti questi mesi. 
In soli 365 giorni e con tanta passione, infatti, il palco di Officina Teatro è 
stato calcato da nomi di livello nazionale come Stefano Angelucci Marino, Tony 
Laudadio, Michele Monetta, Teatro Potlach, Aldo Rapè, Giovanni Meola, Enrico 
Ottaviano. Ed enorme è stato pure lo sforzo per organizzare mostre, incontri, 
dibattiti, happening, nel tentativo di aprire alla città un’officina delle arti 
nella quale esprimere e fruire cultura. Un solo anno di vita, ma tanta voglia di 
continuare a stupire ed essere riferimento per i tanti che credono nella 
rinascita del messaggio artistico quale progresso per la mente e la coscienza 
umana.
6 e 7 Dicembre, Areté Ensamble (Ba) presenta “Ritornello”, scritto e 
diretto da Annika Strøhm
Clitemnestra ama il suo marito-padrone ed in nome della fedeltà si fa quasi 
invisibile. 
Quando Agamennone finalmente ritorna dalla guerra con un amante, lei lo uccide.
Lui però non muore.. 
Il personaggio si trova davanti alla corte a dover spiegare le motivazioni del 
suo atto in un tribunale dei nostri giorni, di conseguenza ho scelto una forma 
aperta tra me ed il pubblico, senza quarta parete. Il lavoro è e sarà sempre uno 
studio. 
“Non si può proprio uccidere un morto” Clitemnestra
Annika Strøhm ha iniziato i suoi studi alla scuola del Nordic Black Theater di 
Oslo. 
Nel 2002 si diploma alla Nordic Theatre Academy del Dott. Prof. Jurij Alschitz e 
con lui ha lavorato in diversi spettacoli. Tra gli altri ha studiato/lavorato 
con A. Milenin, J.P. Denizon, G. Borgia, Grete Sneltvedt, C. Moustache. Nel 2007 
fonda ARETE’ ENSEMBLE con Saba Salvemini ed un ensemble di artisti 
internazionali.
13 e 14 Dicembre, Vitrone - Maltempo (Ce) presenta “Ancora quadri alle 
pareti” canzoni d’autore 
20 e 21, 25, 26, 27 e 28 Dicembre, dal 2 al 4 e 6 Gennaio, Mutamenti 
presenta “Pinocchio da Collodi”, diretto da M.Pagano e R.Solofria (nostro 
artcolo)
10 Gennaio ore 21.00, 11 Gennaio ore 19.00, I Cavalieri dell'Arte Scenica 
(NA) presenta "Citofonare Gigì", scritto e diretto da Sergio Del Prete. Con: 
Marco Coppola, Luigi Migliaccio, Sergio Del Prete, Valerio Esposito, Tommaso 
Capuano. Assistente alla regia: Francesco Allegretto
Una commedia divertente che racconta la strana vicenda di un giornalista 
"particolarmente eccentrico" alle prese con suo fratello Mario, sacerdote, che 
non vede da 10 anni, il quale gli svelerà un segreto importante...è la messa in 
scena del bigottismo di alcune persone che a volte non si rendono conto di come 
la vita può metterli di fronte a situazioni in cui non bisogna far altro che 
ammettere i propri errori e affrontare la realtà. Una storia di personaggi 
stravaganti e insoliti, con colpi di scena e un finale che cambierà le carte in 
tavola…per gli spettatori.
17 e 18 Gennaio, Teatro Di Legno (Na) presenta “La nave dei folli”, 
scritto e diretto da Luigi Imperato e Silvana Pirone,
con Annamaria Palomba, Silvana Pirone, Salvatore Veneruso, Domenico Santo
Note di regia
La nave dei folli accoglie corpi-relitti, storie di oltraggi, di umanità 
ripudiata. Anime sopravvissute a se stesse, personaggi senza più nome in un 
ambiente senza più nome: brandelli di esistenze appartenute forse ad alcuni ma 
ormai rifiutate, come si rifiutano oggetti vecchi in cui non ci si riconosce più 
e che denunciano una parte di sé. Quella parte che è comodo non mostrare e 
soprattutto non guardare.
I nostri folli aspirano ad aggirarsi nelle nostre menti e sotto la nostra pelle, 
godono a metterci di fronte ad un dubbio, uno specchio distorto che ci fa 
domande e che non sa dare risposte. Loro stessi vivono nel continuo dubbio della 
realtà che li esula a volte esitanti nel credere a se stessi: si sorprendono a 
fingere, a recitare ruoli o a sentirsene doppi involontari. Sono soli eppure 
uniti dalla comune solitudine, si tengono per mano, si abbracciano in un 
amplesso di male comune, ma si fanno anche la guerra, si odiano, si amano e 
sperano. Sono uomini.
C’è poi una lingua a cui appartengono ed un livello comico di cui è intrisa la 
loro lingua che fa tutt’uno con la deformazione dei loro corpi. Il comico non 
vuole essere una soluzione ma un limen oltre il quale non sarebbe possibile 
andare e che invece si varcherà consci dell’abisso.
La nostra attenzione non è concentrata sulla follia come stato psichico, ma 
sulla ritualizzazione scenica dell’esilio che si trasforma lentamente nel rito 
del ricordo e della disperazione.
25 Gennaio, Teatro Del Sangro (Ch) presenta “L'Infermo”, dal romanzo 
"Trionfo della morte" di Gabriele D'Annunzio. Adattamento e regia di Stefano 
Angelucci Marino
In scena troviamo Giorgio Aurispa seduto su un elegante divano d’epoca, siamo 
nel 1894. Giorgio Aurispa è un intellettuale capace di sottilissime analisi, ma 
debole e irresoluto nei frangenti più decisivi, segnato da una intrinseca, 
originaria incapacità a vivere. Un leggero accento e una certa cadenza ne 
tradiscono le origini abruzzesi. Giorgio Aurispa, superuomo in perenne crisi, 
interessante anticipatore di un'altra figura chiave del romanzo italiano di fine 
secolo, l'Inetto (basti pensare all'omonimo libro di Italo Svevo); e la sua è 
una crisi fatale, di fatto una crisi d’identità,senza via d'uscita. 
Tutto quello che doveva accadere è già accaduto. Giorgio racconta- rivive la sua 
storia per gli spettatori, ed è un racconto malato, ossessivo, per frammenti. In 
questa narrazione tutta giocata tra realismo e visionarietà, si arriva ad 
assistere sul palcoscenico alla materializzazione di 
ambienti,sogni,persone,suoni,voci e oggetti che rimandano a parte dei contenuti 
del vissuto e dell’immaginario di Giorgio. L’elegante divano, grande e 
particolarmente curato, si rivelerà essere il ricettacolo di tutto il rimosso 
della vita e dell’anima del protagonista.
Un attento ed originale disegno drammaturgico riportato in un complesso lavoro 
di scrittura scenica. Sotto il segno di un’apparente linearità narrativa, si 
strutturano una serie infinita di piani diversi. Le geometrie di un rapporto 
famigliare malato delineano un universo di difficoltà, di cadute, di 
impossibilità, di limitazioni. La nitidezza espressiva di tutto il progetto e la 
forte intensità dell’interpretazione rendono appieno la fitta dinamica delle 
relazioni. 
Ossessioni tragiche, oscure neurosi, selvagge nefandezze e fantasie oniriche, 
bagni di sangue e cupidigie irriducibili, voglie di vendette e languori 
splenetici attraversano la produzione letteraria e teatrale dannunziana 
mettendole i coturni, innalzandola cioè verso aure sublimi o sprofondandola in 
notturni deliri: d’Annunzio pretende infatti un teatro,una rappresentazione 
inverosimile, innaturale, mitica,per sfuggire ai condizionamenti della scena 
quotidiana. Mito, dunque, in quanto condensazione / spostamento del reale, il 
che implica un’ulteriore manifestazione del travestimento. 
La tensione allo scacco storico ed esistenziale, di questo si vuole raccontare, 
di questa particolare tensione vogliamo provare a rendere testimonianza con 
questo spettacolo. La tensione allo scacco è il punto di fondo delle opere 
narrative e teatrali di Gabriele d’Annunzio, proprio in contrasto con il 
progetto di rivincita e di conquista che appartiene al superuomo. 
27, 30 e 31 Gennaio, 1 e dal 6 all’8 Febbraio, Mutamenti presenta 
“Campomadre (Arbeit Macht Frei)”, scritto e diretto da Michele Pagano
Giornata della memoria: 27 Febbraio
Mutamenti e Arci Caserta in collaborazione con associazione Macchina da 
Presa, associazione Melagrana Onlus, Libreria Mondadori Caserta celebreranno la 
Giornata della Memoria con l’iniziativa ‘Arbeit macht frei - Polvere di 
Auschwitz 1940/1945’. L’iniziativa si inserisce in un quadro di appuntamenti che 
si terranno su tutto il territorio nazionale ed è volta a non dimenticare 
l’eccidio nazista nei confronti di una popolazione inerme e a riflettere sulla 
realtà presente e sugli strascichi che ci troviamo a vivere ancora nel 2009 
essendo prigionieri di stereotipi e paure collettive. 
Programma
ore 18.30 
• Presentazione del libro di Liliana D'Angelo "Il profumo delle viole"
• Mostra fotografica a cura dell'associazione Melagrana Onlus "Viaggio nella 
memoria"
• Proiezione del cortometraggio di Luigi Carchia "Quante stelle"
• Incontro/dibattito 
Interverranno: Liliana D'Angelo (Scrittrice), Giulio Finotti (corrispondente de 
Il Mattino), Gianni Cerchia (professore associato di Storia Contemporanea - 
Università del Molise), Sabino Tomei (associazione Macchina da Presa), Roberto 
Malinconico (associazione Melagrana Onlus)
ore 21.00
• Prima nazionale dello spettacolo di Michele Pagano - Produzione Mutamenti 
Campo Madre - Arbeit Macht Frei 
ore 22.30: • Proiezione del film-documentario "Estraneo a casa mia" di Sahara 
Dirbas, introdotto da Rino Cipriano. A cura dell'associazione Macchina da Presa
14 e 15 Febbraio, Prima Quinta (Ba) presenta “Mutu”, scritto da Aldo Rapè 
e Nicola Vero, 
diretto da Lauro Versari
Saro e Salvuccio, u parrinu e u mafiusu. Una storia di due fratelli. Due 
vocazioni a confronto. Due uomini sotto lo sguardo dello stesso Dio. Insieme 
dopo tanti anni. Muti, tutti muti per anni, muti per fame e per necessità, ma un 
giorno la coscienza e il sangue cominciano ad urlare… mentre i Santini, 
sorridendo, stanno a guardare… 
Due vite diverse che adesso si scontrano all'interno di una gabbia metafora di 
un focolare domestico regolato da sentimenti e tradizioni centenarie. Sentimenti 
incomprensibili a chi è estraneo a quella realtà subita, invece, da chi è 
costretto ad accettare i compromessi necessari per badare alla propria 
sussistenza. Un mondo fatto di violenze e soprusi che nessuno racconta perché, 
come si dice in gergo, "non fa notizia"; un mondo assente anche dall'agenda 
delle politiche sociali. Una realtà indefinita scaturita da un matrimonio 
violento ispirato al Dio cristiano e a quella "Chiesa Devota" i cui ministri si 
lasciano liberamente baciare le mani dai boss mafiosi. 
Dopo i consensi di pubblico e critica ottenuti con "W la mafia" Aldo Rapè, 
questa volta sulla scena con Nicola Vero, a muso duro e senza sconti per 
nessuno, racconta un mondo i cui drammi interiori e familiari non sono mai 
esternati o pubblicizzati con un testo e una messa in scena, curata dal regista 
Lauro Versari, volutamente pensati per luoghi diversi dai tradizionali spazi 
teatrali. Sarà proprio la disposizione del pubblico a delimitare lo spazio 
scenico nel tentativo di ricostruire le mura domestiche all’interno delle quali 
si svolge l'azione. Un racconto di una realtà che volutamente si contorna di 
quella simbologia religiosa e che si addormenta pregando il Cristo morto sulla 
croce. Un mondo per il quale la parola Mafia appare un'ingerenza eccessiva e 
fuori luogo per essere raccontata.
22 Febbraio, Teatro Potlach (RI) presenta “Uragani”, diretto da Pino Di 
Buduo, con Daniela Regnoli. Al pianoforte: Aldo Pietramala E Luca Bernar (nostro 
artcolo)
Un viaggio musicale nella Germania anni '30 attraverso ballate e canzoni scritte 
da B.Brecht e musicate da K. Weill che ci trasportano nell'Europa del secolo 
scorso nel periodo a cavallo delle due guerre. Storie di donne che ricordano i 
loro sedici anni, quando ancora bambine erano pronte ad innamorarsi del primo 
malfattore, donne senza una adolescenza, cresciute troppo in fretta sotto le 
bombe della seconda guerra.
Una prostituta ricorda con tenerezza e nostalgia l'amore per il suo protettore, 
sei lunghi mesi passati insieme in quel bordello non si scordano facilmente 
perchè il loro era un vero amore, mentre Jenny, sguattera in una bettola di una 
piccola città di porto, sogna con rabbia il suo riscatto, ed il suo sfrenato 
desiderio di vendetta non si placa fino a che non sarà fatta giustizia. Ma anche 
il lungo elenco delle malefatte del bandito Mackie Messer, protagonista 
dell'Opera da tre soldi, ed i buoni propositi di Barbara, giovane figlia di 
B.Brecht, ragazza decisa e determinata, sa cosa pretendere dalla vita e dagli 
uomini o crede di saperlo, perché poi quando l'amore arriva, arriva. Desideri, 
passioni, ricordi e destini di donne ma anche debolezze di uomini, storie 
anonime di persone comuni come noi, piccole tempeste quotidiane, a volte 
uragani. E gli uragani sono scritti nei libri di storia quando a subirli sono le 
vite dei grandi. Uomini di pensiero e filosofi, ma anche re, regine, imperatori 
e condottieri, il vecchio saggio Salomone, Cleopatra, Giulio Cesare, lo stesso 
B.Brecht, credevano di avere il mondo nelle loro mani, che ne è stato di loro?
28 Febbraio, 1 e dal 6 all’8 Marzo, Mutamenti presenta “L'innocente”, 
liberamente tratto da "Il Processo" di Franz Kafka, scritto e diretto da Roberto 
Solofria. Con Ilaria Delli Paoli, Rosario Lerro, Francesco Magliocca, Antimo 
Navarra, Roberto Solofria. Aiutoregia Rosario Lerro  (nostro 
artcolo)
Uno spettacolo ispirato alla spietata analisi kafkiana della società. L’ultimo 
lavoro di Roberto Solofria racconta di una società malata, deviata, omologata. 
Una società che ha come punti di riferimento sedicenti politici e vallette; 
persone che seguono servilmente modelli distorti dettati dalla televisione. 
Quanti appartenenti alla comunità sono consapevoli di tutto ciò che gli accade 
intorno? Quanti preferiscono non sapere, non vedere, o meglio ancora far finta 
di niente?
Ecco allora ‘L’Innocente’, schiacciato, deviato, sottomesso da qualcuno più 
potente, più forte, qualcuno che ha sicuramente più mezzi per vincere. 
L’innocente è in carcere da sette anni. Attraverso un flash-back ritorna al 
giorno dell’arresto, a quando accusato ingiustamente incontra il cittadino che 
l’ha indicato come colpevole, il giudice, il poliziotto che l’ha arrestato e il 
vero colpevole. Tutti con ampie argomentazioni lo convincono che la cosa 
migliore è restare in carcere, senza ribellarsi. Perché è così che vuole la 
società, è così che vogliono le persone che lo circondano.
14 e 15 Marzo, Mutamenti presenta “Muà (Tra le donne di Annibale)”, 
liberamente tratto dalle opere di Annibale Ruccello, diretto da M.Pagano e 
R.Solofria (nostro 
artcolo)
21 e 22 Marzo, Teatringestazione (Na) presenta “Happy Birthday Alfredo”, 
liberamente ispirata a "Dialoghi con Leucò" di C. Pavese. Progetto di 
spettacolo sulle morti bianche, regia Gesualdi / Trono, creazione e drammaturgia 
GiovanniTrono Anna Gesualdi Loredana Mesiti. Con Alessia Mete, Ilaria Montalto, 
Michela Vietri, Francesco Moraca (nostro 
artcolo)
"questa è la beffa e il tradimento. Prima ti tolgono ogni forza e poi si 
sdegnano se sarai meno di un uomo. Se vuoi vivere smetti di vivere."
Si è voluto provare a riflettere con Pavese, sulla condizione dell’uomo che 
lavora, su come nel lavoro possa essere racchiusa la strada della sua elevazione 
e della sua sottomissione, del suo “indiarsi” e del suo “imbestiarsi”: Fatica e 
parole, sono quanto gli uomini custodiscono di più alto, ciò che di noi resta, 
in un mondo che passa. Un coro di corpi e voci che raccontano l'uomo che 
“fatica”, la bellezza della sua fragilità e la fragilità della sua bellezza, il 
coraggio dei suoi orrori e la ferocia del suo coraggio, l'estasi dei suoi 
slanci, e l’interrarsi delle sue ambizioni. Attraverso l'impossibile racconto 
della storia di Alfredo,operaio saldatore che nel giorno del suo venticinquesimo 
compleanno muore cadendo da un impalcatura, abbiamo portato in scena tutto ciò 
che della sua lotta "non può essere raccontato come una storia".
Portiamo in scena quello che non si può raccontare della vita di un uomo comune, 
non il racconto inteso come una cronologica successione di eventi, ma un 
tentativo di dar forma alla sua storia verticale, ovvero ciò che viviamo nella 
nostra intimità e che determina il nostro destino. Con Alfredo abbiamo cercato 
di raccontare la ricchezza di chi ogni giorno torna a casa con le mani sporche 
di lavoro, l’amore i sogni e i desideri più comuni per cui tutti i giorni si 
“tira avanti”. Alfredo è l’eroe del focolare, il paladino della quotidianità. 
Alfredo è il nostro vicino, colui che ignoriamo aprendo il portone o 
controllando la cassetta della posta, Alfredo è il nome, tutto ciò che resta di 
un uomo che muore prima del tempo, assassinato dalla fatica di vivere. 
Alfredo muore sul lavoro, lasciando a tutti noi una domanda: “credi che si muoia 
così, senza saperlo?”
dal 3 al 5 Aprile, Mutamenti presenta “Muà (Tra le donne di Annibale)”, 
liberamente tratto dalle opere di Annibale Ruccello, diretto da M.Pagano e 
R.Solofria 
Giovedì 9 e Venerdì 10 Aprile 2009 ore 21.00, Ilteatrodellaluce (NA) 
presenta "Ferdinando Love Affair" (da Annibale Ruccello)
con Genny Falconetti, Pasquale Minopoli, Gabriella Striani, Franco Zaccaro. 
Costumi: Ida Falconetti per Sartorie Vesuviane, Musiche: Mario Colella. 
Coll.tecn: Sergio Carleo. Coll.art: Silvia Catino. Regia Franco Zaccaro
Officina Teatro ospita fuori stagione lo spettacolo di Franco Zaccaro, 
mostrandosi come uno spazio culturale sempre più aperto a essere ricettore di 
linguaggi nuovi e di ricerca. E’ uno spettacolo che ha un inizio comico e 
travolgente, il finale è una risata, liberatoria e coinvolgente. Si tratta di 
due atti che attraversano le umane emozioni fra splendori e miserie. Ferdinando 
di Annibale Ruccello è una parentesi d’amore che tutti dovrebbero regalarsi.
Venerdì 17 Aprile 2009, ore 21.00 i Pasta Madre presentano lo spettacolo 
"Canzoni da tavola" (fuori programma)
Informazioni preliminari
La pasta madre nasce da un lento e costante lavorio. È il lavoro del tempo e 
delle mani che mettono insieme forma e sostanza. Diventa materia viva che 
rallegra l'animo, ma va seguita con devozione, per non perderla.
Poiché da il pane, il nostro cibo quotidiano. Si nutre di materia nuova con cui 
si mescola. Cambia forma e consistenza arrivando ad un equilibrio ogni volta 
diverso ed ogni volta migliore. Va tenuta in vita e alimentata perché è cosa 
viva, sconta il tempo. Muta le sue forme e ti ripaga coi suoi frutti che sono 
pane oppure canzoni.
Ricetta delle “Canzoni da tavola”, per due o più persone.
Ingredienti
- Un tavolo di legno, quattro sedie, una bottiglia di vino e un buon 
formaggio stagionato.
- Impasto sonoro ottenuto da Carmine, Lorenzo, Salvatore e Luca rinfrescato per 
3 giorni o più.
- Una generosa dose di strumenti acustici quali viola,violino, chitarra, bouzuki, 
contrabasso, flauto, fisarmonica e percussioni varie.
- Delle buone storie da raccontar cantando.
Preparazione
La preparazione classica di Pasta Madre comincia da un impasto spontaneo 
ottenuto con la lievitazione innescata da strumenti e suoni, lasciati 
acidificare spontaneamente in un tempo più o meno lungo di riposo dallo stress 
presente nelle persone, nell'acqua e nell'ambiente. Per accelerare la 
fermentazione si possono aggiungere all'impasto ulteriori ingredienti come 
serate dal vivo e concorsi in giro per l'Italia, oltre che di emozioni e curiose 
storie. 
Questo metodo dà origine ad uno sviluppo caotico di varie specie di canzoni, 
anche patogene, che vengono spontaneamente selezionate con l'aumentare 
dell'emotività dell'impasto e la diminuzione del contenuto di strumenti 
elettrici. Attraverso opportune lavorazioni, ovvero successivi rimpasti con 
altre prove e registrazioni in dosi adeguate alle caratteristiche della pasta, 
l'impasto spontaneo può divenire una pasta madre, ovvero il lievito naturale 
della nostra musica.
La pasta madre ha musicisti selezionati ed equilibrio stabile tra strumenti e 
canzoni. Una volta ottenuta, la pasta madre viene tenuta in vita e riprodotta 
per mezzo di successivi rinfreschi, ovvero impasti periodici con determinate 
quantità di passione e divertimento. I musicisti che la compongono infatti 
devono essere costantemente nutriti e posti in condizione di esprimersi. La 
maniera più semplice per tenere in vita la pasta madre è di usarla per fare il 
pane, separandone una piccola parte prima di aggiungerci il sale.
I Pasta Madre sono: Carmine Patricelli - voce,chitarra, Salvatore Prezioso - 
fisarmonica, strumenti a pizzico, percussioni, Lorenzo Sorbo - archi, flauto, 
percussioni, Luca Varavallo - contrabbasso
Sabato 18 aprile 2009 ore 21.00, Domenica 19 aprile 2009 ore 19.00 
(fuori programma)
I Cavalieri Dell’arte Scenica in "Cambiate Canale!" di Sergio Del Prete. Diretto 
e interpretato da Sergio Del Prete, Assistente alla regia Francesco Allegretto
Protagonista di "Cambiate Canale!" è uno strano barbone che per “colpa” della 
sua bottiglia di vino si ritrova in un teatro, ma precisamente sul palcoscenico 
di un teatro, scambiando gli spettatori per attori pronti ad esibirsi. 
Spettatori che assisteranno ad uno spettacolo improvvisato dal vagabondo, poiché 
gli attori del teatro sono in sciopero. Il surreale barbone darà vita ad un 
dialogo con il pubblico in sala mettendo in scena la sua visione di una realtà 
contemporanea troppo televisiva, interpretando diversi personaggi che ha visto 
in televisione come il Mago della felicità o l’intervistato sadomaso che non 
vuol farsi riconoscere da casa, e personaggi che sono il risultato di una 
televisione che condiziona decisamente i modi di vivere, come il bambino 
ipnotizzato o la vecchia maestra che spinge i propri alunni a guardare per ore 
la televisione. Personaggi con una comicità esasperata, onirici, ma anche 
misteriosi e malinconici. 
Un testo passionale, estremizzato ed ironico, come il protagonista che 
attraverso l’ironia e la sua passione per la vita, i sogni e l’immaginazione, va 
alla ricerca di una riflessione della società moderna sempre più manipolata 
dalla televisione, non riuscendo a stabilire il vero limite tra il reale e 
l’irreale.
dal 24 al 26 Aprile,  ore 21.00, Officinaeventi presenta “Gli esclusi”, rassegna 
spettacoli partecipanti al premio Scenario ETI
Mutamenti e ArciCaserta
Una rassegna che nasce per accogliere i progetti selezionati ma non vincitori 
del Premio Scenario ETI 2009. Gli Esclusi si occupa della non - formalizzazione 
della ricerca. Uno stimolo rivolto a chi cerca un linguaggio e non a chi è 
convinto di averlo trovato.
24 aprile 09, collettivoaccateatro (Pagani – SA) in "Arrevuotate"
Note di regia
"...materia vivente da far accadere in scena..." così il Living Theatre 
definiva Paradise Now, una rappresentazione semi-improvvisata in cui gli attori 
si esibivano nella declamazione di numerosi tabù sociali. Alla fine degli anni 
'60, lo spettacolo che stava scandalizzando gli Stati Uniti giunse in tournè in 
Europa e nel 1968 in Italia. Nel nostro dialetto "arrevuotate" letteralmente si 
tradurrebbe in "rivoltati" "ribellati" ...ma questo sarebbe tema da cultura 
alta. Per la cultura popolare "arrevuotate" è qualcosa di più e di altro: 
esprime a pieno l’idea del NON FARCELA PIU’. S’arrevotane ‘e stentine… per 
esempio o s’arrevote ‘o munno… Espressioni intraducibili in senso letterario, ma 
non in quello figurativo. Il degrado ambientale costituisce la "materia informe" 
dalla quale siamo partiti: materia da esplorare sulla scena, da scomporre e 
riplasmare, da indagare, da mettere in crisi e in azione… attraverso una 
recitazione non-fictional, privilegiando la forma non-verbale, frutto della 
creazione collettiva, rituale, che cerca sopratutto l'espressionismo corporeo 
corale ispirato appunto alla lezione del Living.
25 aprile 09, Idroscalo 93 (Vico Equense – NA) in "Lista d'attesa"
Note di regia
In una autostazione sperduta di una qualche palude di un luogo non definito, un 
gruppo di persone attende la corriera per la capitale. In un’attesa, fatta 
inizialmente di preoccupazione, di ansia e infine di angoscia, i personaggi si 
presentano al pubblico con le loro vite fino al momento in cui sono giunti lì. E 
intanto la corriera, che sembra non arrivare mai, non appare più come una 
preoccupazione.
Improvvisamente il gruppo inizia a cercare una via d’uscita al senso di 
costrizione che li tiene bloccati in quel luogo, ad immaginare prima, e a 
costruire poi, un mondo ideale dove tutto l’irrealizzabile si realizza; le 
storie d’amore si intersecano con grandi storie d’amicizie: il futuro, insomma, 
appare come una grande promessa di benessere.
Il racconto teatrale è un’allegoria della vita. In un mondo che è palude, che è 
attesa, l’utopia del “collettivo” è un’esigenza dell’umanità, dell’essere 
sociale. Il lavoro vuole sottolineare il desiderio individualedi libertà che 
viene realizzato solo nell’importanza della socialità, dove è preminente vivere 
l’essenza delle cose. Questo mondo viene “tranciato”, viene mutilato, 
soprattutto quando si è giovani, quando l’utopia dovrebbe essere parte del soma 
e invece è già crudele verità dell’impossibile realizzazione.
L’attesa è vista come un momento di affresco di singole vite, con dolori, gioie, 
attese stesse che si dipanano in micronarrazioni.
La performance ha un respiro ampio, c’è una disillusa attesa del “migliore dei 
mondi possibili”, c’è una scarna descrizione di “anime erranti” con le loro 
storie semplici, a volte banali come il quotidiano, subìto e mai viussuto, e dal 
quale i personaggi tentano di liberarsi con la ricerca di un sogno da realizzare 
in comune. Una koinè utopica dove la “corrispondenza d’amorosi sensi” è il 
centro vitale della rinnovata esistenza. Ma, inesorabilmente ciò che è utopia è 
impalpabile, evanescente. Come i sogni.
26 aprile 09, Laboratorio 7 (NA) in "Il peggio di faccia finchè ridere 
faccia"
Note di regia
“Disordine, sonnambulismo, ipertensione, prostrazione, gaiezza gratuita, 
temeraria e selvaggia, cinismo infantile, fascino involontario e travolgente”
[cit. “Jean Cocteau o le cifre del destino”, prefazione a “I ragazzi terribili” 
di Jean Cocteau]
Assai più che caratteri – “Lui” e “Lei”, sorta di enfants terribles, sono i 
temibili zimbelli di un gioco senza orgoglio e senza scopo.
“Il peggio di faccia finché ridere faccia” è quindi un gioco tra ragazzi, che a 
turno dettano le proprie regole. In questo disordine fanciullesco si innesca un 
meccanismo di relazioni per cui la distruzione dell’Altro assume forme tanto 
diverse quanto definite. Poco importa se la loro innocenza criminale susciti il 
riso; si ride non per deridere, si ride dell’infelicità in quanto beffa più 
clamorosa di cui è vittima l’umanità.
Biglietto unico spettacolo € 7, 00; Formula Abbonamento GLI ESCLUSI tre 
spettacoli € 15, 00
2 e 3 Maggio, Teatro Karawan (Ce) presenta “Menonove”, ideazione 
scenica Rosario Lerro, drammaturgia TeatroKarawan, luci Marco Ghidelli. Con 
Ilaria Delli Paoli, Francesco Magliocca, Antimo Navarra, Maura Perrone (nostro 
artcolo)
note
Menonove è l'ultima produzione di teatrokarawan. La pazzia e i tanti modi di 
viverla, di intenderla e di 'fronteggiarla' saranno in scena durante il prossimo 
fine settimana sul palco di Officina Teatro. Un viaggio attraverso le storie di 
nove persone che hanno avuto il coraggio di togliersi la vita, simbolo di una 
condizione di solitudine e reclusione interiore. La narrazione di nove fughe da 
altrettante 'non vite' è il pretesto per raccontare del malessere psicologico, 
del disagio psichico, della malattia mentale. La drammaturgia dello spettacolo è 
curata dall’intero collettivo teatrokarawan, rielaborando esperienze, racconti, 
testimonianze. La 'pazzia' pone ancora molti interrogativi, anche terminologici, 
vista la difficoltà a definire il suo oggetto di studio. Difficoltà che viaggia 
a cavallo del politicamente corretto e dell’ortodossia scientifica. Partire 
dall'esperienza di chi è stato costretto in un ospedale psichiatrico 
giudiziario, nonostante l'emanazione della legge Basaglia ben 30 anni fa, di chi 
ha vissuto la sua 'ordinaria' solitudine fra quelle mura, è stato il modo più 
efficace e non convenzionale che il gruppo di teatrokarawan ha trovato per 
parlare delle condizioni di vita all'interno di quelle strutture spesso ancora 
stracolme. Menonove è un conto alla rovescia, aumentano i suicidi e diminuiscono 
gli internati.
9 e 10 Maggio, Crasc Produzioni in collaborazione con la MoonOver 
Produzioni presenta “Assolo” scritto e diretto da Massimo Piccolo, protagonista 
Antonio de Matteo, con la colonna sonora originale di Claudio Passilongo. 
Tra le note dolci e amare di una storia passata, un sassofonista jazz poco più 
che trentenne (sulla scena Antonio de Matteo) nei sessanta minuti d’attesa che 
lo separano dal suo primo “assolo” al grande debutto americano del “Blue Note” 
(per il quale si sta preparato da tutta una vita), cerca di dare un senso alla 
fine dell’ultimo suo amore e a se stesso dentro un mondo che non riesce a 
capire. 
Tra ricordi e musiche che lo constringono a (ri)vivere una delle pagine più 
struggenti mai dedicate al “dolce morire” della malinconia e riflessioni 
ironiche o taglienti sul senso della conquista impossibile della felicità 
personale, in un orizzonte popolato di disagio e disperazione, che indifferente 
s’intrufola dalla strada insieme alla bellezza senza tempo del chiarore della 
luna, attraverso la stessa finestra. 
Nasce così un personaggio difficile da dimenticare, ultimo eroe romantico, 
sospeso tra il “grande” Gatsby di Francis Scott Fitzgerald e le manie del Rob 
Gordon (protagonista di Altà fedeltà) di Nick Horby.
Note di regia:
Mettere in scena un monologo è quanto di più complicato possa esistere. Già il 
genere presuppone un falso, una finzione evidente, a meno che non si soffra di 
qualche conclamata patologia psicotica difficilmente si parla da soli a voce 
alta per più di un ora. Quello che mi interessava davvero era riuscire non tanto 
a rendere credibile la storia portando bene all’esterno i pensieri del 
protagonista, ma piuttosto, riuscire a condurre gli spettatori in alcuni angoli 
della sua mente. 
Altro punto fondamentale volevo che si raggiungesse la massima teatralità 
possibile allontanandomi dalla soluzione “monologo uguale attore dietro un 
leggio (o su una sedia con un bicchiere di whisky) che recita un testo”, qui, 
per quanto possibile, ho usato voci fuori campo, effetti sonori, effetti 
luminosi e tutto quello che mi permettesse di rendere il “ricordo”, che è poi il 
cardine del racconto, più simile possibile alla realtà.
Per la musica, altro elemento fondamentale di questo spettacolo, ho chiesto al 
giovane compositore Claudio Passilongo di allontanarsi delle scontate atmosfere 
da jazz club per seguire, come si trattasse della colonna sonora di un film, gli 
stati d’animo del protagonista. 
Mutamenti
Dal 22 al 24 Maggio, Mutamenti Teatrali presenta "Sabbia" uno spettacolo 
di Michele Pagano
Aiuto regia Carmen Mennella. Voce Carmela Tomei, si ringrazia Hot Dog Studi di 
Ugo Pancaldi, regia di Michele Pagano
Una piccola spiaggia di un paesino del sud... Due ragazzi, nati lo stesso 
giorno, crescono insieme... dividendo tutto, l'amicizia, la passione per il 
calcio ed il sogno di diventare Campioni del Mondo, la scoperta della sessualità 
e l'amore per la stessa ragazza, la paura e la voglia di andare via... di 
scoprire il mondo là fuori...
Come affrontare la vita e le grandi scelte che essa ci pone davanti? Tre 
rigori... solo tre rigori... tre rigori per decidere il proprio destino.
Nuovomondo-culture migranti
dal 29 al 31 Maggio, Arci Caserta e Mutamenti, con il patrocinio della 
Provincia di Caserta e la collaborazione di Macchina da Presa e Terra di Cinema, 
presentano:“Nuovomondo-culture 
migranti”, spettacoli, mostre, film, incontri, documentari, testimonianze
Culture Migranti
L’Italia, da sempre terra di emigranti, è ora paese di accoglienza ? Nelle 
attuali vicende migratorie si intersecano e si fondono componenti diverse. E’ la 
memoria personale, troppo spesso repressa, la memoria di percorsi talvolta 
tragici, talvolta pieni di successo, che costituisce il terreno su cui cresce e 
si modella il presente.
Programma
29 maggio ore 21.00
Aisha, un frammento d’africa, di e con Aida Talliente (Roma), con il patrocinio 
di Amnesty International. biglietto unico 7 euro
Il progetto “Aisha” nasce da una storia vera. Il racconto è dedicato a una ex 
ragazza soldato che porta questo nome e che è tuttora ospite in un centro di 
accoglienza nella città di Buakè (Costa d’Avorio). In questo centro, nato grazie 
al progetto “Ripartire” di Lisa Candotti e Michèle Ouattara, viene dato rifugio 
a tutte le ragazze che furono arruolate come soldati durante la guerra civile 
iniziata nel 2002. Attraverso la mia piccola esperienza di lavoro teatrale sul 
campo, sento profondamente di poter dire che, l’Africa, nonostante le differenze 
esistenti tra uno stato e l’altro, è un’unica grande terra mossa dalle stesse 
energie e dalle stesse dinamiche; viva e tormentata ovunque. E questo mondo non 
può non essere cantato e mostrato da una donna, una giovane madre, Aisha, che si 
fa portavoce di sentimenti universali e che, come tutte le donne, “sostiene più 
di metà del cielo”.
30 maggio ore 20.00, (nostro 
articolo)
proiezione del documentario, "Come un uomo sulla terra" di Andrea Segre; a 
seguire: incontro.dibattito intervengono: Gianni Cerchia, storico,
Glenda Caserta "amani onlus", Nello Zerillo "nero e non solo!", Jean Renè 
Bilongo, mediatore culturale
modera: Giovanni Santamaria .Macchina da Presa. ingresso libero
Per la prima volta in un film, la voce diretta dei migranti africani sulle 
brutali modalità con cui la Libia controlla i flussi migratori, su richiesta e 
grazie ai finanziamenti di Italia ed Europa.
31 maggio ore 21.00
Aretè Ensamble (Ba) in "Studio k (da Koltès) - la notte poco prima delle 
foreste" di e con Saba Salvemini biglietto unico 7 euro
Uno straniero, alla ricerca di una stanza, abborda un giovane in una notte di 
pioggia.
Racconti notturni di un mondo fatto di porci, puttane, donne su un ponte, 
bambini, generali… un mondo dove si può ancora dire ti amo.
La pièce ruota attorno al tema dell’amore.
Koltès ci mostra il mondo in cui viviamo, una dimensione al rovescio in cui 
solitudine, lavoro, denaro, interessi personali hanno preso il sopravvento; 
sceglie come paladino dell’amore un uomo solo, straniero, ricercatore ed 
idealista, un uomo della strada diretto e determinato, un uomo che cerca 
l’altro, cerca una stanza, cerca un compagno. Un’anima. Un uomo libero.
dal 29 al 31 Maggio
Castelvolturno/Pristina, (Mondo), foto di Marco Ghidelli
Orari: venerdì e sabato ore 21, domenica ore 19
Abbonamento per 8 spettacoli a scelta: 50€; ridotto (studenti): 35€
Venerdì ingresso 5€; Sabato e Domenica: 10€, ridotto 7€
Officina teatro, viale degli Antichi Platani 28 San Leucio - Caserta Tel. 0823 
363066
Workshop di Commedia dell’Arte all'Officina Teatro
Workshop “Toccare con un dito”
Officina Teatro: "creAzione" Laboratorio Spettacolo Intensivo
comunicato stampa
Venti spettacoli che rendono ricco un cartellone assolutamente invidiabile per 
una realtà giovane come quella nata a San Leucio grazie agli sforzi dei 
direttori artistici Roberto Solofria e Michele Pagano coadiuvati da un gruppo di 
giovani attori, operatori, organizzatori.
Il cartellone di quest’anno, che miscela sapientemente tradizione e innovazione, 
è stato ideato per rispondere alle esigenze di un pubblico più vasto ed 
eterogeneo. Spettacoli e compagnie provenienti da tutta Italia (Caserta, Bari, 
Napoli, Rieti, Roma, Chieti).
Ancora una volta quest’ anno Officina Teatro si propone come luogo di ricerca, 
sperimentazione e formazione visti gli sforzi volti ad organizzare stage, 
seminari, iniziative oltre al laboratorio teatrale permanente. Un teatro di 
circa 90 posti, ricavato da una vecchia fabbrica, aperto ad accogliere il 
pubblico delle nuove generazioni, nuovi autori teatrali e nuovi registi; una 
struttura componibile, modulare, dove il palco diventa platea e viceversa e dove 
lo spettatore potrà vivere lo spettacolo da protagonista trovandosi seduto ogni 
volta in un angolo diverso; un luogo dove è possibile sperimentare l’arte in 
ogni sua forma e in ogni suo genere, senza obblighi e limiti di spazio.












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