Laudadio - Santanelli: Dolore sotto chiave
Ph Salvatore Pastore Ag Cubo

Roberto Cardone e Niko Mucci - Sigmund e Carlo

Andrea Cosentino - Telemomo

Il sogno di Rosaspina

Il Confessore - Aldo Rapè

Peli - Alex Cendron e Alessandro Riceci

Solofria, Delli Paoli, Credendino - Opatapata ovvero La Tempesta

Roberto Galano - Bukowski, a night with Hank

Il re ride

Daniele Timpano - Ecce Robot foto (c) lucia baldini 2317

E. De Filippo

Il più grande del mondo

Peli

Garrincha - L’angelo dalle gambe storte

I Corteggiatori

Massimo Circo

Scelzo

Fosco - storia de nu matto

Il nano Egidio

YOU CAN’T ALWAYS GET WHAT YOU WANT

Francesca Zanni e Valerio Piccolo

Roberto Latini - I Giganti della Montagna

I corteggiatori - Vito De Girolamo e Carlo Loiudice

Binario 2

Toni Laudadio

Ferruccio Spinetti

Salvatore Cantalupo - Quegli angeli tristi

Gea Martire

Un caso cromosomico

Lalla Esposito - Concerto Blu

Tentata memoria - © G_Irlanda

Passo oscuro

  

Stagione Teatrale 2014/2015 al Teatro Civico 14

Caserts – 7 giugno 2014

Comunicato stampa

#unaltrosguardo per guardare il mondo attraverso gli occhi del Teatro Civico 14. Un invito rivolto al pubblico, uno strumento per avvicinarsi, conoscere, interagire con drammaturgie “altre”. Una sfida coraggiosa quella del Civico 14 che, per la Stagione 2014/15, porta in scena i più grandi nomi del panorama nazionale già riconosciuti come portavoce di linguaggi di ricerca, proiettati verso la scena internazionale

Stagione Teatrale:

3 al 5 ottobre, Teatri Uniti presenta "Dolore Sotto Chiave" di Eduardo De Filippo (nostro articolo)
regia Francesco Saponaro, con Tony Laudadio, Giampiero Schiano; Luciano Saltarelli
Un dittico realizzato nel nome di Eduardo De Filippo, a trent’anni dalla sua scomparsa, che riunisce i due atti unici Dolore sotto chiave e Pericolosamente.
Con questa messinscena, Francesco Saponaro, regista di lunga consuetudine con la drammaturgia napoletana, da Scarpetta a Moscato, fino al successo internazionale di Chiòve di Pau Mirò e dell’edizione castigliana di Io,l'erede, affronta un Eduardo meno frequentato, dove incombe, silenzioso, il tema della morte (sia essa reale, presunta o, semplicemente invocata) tra sfumature grottesche colorate di umorismo nero. Lo spettacolo si arricchisce di un’ouverture, adattamento in versi e in lingua napoletana della novella del 1914 di Luigi Pirandello I pensionati della memoria
“Dolore sotto chiave parte da un’intensa ispirazione pirandelliana. Il tema della morte incombe silenzioso e il dolore del lutto viene nascosto e soffocato da un gioco sottile di ricatti e sottintesi: i buoni sentimenti come la carità cristiana, la compassione o la mania borghese della beneficenza diventano armi improprie per dissimulare, negli affetti, quella segreta predisposizione dell'essere umano al controllo e al dominio sull'altro. In casa dei fratelli Capasso, un interno borghese dove una camera della morte ha custodito per undici mesi il simulacro del dolore, Dio e i morti sono presenti fino al punto da essere invocati come vere presenze, giudici supremi del bene e del male. Eduardo riesce a intrecciare diversi registri e generi che si inseguono sul filo del cinismo e dell'ironia. La vicenda si colora di risvolti comici, a tratti paradossali carichi di morbosa e grottesca esasperazione. In Dolore sotto chiave viene evocato un oggetto-simbolo, usato come sottile minaccia di suicidio dal povero Rocco Capasso: la rivoltella, che in Pericolosamente (1938) si materializza e si trasforma in un vero e proprio strumento di tortura coniugale e rimedio alle bizzarrie improvvise di una moglie bisbetica. L'atto unico, dall'apparente fulmineità di uno sketch, grande successo del Teatro Umoristico dei De Filippo, gioca tutto sul classico litigio coniugale. Ogni volta che Dorotea dà sfogo alle sue intemperanze Arturo, per ripristinare l'ordine familiare, impugna la rivoltella caricata a salve e le spara, scatenando la comica reazione di terrore da parte dell'ignaro amico Michele appena rientrato a Napoli da un lungo viaggio di lavoro. Nonostante il testo nasca alla fine degli anni trenta, Eduardo ne potenzia la carica visionaria per sperimentare nuovi linguaggi anche nel cinema. Adatta Pericolosamente e dirige Marcello Mastroianni, Luciano Salce e Virna Lisi ne L'ora di punta, episodio del film Oggi, domani e dopodomani (1965) riuscendo a ottenere uno spiazzamento assolutamente contemporaneo. In pieno boom economico, la febbrile sete di emancipazione femminile può placarsi, ancora una volta, soltanto con uno sparo. Ma è un sparo che si moltiplica all'infinito. L'infallibile metodo di Arturo viene copiato da tutti i mariti: il colpo risuona nelle case dei vicini, nel quartiere, per le strade, tra grattacieli e clacson di una metropoli che deflagra di pistolettate”.
luci Cesare Accetta, costumi e scene Lino Fiorito, suono Daghi Rondanini
18 e 19 ottobre, Ortensia T presenta "Sul Nascere" di Carolina Sellitto
diretto e interpretato da Roberto Azzurro
25 e 26 ottobre, Libera Scena Ensemble presenta "Sigmund e Carlo"
con Roberto Cardone e Niko Mucci, regia Niko Mucci
musiche originali di Luca Toller,scene e costumi Barbara Veloce
8 e 9 novembre, Il re ride - Una favola dark, riflessione sul potere in forma di clownerie (nostro articolo)
Liberamente ispirato alla leggenda campana dell’Uccello Grifone. Scritto e diretto da Luisa Guarro
Con Francesco Campanile, Luca Di Tommaso, Luca Gallone
Disegno Luci Paco Summonte, Costumi Federica Del Gaudio
15 e 16 novembre, OffRome - Telemomo’ live (nostro articolo)
di e con Andrea Cosentino, musica di scena Bernardo Nardini, indicazioni di regia Andrea Virgilio Franceschi
29 e 30 novembre, Fortebraccio Teatro presenta "I giganti della montagna" di Luigi Pirandello
adattamento e regia Roberto Latini, con Federica Fracassi e Roberto Latini
musiche e suoni Gianluca Misiti, luci e direzione tecnica Max Mugnai, assistente alla regia Lorenzo Berti, collaborazione tecnica Marco Mencacci, realizzazione elementi di scena Silvano Santinelli, produzione Fortebraccio Teatro
in collaborazione con Armunia Festival Costa degli Etruschi, Festival Orizzonti Fondazione Orizzonti d’Arte, Emilia Romagna Teatro Fondazione
Terzo dei miti moderni di Pirandello, dopo il religioso (Lazzaro) e il sociale (La Nuova Colonia), I Giganti della Montagna è il mito dell'arte. Rappresentato postumo nel 1937, è l'ultimo dei capolavori pirandelliani ed è incompleto per la morte dell'autore. L'ultimo atto ci è stato trasmesso dal figlio Stefano che ha appuntato il racconto del padre all'indomani della penultima notte della sua vita, quando risvegliatosi confidò al figlio di essere molto stanco perché aveva dovuto costruire a mente tutto l'epilogo. La vicenda è quella di una compagnia di attori che giunge nelle sue peregrinazioni in un tempo e luogo indeterminati: al limite, fra la favola e la realtà, alla Villa detta "la Scalogna".
La Compagnia della Contessa, al limite della sopravvivenza, tra miseria e povertà, nella difficoltà di portare in scena il proprio spettacolo, arriva alla Villa degli scalognati, abitata da personaggi grotteschi guidati da una specie di Mago, Cotrone. Come Prospero nella Tempesta shakesperiana, Cotrone è in grado di creare illusioni e fantasie. Ilse (il-sé), la Contessa, arriva insieme ai suoi su un carretto e Cotrone sembra già conoscere i motivi del fallimento del loro tentativo artistico.
Con il contributo di Gianluca Misiti per musiche e suoni e video di Barbara Weigel, lo spettacolo è prodotto da Fortebraccio Teatro, compagnia teatrale riconosciuta dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali dal 1999, volta alla sperimentazione del contemporaneo, alla riappropriazione dei classici e alla ricerca di una scrittura scenica originale, in collaborazione con Armunia Festival Costa degli Etruschi, Festival Orizzonti - Fondazione Orizzonti d’Arte, Emilia Romagna Teatro Fondazione.
21 dicembre, ore 19, "Zaza’ et tuti l’ati sturiellett" di e con Francesco Forlani,
video pittura di Stefano Giorgi
al violoncello Lamberto Curtoni
27 e 28 dicembre,
Virus Teatrali e Prima Quinta presentano "Il Confessore"
drammaturgia e regia Giovanni Meola, con Aldo Rapè
La vicenda umana di un Parroco anti-camorra di provincia: dalle infuocate omelie alla quasi conversione di un boss, dall’inesausto lavoro per la comunità alla clamorosa chiusura della sua Chiesa che non sarà, però, priva di conseguenze da parte delle gerarchie ecclesiastiche. Un parroco, anzi un Parrino, come si dice in Sicilia (data la sua provenienza e origine), che ha già lottato in terre di mafia ma che, sconfitto, era stato costretto ad andar via. Per approdare in terre forse ancor più malate.
2 e 3 gennaio 2015, Mutamenti / Teatro Civico 14 presenta “Il sogno di Rosaspina”
liberamente ispirato a "La Bella Addormentata" di Perrault e a "Rosaspina" dei fratelli Grimm
scritto da Luigi Imperato, con Ilaria Delli Paoli, Domenico Santo, Roberto Solofria, regia Rosario Lerro e Luigi Imperato
scene Antonio Buonocore, musiche Paky Di Maio, costumi Monica Costigliola e Barbara Caggiani, foto di Marco Ghidelli
una produzione Mutamenti/Teatro Civico 14
17 e 18 gennaio, amnesiA vivacE presenta "Ecce Robot!" cronaca di un'invasione (nostro articolo)
drammaturgia, regia, interpretazione di Daniele Timpano, ispirata liberamente all’opera di Go Nagai
musiche originali di Michela Gentili e Natale Romolo, disegno luci e voce narrante di Marco Fumarola, registrazioni audio effettuate presso il RialtoSantambrogio di Roma, montaggio audio a cura di Lorenzo Letizia, editing e missaggio a cura di Marzio Venuti Mazzi, aiuto regia di Valentina Cannizzaro e Marco Fumarola, progetto grafico di Alessandra D'Innella, foto di scena di Antonella Travascio, in collaborazione con Armunia Festival Costa degli Etruschi, Consorzio Ubusettete
Scritto, diretto e interpretato dallo stesso Timpano, lo spettacolo è liberamente ispirato all’opera di Go Nagai, fumettista e scrittore giapponese autore di Goldrake, Jeeg Robot, Space Robot, Jet Robot, Il Grande Mazinga e Mazinga Z. ECCE ROBOT! Ripercorre per frammenti, in modo divertito ed autocritico, l’immaginario eroico di una generazione cresciuta davanti alla TV nell’Italia delle stragi, del rapimento di Aldo Moro, delle Brigate Rosse, dell’ascesa di Silvio Berlusconi e delle sue televisioni. Un attore ricostruisce la trama di un vecchio cartone animato giapponese. Tra resoconto delle trame dei singoli episodi dei cartoni (con particolare attenzione per la sceneggiatura di Mazinga Z) e ricostruzione storica di un’invasione (quella dei serial nipponici nei palinsesti pubblici e privati, ma anche quella della televisione dentro le nostre teste), lo spettacolo è il racconto della “Goldrake generation” che, ignara di vivere negli anni di piombo, cresceva tra robot d’acciaio.
Due importanti scienziati, il Dottor Kabuto e il Dottor Inferno, durante una spedizione archeologica presso l'isola di Rodi, scoprono complessi e letali manufatti meccanici appartenuti all’antica civiltà micenea. Il Dottor Inferno – un tedesco con trascorsi nazisti – decide di servirsene per conquistare il mondo. A difendere la terra sarà Mazinga Z, colosso meccanico costruito dal giapponese Kabuto e dotato di una resistenza e un armamento straordinari. Comincia così la guerra fra le forze del bene e i terribili mostri meccanici inviati dal perfido scienziato. La pace nel mondo e i buoni sentimenti sono nelle mani del giovane pilota di Mazinga: l’unica speranza viene dal Giappone.
Il testo dello spettacolo ECCE ROBOT! cronaca di un'invasioneè pubblicato da Minimum Fax all'interno dell'antologia: SENZA CORPO voci dalla nuova scena italiana a cura di Debora Pietrobono.
23 al 25 gennaio, Mutamenti / Teatro Civico 14 presenta "Il piu’ grande del mondo"  (nostro articolo)
Vita e morte di Arpad Weisz, allenatore ebreo di Simone Caputo, Ilaria Delli Paoli, Rosario Lerro, con Roberto Solofria
regia Rosario Lerro, scene Antonio Buonocore, costumi Alina Lombardi, musiche Paky Di Maio, foto di scena Marco Ghidelli
C’è la convinzione che il calcio sia immune da tragedie, in realtà la storia di Arpad Weisz ci insegna l’esatto contrario. Il palcoscenico del Teatro Civico 14 di Caserta si trasforma in luogo della memoria attraverso la messa in scena di uno spettacolo che guarda alla più grande tragedia del ‘Secolo Breve', la Shoa, attraverso gli occhi di un grande allenatore di origini ungheresi a cui bastò l’etichetta di ‘ebreo’, impressa dalle leggi razziali, per essere dimenticato, rinnegato dalla sua patria adottiva, perseguitato ed ucciso.
La nuova produzione Mutamenti / Teatro Civico 14 ripercorre la carriera del grande calciatore, interpretato da Roberto Solofria, che lasciò un segno nella nazionale ungherese ai Giochi Olimpici di Parigi nel 1924 e si distinse anche come brillante tecnico: Weisz con l’Ambrosiana-Inter diventò, infatti, nel 1929-30, il primo allenatore vincitore di uno scudetto nell’era del girone unico, che dura ancora oggi. Il record probabilmente imbattibile è quello di averlo vinto a soli 34 anni. Nel 1938, quando era uno degli allenatori più apprezzati d’Europa, a causa delle leggi razziali, fu costretto a fuggire dall’Italia, insieme alla moglie Elena e ai figli Roberto e Clara. La sua storia e quella della sua famiglia, come milioni di altre storie, finiscono ad Auschwitz.
Caduto nel dimenticatoio, il tecnico ungherese è stato un rivoluzionario per l’epoca. Vinse tre scudetti, uno con l’Inter e due con il Bologna, scoprì a 17 anni Giuseppe Meazza, fu il più giovane a laurearsi campione d’Italia e il primo straniero a vincere lo scudetto nel nostro paese. Nel ricordare questi importanti successi Il più Grande del Mondo racconta la carriera e le idee di Arpad, sopravvissute all’oblio, che hanno introdotto novità decisive nel calcio moderno. La sua preparazione, la professionalità e il rigore scientifico sono impressi sulle pagine del suo “Manuale del Giuoco del Calcio”.
7 e 8 febbraio, Quattro Quinte presenta "Peli" di Carlotta Corradi
regia Veronica Cruciani, con Alex Cendron e Alessandro Riceci
scene e costumi Barbara Bessi, musiche Paolo Coletta, in collaborazione con OffRome
Lo spettacolo ha debuttato al Teatro Palladium di Roma nel marzo del 2013 in occasione della rassegna Nuove Drammaturgie in Scena a cura di Rodolfo di Giammarco. Nel 2014 è iniziata la tournèe che ha portato la pièce in giro per l'Italia, partendo dal Teatro delle Donne di Calenzano per poi restare una settimana al Teatro Elfo Puccini di Milano e approdare nuovamente a Roma, al Teatro Valle Occupato.
Due donne giocano a Burraco, l’una di fronte all’altra. “Alza”. Una distribuisce le carte. L’altra le raccoglie. “Ho delle carte orrende”. Dice sempre così, pensa l’altra. Un gioco educato, una conversazione formale, quella confidenza propria dei rapporti adulti appesantiti da una vita di non detti. Una è vedova, ha perso il suo uomo, il suo amore, l'altra è vedova pur non essendolo. Il passato e il presente gettano le due donne in un continuo scambio di potere. Domina una e l’altra soccombe, poi viceversa. Le carte seguono, bilanciano, enfatizzano gli attriti. Finché qualcosa interrompe il meccanismo di un dialogo borghese per entrare nella dimensione dell'emozione e dell'istinto.
L’Associazione Culturale Quattroquinte, fondata da Carlotta Corradi - autrice e regista - e Claudia Mei Pastorelli - attrice -, nasce nel 2008 in occasione della coproduzione con la società Dazzle Communication di Davide Azzolini per il debutto dello spettacolo “The Women” di Clare Boothe Luce che Carlotta traduce, adatta e mette in scena con 12 attrici - tra cui Claudia - al Teatro Belli di Roma, grazie al sostegno del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. L’associazione presta una particolare attenzione al mondo femminile producendo oltre agli spettacoli una serie di rassegne cinematografiche – Female Cut Video – per promuovere giovani talenti femminili. Nel 2013 l’associazione si è impegnata a supportare Carlotta Corradi nella scrittura del testo “Peli”, prodotto dalla Compagnia Veronica Cruciani.
14 e 15 febbraio, Vo.Di.Sca Teatro presenta "Diego | non sarò mai un uomo comune"
progetto e regia Aniello Mallardo, con Maddalena Stornaiuolo e Luigi Credendino
costumi Anna Verde, scenografie Sissi Farina, disegno luci Delio Fusco, grafica e audio Salvatore Fiore, foto Tiziana Mastropasqua
Produzione Vodisca Teatro in collaborazione con Libera Scena Ensemble
28 febbraio e 1 marzo, I Corteggiatori - amore a colpi di poesia
di e con Vito De Girolamo e Carlo Loiudice
L’atmosfera è perfetta, il pubblico desideroso di ascoltare i versi poetici più belli del ‘900.
Vito entra in scena declamando le strofe di un suo componimento, ma Carlo piomba sul palco deciso a suicidarsi: delusione d’amore! Saranno la poesia, l’amicizia e la complicità maschile a dissuaderlo da questo disperato proposito, insieme alla nuova consapevolezza di poter ritrovare l’amore. E ci riuscirà soprattutto per merito delle “cinque regole del corteggiamento”, fondamento, dogma e pilastro della famigerata fama di latin lover di Vito. In Carlo esplode una ritrovata fiducia, grazie al palcoscenico, al pubblico, ma soprattuto alle donne presenti in sala. La lezione ha inizio, tutto sembra filare per il verso giusto, ma tutto verrà messo in discussione da una serie di colpi di scena.
Questo l’incipit di uno spettacolo nato con il desiderio di affrontare la comicità con eleganza e puro divertimento, dove poesia e umorismo si legano perfettamente in un gioco attorale continuo e ricco di colpi di scena.
“I due autori-attori, entrambi di origine pugliese, hanno saputo, con piacevolissima ironia, mettere in evidenza le debolezze di due uomini abbandonati dalle loro donne, che cercano nella Poesia l’occasione ed il mezzo di riscatto per ritrovare la propria serenità e, forse, anche l’amore perduto”, si legge dello spettacolo.
I Corteggiatori è stato selezionato per "In Scena! Italian Theater Festival New York 2014", kermesse teatrale proposta per gli italiani all’estero, i cui organizzatori - KIT-Kairos Italia Teatro – collaborano con il Ministero degli Affari Esteri, l'Ambasciata d'Italia a Washington DC, Istituto Italiano di Cultura di New York e tanti altri.
Vito De Girolamo
La sua formazione teatrale è riconducibile a diverse esperienze: la Scuola internazionale di teatro Circo a Vapore; Eugenio Sideri; Els commediantes; Emmanuel Gallot Lavaleè, Ian Algie, Valter Malosti; Cesar Briè. Ha collaborato diversi anni con la compagnia Teatrale Cerchio di Gesso come attore negli spettacoli: “L’Isola del tesoro rock”,“Un amore dell’altro mondo” e “Macbeth Night” per la regia di Simona Gonella; “Poesia 2.0” e “Facciamo l’Italia”, dei quali è anche co-autore e co-regista. Attualmente è in scena con “Iliade, 51 giorni della guerra di Troia”, spettacolo di cui ha curato anche la drammaturgia. É direttore artistico e fondatore del contenitore culturale Galleria Manfredi di Lucera. Oltre l’attività teatrale ha maturato varie esperienze come conduttore radiofonico e televisivo in emittenti regionali per programmi di intrattenimento e divulgazione scientifica; è stato inoltre presentatore di numerosi eventi moda e serate di piazza.
Carlo Loiudice
Dal 1996 al 2011 è stato uno dei membri principali della compagnia teatrale Cerchio di Gesso. Ha lavorato principalemente con i registi Carlo Formigoni, Gianluigi Gherzi e Simona Gonella in oltre 30 spettacoli rappresentati in tutta Italia e in alcune parti d'Europa. Nel suo percorso formativo sono presenti seminari condotti da: Eimuntas Nekrošius; Augusto Omolu - Odin Teatret; Teresa Ludovico; Enrico Grazioli; Iva Hutchinson. Da Maggio 2011 vive a Berlino dove lavora a nuovi progetti. A Settembre 2011 ha fatto parte del Mica Moca-Project dando vita a “Oltre il Regno – Studio Primo”, monologo ispirato all'opera di Dino Buzzati e presentanto anche al Norwich & Norfolk Festival – Inghilterra e al Kana Theater di Stettino in Polonia. È membro del collettivo di attori internazionali “Theater am Tisch” con i quali ha realizzato gli spettacoli: “Gateway – fluch nach vorn” e “Altbau”. Ha inoltre recitato in diversi video e cortometraggi.
7 marzo ore 21, 8 marzo ore 19, Massimo Circo
spettacolo interpretato da Francesco Paglino e Andrea Russo per la drammaturgia di Fabio D'Addio
Due uomini vagano con le loro valigie pieni di buon i propositi, idee e numeri improbabili, con la speranza di trovare una luce per esibirsi, per sbarcare il lunario e portarsi a casa la “porpetta”. Una volta guadagnata la luce, tentano di afferrare il circo della umana natura dove la vita, l'amore, la morte, l'ira, l'abbandono, la rinascita si confondono fino a farli inciampare, malgrado loro, in brandelli di verità.
Francesco Paglino
Negli anni ha tenuto laboratori che gli hanno permesso di tramandare le esperienze conseguite e di gioire del prezioso scambio umano e culturale. Ha recitato in teatro sotto la direzione di Andrea Renzi in, tra gli altri, “Un sasso nella testa”, “Il diario di un pazzo”, “Santa Maria d’America”, “Le avventure di Pinocchio” e “Rosencrantz & Guildenstern sono morti”, “La Trilogia della villeggiatura” e “Le Voci di dentro” accanto a Toni Servillo. Al cinema ha lavorato con Paolo Sorrentino ne “Le conseguenze dell’amore” e in “Gorbaciov” di Stefano Incerti, sempre accanto a Servillo.
Andrea Russo
Da piccolo studia pianoforte e chitarra classica. Si avvicina alla musica popolare con il maestro Pasquale Carusone, con il quale fonda il gruppo "Cantica Popularia". Con il gruppo "Etnie" registra il suo primo disco "La terra, la vita e la musica". Approda agli strumenti a mantice e con il Basco Joseba Tapia studia l'organetto diatonico. Da Generoso Veglione e Marcello Fiorini prende lezioni di fisarmonica. Con Marco Merola forma il gruppo "Piccolo Dilemma Sulle Origini". Attualmente suona con: "Menta Fresca" , Orchestra Popolare Campana (www.orchestrapopolarecampana.it ), Mamma Tammorra (www.mammatammorra.it ) e con IntraTerra. Ha partecipato alla registrazione dei dischi: "Cosa diamo al mondo" per l'U.N.I.C.E.F, dell'Orchestra Popolare Campana e un brano della colonna sonora del film "Mozzarella Story" con Riccardo Ceres. Negli anni ha collaborato con numerosi musicisti italiani e stranieri. Ha partecipato a numerose produzioni teatrali collaborando con, tra gli altri, Francesco Paglino, Riccardo Ceres, Marco D'Amore, Enrico Ianniello.
14 e 15 marzo, Fosco - storia de nu matto, scritto, interpretato e e diretto da Peppe Fonzo
musiche Flavio Feleppa, una produzione Magnifico Visbaal
Un racconto, “nu cunto” ispirato ad una canzone dialettale assolutamente sconosciuta di Domenico Modugno dal titolo “Lu Frasulino”.
In scena c’è un attore e un contrabbassista che con la sua loop station creerà le atmosfere musicali e accompangerà tutto lu cunto.
Nasce un’intesa densa e poetica che racconta una storia drammatica, ferocemente ironica, e per alcuni aspetti onirica capace di condurre lo spettatore in un vissuto di un’altra epoca. Una narrazione che sa di sale, di terra e di fatica, che tocca corde sensibili e lascia un segno a chi si lascia trasportare dallo “Scemo de lu paese, fosco lu matto, che ve fa ridere tutti quanti ma che lui invece non ride mai”.
21 marzo ore 21, You can’t always get what you want
un racconto con musica di e con Francesca Zanni musiche eseguite dal vivo da Valerio Piccolo
[spettacolo fuori abbonamento]
E’ l’11 luglio del 1982. Allo Stadio Comunale di Torino, dopo 12 anni di assenza, tornano a suonare in Italia i Rolling Stones.
Lo stesso 11 luglio, allo Stadio Santiago Bernabeu di Madrid, dopo 12 anni dall’ultima finale, la nazionale italiana di calcio si gioca il titolo contro la Germania. Strane coincidenze… o sincronicità?
Il concerto è stato anticipato al pomeriggio, per non creare sovrapposizioni con la partita. Mick Jagger canta avvolto nel tricolore e indossa la maglia numero 20, quella di Paolo Rossi. Il pubblico è in delirio. Poi Mick, dal palco, azzarda un pronostico: “vincerete 3-1”. E così fu.
Una ragazzina di 14 anni attraversa l’Italia in autostop per andare a vedere il concerto del suo gruppo preferito.
Il 12 dicembre 2012, al Madison Square Garden di New York, i Rolling Stones partecipano al concerto per le vittime dell’uragano Sandy e una ragazzina di 14 anni accompagna la mamma a vedere la sua band preferita: era dal 1982 che non li vedeva suonare dal vivo… Sono passati 30 anni. Il mondo ci è cambiato tra le mani, ma i sogni delle ragazze sono rimasti gli stessi.
“You can’t always get what you want… but if you try sometimes, you just might find… you’ll get what you need…” Un racconto con musica, che coinvolge gli spettatori in un viaggio attraverso gli anni e le passioni, un viaggio che ognuno di noi ha fatto nella vita: quello che ci traghetta verso l’età adulta. “YOU CAN’T ALWAYS GET WHAT YOU WANT” è la prima puntata della trilogia “Little Italian Stories”: tre storie a cavallo tra Italia e America, e in ognuna la passione, l’umorismo, la follia, l’amore, la nostalgia e le avventure di chi, per davvero o
soltanto in sogno, ha poggiato il piede su entrambe le terre. Lo spettacolo è stato rappresentato per la prima volta nel 2012 in lingua inglese al “Cornelia Street Cafè” di New York.
28 e 29 marzo, Etérnit presenta "Binario 2 | sotto la panca la capra crepa"
di Pasquale Passaretti e Luigi Morra, con Luigi Morra
drammaturgia Pasquale Passaretti
Premio “Special Off” – Roma Fringe Festival 2012
Un insolito capostazione, appassionato di scioglilingua, sceglie la solitudine di una piccola stazione ferroviaria di provincia, un luogo lontano dal caos, dove i treni che passano sembrano essere l’unico esempio di “mondo che corre”, e dove vive e racconta il suo quotidiano fatto di compagnie discontinue, ricordi, silenzi e situazioni che si ripetono in orari e giorni prestabiliti.
La messa in scena è essenziale e priva di artifici scenografici, e il gioco teatrale, dalle atmosfere clown e malinconiche, è affidato soltanto alla difficoltà di inseguire un racconto che vive sul filo dell’immaginazione.
Il testo si sofferma sui temi del ricordo, della velocità e sulla possibilità di afferrare e percepire quello che accade nelle suggestioni che spesso ci passano davanti troppo rapidamente, su quegli eventi, cioè, che pur non avendo una concretezza tangibile, condizionano l’individuo nelle sue azioni, negli affetti e nelle scelte.
Una performance delicata, proprio come una piccola stazione, dove di tanto in tanto un treno si ferma, lascia qualcuno o qualcosa, e poi riparte. Intanto tre tigri lottano contro tre tigri, e l’arcivescovo di Costantinopoli si disarcivescoviscostantinopolizza inevitabilmente.
Luigi Morra
Dopo il diploma di attore e aiuto regia teatrale, conseguito nel 2002 presso la Scuola Internazionale di Teatro “Circo a Vapore”, continua la formazione frequentando stage e seminari in Italia e all’estero, avvicinandosi a diverse forme di arte performativa. Nel 2005 partecipa come attore al Festival di Lublino (Polonia), nello spettacolo “Matrimonio” di Sebastiano Deva. Nel 2006 con “Di Vani Tentativi” è primo classificato al “Thalia Festival” (Roma), terzo a“Cortoconcorso” (Roma), e finalista al festival di corti teatrali “In Breve” (Firenze). Nel 2008 a Napoli partecipa al “Progetto Interregionale Teatro” di Nuovo Teatro Nuovo, percorso formativo con artisti fra cui: Cecar Brie, Davide Iodice, Pierpaolo Sepe, Nicole Kehrberger e Pino Carbone; con quest’ultimo inizia un periodo di collaborazione, lavorando in qualità di aiuto regia per gli spettacoli“Romeo e Giulietta”, “Mangiatene tutti”, “Barbablù”, “Il Re muore”, e alla codirezione di laboratori tra cui “Progetto Nessuno” e “Morale della favola” con gli ospiti dell’Ospedale Psichiatrico Giudiziario di Napoli. Nel 2007 fonda con i musicisti Agostino Pagliaro, Marco Pagliaro e Davide Maria Viola i “Camera”, con i quali porta avanti un lavoro di ricerca musicale e performativa;ricordiamo “Concerto per madre”, “Tragedia per manichini da crash test”, e il disco “Favole e apocalissi”. Sempre nel 2012 dirige lo spettacolo “Mai più fedele” con gli attori vincitori del “Premio Lunarte”, nell’ambito di “Lunarte Festival”, e il laboratorio e la performance conclusiva della tappa nella città di Mondragone di “Caravan. Artists on the road”. Tra i recenti lavori come attore teatrale, ricordiamo il monologo “Binario 2:sotto la panca la capra crepa”, vincitore del premio “Special Off”al “Roma Fringe Festival”, e lo spettacolo TVATT. Oggi, all’età di 33 anni, la sua attività artistica si sviluppa attraverso diversi linguaggi. L’uomo e il suo rapporto con l’Io e con la società, l’incontro di diverse forme d’arte in un unico contenitore, la fragilità e il conflitto del clown, sono tra gli elementi che spesso caratterizzano i suoi lavori. Ideatore e organizzatore di diverse iniziative artistiche e culturali. Fondatore e direttore artistico, con Pasquale Passaretti, di Etérnit, con cui dal 2008 produce gran parte dei suoi progetti.
Pasquale Passaretti
Nasce a Formia il 22/08/1982, già da giovanissimo recita in compagnie di teatro classico napoletano per poi avvicinarsi in un secondo momento allo studio dei metodi di Grotowski e Barba. All’età di diciotto anni, inizia a frequentare alcune delle più interessanti compagnie teatrali di ricerca di Napoli mettendo in scena i propri lavori negli spazi off della capitale partenopea. Successivamente anche città come Milano e Roma sono state artisticamente vissute grazie alla creazioni di spettacoli, performance di diverso stampo stilistico. Durante il suo percorso ha avuto modo di formarsi attraverso importanti seminari e stage sostenuti da maestri come Cecar Brie, Davide Iodice, Pierpaolo Sepe, Armando Punzo, Emma Dante, Letizia Russo, Francesca Della Monica. Oggi è attore e autore teatrale, ideatore di iniziative artistiche e culturali, tra cui “Lunarte Festival” di Carinola (CE). Come autore teatrale ricordiamo “Odio questo lavoro”, e “Binario2”, premiato con il premio “Special Off” al Roma Fringe Festival. Non solo teatro ma anche cortometraggi, musica e scrittura rientrano tra le sue esperienze artistiche. La ricerca della forma che superi le convenzionalità culturali è uno degli sproni necessari per la continua applicazione del suo modo di sentire l’arte. Nel 2008 fonda, con Luigi Morra, l’associazione Etérnit.
Etérnit
Etérnit nasce nel 2008, da un Idea di Luigi Morra e Pasquale Passaretti, con lo scopo di mettere in atto processi di comunicazione, scambio e confronto, realizzando attività di promozione della cultura teatrale, musicale ed artistica, in collaborazione con altre realtà e istituzioni del territorio nazionale ed internazionale. Nello specifico, Etérnit, è impegnata nella produzione di spettacoli e progetti artistici, l’organizzazione di eventi legati alla cultura e al sociale e non per ultima la formazione. In più di sei anni di attività, concentrando il lavoro di produzione prevalentemente tra la provincia di Caserta (Mondragone e Carinola), Roma e Napoli, Etérnit è diventata un punto di riferimento per artisti e operatori della cultura, grazie agli spettacoli e alle performance prodotte e ai progetti realizzati. Con le sue produzioni e coproduzioni, Etérnit ha partecipato a festival e rassegne come Torino Fringe Festival, Roma Fringe Festival, Benevento Città Spettacolo, Il Carcere Possibile. Lo spettacolo “Binario 2: sotto la panca la capra crepa”, prodotto da Etérnit, ha vinto il premio “Special Off” al Roma fringe festival 2012. Per il progetto musicale “Camera” Etérnit ha prodotto diverse performance e il disco “Favole e Apocalissi”. Numerose anche le iniziative culturali, i laboratori teatrali, le rassegne, e i progetti realizzati in rete con altre realtà; ricordiamo la tappa a Mondragone di “Caravan Con il Sud”, il festival “Lunarte” a Carinola, il “Premio Lunarte”, la rassegna “Ridotti” a Geata Medievale.
11 e 12 aprile, "Quegli angeli tristi az N° 9" un omaggio alla vita di Andreij Tarkovskij
di e con Salvatore Cantalupo, musica e drammaturgia sonora Riccardo Veno, visuals Francesco Albano
Quegli Angeli Tristi Az N° 9 è un dare luce alla vita di un uomo poeta e profeta. Il lavoro è dedicato ai diari di Andrej Tarkovskij, che sono raccolti col titolo ‘Martirologio’ (1970-1986), ma ad essi sono accostati versi di Arsenij Tarkovskij (padre di Andrej), di James Joyce e Gustav Meyrink per affinità elettive.
Andrej Tarkovskij, regista cinematografico russo, introspettivo e spietato, fortemente legato all'Italia, con i suoi film ha segnato la storia del cinema mondiale. La sua opera, considerata in un primo tempo espressione del disgelo sovietico, si è poi rivelata un'interrogazione sulla religiosità russa, che ha posto il regista in un rapporto sempre più conflittuale con il potere, fino all'esilio volontario dal 1984.
“I Diari raccontano del tormentato percorso dell’artista alla ricerca della libertà, la fatica di portare avanti il suo impegno, la difficoltà di resistere alla mercificazione della propria arte di fronte alle ristrettezze economiche. Grande è la sua tensione verso la bellezza e verso il divino. In esilio dal suo paese, l’amata Russia, lontano dal figlio che cresce, con coraggio commovente, continua ad elogiare la vita con speranza e fede. A suo figlio dice: ‘l’uomo non è stato creato per essere felice, vi sono cose ben più importanti della felicità. La ricerca della verità è quasi sempre un percorso doloroso. Imparare ad accettare la sofferenza, trasformandola nella nostra anima in conoscenza, è l’unico mezzo necessario al raggiungimento della verità.'” Salvatore Cantalupo
Salvatore Cantalupo nasce a Napoli nel 1959. Comincia il suo percorso artistico formandosi come attore alla scuola di Antonio Neiwiller, con cui collabora a diversi laboratori e spettacoli dal 1983 al 1993. Dopo l’inattesa scomparsa del suo maestro, continua a lavorare a teatro con Mario Martone, in i Sette Contro Tebe, Edipo Re, I Dieci Comandamenti, con Marco Baliani in la Seconda vita di Francesco d’Assisi, con Toni Servillo interpretando Michele in Sabato Domenica e Lunedì, con Claudio Collovà in Artista da Giovane, con Massimiliano Farau recitando in Odore di Santità, e ancora con tanti altri.
Al cinema ha debuttato in Teatro di Guerra di Mario Martone (1998). Si è fatto poi conoscere a livello mondiale nella pellicola record di incassi al box office italiano nel 2008, Gomorra di Matteo Garrone, ricevendo, per il ruolo interpretato, anche diversi premi nazionali e internazionali tra i quali Il Mirto d’Oro e Migliore attore europeo al Pantalla Miramar 2009 – Argentina. Ha curato la regia di diversi spettacoli teatrali, tra i quali, Echi Lontani nel 2003, spettacolo in omaggio ad Antonio Neiwiller nel decennale della sua scomparsa, Martiri nel 2008, tratto dai Diari del Martirologio di Andrej Tarkovskij. Ha ripreso quest’ultimo nel 2010, rielaborandolo in chiave di monologo, con il contributo musicale di Riccardo Veno. Da anni cura laboratori teatrali rivolti a giovani attori.
17 e 18 aprile, ore 21, (Evento Fuori Stagione), Gea Martire in Vulìo, diretto da Antonio Capuano
Maria Immacolata non si capacita: se lo spirito ha sede nel corpo, avrà corpo anche lo spirito? E, di conseguenza, il corpo sarà fatto di spirito. Lei sente di avere uno di quei corpi ad alto tasso alcolico, nel senso che dà alla testa, e ignora gli inviti che le giungono da più parti di coltivare lo spirito poiché ritiene di non avere il pollice verde. Finchè un tarlo comincia a rodere, sotto forma di fantasma: quello zia Angelina, che è stata un tarlo anche in vita con le sue litanie e le condanne da santa inquisizione. Ma i vivi si possono scansare, i morti no. Il tarlo rode, corrode, si ingrassa, può essere abbattuto solo da uno spirito ad altissima gradazione: puro. Si rende necessaria, dunque, l’espiazione: un viaggio a Lourdes in veste di dama di carità! Viaggio durante il quale non si può avere un’idea di quello che succederà, poichè trattasi di miracolo. Per il quale non basta un ex voto, ce ne vuole uno extra… ordinario.
19 aprile, Teatro dei Limoni presenta "Bukowski | A night with Hank"
Io non sono Bukowski. Charles non era Bukowski. E nessuno sarà mai Bukowski. C’è qualcosa nascosto, protetto dai litri di alcol che marciscono nel fegato, dalle scopate, dalle perversioni e l’odio per una mondo pieno di figli di puttana. Qualcosa di così puro che può appartenere solo a un angelo. Ma gli angeli non esistono, e se esistono hanno le ali di carta che si bagnano alla prima goccia di pioggia. Esiste, invece, una notte che divide il mito dello scrittore dal fragile ubriacone perdente. Una notte sola. Soltanto lui e il suo piccolo uccello azzurro nel cuore. Una notte con Hank.
di D. Francesco Nikzad, diretto e interpretato da Roberto Galano
9 e 10 maggio, Eventi Mediterranei presenta "Concerto Blu" omaggio a Modugno
con Lalla Esposito, musiche di Antonio Ottaviano
Concerto Blu è un omaggio al cantautore pugliese che da Polignano a Mare, paesino dalle case bianche a picco sul mare, è partito alla conquista del pubblico di tutto il mondo lasciando una traccia profonda nella canzone moderna. Una rivoluzione in musica, quella di Modugno, ricostruita e interpretata dall’intensa Lalla Esposito che dello spettacolo ha curato anche la partitura drammaturgica, con le musiche eseguite dal vivo dal maestro Antonio Ottaviano. Concerto blu si costruisce su delicati contrappunti di musica e parole. La vita, le canzoni, i successi, le passioni, la malattia e l’arte si snodano in sei passaggi recitati, tratti dai diari dell’autore che raccontano la parabola esistenziale di un uomo in cui vita e arte si rincorrono sulla via del successo: da quello insperato di “Nel blu dipinto di blu” fino al mortale lavoro in Fininvest. Lo spettacolo sarà un viaggio fra la poetica e la musica innovativa del grande Domenico Modugno, l’artista a tutto tondo che ha cambiato la musica italiana. Solare, tempestoso, irruento, Modugno diede prova di eccellente capacità artistica anche a teatro, fino alla malattia che lo penalizzò fisicamente. Come tutti i personaggi così propulsivi Modugno celava una nota malinconica che forse era anche la molla del suo talento e della sua esuberanza. Lo spettacolo alternerà musica, teatro, canzoni a pagine del suo diario.
Lalla Esposito, attrice e cantante napoletana inizia la sua carriera teatrale nel 1987 recitando ne L’ultimo scugnizzo di Raffaele Viviani regia Ugo Gregoretti su rielaborazioni musicali di Pasquale Scialò. Da allora ha calcato i più importanti palcoscenici nazionali e preso parte a Festival di primo piano (tra cui Festival di Taormina e Festival dei Due Mondi di Spoleto), diretta da Roberto De Simone, Tato Russo, Toni Servillo, Armando Pugliese, Enzo Moscato, Luca De Filippo, Giuseppe Patroni Griffi. Interprete versatile ed eclettica, ha preso parte a produzioni teatrali musicate da compositori di rilievo internazionale come Nicola Piovani, Antonio Sinagra, Pasquale Scialò, Giancarlo Chiaramello. Al cinema Aurelio Grimaldi l’ha scelta per i film Rosa Funzeca (2002) al fianco di Ida Di Benedetto ed Ennio Fantastichini e Se sarà luce darà bellissimo sul Caso Moro.

Nuovevisioni

dal 12 al 14 dicembre, ABT - Passo Oscuro
Alfonso Benadduce e la Nona Sinfonia di Anton Bruckner
I quadro
È così che sceglie di tornare in scena Alfonso Benadduce dopo anni di silenzio: con un’opera che non sa niente di sé e che, volutamente, non fa sapere niente di sé.
Come la Nona, l’ultima sinfonia composta da Bruckner e che non consentì neppure a lui, al suo creatore, di oltrepassare la soglia fatale di quel numero che metonimicamente avviluppa anche Beethoven.
E sulle note di questa misteriosa Nona, monca del quarto movimento, Benadduce ritorna in scena proseguendo e perseguendo un atto di poesia che, in un movimento circolare, avvolge in una morsa il suo teatro, un théâtre à lire, che, ovvero, si legge, come si legge la sua pittura.
Un sapiente uso della retorica e della mimica costruiscono e smantellano, smantellano e costruiscono da sempre il corpo del suo testo teatrale che assurge a corpo dell’artista in un anelito a quel punto di sublime dove la fine avrà il cominciamento e dove l’infinito è cosa qualunque. L’artista è un morto condannato alla vita una vita di non compiuto di non essere di impotenza e di assenza. Perché il mondo attende che l’artista faccia il mondo ma il teatro non va fatto e la vita non va vissuta, come recita il suo “Agogno La gogna”.
Non si può non parlare pensare all’avant-garde con Benadduce ma l’artista supera anche questa etichetta, come molte altre attribuitegli, in un’ opera dominata da discontinuità ricorrente
16 e 17 maggio, Sonenalè presenta
"Neo | dove l'ombra s'addensa", creazione, interpretazione e regia Agostino Riola
"Spirito di conservazione", coreografia e interpretazione Riccardo Fusiello
30 maggio, ore 21, e 31 maggio, ore 19, Passo Oscuro n.2
Alfonso Benadduce e la Nona Sinfonia di Anton Bruckner
partecipano al passo oscuro: Francesco Domenico D’Auria e Mauro Milanese
una produzione ABT, foto Mauro Milanese
Passo Oscuro n°2, spettacolo che continua, sulla scia del I quadro proposto al pubblico casertano lo scorso dicembre, a fondere silenzio e musica ispirandosi alla Sinfonia n. 9 in re minore di Anton Bruckner, composizione candida e fervida come la dedica che l'accompagna, "Dem lieben Gott", "Al buon Dio". Benadduce continua a rendere visibile un sorprendente corpo a corpo tra fisicità scenica e incorporeità della musica: sullo sfondo la sinfonia rimasta incompiuta nel finale, ovvero mancante del quarto movimento, a causa della morte dell’autore. «Il passo oscuro» afferma l’artista «è di qualcuno che entra senza sapere dove. Quando Cassandra, la grande non creduta, scende dal carro, lascia sul campo tutto il suo vedere e resta azzerata nella sua potenza. Ed è lì che noi entriamo a occhi chiusi, arresi al non sapere, così come la Nona di Bruckner non sa niente di sé».
Con la partecipazione di Francesco Domenico D’Auria e Mauro Milanese, Benadduce continua il suo percorso teatrale realizzando un’opera attraversata dalla tessitura musicale della composizione sinfonica, semplice e complessa al tempo stesso, emblematica della scrittura orchestrale di Bruckner. Il compositore, pur appartenendo a un periodo ricchissimo di innovazioni, sembra sperimentare, nel linguaggio della nona, una propria dimensione quasi fuori dal tempo. Da questa ricerca della dimensione temporale emerge il lavoro di Benadduce, i cui evocativi costumi portano la firma di Katiuscia Magliarisi, mentre il suono è curato da Roberta Arcangeli e Dario Troisi.

Eventi

11 ottobre 2014, "Zaza’ et tuti l’ati sturiellett" di e con Francesco Forlani,
video pittura di Stefano Giorgi, al violoncello Lamberto Curtoni
6 dicembre, ore 21, Inside the project a cura di Paky Di Maio e Luigi Iacono - David Bowie "La Trilogia Berlinese" (nostro articolo)
Di fronte a una realtà che conquista gradualmente la consapevolezza partendo da una unità indifferenziata, l'artista riesce a rendere visibile lo Spirito che è nascosto nella materia. F. W. J. Schelling
Bands: YKAP, DDR, 7 Parsec, Kazum
URA (performance di mimo)
Mutamenti/Teatro Civico 14 (performance teatrale)
Il Sipario ArtDancecompany (danza)
Naf-MK (live painting)
Danilo Agutoli (graphic)
La formula è la stessa: prendi artisti di radici, visioni e arti diversi, digli di ascoltare qualcosa di sacro e di farlo diventare suo.
Non c’è limite all’interpretazione. Non c’è limite alla visione. Non c’è limite ad un’emozione. Classica, Popolare, Cantautorale, Rock, Elctrorock, Triphop,Folk, Pittura, Teatro, Danza.
Tutto Questo è l’Inside.
Biglietti
Intero € 10,00
Ridotto € 8,00 (under 30, tesserati ARCI, artemisia, arciragazzi, casertafilmlab)
15 Gennaio, ore 21, Eduardo De Filippo. L’uomo, l’attore e il drammaturgo.
Marilena Lucente dialoga con Giulio Baffi, critico teatrale.
L’incontro si inserisce all’interno del programma di formazione che il Teatro Civico 14 rivolge ai propri allievi ma in quest’occasione sarà aperto al pubblico.
Giulio Baffi è curatore del volume Sik Sik Artefice Magico per Guida Editori. Si tratta di un’inedita trascrizione dell’atto unico di Eduardo De Filippo a partire dalla messa in scena che il grande drammaturgo ne realizzò, nel mese di maggio del 1979.
Marilena Lucente insegnante e scrittrice, collabora con giornali e riviste. Tra i suoi testi di narrativa, Scritto sui banchi e Di dove sei(Cargo 2005 e 2008). Per il teatro ha pubblicato la drammaturgia Napoli 1647. Rivoluzione d'amore (Caracò 2012), Premio giuria popolare Antonio Landiero – Teatro per l'impegno civile (novembre 2013). È autrice di saggi pedagogici e per la scuola. Per la trasmissione radiofonica Fahrenheit RaiRadioTre ha curato un ciclo di audio documentari Fahrescuola (marzo 2013).
Venerdì 6 febbraio, ore 20, MelisMandolin Quartet
13 Marzo, Concerto di Chitarra di Francesco Scelzo
brani di: Giulio Regondi (1822-1872), Augustin Barrios Mangoré (1885-1944), Mario Castel-nuovo Tedesco (1895-1968), Miguel Llobet (1887-1938)
Venerdi 27 Marzo, Duilio Meucci in concerto.
con la partecipazione di Marco Salvio (flauto), Danjlo Turco (chitarra)
3 aprile ore 21, Luiz torna a casa, di Maurizio de Giovanni
adattamento e regia di Tony Laudadio, musiche dal vivo Ferruccio Spinetti
Lo spettacolo ha debuttato lo scorso luglio nell’ambito della Milanesiana 2014. «Gli occhi. Quegli occhi neri, fermi, che gli scavavano dentro, davanti ai quali non era mai stato capace di sostenere una bugia» si legge nel testo di de Giovanni «adesso erano velati dalla commozione. Dieci anni senza vederti, papà. Dieci anni a scappare lontano da te, dalla città, dai ricordi. Da me stesso». In questa nuova produzione di Teatri Uniti, Laudadio dà corpo alle parole dello scrittore napoletano portando in scena la storia di un professore tornato a Napoli, dopo 10 anni, per fare visita al padre malato; in questo viaggio nel passato riscopre i ricordi di una vita da cui ha tentato, invano, di fuggire.
“Il racconto di Maurizio de Giovanni mi è sembrato subito, fin dalla prima lettura, avere tutti gli ingredienti per farne un monologo teatrale che suonasse – parola non casuale – in perfetto accordo con quanto vado ricercando in questi ultimi anni: un personaggio centrale pieno di contraddizioni e conflitti, il tema della memoria e del tempo, la leggerezza a tratti comica della scrittura – che contiene comunque tutti gli elementi tipici di De Giovanni, l’amore per il calcio, la suspense, il mistero – e la possibilità di farlo diventare una sorta di “concerto” teatrale. Questo era per me fondamentale: il racconto ha una musicalità, che nell’adattamento ho cercato di sottolineare, che ben si accorda con quello che, a mio parere, dev’essere un monologo: un canto. La voce e il corpo dell’attore che vive quella vicenda acquisiscono così una doppia funzione: il valore puro della narrazione, o drammatizzazione, e lo slancio lirico di una melodia. Epica e poesia. Quindi mi è parsa conseguenza logica, necessaria, coinvolgere nella messinscena un musicista che cogliesse questo doppio registro, un musicista che avesse una teatralità naturale e doti eclettiche, una sensibilità non solo tecnica ma con una tecnica sopraffina: questo musicista è Ferruccio Spinetti. Da tempo cercavamo un progetto comune e questa occasione si è rivelata perfetta. Quello che ne è venuto fuori è uno spettacolo musicale in cui racconto, voce, musica, trama e personaggio, si mescolano in un flusso costante, di grande impatto emotivo ed evocativo, che ci diverte ogni volta in modo nuovo.” Tony Laudadio
Tony Laudadio, formatosi alla Bottega di Vittorio Gassman, ha lavorato da subito in teatro con Federico Tiezzi, Arnoldo Foà, Leo De Berardinis. Nel 1993 avvia un lungo periodo di collaborazione con Toni Servillo, prendendo parte a “Zingari”, “Misantropo”, “False Confidenze”, “Tartufo”, “Sabato Domenica e Lunedì”. Nello stesso periodo fonda con Enrico Ianniello la compagnia Onorevole Teatro Casertano con la quale produrrà i propri spettacoli conducendo una personale ricerca sulla drammaturgia contemporanea. È di questi anni la collaborazione con Andrea Renzi con il quale dà vita a spettacoli come “Rosencrantz e Guildenstern sono morti”, “Pinocchio”, “Magic People Show” e “Tradimenti” di Pinter, con Nicoletta Braschi. Al cinema collabora con registi quali Marco Risi, Paolo Sorrentino, Nanni Moretti.
Ferruccio Spinetti è contrabbassista e compositore casertano, già componente degli Avion Travel, nel 2003 fonda con la cantante Petra Magoni il duo Musica Nuda. In dodici anni di intensa attività concertistica in tutto il mondo, Musica Nuda ha collezionato numerosi riconoscimenti prestigiosi. Nel corso degli anni, Ferruccio e Petra hanno portato il loro progetto in giro per il mondo.
10 Aprile, ore 20.30, Concerto per chitarra classica di Flavio Nati
Posto numerato biglietto €10
Johann Sebastian BACH : Preludio, Fuga & Allegro BWV 998
Domenico SCARLATTI : Sonate K 208 & 209 (tr. Carlo Marchione)
Giulio REGONDI : Air Varié n. 1 op. 21
Antonio JOSÉ: Sonata para Guitarra
Sabato 25 aprile 2015 alle ore 21, VIVO. Incontro con la canzone d'autore.
La rassegna, organizzata da Gennaro Vitrone che ne ha curato la direzione artistica, ha l'intento di offrire uno spazio di condivisione a cantautori e autori di brani inediti, di aprire la strada a possibili collaborazioni tra artisti provenienti da progetti diversi, di favorire lo scambio e la promozione di progetti inediti.
VIVO vuol dire movimento, vuol dire scambio e rinnovamento, da qui la scelta del nome della rassegna e la scelta di rivolgersi al Teatro Civico 14, da sempre attento alle proposte originali del territorio casertano e non solo.
Durante la serata del 25 aprile si esibiranno cinque cantautori, alcuni tra i maggiori esponenti del panorama musicale campano: aprirà la rassegna Riccardo Ceres, cantautore che si muove tra i mondi di Buscaglione e Tom Waits, autore di numerose colonne sonore di successo, tra queste ricordiamo le ultime realizzazioni per “Mozzarella Stories” e “Perez.”, entrambi del regista Edoardo De Angelis; sarà poi la volta di Giglio, al secolo Raffaele Giglio, voce di una delle band campane più apprezzate, The Gentlemen's Agreeement, alle spalle un lungo tour che lo ha portato ad esibirsi in tutta italia, per l'occasione presenterà al pubblico il suo nuovo progetto da solista; continuerà Vitrone proponendo alla platea i brani del suo album “Piccole Partenze”, pubblicato l'anno scorso dall'etichetta napoletana Freakout, accompagnato alle percussioni da Mimì Ciaramella; la band casertana Sha'Dong si esibirà per l'occasione in uno speciale set acustico in forma di duo. La band ha tre album all'attivo, una vera miscela esplosiva di rock, pop ed elettronica. Chiuderà la prima edizione della rassegna Peppe Rienzo, due album realizzati finora. I suoi live particolari e coinvolgenti sono caratterizzati da una grande presenza scenica che coinvolge ed emoziona il pubblico. A presentare gli artisti e a donare un valore aggiunto alla serata sarà Agostino Jim Gas Santoro, artista eclettico e originale che con la sua personalità dalla simpatia contagiosa intratterrà il pubblico.
domenica 17 maggio, ore 19, Sonenalé presenta
- NEO | dove l'ombra s'addensa, creazione, interpretazione e regia Agostino Riola
e
- Spirito di conservazione, coreografa e interpretazione Riccardo Fusiello
In occasione della residenza al Teatro Civico 14, la compagnia Sonenalé presenta in anteprima due nuove produzioni: Neo | dove l'ombra s'addensa e Spirito di conservazione. Gli spettacoli andranno in scena domenica 17 maggio alle ore 19.00. Inoltre, sabato 16 maggio dalle 10.00 alle 17.00, durante la settimana di residenza che fa parte del progetto NUOVEVISIONI del Teatro Civico 14, la compagnia terrà anche un laboratorio di avvicinamento al teatrodanza aperto ad attori, danzatori e a tutti coloro che sono interessati al lavoro sul corpo e il suo movimento.
Le produzioni della compagnia si interrogano sullo studio del corpo e del suo movimento. Neo | dove l'ombra s'addensa si concentra sulle parti nascoste del corpo. Quelle zone d'ombra che per anatomia, per paura, per vergogna, per viltà tentiamo di nascondere agli sguardi altrui e a noi stessi. La necessità di viverle, onorarle, integrarle, mangiarle.
Spirito di conservazione parte da una domanda e ci scava dentro: tenere tutto sotto controllo, ogni gesto, ogni sguardo, ogni respiro, perché tutto sia misurato, comodo, giusto... per quanto ancora riuscirai a farlo?
Il laboratorio di teatrodanza a cura di Sonenalè, che si terrà sabato 16 maggio dalle 10.00 alle 17.00 è aperto ad attori, danzatori e a tutti coloro che sono interessati al lavoro sul corpo e il suo movimento. Il corpo è uno degli strumenti più importanti che abbiamo per comunicare: conoscere la grammatica del corpo può permetterci di lasciarlo esprimere al meglio. Il lavoro sarà un approccio al metodo del teatrodanza. Dopo un riscaldamento fisico secondo i principi della danza contemporanea, il lavoro verterà sulle possibilità di espressione del nostro corpo attraverso il metodo dell'improvvisazione e successivamente sulla rielaborazione e costruzione del materiale proposto dai partecipanti.
La giornata di laboratorio si inserisce nel percorso di residenza che Sonenalè tiene presso il Teatro Civico 14 dall’11 al 17 maggio. La compagnia incontrerà gli allievi del laboratorio teatrale permanente del Teatro Civico 14 e utilizzerà lo spazio per finalizzare il lavoro su due assoli di teatrodanza che saranno presentati in anteprima domenica 17 maggio. La residenza è parte del progetto NUOVEVISIONI del Teatro Civico 14.
SONENALÉ nasce per volontà di Riccardo Fusiello, danzatore e coreografo, e Agostino Riola, performer e regista. La loro ricerca artistica ha come fulcro l’indagine sul corpo, in tutte le sue espressioni. La collaborazione tra i due inizia nel 2008 per lo spettacolo Il Signor P, prodotto dal Festival Castel dei Mondi di Andria. Nel 2010 ideano Your Happy Sad Songs, un progetto liberamente ispirato alla figura di Federico García Lorca che si sviluppa in tre parti. La prima, I WANNA (2010), viene selezionata e promossa da Anticorpi XL – network giovane danza d'autore. La seconda, Play (2012), vince il bando di residenza ' Presenta tu proyecto' del Centro Danza Canal di Madrid e ottiene il sostegno del progetto DE. MO. / Movin'Up 2011 e di Mosaico Danza (Torino). La terza e ultima, forEVER, debutta nel giugno 2013 all' E45 Napoli Fringe Festival che ha coprodotto tutto il
progetto Your Happy Sad Songs. Nel 2012, assieme a Marianna Musella, fondano a Milano l'Associazione Culturale Sonenalé.
Venerdì 22 maggio, ore 20.30, Concerto per chitarra di Nicola Montella
23 e 24 maggio
2015, Spettacolo Troiateatro
Spettacolo vincitore del Festival Troia Teatro 2014 - IX Edizione

evento speciale - ingresso libero

29 dicembre 2014, dalle 20, Illustro, #buoncompleannotc14
L'ingresso è libero, c'è solo una regola, un DRESS CODE OBBLIGATORIO: abito nero + dettaglio giallo!
I festeggiamenti iniziano alle 20:00 con:
- I Vestiti nuovi dell'imperatore, la verità vista attraverso gli occhi di un bambino
performance a cura del Laboratorio 14: un progetto di Mutamenti/Teatro Civico 14, un cantiere sempre aperto in cui allievi ed ex allievi si misurano con una dimensione più professionale del ‘fare teatro’.
- Troppo Natale, Letture di Roberto Solofria
- Selezione musicale a cura di Paky Di Maio

Sciapo’

Sciapò | Rassegna Di Teatro A Cappello
ideazione e direzione artistica Domenico Santo, organizzazione Laura Belloni
Fare cappello significa ristabilire con il pubblico un filo diretto, un rapporto di fiducia, rinunciare a un compromesso, accettare di giocarsi tutto fino all’ultima battuta. Sciapò vuole ridare al pubblico la possibilità di scegliere quanto e se pagare gli artisti che si sono esibiti per lui, riportando l’antica tradizione del fare cappello anche nei luoghi chiusi dell’arte, nei teatri. Tutti gli spettacoli proposti non sono tutelati dalla SIAE. Ingresso libero, uscita a cappello.
orario spettacoli: 19.00
Domenica 23 novembre, ore 19, “Napoli, 1647 – Rivoluzione d’amore”
Uno spettacolo della Compagnia Mutamenti / Teatro Civico 14, scritto da Marilena Lucente, regia di Roberto Solofria, con Ilaria Delli Paoli, scene di Antonio Buonocore, costumi di Ortensia De Francesco
Sinossi | “Napoli, 1647 – Rivoluzione d’amore” è la storia di Bernardina Pisa, giovane, volitiva, sfacciatamente bella, piena di passione e di amore per il marito Masaniello, che fu il principale protagonista della rivoluzione avvenuta a Napoli fra i 7 e il 16 luglio 1647, quando la popolazione della città insorse contro la pressione fiscale imposta dal governo spagnolo.
La loro vita si intreccia con quella di Napoli, una città piena di storie. Il loro istintivo slancio politico accese speranze e infiammò il popolo, ma generò anche equivoci e incomprensioni, che fecero di loro prima due eroi, poi due esseri umani travolti e feriti dagli eventi.
Un testo interiore, che scombussola e che fa star male, capace di regalare una scossa elettrica che dura tutto il tempo del racconto.
Note Di Regia | Abbiamo immaginato una Bernardina ventunenne sradicata dal suo essere donna e moglie, catapultata nella vita rivoluzionaria, carceraria e di prostituzione.
L’abbiamo immaginata immersa in un buio soffocante, con gli spettatori coinvolti nella sua penombra, vicini alla sua figura che si staglia in quadri cinematografici, fatti di inquadrature strette e a volte strettissime. Abbiamo immaginato quel buio spezzato dalla forza delle sue parole, del suo essere donna, della sua sofferenza e del suo coraggio.
11 gennaio, ore 19, La Fondazione Mimmo Beneventano presenta "I Cunti non tornano" in "Tentata Memoria. Orazione civile di rito beneventano"
di e con: Eduardo Ammendola
collaborazione e consulenza: Chiarastella Panaccione e Luigi Mosca;
documentazione storica e biografica: Fondazione Mimmo Beneventano; Luigi Mosca; Gabriella Galbiati
Regia: Nicola Laieta
Scenografia: Peppe Cerillo
Foto di scena: Gianfranco Irlanda
Videoproiezioni: a cura di Luigi Mosca
Durata: 50’
La Fondazione Mimmo Beneventano presenta lo spettacolo dedicato a Mimmo Beneventano Tentata Memoria. Orazione civile di rito Beneventano con Eduardo Ammendola, per la regia di Nicola Laieta. Lo spettacolo ha recentemente avuto una Menzione Speciale per il Premio Landieri 2014 – teatro d’impegno civile con la seguente motivazione: «Per il profondo senso di impegno civile, per aver ricordato in modo magistrale e indelebile la vittima innocente di camorra Mimmo Beneventano»
Eduardo Ammendola, neuropsichiatra infantile, psicoterapeuta e attore/regista teatrale ottavianense, parte dai suoi ricordi di infanzia e non solo per raccontare la storia di Mimmo Beneventano. Medico, comunista militante, cattolico praticante e consigliere comunale dal 1975 a Ottaviano, Beneventano ha sempre dimostrato di aver coraggio nel denunciare pubblicamente gli atti camorristici di Raffaele Cutolo e di chi lo seguiva, usando parole dure e dirette. Ma il suo coraggio è stato punito nel novembre del 1980 quando le minacce sono diventate realtà e il giovane medico viene sparato e ucciso davanti alla madre.
Da questo momento Eduardo ha cominciato ad incontrare nel suo cammino Mimmo: nei sogni, nei racconti di chi lo ha conosciuto, nelle sue poesie e quasi sempre per caso.
Le rappresentazioni di Tentata memoria sono organizzate per offrire e favorire esperienze del proprio territorio e del proprio tessuto sociale, emotivamente pregnanti e cognitivamente significative e d’orientamento alle scelte e al passaggio cui i minori e le relative famiglie sono chiamati nel loro ciclo vitale di microcomunità fondanti la macrocomunità.
Annotazioni al processo creativo di Nicola Laieta
Nel 1962 Peter Weiss (autore e regista de L’Istruttoria e del Marat-Sade) teorizzava il suo teatro documentario un teatro in cui verbali, lettere, statistiche, interviste, reportage giornalistici e radiofonici, e altre testimonianze del presente costituiscono la base della messa in scena.
La forza del teatro documentario consiste per Weiss nel riuscire a creare dai frammenti della realtà passata uno specchio per riflettere su dei fatti attuali. Con la sua tecnica di montaggio, il teatro documentario mette in risalto chiari dettagli dal materiale caotico della realtà esterna. Con il confronto di dettagli contrastanti fa notare un conflitto esistente che poi, sulla base della documentazione raccolta, porta a una proposta di soluzione, a un appello o a una questione fondamentale.
Tentata memoria incrocia in maniera ironica ed emozionante, spiazzante e improvvisa, articoli giornalistici e ricordi personali, documenti storici e personali episodi di vita Vesuviana, attraverso i quali Eduardo Ammendola in scena ricorda insieme al pubblico frammenti di vita e frammenti di storia della sua terra e di Domenico Beneventano, un medico come lui vissuto come lui ad Ottaviano, ucciso dalla camorra a pochi passi dalla sua abitazione, compagno di studi di suo padre, trasformando la sua orazione civile in un vero e proprio rito di memoria collettiva.
Nel suo testo Eduardo Ammendola scrive: “Tra di noi, nel comune dire e sentire, la memoria è un archivio, un magazzino. Tu hai un’informazione, la vai a prendere, la usi, la rimetti a posto. Per sempre, uguale, ad libitum sfumando.
Ma molti studiosi sostengono che la memoria è un’azione.
Un’azione delle viscere, è nel corpo, nel battito cardiaco, nel colore cutaneo, nella profondità del respiro, nel pulsare di ogni ghiandola lacrimale”.
Come nelle intenzioni di Weiss l’azione del ricordare, del documentare, non è un azione orientata al passato, ma un gesto attivo per il presente, e la figura di chi ricorda ritrova nella figura evocata (ma mai conosciuta), un doppio, un compagno di viaggio, un “collega” con cui dialogare.
Nel lavoro di ricucitura drammaturgica e registica di frammenti teatrali preesistenti propostomi da Eduardo, l'aspetto che più mi ha affascinato è stato di trasformare ogni ricordo in un gesto, un suono, un’immagine.
Domenica 22 febbraio, ore 19, Garrincha - L’angelo dalle gambe storte
Regia di Giancarlo Fares, Con F. Valeriano Solfiti, Percussioni Pietro Petrosini
La favola di Manoel Francisco dos Santos, l’ala destra che sussurrava ai passeri, il grande Garrincha, il bambino che anche nella vita si è trovato di fronte alla necessità di continuare a dribblare, superare persone, cose e fatti per non cadere. Una vita intera passata in quella zona del campo dove non esistono regole, dove l’unica regola devi essere tu, ai margini di quella linea bianca che separa il mondo da te.
Garrincha era stato soprannominato la gioia del popolo, l’uomo che ha insegnato alla gente a ridere. E la gente ha riso per tutta la sua vita, prima con lui e poi di lui. Osannato, innalzato a mito, poi umiliato e abbandonato, degradato a ubriacone, a poveraccio, mai abbastanza ringraziato e troppo tardi pianto.
Il grande Garrincha, poeta della finta impossibile, ha insegnato a tutto il mondo che il calcio è gioia, festa, divertimento, ma soprattutto poesia, e di questa poesia è stato il miglior autore. La storia di un angelo, di un “diverso”, puro, una leggenda, un tramite tra il popolo e la gioia.
Sciapò:
Domenica 22 marzo, ore 19, Il Nano Egidio
da un’idea di Marco Ceccotti e Simona Oppedisano
Regia del Nano Egidio
Attori e Burattinai Marco Ceccotti, Simona Oppedisano e Francesco Picciotti
Il misterioso collettivo del Nano Egidio ha creato uno spettacolo che è insieme un poliziesco-fantasy, una parodia di un noir e un elogio del surrealismo e del nonsense in chiave pop.
Tutto ruota intorno a tre elementi cardine: i miti, il gioco e i telefilm. I miti sono tutte quelle figure che sono state in passato protagoniste di storie e racconti noti, ma anche tutti quei personaggi dell’immaginazione e dell’immaginario culturale, popolare e pop. Questi si rimettono in gioco sotto forma di pupazzi, burattini, giocattoli agendo in un mondo a loro nuovo, quello dei Telefilm. In questo modo il passato dei racconti orali, delle fiabe e delle folktales si incontra con il presente delle serie televisive e del cinema.
Come ogni serie che si rispetti, è divisa in stagioni ed episodi: capiterà di incontrare l’ispettore Batman che indaga su un attentato alla vita del Nano Egidio; il Dottor Dotto che cura il povero nano da un grave avvelenamento; la Dottoressa Nuda (una Barbie) che diventa un’alleata nella lotta al male; oppure nuovi tipi di droghe prodotte da un cattivissimo muppet. Il tutto raccontato con la tecnica, lo stile, i temi ed i cliché delle varie serie televisive note, passate e presenti.
Il Nano Egidio ci fa scoprire come in verità il “tutti vissero felici e contenti” non è altro che una bugia, un’illusione, una frase che si dice quando si è stanchi di raccontare una fiaba.
Domenica 26 aprile 2015 ore 19, "Un caso cromosomico", scritto, diretto e interpretato da Irene Vecchia, con la collaborazione artistica di Gyula Molnàr
Lo spettacolo è vincitore del Primo Premio del progetto CantiereIncanti – Rassegna Internazionale di Teatro di Figura nell’ambito dell’iniziativa “Grimmland. Märchenhaft. Da favola!” del Goethe-Institut.
La narrazione epica, proprio come un’eredità genetica, si tramanda attraverso l’unicità degli individui, generando delle evoluzioni a spirale. Un caso cromosomico è una storia che tratta di eredità genetica, un’indagine sul destino o un racconto su come il destino si possa modificare.
La vicenda è quella di una giovane donna, alla quale susseguirà un’altra giovane donna, proprio come nelle spirali della narrazione epica o della genetica. La storia di una famiglia non è altro che la somma e la moltiplicazione di nonni, genitori e figli, con divisioni e sottrazioni di segreti, cose non dette e non fatte, scelte mancate. Se è vero che quello che si semina si raccoglie, sapendo cosa c’è stato prima si può decidere cosa ci sarà dopo? Nessuno è responsabile per le carte ricevute, tutto dipende da come si sceglie di giocare la partita. Così un errore congenito che si ripete ostinatamente, a volte per errore può anche correggersi. C’è qualcosa di brutale e senza pietà nel libero arbitrio, o meglio c’è una speranza nella predeterminazione.
E poi ci sono favole che si sono sempre raccontate, per insegnare, per divertire, per spaventare; certe favole ci piacciono tanto anche se non sappiamo perché, altre non ci sono mai piaciute. Certe favole si comprendono subito, altre tardi, altri mai.
Un caso cromosomico è la storia di una favola capita tardi e di come a volte il vecchio detto “meglio tardi che mai” racchiuda una grande verità.
www.facebook.com/rassegnaditeatroacappello, 0823.441399
laura.belloni@hotmail.it | +39 3491257101

Laboratori

Sabato 16 maggio dalle 10.00 alle 17.00, Laboratorio di teatrodanza a cura di Sonenalé
Aperto ad attori, danzatori e a tutti coloro interessati al lavoro sul corpo e il suo movimento
Il corpo è uno degli strumenti più importanti che abbiamo per comunicare: conoscere la grammatica del corpo può permetterci di lasciarlo esprimere al meglio.Il lavoro sarà un approccio al metodo del teatrodanza. Dopo un riscaldamento fisico secondo i principi della danza contemporanea, il lavoro verterà sulle possibilità di espressione del nostro corpo attraverso il metodo dell'improvvisazione e successivamente sulla rielaborazione e costruzione del materiale proposto dai partecipanti.
Sonenalè nasce per volontà di Riccardo Fusiello, danzatore e coreografo, e Agostino Riola, performer e regista. La loro ricerca artistica ha come fulcro l’indagine sul corpo, in tutte le sue espressioni.La collaborazione tra i due inizia nel 2008 per lo spettacolo Il Signor P, prodotto dal Festival Castel dei Mondi di Andria. Nel 2010 ideano Your Happy Sad Songs, un progetto liberamente ispirato alla figura di Federico García Lorca che si sviluppa in tre parti. La prima, I WANNA (2010), viene selezionata e promossa da Anticorpi XL – network giovane danza d'autore. La seconda, Play (2012), vince il bando di residenza ' Presenta tu proyecto' del Centro Danza Canal di Madrid e ottiene il sostegno del progetto DE. MO. / Movin'Up 2011 e di Mosaico Danza (Torino). La terza e ultima, forEVER, debutta nel giugno 2013 all' E45 Napoli Fringe Festival che ha coprodotto tutto il
progetto Your Happy Sad Songs.Nel 2012, assieme a Marianna Musella, fondano a Milano l'Associazione Culturale Sonenalé.
Costo: € 35,00
La giornata di laboratorio si inserisce nel percorso di residenza che SONENALÈ tiene presso il Teatro Civico 14 dall’11 maggio al 17 maggio.
SONENALÈ incontrerà gli allievi del laboratorio teatrale permanente del Teatro Civico 14 e utilizzerà lo spazio per finalizzare il lavoro su due assoli di teatrodanza che saranno presentati in anteprima domenica 18 maggio [ NEO | dove l'ombra s’addensa - creazione, interpretazione e regia Agostino Riola e Spirito di conservazione - coreografia e interpretazione Riccardo Fusiello].
La residenza è parte del progetto NUOVEVISIONI del Teatro Civico 14.
19 giugno - 21 giugno, L'Abbandono, workshop diretto da Sara Sole Notarbartolo
Tema del laboratorio è l'Abbandono, inteso sia come il sentimento vertiginoso dell'essere lasciati soli, sia come affidamento totale. In assoluto l'abbandono, come forma positiva di caduta consapevole, è una delle chiavi con cui l'attore può avvicinarsi al personaggio per renderlo brillante, pulsante di una vitalità evidente quanto la propria.
Autore di riferimento è Pier Vittorio Tondelli. Ai partecipanti selezionati saranno inviati dei brani tratti dai suoi racconti, romanzi, articoli che saranno il fulcro letterario del laboratorio.
Centro del workshop è sempre il corpo dell'attore: il lavoro fisico, il lavoro sullo sguardo e sulle intenzioni sarà parte fondante dell'esercizio e della narrazione.
Al termine della tre giorni sarà presentata una prova aperta al pubblico.
durata: venerdì / sabato / domenica
orari: il laboratorio avrà una durata di 6 ore giornaliere per un totale di 18 ore venerdì e sabato 11-14, pausa di un'ora e ripresa 15-18 domenica 11-14, pausa di un’ora e ripresa 15-18 con disponibilità a restare fino alle 19.30 ed oltre per una prova aperta del lavoro realizzato.
A chi è rivolto: Il workshop è rivolto ad attori o studenti di teatro, musicisti, artisti visivi.
Come partecipare: Le richieste di partecipazione vanno mandate via mail a tavernaest@yahoo.it e a info@teatrocivico14.it.
Alla richiesta di partecipazione è necessario allegare: una breve biografia, una foto, una lettera di motivazione e un file musicale (mp3 o link a youtube) di un brano che il partecipante collega in qualsiasi modo alla propria idea di abbandono.
Sara Sole Notarbartolo
Sara Sole Notarbartolo, drammaturga, regista e formatrice teatrale, lavora sul territorio nazionale ed internazionale dal ’94. Tra i premi e i riconoscimenti agli spettacoli di cui è regista e autrice: “Premio Generazione Scenario”, selezione “Premio Ustica” (2005) per lo spettacolo “‘O mare”; “Premio Nuove Creatività” con il sostegno dell’ETI (2009), per lo spettacolo “La Tentazione”; Selezione Face à Face, autori d’Italia per le scene di Francia, presso il Theatre de la Ville di Parigi (2012) per lo spettacolo “Santa Lucia della bella Speranza”; Selezione Kilowatt Festival (2014) per lo spettacolo “La danse des amants”; Selezione “Italia-Svezia 2-2” per lo spettacolo “Sueño #4” (2015); Tra gli Enti e Teatri che hanno ospitato o prodotto gli spettacoli di cui è regista e autrice: Teatro Valle, Roma; Festival Primavera dei Teatri; Festival di Sant’Arcangelo; Festival Volterra Teatro, Mostar Intercultural Festival; Cavallerizza Reale, Torino; Teatro Stabile di Napoli- Mercadante; Teatro Verdi, Milano; Kilowatt Festival, San Sepolcro; Teatro La Friche di Marsiglia; Napoli Teatro Festival Italia; Théatre de la Ville, Parigi; Arena del Sole, Bologna.

Orario Spettacoli

Feriali > 21.00
Festivi > 19.00

Costi
Stagione / Nuovevisioni/ Eventi
Biglietto intero € 10,00
Biglietto ridotto € 8,00
[under 30 / over 65 / Tesserati Arci / Artemisia / CasertaFilmLab / Arciragazzi]
Sciapò
Ingresso gratuito / Uscita a cappello

Carnet 10 Ingressi [10 spettacoli a scelta in Stagione / NuoveVisioni / Eventi]
CLASSICA
Intero € 80,00
Ridotto € 60,00
SOSTENITORE
Intero € 105,00
Ridotto € 85,00

Teatro Civico 14, Vicolo F. Della Ratta 14 (Via G.B.Vico), 81100 Caserta
t 0823.441399
info@teatrocivico14.it, www.teatrocivico14.it, facebook.com/teatrocivico14, twitter.com/teatrocivico14, #teatrocivico14
credits
direzione artistica Roberto Solofria
direzione organizzativa Ilaria Delli Paoli
responsabile formazione Rosario Lerro
direzione tecnica e allestimenti Antonio Buonocore
segreteria organizzativa Veronica Vendemia, Alessia Guardascione
ufficio stampa Christian Iorio
fotografia Marco Ghidelli
graphic design Francesco Palladino
web Francesco Palladino, Luca Tamburo
collaboratori Sara Scarpati, Domenico Santo, Luigi Imperato, Antimo Navarra, Alina Lombardi, Paky Di Maio, Angelo Cretella, Floriana Figliomeni, Olimpia Pisanti

Casertamusica.com - Portale di musica, arte e cultura casertana. Testi ed immagini, ove non diversamente specificato, sono proprietà di Casertamusica.com e della Associazione Casertamusica & Arte. Vietata ogni riproduzione, copia, elaborazione anche parziale. Tutti i diritti riservati.